Capitolo 7
2 Nefi 1–3
Introduzione
Le parole finali di consiglio che Lehi rivolse ai suoi figli sono amorevoli e possenti. In modo chiaro ed efficace egli insegnò a suo figlio Giacobbe il rapporto che c’è tra la Creazione, la Caduta e l’Espiazione di Gesù Cristo. A suo figlio Giuseppe fece la dichiarazione profetica su Giuseppe, figlio di Israele, inclusa la sua testimonianza della restaurazione del Vangelo tramite colui che avrebbe portato lo stesso nome negli ultimi giorni, ossia Joseph Smith Jr. Mentre studierai i dettagli del piano di salvezza, come pure l’adempimento delle profezie riguardanti la restaurazione del Vangelo negli ultimi giorni, la tua testimonianza dell’amore e della cura di Dio per tutti i Suoi figli crescerà.
Commentario
2 Nefi 1:5–11. “Una terra di libertà”
-
Il presidente Ezra Taft Benson (1899–1994) rese testimonianza che l’America è una terra di libertà riservata alla restaurazione del Vangelo: “Il nostro Padre nei cieli suscitò i Padri Fondatori nel nostro paese e ispirò loro la forma di governo necessaria come premessa alla restaurazione del Vangelo. Ricordate ciò che disse il nostro Salvatore Gesù Cristo, quasi duemila anni fa, quando fece visita a questa terra promessa: ‘Poiché è nella saggezza del Padre che essi si stabiliscano su questa terra e si costituiscano come popolo libero mediante il potere del Padre, affinché queste cose possano passare da loro a un residuo della vostra posterità’ (3 Nefi 21:4). L’America, terra della libertà, doveva essere la base di operazioni del Signore negli ultimi giorni per la restaurazione della Sua chiesa” (Conference Report, ottobre 1987, 3; oppure vedere La Stella, gennaio 1988, 3).
-
L’anziano Eduardo Ayala, dei Settanta, spiegò che le benedizioni del Vangelo sono ora disponibili ovunque si trovino dei membri della Chiesa fedeli: “Le condizioni in cui vivono i popoli e le nazioni cambiano a causa del progresso che avviene nel mondo; nondimeno in molti luoghi, nelle fredde località degli altopiani, nelle valli tropicali, lungo le rive dei fiumi o nei deserti, ovunque si trovino dei membri della nostra chiesa, là vi saranno sempre coloro che mettono in pratica questi principi fondamentali e, così facendo, aiutano il resto della popolazione” (Conference Report, aprile 1995, 39; oppure La Stella, luglio 1995, 36).
2 Nefi 1:13–23. Svegliatevi dal “sonno dell’inferno”
-
La disobbedienza ai comandamenti del Signore permette a Satana di ingannarci, e noi scordiamo la luce e la verità che abbiamo appreso in precedenza. Il presidente Henry B. Eyring, della Prima Presidenza, ha descritto questa condizione pericolosa: “Uno degli effetti della disobbedienza a Dio sembra essere la creazione di sufficiente anestetico spirituale da bloccare qualsiasi sensazione, poiché i legami con Dio vengono tagliati. Non solo la testimonianza della verità si erode lentamente, ma anche i ricordi di com’era essere alla luce iniziano a sembrare… come un’illusione” (“A Life Founded in Light and Truth”, Brigham Young University 2000–2001 Speeches [2001], 81).
2 Nefi 1:22. La distruzione eterna
-
Il versetto 22 di 2 Nefi 1 non significa che lo spirito e il corpo dei malvagi saranno annientati o scompariranno. Il nostro spirito è di natura eterna, e tutte le persone nate sulla terra avranno una risurrezione fisica (vedere Alma 11:43–44). Il presidente Joseph Fielding Smith (1876–1972) spiegò il significato della distruzione dell’anima, come la utilizzò Nefi:
“Distruzione non significa annientamento. Sappiamo, poiché ce lo insegnano le rivelazioni del Signore, che l’anima non può essere distrutta.
