Capitolo 9
2 Nefi 9–10
Introduzione
Noi tutti abbiamo conosciuto qualcuno che è morto. Riconosciamo che la conoscenza del piano evangelico del Padre Celeste ci offre pace nella profonda tristezza che proviamo. Giacobbe, profeta del Libro di Mormon, insegnò le grandiose benedizioni dell’Espiazione descrivendo ciò che sarebbe accaduto al nostro corpo e al nostro spirito se non vi fosse stata l’Espiazione. Giacobbe rese testimonianza della grandezza di Dio, che preparò una via per la nostra salvezza. Egli descrisse in che modo il Salvatore affettuosamente conforta, intercede e redime Israele. Accettando e seguendo i comandamenti del Signore, noi siamo nella posizione di ricevere le Sue benedizioni promesse. Esamina l’influenza che ha l’Espiazione nella tua vita e le benedizioni che produce.
Commentario
2 Nefi 9:1–3. Gioire per sempre dell’Espiazione
-
L’anziano Jeffrey R. Holland, del Quorum dei Dodici Apostoli, spiegò che Cristo e la Sua Espiazione dovrebbero essere al centro della nostra gioia:
“La testimonianza di Giacobbe fu che ‘il potente Iddio’ libererà sempre ‘il suo popolo dell’alleanza’ e che il potente Iddio è, per Sua stessa dichiarazione divina, il Signore Gesù Cristo, il ‘Salvatore e… Redentore, il Potente di Giacobbe’.
Giacobbe rifletté su tali insegnamenti – in particolare quelli contenuti negli scritti di Isaia – affinché i suoi ascoltatori del tempo e i futuri lettori potessero ‘conoscere ciò che riguarda le alleanze del Signore che egli ha stipulato con tutto il casato d’Israele’ dando ai genitori di ogni generazione motivo di ‘gioire’ e di ‘sollevare il capo per sempre, a motivo delle benedizioni che il Signore Iddio riverserà sui [loro] figlioli’.
La base di tale alleanza, e il motivo di tale gioia, è il sacrificio espiatorio di quel ‘potente Iddio’ che è il Salvatore e Redentore del mondo” (Christ and the New Covenant [1997], 66–67).
2 Nefi 9:5–6. L’Espiazione al centro del piano di misericordia
-
La Prima Presidenza e il Quorum dei Dodici Apostoli hanno dichiarato al mondo il ruolo centrale del Salvatore e la Sua influenza su tutta l’umanità:
“Rendiamo testimonianza della realtà della Sua vita senza pari e dell’infinito potere del Suo grande sacrificio espiatorio. Nessuno ha esercitato un’influenza tanto profonda su tutti coloro che sono vissuti e vivranno ancora sulla terra.
Egli fu il Grande Geova dell’Antico Testamento e il Messia del Nuovo…
Egli istituì il sacramento come memento del Suo grande sacrificio espiatorio. Fu arrestato e processato sulla base di false accuse, trovato colpevole per soddisfare la plebaglia e condannato a morire sulla croce del Calvario. Egli dette la Sua vita per espiare i peccati di tutta l’umanità. Il Suo fu un grande dono fatto per procura in favore di tutti coloro che siano mai vissuti sulla terra.
Portiamo solenne testimonianza che la Sua vita, che è l’avvenimento centrale di tutta la storia umana, non iniziò a Betlemme né ebbe fine sul Calvario. Egli era il Primogenito del Padre, l’Unigenito Figlio di Dio nella carne, il Redentore del mondo” (“Il Cristo vivente: la testimonianza degli apostoli”, Liahona, marzo 2008, 43–44).
-
Il presidente James E. Faust (1920–2007), della Prima Presidenza, dichiarò l’importanza della nostra comprensione del potere dell’Espiazione:
“La nostra salvezza dipende dal credere e accettare l’Espiazione. Una tale accettazione richiede uno sforzo continuo per comprenderla più pienamente. L’Espiazione promuove il nostro ciclo di apprendimento terreno rendendo possibile alla nostra natura umana il raggiungimento della perfezione…
Qualsiasi maggiore comprensione del Suo sacrificio espiatorio ci permette di avvicinarci a Lui. Letteralmente, Espiazione significa essere ‘un tutt’uno’ con Lui. La natura dell’Espiazione e i suoi effetti sono così infiniti, così insondabili e profondi che superano la conoscenza e la comprensione dell’uomo mortale…
Non vediamo l’ora di ricevere il beneficio finale dell’Espiazione: diventare uno con Lui, essere in Sua divina presenza, chiamati individualmente per nome quando ci accoglierà calorosamente a casa, con un radiante sorriso, invitandoci a braccia aperte per essere circondati dal suo amore infinito. Quanto sarà gloriosa e sublime questa esperienza, se potremo sentirci abbastanza degni di essere alla Sua presenza. Il dono del Suo grande sacrificio espiatorio per ognuno di noi è l’unico modo in cui possiamo ricevere l’esaltazione in modo da starGli davanti e vederLo faccia a faccia. Il grandioso messaggio dell’Espiazione è l’amore perfetto che il Salvatore prova per ognuno di noi. È un amore pieno di misericordia, pazienza, grazia, giustizia, longanimità e, soprattutto, perdono” (Conference Report, ottobre 2001, 19, 22; oppure Liahona, gennaio 2002, 19, 22).
2 Nefi 9:7. L’Espiazione infinita
-
L’anziano Russell M. Nelson, membro del Quorum dei Dodici Apostoli, ha spiegato svariati modi in cui l’Espiazione è da considerarsi infinita:
“La Sua Espiazione è infinita – ossia non ha fine. Era anche infinita giacché tutta l’umanità sarebbe stata salvata da una morte senza fine. Era infinita riguardo alla Sua immensa sofferenza. Era infinita nel tempo, ponendo fine al precedente prototipo di sacrificio di animali. Era infinita per scopo – fu compiuta una volta per tutte. E la misericordia dell’Espiazione abbraccia non soltanto un numero infinito di persone, ma anche il numero infinito di mondi da Lui creati. Fu infinita oltre ogni umano criterio di misura e ogni umana comprensione.
Gesù era l’unica persona che poteva compiere tale Espiazione infinita, poiché Egli era nato da una madre mortale e da un Padre immortale. Grazie al Suo particolare diritto di nascita, Gesù era un Essere infinito” (Conference Report, ottobre 1996, 46; oppure La Stella, gennaio 1997, 39).
2 Nefi 9:10. “Oh, com’è grande la bontà del nostro Dio”
-
Il presidente Gordon B. Hinckley (1910–2008) espresse gratitudine per il ruolo del Salvatore nel compiere l’Espiazione: “Sia ringraziato Dio per la meraviglia e la maestà del Suo piano eterno! Siano rese grazie e gloria al Suo diletto Figliuolo, il quale con sofferenze indescrivibili dette la Sua vita sulla croce del Calvario per pagare il debito del peccato mortale. Fu Lui che mediante il Suo sacrificio espiatorio spezzò le catene della morte e con potere divino si levò trionfante dalla tomba. Egli è il nostro Redentore, il Redentore di tutta l’umanità. Egli è il Salvatore del mondo. Egli è il Figlio di Dio, l’Autore della nostra salvezza” (Conference Report, aprile 1985, 69; oppure La Stella, luglio 1985, 49).
2 Nefi 9:15–16. “Coloro che sono immondi resteranno immondi”
-
L’anziano Dallin H. Oaks, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha parlato del giudizio finale e della condizione di purezza che dobbiamo raggiungere:
“Molte Scritture bibliche e moderne parlano del giudizio finale in cui tutte le persone riceveranno una ricompensa per le loro azioni e per i desideri del loro cuore. Ma altri passi delle Scritture fanno riferimento anche all’essere giudicati secondo la condizione che abbiamo raggiunto.