Ogni anima che viene in questo mondo otterrà la risurrezione e l’immortalità che dureranno per sempre. Quindi distruzione non significa annientamento. Quando il Signore dice che esse, le anime, saranno distrutte, intende dire che saranno bandite dalla Sua presenza, che saranno allontanate dalla luce e dalla verità e perderanno il privilegio di giungere all’Esaltazione. Questa è la distruzione” (Dottrine di salvezza, compilato da Bruce R. McConkie, 3 volumi [1977–80], 2:200). La malvagità distrugge l’opportunità di una risurrezione in un grado superiore di gloria (vedere DeA 88:30–31).
2 Nefi 2:2. Consacrare le afflizioni per un profitto
-
In 2 Nefi 2:2 Lehi dichiarò che le prove che affrontiamo possono tornare a nostro beneficio (vedere anche DeA 98:3). L’anziano Dallin H. Oaks, del Quorum dei Dodici Apostoli, spiegò in che modo il senso di gratitudine ci aiuta a vedere le nostre avversità nel contesto del nostro scopo qui sulla terra: “Quando rendiamo grazie in ogni cosa, vediamo le sofferenze e le avversità nel contesto dello scopo della vita. Veniamo qui per essere messi alla prova. Ci deve essere un’opposizione in tutte le cose. Dobbiamo imparare e crescere per mezzo dell’opposizione, superando le nostre prove e insegnando agli altri a fare altrettanto” (Conference Report, aprile 2003, 103; oppure Liahona, maggio 2003, 97).
-
L’anziano Richard G. Scott, del Quorum dei Dodici Apostoli, spiegò che Dio ci fornisce delle difficoltà che hanno lo scopo di aiutarci a crescere spiritualmente: “Proprio quando tutto sembra andare nel verso giusto, spesso ci troviamo davanti a molteplici problemi. Quando questi problemi non sono la conseguenza della vostra disobbedienza, sono la prova che il Signore ritiene che voi siete pronti a progredire ulteriormente (vedi Proverbi 3:11–12). Egli quindi vi sottopone a esperienze che stimolano la crescita, la comprensione e la compassione, che vi raffinano per il vostro beneficio eterno. Per arrivare da dove siete a dove Egli vuole che siate, ci vogliono molti sforzi che di solito sono accompagnati da dolore e sconforto” (Conference Report, ottobre 1995, 18; oppure La Stella, gennaio 1996, 17–18).
2 Nefi 2:4. “La salvezza è gratuita”
-
Salvezza significa “essere salvati dalla morte sia fisica che spirituale. Tutti gli uomini saranno salvati dalla morte fisica per grazia di Dio, mediante la morte e la risurrezione di Gesù Cristo. Ogni persona può essere salvata anche dalla morte spirituale per la grazia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo. Questa fede viene manifestata mediante una vita vissuta nell’obbedienza alle leggi e alle ordinanze del Vangelo e al servizio di Cristo” (Guida alle Scritture, “Salvezza”).
-
Tramite l’Espiazione di Gesù Cristo, il piano di salvezza è disponibile gratuitamente per tutti. Ciò non significa che tutti gli uomini riceveranno la stessa ricompensa. Come testimoniò Alma: “Chiunque vuole può venire a bere liberamente le acque di vita”. Poi però aggiunse questo avvertimento: “Chi non vuole venire, non vi è costretto; ma all’ultimo giorno gli sarà restituito secondo i suoi atti” (Alma 42:27). La salvezza è gratuita nel senso che è fornita per grazia di Dio mediante l’Espiazione di Gesù Cristo a tutti coloro che la vorranno ricevere. Non è gratuita nel senso che è data a tutti, quali che siano le loro credenze o il modo in cui scelgono di vivere.