Il profeta Nefi descrive il giudizio finale in termini di ciò che siamo diventati: ‘E se le loro opere sono state immonde, è inevitabile che essi siano immondi; e se essi sono immondi, è inevitabile essi non possano dimorare nel regno di Dio’ (1 Nefi 15:33; corsivo dell’autore). Moroni dichiara: ‘Colui che è impuro resterà ancora impuro; e colui che è giusto resterà ancora giusto’ (Mormon 9:14; corsivo dell’autore; vedere anche Apocalisse 22:11–12; 2 Nefi 9:16; Alma 41:13; DeA 88:35). Lo stesso vale per gli ‘egoisti’ o i ‘disobbedienti’ o coloro i cui attributi personali sono contrari a quanto richiesto da Dio. Riferendosi alla ‘condizione’ dei malvagi al giudizio finale, Alma spiega che se saremo condannati dalle nostre parole, dalle nostre opere e dai nostri pensieri ‘non saremo trovati immacolati… e in questa terribile condizione non oseremo alzare lo sguardo al nostro Dio’ (Alma 12:14)” (Conference Report, ottobre 2000, 41; oppure Liahona, gennaio 2001, 40).
-
Il presidente Gordon B. Hinckley usò l’esempio della pornografia per insegnare questo stesso principio quando affermò: “Possano tutti coloro che sono nella stretta di questo vizio inginocchiarsi nel segreto della loro camera e invocare l’aiuto del Signore, affinché li liberi da questo male mostruoso. Altrimenti, quest’onta viziosa si protrarrà nella vita e persino nell’eternità. Giacobbe, il fratello di Nefi, ha insegnato: ‘E avverrà che quando tutti gli uomini saranno passati da questa prima morte alla vita, in quanto divenuti immortali… coloro che sono giusti resteranno giusti, e coloro che sono immondi resteranno immondi’ (2 Nefi 9:15–16)” (Conference Report, ottobre 2004, 66; oppure Liahona, novembre 2004, 62).
2 Nefi 9:18. “Sopportato le croci del mondo”
-
L’anziano Neal A. Maxwell (1926–2004), del Quorum dei Dodici Apostoli, ha suggerito un significato della parola croci: “Che cosa sono le ‘croci del mondo’? Non possiamo esserne certi, ma la metafora suggerisce il portare una croce posta su di noi dal mondo, come fece Gesù; possono esservi persecutori e spettatori che non aiutano, e il membro della Chiesa è separato dal mondo (se non addirittura perseguitato), eppure non si tira indietro quando è accusato e deriso da coloro che vorrebbero farlo vergognare, poiché non vi è alcun motivo reale per vergognarsi” (Wherefore, Ye Must Press Forward [1977], 110).
2 Nefi 9:20. Dio “conosce ogni cosa”
-
Lectures on Faith insegna perché è necessaria l’onniscienza di Dio: “Senza la conoscenza di tutte le cose, Dio non potrebbe salvare nessuna delle Sue creature poiché è a motivo della conoscenza che Egli ha di ogni cosa, dall’inizio alla fine, che Egli può dare tale conoscenza alle Sue creature mediante la quale esse vengono rese partecipi della vita eterna; e se non fosse per l’idea che esiste nella mente degli uomini che Dio possiede tutta la conoscenza sarebbe per loro impossibile esercitare la fede in Lui” ([1985], 51–52).
-
L’anziano Neal A. Maxwell ha spiegato che Dio deve conoscere tutte le cose per poter compiere la Sua opera di far avverare la nostra immortalità e vita eterna:
“Coloro che cercano di avanzare riserve sull’onniscienza di Dio mancano di comprendere che Egli non ha alcun bisogno di evitare la noia imparando cose nuove. Poiché anche l’amore di Dio è perfetto, vi è altresì diletto eterno in quell’‘unico cerchio eterno’ che a noi sembra tutto routine e ripetizione. Dio trae la Sua grandiosa e continua gioia e gloria nell’accrescere e nel fare avanzare le Sue creazioni, e non da nuove esperienze intellettuali.
Pertanto c’è una grande differenza tra un Dio onnisciente e la falsa nozione che Dio stia facendo una specie di post-dottorato, ancora alla ricerca di ulteriori verità essenziali e dati vitali. Se ciò fosse vero, Dio potrebbe, in qualsiasi momento, scoprire qualche nuova verità a Lui non nota in precedenza, che potrebbe cambiare, sminuire o indebolire certi principi da Lui precedentemente conosciuti. La profezia sarebbe semplice predizione. I presupposti riguardanti la nostra redenzione dovrebbero essere rivisti. Fortunatamente per noi, il Suo piano di salvezza è costantemente in fase di realizzazione – non costantemente in fase di revisione…
In modo molto reale, tutto ciò che abbiamo bisogno di sapere è che Dio sa tutto!” (All These Things Shall Give Thee Experience [1979], 14–15, 21).
2 Nefi 9:21–24. Tutti possono essere salvati
-
Il presidente Brigham Young (1801–1877) ha parlato della portata degli sforzi del Salvatore per salvare l’umanità: “Questo è il piano di salvezza. Gesù non cesserà mai la Sua opera finché tutti non saranno elevati al godimento di un regno nelle dimore del Padre Suo, dove ci sono molti regni e molte glorie, adeguati alle opere e alla fedeltà di tutti gli uomini che sono vissuti in terra. Alcuni obbediranno alla legge celeste e parteciperanno alla sua gloria, altri osserveranno quella terrestre, altri quella teleste” (Discourses of Brigham Young, sel. da John A. Widtsoe [1954], 56).
2 Nefi 9:25–26. Niente legge, niente punizione
-
L’anziano James E. Talmage (1862–1933), del Quorum dei Dodici Apostoli, spiegò il ruolo della conoscenza nella nostra responsabilità: “Secondo la definizione tecnica del peccato, esso consiste nella violazione della legge e in questo senso ristretto, il peccato può essere commesso inavvertitamente o per ignoranza. Dalla dottrina delle Scritture, relativa alla responsabilità umana e all’infallibile giustizia di Dio, risulta chiaro che sia per le sue trasgressioni che per le sue azioni giuste, l’uomo verrà giudicato secondo la sua capacità di comprensione della legge e di obbedienza alla stessa. A colui che non è mai stato a conoscenza di una legge superiore, essa non verrà applicata in tutta la sua pienezza. Per i peccati commessi per violazione di leggi ignorate, fu stabilita una propiziazione con l’Espiazione avvenuta tramite il sacrificio del Salvatore, e i peccatori appartenenti a questa categoria non verranno condannati, ma verrà data loro l’opportunità di apprendere i principi del Vangelo e, quindi, di accettarli o rinnegarli” (Gli Articoli di Fede, 63).
-
Il presidente Boyd K. Packer, presidente del Quorum dei Dodici Apostoli, chiarì la posizione di coloro che non hanno conoscenza delle leggi di Dio:
“Nel piano si provvede anche a coloro che sono vissuti sulla terra senza conoscere il piano: ‘Dove non è data alcuna legge, non c’è punizione; e dove non c’è punizione, non c’è condanna… a motivo dell’Espiazione; poiché essi vengono liberati mediante il suo potere’ (2 Nefi 9:25).
Senza questa sacra opera di redenzione dei morti il piano sarebbe incompleto e davvero ingiusto” (“The Play and the Plan” [Riunione al caminetto del CES per i giovani adulti, 7 maggio 1995], 4, www.ldsces.org).