2 Nefi 2:6–30. Creazione, Caduta ed Espiazione
-
L’anziano Bruce R. McConkie (1915–1985), del Quorum dei Dodici Apostoli, condivise le seguenti idee sul rapporto che c’è tra Creazione, Caduta ed Espiazione: “Non è possibile credere in Cristo e nel Suo sacrificio espiatorio, nel senso vero e completo richiesto per ottenere la salvezza, senza allo stesso tempo credere e accettare la vera dottrina della caduta. Se non vi fosse stata una caduta, non ci sarebbe stato bisogno di un Redentore o Salvatore. E non è possibile credere nella caduta, da cui scaturirono l’immortalità e la vita eterna, senza allo stesso tempo credere e accettare la vera dottrina della creazione: se non vi fosse stata alcuna creazione di tutte le cose in uno stato senza morte, o immortale, non avrebbe potuto esserci una caduta, e pertanto un’Espiazione e una salvezza. Il piano eterno del Padre esigeva una creazione, una caduta e un’espiazione, tutti intessuti in un unico insieme” (A New Witness for the Articles of Faith [1985], 82).
-
In un’altra occasione l’anziano Bruce R. McConkie ha spiegato:
“Le colonne stesse dell’eternità sono la Creazione, la Caduta e l’Espiazione.
Prima di poter anche cominciare a comprendere la creazione temporale di tutte le cose, dobbiamo conoscere come queste tre eterne verità – la Creazione, la Caduta e l’Espiazione – sono inseparabilmente connesse l’una all’altra per dare forma al piano di salvezza… Nessuna di esse sta da sola; ognuna di esse è legata alle altre due, e non è possibile conoscere la verità di una di esse senza conoscere le altre …
Ma, ricordiamo, l’Espiazione venne a causa della Caduta. Cristo pagò il riscatto della trasgressione di Adamo. Se non vi fosse stata Caduta non vi sarebbe stata alcuna Espiazione, né di conseguenza immortalità e vita eterna. Pertanto, proprio come la salvezza viene grazie all’Espiazione, così la salvezza viene grazie alla Caduta” (vedere “Cristo e la Creazione”, La Stella, settembre 1983, 24).
2 Nefi 2:5–6. “Nessuna carne è giustificata dalla legge”
-
Giustificazione significa “essere esonerati dal castigo per i peccati commessi ed essere dichiarati senza colpa. Una persona è giustificata dalla grazia del Salvatore mediante la fede in Lui. Si dimostra questa fede mediante il pentimento e l’obbedienza alle leggi e alle ordinanze del Vangelo. L’Espiazione di Gesù Cristo consente all’umanità di pentirsi e di essere giustificata, ossia esonerata dal castigo che altrimenti dovrebbe subire” (Guida alle Scritture, “Giustificare, giustificazione”).
L’anziano Dallin H. Oaks ci ha spiegato che il Libro di Mormon insegna che la salvezza non deriva soltanto dall’osservare i comandamenti. “‘Nessuna carne è giustificata dalla legge’ (2 Nefi 2:5). Anche coloro che servono Dio con tutta l’anima sono servitori inutili (vedere Mosia 2:21). L’uomo non può guadagnarsi da solo la salvezza.
Il Libro di Mormon dichiara: ‘Siccome l’uomo era caduto, non poteva meritare nulla da sé’ (Alma 22:14). ‘Non vi può essere nulla di meno di un’espiazione infinita che possa bastare per i peccati del mondo’ (Alma 34:12; vedere anche 2 Nefi 9:7; Alma 34:8–16). ‘Pertanto la redenzione viene nel Santo Messia e tramite lui… egli offre sé stesso quale sacrificio per il peccato, per rispondere ai fini della legge (2 Nefi 2:6–7). Noi pertanto ‘predichiamo il Cristo… affinché i nostri figlioli possano sapere a quale fonte possono rivolgersi per la remissione dei loro peccati’ (2 Nefi 25:26)” (Conference Report, ottobre 1988, 78; oppure vedere La Stella, gennaio 1989, 58).