-
L’anziano Jeffrey R. Holland ha descritto alcuni di coloro che non hanno la legge del Vangelo: “Secondo l’ampio raggio d’azione dell’Espiazione, vi è una condizione generosa per coloro che muoiono senza la conoscenza del Vangelo o l’opportunità di abbracciarlo, inclusi i bambini al di sotto dell’età della responsabilità, le persone mentalmente incapaci, coloro che non sono mai entrati in contatto con il Vangelo, e così via” (Christ and the New Covenant, 215).
2 Nefi 9:28. “Si credono saggi”
-
Il presidente Gordon B. Hinckley ha descritto la debolezza del confidare più nell’intelletto che nella fede:
“L’intelletto non è l’unica fonte di conoscenza. C’è una promessa data per ispirazione dell’Onnipotente, formulata con queste bellissime parole: ‘Dio ti darà conoscenza mediante il suo Santo Spirito, sì, mediante il dono ineffabile dello Spirito Santo’ (DeA 121:26).
Gli umanisti che criticano il lavoro del Signore, i cosiddetti intellettuali che ci sminuiscono, parlano soltanto per ignoranza delle manifestazioni spirituali. Essi non hanno udito la voce dello Spirito, non l’hanno udita perché non l’hanno cercata e perché non si sono preparati in modo da essere degni di udirla. Indi, presumendo che la conoscenza provenga soltanto dal ragionamento e dal lavoro della mente, negano ciò che ci perviene per il potere dello Spirito Santo…
Non lasciamoci intrappolare dalle argomentazioni ingannevoli del mondo, che nella maggior parte dei casi sono negative e che spesso portano frutti amari. Non lasciamoci irretire da queste persone abili la cui unica missione è quella di sminuire ciò che è sacro, di enfatizzare le debolezze umane, di indebolire la fede, piuttosto che ispirare forza” (“Be Not Afraid, Only Believe” [Riunione al caminetto del CES per i giovani adulti, 9 settembre 2001], 4, www.ldsces.org).
2 Nefi 9:29. “È bene essere dotti”
-
Il presidente Gordon B. Hinckley ha descritto il beneficio che deriva dall’imparare tutto ciò che possiamo: “Grandi sono gli impegni che vi aspettano. Vi accingete a entrare in un mondo altamente competitivo. Dovete ricevere tutta l’istruzione possibile. Il Signore ci ha ammonito riguardo all’importanza dell’istruzione. L’istruzione vi darà maggiori possibilità di successo. Vi preparerà per fare cose meritevoli nel grande mondo pieno di occasioni che vi aspettano. Se siete in grado di andare all’università, e se questo è vostro desiderio, allora fatelo. Se non avete nessun desiderio di andare all’università, allora iscrivetevi a una scuola professionale per affinare le vostre capacità e accrescere la vostra abilità” (Conference Report, aprile 1997, 70; oppure La Stella, luglio 1997, 58).
2 Nefi 9:34. “Guai al mentitore”
-
2 Nefi 9:34 e diversi altri passi scritturali ci insegnano la gravità del peccato della menzogna (vedere Proverbi 6:16–19; DeA 63:17–18; 76:98, 103). Il presidente James E. Faust (1920–2007) ha spiegato il significato del dire la verità:
“Noi crediamo nell’essere onesti [Articoli di Fede 1:13]…
Tutti dobbiamo sapere cosa significa essere onesti. L’onestà è qualcosa di più di non mentire. Significa dire la verità, parlare con verità, vivere nella verità e amare la verità…
L’onestà è una bussola morale che guida i nostri passi…
L’onestà è un principio, e noi abbiamo il libero arbitrio morale di stabilire come mettere in pratica questo principio; abbiamo il libero arbitrio di compiere le nostre scelte; ma in ultima analisi saremo responsabili di ogni scelta che facciamo. Possiamo ingannare gli altri, ma c’è una Persona che non potremo mai ingannare. Nel Libro di Mormon leggiamo: ‘Il guardiano alla porta è il Santo d’Israele; egli non tiene là alcun servitore e non vi è altra via, se non attraverso la porta; poiché Egli non può essere ingannato, poiché Signore Iddio è il Suo nome’ [2 Nefi 9:41]…
Vi sono molti modi di dire la verità. Quando diciamo ‘bugie’ a fin di bene impariamo a dire bugie vere e proprie. È meglio rimanere in silenzio piuttosto che fuorviare. Il grado di sincerità che dimostriamo nel nostro comportamento è proporzionale alla nostra tranquillità di coscienza…
Come ha detto il presidente Gordon B. Hinckley, ‘insegnamo la verità con l’esempio e con il precetto; insegnamo che rubare è un male, che imbrogliare è un male, che mentire è una colpa per chiunque” (Conference Report, ottobre 1996, 57–61; oppure vedere La Stella, gennaio 1997, 45–48).