2 Nefi 2:8. “I meriti e la misericordia e la grazia del Santo Messia”
-
Prima della sua chiamata nel Quorum dei Settanta, l’anziano Bruce C. Hafen spiegò che l’Espiazione non è semplicemente il metodo di Dio per riparare agli errori e soddisfare le esigenze della giustizia. L’Espiazione è riabilitativa, un potere miracoloso che può aiutare a cambiare chi siamo: “Una volta mi sono chiesto se coloro che rifiutano di pentirsi ma che soddisfano la legge della giustizia pagando per i loro peccati saranno allora degni di entrare nel regno celeste. La risposta è no. I requisiti per accedere alla vita celeste sono semplicemente superiori al mero soddisfacimento della legge della giustizia. Per questa ragione, pagare per i nostri peccati non porterà gli stessi frutti del pentirci dei nostri peccati. La giustizia è una legge di equilibrio e ordine e deve essere soddisfatta, che sia con un pagamento nostro o Suo. Ma se decliniamo l’invito del Salvatore di lasciarGli portare i nostri peccati, e poi soddisfiamo la giustizia da soli, non avremo sperimentato la completa riabilitazione che può avvenire tramite una combinazione di divina assistenza e genuino pentimento. Lavorando insieme, queste forze hanno il potere di cambiare in modo permanente il nostro cuore e la nostra vita, preparandoci alla vita celeste” (The Broken Heart: Applying the Atonement to Life’s Experiences [1989], 7–8).
-
L’anziano Richard G. Scott ha espresso i suoi sentimenti riguardo alla misericordia di Cristo nel pagare i nostri debiti: “Gesù Cristo possiede meriti che nessun altro figlio del Padre celeste potrebbe assolutamente avere. Era un Dio, Geova, prima della sua nascita a Betlemme. Suo Padre Gli dette non solo un [corpo di] Spirito, ma Gesù fu il Suo Unigenito Figliolo nella carne. Il nostro Maestro condusse una vita perfetta, senza peccato, e pertanto esente dalle richieste della giustizia. Egli era [ed è] perfetto in ogni attributo, compresi amore, compassione, pazienza, obbedienza, disponibilità a perdonare e umiltà. Quando ci pentiamo e Gli obbediamo, la Sua misericordia paga il nostro debito alla giustizia” (Conference Report, aprile 1997, 77–78; oppure La Stella, luglio 1997, 67).
2 Nefi 2:11–14. “Un’opposizione in tutte le cose”
-
Il presidente Boyd K. Packer, presidente del Quorum dei Dodici Apostoli, ha spiegato che l’opposizione ci aiuta a rafforzarci: “La vita non sarà esente da difficoltà, alcune delle quali amare e dure da sopportare. Potremmo desiderare di essere risparmiati da tutte le prove, ma ciò sarebbe contrario al grande piano di felicità, ‘poiché è necessario che ci sia un’opposizione in tutte le cose’ (2 Nefi 2:11). Tali prove sono la sorgente della nostra forza” (Conference Report, aprile 2004, 81; oppure Liahona, maggio 2004, 80).
-
Il presidente Ezra Taft Benson spiegò che l’opposizione ci offre una scelta:
“Il Libro di Mormon insegna che ‘è necessario che ci sia un’opposizione in tutte le cose’ (2 Nefi 2:11) – e così è. L’opposizione offre delle scelte, e le scelte portano conseguenze – belle o brutte.
Il Libro di Mormon insegna che gli uomini ‘sono liberi di scegliere la libertà e la vita eterna, tramite il grande Mediatore di tutti gli uomini, o di scegliere la schiavitù e la morte, secondo la schiavitù e il potere del diavolo’ (2 Nefi 2:27).
Dio ci ama, il diavolo ci odia. Dio vuole che godiamo della pienezza di gioia di cui Egli gode. Il diavolo vuole che siamo infelici come lui. Dio ci dà dei comandamenti per aiutarci. Il diavolo vuole che violiamo questi comandamenti per farci del male.
Ogni giorno, senza sosta, scegliamo per mezzo dei nostri desideri, dei nostri pensieri, delle nostre azioni se vogliamo essere felici o infelici, ricevere il bene o il male” (Conference Report, aprile 1988, 5; oppure vedere La Stella, luglio 1988, 4).
-
L’anziano Neal A. Maxwell (1926–2004), del Quorum dei Dodici Apostoli, commentò il rapporto che c’è tra opposizione e felicità: “In verità, senza l’esistenza delle scelte, senza la libertà di scegliere e senza opposizione, non vi sarebbe un’esistenza reale. È un po’ come la metafora di Lehi in cui, in assenza di libertà e opposizione, le cose risulterebbero senza significato, ‘un solo insieme’ indifferenziato (2 Nefi 2:11). In una situazione simile la terra non avrebbe avuto ‘alcuno scopo nel fine della sua creazione’ (2 Nefi 2:12). È un dato di fatto che noi non possiamo crescere spiritualmente né essere veramente felici salvo che, e finché, non facciamo un saggio uso del nostro libero arbitrio morale” (One More Strain of Praise [1999], 80).
Nefi 2:15. L’albero della conoscenza del bene e del male e l’albero della vita
-
L’anziano Bruce R. McConkie, del Quorum dei Dodici Apostoli, spiegò il significato dell’albero della vita e dell’albero della conoscenza del bene e del male: “Fino alla caduta, le Scritture mettono in evidenza che nel Giardino di Eden vi erano due alberi. Uno era l’albero della vita, che figurativamente si riferisce alla vita eterna; l’altro era l’albero della conoscenza del bene e del male, che figurativamente si riferisce al come e al perché e al modo in cui la mortalità e tutto ciò che è in relazione ad essa venne ad esistere” (A New Witness for the Articles of Faith, 86).
Nefi 2:15. Che cosa era proibito?
-
Il presidente Joseph Fielding Smith mostrò in che modo il libro di Mosè ci aiuta a comprendere perché il Signore comandò a Adamo di non assaggiare il frutto: “Il motivo per cui il Signore disse a Adamo che gli proibiva di prendere del frutto dell’albero non è chiaro nel resoconto biblico, ma nell’originale così come ci è pervenuto nel libro di Mosè è reso chiaro senza alcun dubbio. Il Signore disse ad Adamo che se egli desiderava rimanere come era nel giardino, allora non doveva mangiare il frutto, ma se egli desiderava mangiarne e subire la morte, egli era libero di farlo” (Answers to Gospel Questions, comp. Joseph Fielding Smith Jr, 5 volumi [1957–1966], 4:81).
2 Nefi 2:15–16, 26–27. L’uomo deve agire da sé
-
Il presidente Howard W. Hunter (1907–1995) insegnò che la libertà di scegliere è necessaria alla nostra crescita:
“Il nostro Padre nei cieli volle che il nostro progresso proseguisse in questa vita terrena, e che tale progresso fosse favorito dalla nostra libertà di scegliere e di imparare. Egli volle anche che noi esercitassimo la nostra fede e la nostra volontà, in particolare mediante il possesso di un corpo fisico da dominare e controllare. Ma noi sappiamo dalle rivelazioni sia antiche che moderne che Satana voleva negarci la nostra indipendenza e il nostro libero arbitrio in quel tempo ora dimenticato, proprio come vuole negarceli ancora oggi. Invero Satana si oppose con violenza alla libertà di scelta offertaci dal Padre, con una violenza tale da indurre Giovanni a parlarne nell’Apocalisse come di una ‘battaglia in cielo’ (Apocalisse 12:7). Satana ci avrebbe sottoposti alla coercizione e, se ci fosse riuscito, ci avrebbe privati di quello che è il dono più prezioso di ogni altro: la libertà di scegliere un futuro divino e l’Esaltazione che tutti speriamo di ottenere.