2 Nefi 9:41. Cristo è il “guardiano alla porta”
-
Il presidente James E. Faust ha parlato del valore che ha il fatto che un giorno staremo dinanzi al Salvatore per rendere conto della nostra vita: “Ricordo uno studio fatto alcuni anni fa per determinare quali sono le influenze che spingono i giovani verso la via stretta e angusta. Sicuramente ci sono molti fattori, tutti molto importanti. Essi includono l’influenza dei genitori, dei consulenti del sacerdozio, delle consulenti delle Giovani Donne, del capo scout e dei coetanei. Ma fui sorpreso di scoprire che c’era qualcosa di singolare importanza che fu rivelato da questa ricerca. Era la consapevolezza che un giorno ognuno di noi dovrà rendere conto delle proprie azioni al Signore. Molti credono che ‘il guardiano alla porta è il Santo d’Israele; egli non tiene là alcun servitore e non vi è altra via, se non attraverso la porta; poiché Egli non può essere ingannato, poiché Signore Iddio è il Suo nome’ [2 Nefi 9:41]. Coloro che avevano una prospettiva eterna avevano una maggiore forza spirituale e chiarezza. Essere consapevoli di dover rendere conto al Salvatore delle nostre azioni e ministeri, rispondendone, ci procura una profonda protezione spirituale” (“Who Do You Think You Are?” New Era, marzo 2001, 6–7).
-
L’anziano Neal A. Maxwell ha descritto un aspetto rassicurante del principio che Gesù Stesso e nessun altro sarà il Giudice finale: “Giacobbe, in 2 Nefi 9:41, parlando della via diritta e stretta, ci rammenta che ‘il guardiano alla porta è il Santo d’Israele’ e che Gesù ‘non tiene là alcun servitore’. Viene posta giustamente enfasi sul fatto che Gesù ‘non può essere ingannato’. C’è anche un’altra fonte di rassicurazione: non solo il giudizio finale non sarà delegato per servire agli scopi della giustizia divina, ma anche la misericordia divina potrà essere applicata al meglio da Colui che conosce le cose come solo Lui può conoscerle – i quieti momenti di coraggio nella vita del Suo gregge, gli atti inosservati di servizio cristiano, i pensieri non espressi che non possono essere ‘riconosciuti’ in nessun’altra maniera, se non in un giudizio perfetto” (For the Power Is in Them… [1970], 37).
L’anziano Maxwell spiegò ulteriormente: “Il guardiano alla porta è Gesù Cristo, che ci attende col profondo desiderio di accoglierci come pure di metterci alla prova; perciò ‘egli non tiene là alcun servitore’ (1 Nefi 9:41). Se noi Lo riconosciamo ora, Egli ci riconoscerà affettuosamente e ci farà entrare con gioia!” (Notwithstanding My Weakness [1981], 124).