Grazie a Cristo e alla Sua valorosa difesa del piano del nostro Padre, prevalse la scelta del libero arbitrio e delle aspirazioni eterne …
Così venimmo sulla terra, come Geremia [vedere Geremia 1:5], riconosciuti da Dio come Suoi figli e figlie, dotati del privilegio di decidere personalmente la nostra condotta per quanto attiene alle cose in cui crediamo e alle nostre convinzioni religiose. Grazie al trionfo ottenuto da Cristo su Lucifero in cielo, e in seguito al trionfo da Lui ottenuto sulla terra per annullare gli effetti della caduta di Adamo e la morte di tutta l’umanità, ‘i figlioli degli uomini sono diventati per sempre liberi, distinguendo il bene dal male; per agire da sé e non per subire’ …
Per comprendere pienamente questo dono del libero arbitrio e il suo inestimabile valore, è necessario capire che il modo in cui Dio opera principalmente si basa sulla persuasione, la pazienza e la tolleranza; non sulla coercizione e lo scontro. Egli agisce mediante una gentile sollecitazione e una dolce esortazione. Egli agisce sempre con assoluto rispetto per la libertà e l’indipendenza che possediamo. Egli vuole aiutarci, e chiede che Gli sia data la possibilità di farlo. Ma non vuole farlo violando il nostro libero arbitrio. Egli ci ama troppo per fare questa cosa, che sarebbe contraria al Suo divino carattere” (Conference Report, ottobre 1989, 21; oppure vedere La Stella, gennaio 1990, 16).
2 Nefi 2:17–18. “Un angelo di Dio… divenne un diavolo”
-
Il presidente James E. Faust (1920–2007), della Prima Presidenza, spiegò in che modo Lucifero cadde dalla sua posizione di autorità: “A causa della sua ribellione Lucifero fu scacciato e diventò Satana, il diavolo, ‘il padre di tutte le menzogne, per ingannare e accecare gli uomini, per condurli prigionieri alla sua volontà, tutti coloro che non avrebbero voluto dare ascolto alla [Sua] voce’ (Mosè 4:4). Pertanto questo personaggio che era un angelo di Dio, in possesso di grande autorità anche alla presenza di Dio, fu rimosso dalla presenza del Padre e del Figlio (vedere DeA 76:25). Questo fu causa di grande tristezza nei cieli poiché ‘i cieli piansero su di lui – era Lucifero, un figlio del mattino’ (DeA 76:26)” (Conference Report, ottobre 1987, 42; oppure vedere La Stella, gennaio 1988, 31).
Nefi 2:22. La caduta di Adamo influì su “tutte le cose”
-
L’anziano Bruce R. McConkie spiegò in che modo tutte le cose erano collegate alla Caduta di Adamo: “Sopraggiunge la Caduta; Adamo cade e porta in essere la mortalità, la procreazione e la morte. L’uomo caduto è mortale; ha una carne mortale; egli è ‘la prima carne sulla terra’. E gli effetti della sua caduta passano su tutte le cose create. Cadono nel senso che diventano anch’esse mortali. La morte entra nel mondo; la mortalità regna; ha inizio la procreazione e i grandi ed eterni propositi del Signore si compiono” (“Christ and the Creation”, Ensign, giugno 1982, 14).
“La vita mortale, la procreazione e la morte ebbero tutte inizio con la Caduta…
Un Creatore dalla saggezza infinita aveva fatto la terra, l’uomo e ogni forma di vita e di natura tale che potessero cadere. Questa caduta comportava un cambiamento di condizione. Tutte le cose furono create in modo che potessero cadere o cambiare…
Nel giardino di Eden ogni forma di vita viveva in una condizione superiore a quella oggi prevalente… La morte e la procreazione dovevano ancora entrare nel mondo” (La Stella, settembre 1983, 25).
2 Nefi 2:22–23. Qual è la differenza tra il peccato e la trasgressione?
-
L’anziano Dallin H. Oaks spiegò la differenza tra peccato e trasgressione: “[Il] contrasto propostoci tra peccato e trasgressione ci ricorda delle parole scelte con cura nel secondo Articolo di fede: ‘Noi crediamo che gli uomini saranno puniti per i loro propri peccati e non per la trasgressione di Adamo’ (corsivo dell’autore). Questa formula riprende una distinzione familiare nella legge. Alcune azioni, come l’omicidio, sono crimini, poiché sono intrinsecamente sbagliati. Altre azioni, come quella di guidare un’automobile senza la patente, sono crimini soltanto in quanto sono legalmente proibiti. In base a queste distinzioni, l’atto che portò alla Caduta non fu un peccato, intrinsecamente sbagliato, ma una trasgressione, sbagliata perché era formalmente proibita. Queste parole non sono sempre usate per indicare qualcosa di diverso, ma questa distinzione sembra importante per quanto attiene alle circostanze in cui avvenne la Caduta” (Conference Report, ottobre 1993, 98; oppure La Stella, gennaio 1994, 84).