2 Nefi 9:50–51. “Comprate… senza denaro”
-
L’anziano Bruce R. McConkie (1915–1985), del Quorum dei Dodici Apostoli, ha spiegato che cosa significa ‘comprare… senza denaro’: “La salvezza è disponibile a tutti gli uomini, non solo a una piccola selezione. La vita eterna non è riservata agli apostoli e profeti, ai santi ai tempi di Enoc o ai martiri della dispensazione cristiana. ‘Tutta l’umanità sarà salvata mediante l’obbedienza alle leggi e alle ordinanze del Vangelo’. (Terzo Articolo di Fede.) Dio non ha riguardo alla qualità delle persone; egli ‘invita tutti loro a venire a lui e a prendere parte alla sua bontà; e non rifiuta nessuno che venga a lui, bianco o nero, schiavo o libero, maschio o femmina; ed egli si ricorda dei pagani; e tutti sono uguali dinanzi a Dio, sia i Giudei che i Gentili’. (2 Nefi 26:33). L’eterno richiamo dell’Eterno Iddio è: ‘O voi tutti che siete assetati, venite alle acque, e voi che non avete danaro venite, comprate, mangiate! Venite, comprate senza danaro, senza pagare, vino e latte!’ (Isaia 55:1), poiché ‘la salvezza è gratuita’! (2 Nefi 2:4.)” (Doctrinal New Testament Commentary, 3 voll. [1971–73], 3:416–17).
2 Nefi 10:3. “Cristo… sarà il suo nome”
-
Il titolo Cristo fu rivelato a Giacobbe da un angelo. “Cristo (parola greca) e Messia (parola ebraica) significano ‘l’unto’. Gesù Cristo è il Primogenito del Padre nello spirito (Ebrei 1:6; DeA 93:21). Egli è l’Unigenito del Padre nella carne (Giovanni 1:14; 3:16). Egli è Geova (DeA 110:3–4) e fu preordinato alla Sua grande chiamata prima della creazione del mondo. Sotto la guida del Padre, Gesù creò la terra e tutto ciò che è in essa (Giovanni 1:3, 14; Mosè 1:31–33)” (Guida alle Scritture, “Gesù Cristo”; vedere anche Bible Dictionary, “Christ”, 633; Topical Guide, “Jesus Christ—Jehovah”, 248).
Ebraico
Greco
Italiano
Messia
Cristo
L’Unto (vedere Bible Dictionary, “Christ”, 633)
Joshua
Gesù
Salvatore (vedere Bible Dictionary, “Jesus”, 713)
2 Nefi 10:6–8. La dispersione e il raduno sono prima spirituali
-
Giacobbe chiarì che l’iniquità condusse alla dispersione dei Giudei (vedere 2 Nefi 10:6). Similmente egli sottolineò l’ordine del raduno. I Giudei, egli dichiarò, saranno radunati “quando verrà il giorno in cui essi crederanno in [Cristo]” (versetto 7; corsivo dell’autore).
L’anziano Bruce R. McConkie chiarì le ragioni per cui la dispersione e il raduno di tutte le tribù di Israele sono prima spirituali e poi fisiche:
“Perché Israele fu dispersa? La risposta è chiara; è limpida; non vi sono dubbi al riguardo. I nostri antenati israeliti furono dispersi perché rigettarono il Vangelo, profanarono il sacerdozio, abbandonarono la chiesa e si allontanarono dal regno. Furono dispersi perché il popolo voltò le spalle al Signore, adorò falsi idoli e si comportò come le nazioni pagane. Furono dispersi perché abbandonarono l’alleanza di Abrahamo, calpestarono sotto i loro piedi le sacre ordinanze e rifiutarono il Signore Geova, che è il Signore Gesù, di cui testimoniarono tutti i profeti. Israele fu dispersa per apostasia…
Che cosa comporta dunque il raduno di Israele? Il raduno di Israele consiste nel credere, accettare e vivere in armonia con tutto ciò che il Signore una volta offrì al suo antico popolo eletto. Consiste nell’avere fede nel Signore Gesù Cristo, nel pentirsi, nell’essere battezzati e nel ricevere il dono dello Spirito Santo, e nell’osservanza dei comandamenti di Dio. Consiste nel credere nel Vangelo, nell’unirsi alla Chiesa e nell’entrare a far parte del regno… E può anche consistere nel raduno in un luogo o terra di adorazione stabiliti” (A New Witness for the Articles of Faith [1985], 515).
-
L’anziano Russell M. Nelson sottolineò l’importanza della dottrina del raduno: “Questa dottrina del raduno è uno degli insegnamenti importanti della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Il Signore ha dichiarato, ‘Vi do un segno… che io raccoglierò dalla sua lunga dispersione il mio popolo, o casato d’Israele, e stabilirò di nuovo la mia Sion fra loro’ [3 Nefi 21:1]. La venuta alla luce del Libro di Mormon è un segno per il mondo intero che il Signore ha cominciato a radunare Israele e a adempiere le alleanze che fece ad Abrahamo, Isacco e Giacobbe [vedere Genesi 12:2–3; 26:3–4; 35:11–12]. Noi non solo insegniamo questa dottrina, ma vi prendiamo parte, aiutando a radunare gli eletti del Signore da entrambi i lati del velo” (Conference Report, ottobre 2006, 84; oppure Ensign, novembre 2006, 80).
-
L’anziano Bruce R. McConkie ha spiegato dove dovrebbero radunarsi i Santi:
“Le parole rivelate parlano di… congregazioni… di persone dell’alleanza del Signore in ogni nazione, che parlano ogni lingua, tra ogni popolo, quando il Signore ritorna…
Il luogo di raduno dei santi messicani è il Messico; il luogo di raduno dei santi guatemaltechi è il Guatemala; il luogo di raduno dei santi brasiliani è il Brasile; e lo stesso vale per ogni altro paese del mondo… Ogni nazione è un luogo di raduno per il proprio popolo” (Conference Report, Conferenza dell’area Messico e America Centrale 1972, 45).
-
Per avere ulteriori informazioni sulla dispersione di Israele, fai riferimento a “Breve storia della dispersione di Israele” nell’appendice (pagina 430). Per avere ulteriori informazioni sul raduno di Israele, fai riferimento a “Il raduno di Israele” nell’appendice (pagina 431).
2 Nefi 10:20–22. Separati dai loro fratelli
-
Giacobbe insegnò che Dio, di tanto in tanto, condusse vari membri del casato di Israele in altre parti del mondo e vi si riferì come a dei “fratelli” (vedere 2 Nefi 10:20–21). Erano fratelli sia per lignaggio che per credenza. Il Signore ha uno scopo per tutti questi rami e sa dove si trova ogni gruppo. Il Libro di Mormon parla di almeno tre di queste colonie: il gruppo di Lehi, i Giarediti (come descritti nel libro di Ether), e i Mulechiti (vedere Mosia 25:2; Helaman 6:10; 8:21). Senza dubbio ve ne sono altri di cui non siamo a conoscenza, come le tribù perdute dell’antico regno di Israele settentrionale e probabilmente altri gruppi condotti altrove (vedere Giacobbe 5:20–25).
Punti su cui riflettere
-
In che modo puoi contribuire al raduno del popolo del Signore?
-
Perché è importante rendersi conto che il sacrificio espiatorio di Gesù Cristo si applica a te individualmente? Che cosa puoi fare per approfondire la tua comprensione dell’Espiazione del Signore?
-
Come puoi sapere se il Signore si compiace della tua vita?
-
Perché pensi che l’Espiazione dovesse essere infinita?
Compiti suggeriti
-
Leggi e pensa a 2 Nefi 9:4–7, contemplando in che modo l’Espiazione ti libera dalla morte fisica e da quella spirituale.
-
In 2 Nefi 10 c’è una descrizione di una nazione a cui furono fatte grandi promesse negli ultimi giorni. Trova delle descrizioni di quella nazione nel capitolo 10.
-
Descrivi che cosa deve accadere prima che avvenga la redenzione finale del casato d’Israele come descritto in 2 Nefi 10.