2 Nefi 2:22–25. “Adamo cadde affinché gli uomini potessero essere”
-
L’anziano Russell M. Nelson, membro del Quorum dei Dodici Apostoli, ha spiegato perché era necessaria la Caduta:
“La Creazione si concluse quando Adamo ed Eva furono posti nel giardino di Eden. Essi furono creati a immagine di Dio, con corpi di carne e ossa. Creati a immagine di Dio e non ancora esseri mortali, essi non potevano né invecchiare né morire. ‘Ed essi non avrebbero avuto figlioli’ [2 Nefi 2:23] né avrebbero conosciuto le difficoltà della vita… La creazione di Adamo ed Eva fu una creazione paradisiaca, una creazione che richiese un cambiamento importante, prima che essi potessero osservare il comandamento di avere dei figli e fornire così dei corpi terreni ai figli e alle figlie di spirito di Dio che stavano nel mondo pre-terreno…
La caduta di Adamo (ed Eva) fu la creazione terrena e produsse i cambiamenti necessari nel loro corpo, compresa la circolazione del sangue e altre modifiche. Essi ora erano in grado di avere dei figli. Essi e i loro posteri diventarono anche soggetti alle ferite, alle malattie e alla morte” (Conference Report, ottobre 1996, 44–45; oppure La Stella, gennaio 1997, 36).
-
Il presidente James E. Faust aggiunse una descrizione di come la Caduta influì su Adamo ed Eva come pure sulla loro posterità:
“A causa della loro trasgressione, Adamo ed Eva, avendo scelto di lasciare il loro stato di innocenza (vedere 2 Nefi 2:23–25), furono banditi dalla presenza di Dio. Nel Cristianesimo questo avvenimento è chiamato caduta o trasgressione di Adamo. È una morte spirituale, poiché Adamo ed Eva furono separati dalla presenza di Dio, e fu dato loro il libero arbitrio ‘per agire da sé e non per subire’ (2 Nefi 2:26). Fu anche dato loro il grande potere di procreare, in modo che potessero osservare il comandamento di moltiplicarsi e riempire la terra, e di trovare gioia nella loro posterità (Genesi 1:28).
Tutti i loro posteri furono similmente banditi dalla presenza di Dio (vedere 2 Nefi 2:22–26). Tuttavia i posteri di Adamo e di Eva erano innocenti del peccato originale, poiché non avevano preso parte ad esso. Era dunque ingiusto che tutta l’umanità soffrisse eternamente per la trasgressione dei nostri primi genitori, Adamo ed Eva. Diventò necessario eliminare questa ingiustizia, e da ciò scaturì la necessità del sacrificio espiatorio di Gesù nel Suo ruolo di Salvatore e Redentore. Grazie al trascendente atto dell’Espiazione, è possibile per ogni anima ottenere il perdono dei peccati, liberarsene, dimenticarsene (vedere 2 Nefi 9:6–9; Talmage, Articles of Faith, 102). Tuttavia questo perdono è possibile soltanto a condizione del pentimento e della rettitudine personale” (Conference Report, ottobre 1988, 13–14; oppure vedere La Stella, gennaio 1989, 10).
-
Il presidente Brigham Young (1801–1877) e il presidente Joseph Fielding Smith ci aiutano a comprendere che la Caduta di Adamo faceva parte del piano del nostro Padre Celeste:
“Si misero essi [Adamo ed Eva] in diretto contrasto con Dio e il Suo governo? No. Ma trasgredirono un ordine del Signore, e per quella trasgressione il peccato scese nel mondo. Il Signore sapeva che essi avrebbero fatto questo perché Egli stesso lo aveva stabilito” (Discourses of Brigham Young, sel. da John A. Widtsoe [1954], 103).
“Adamo fece solamente ciò che doveva compiere. Mangiò il frutto per un motivo valido, ossia aprire la porta per introdurre me e voi, come pure chiunque altro, in questo mondo…
Se non fosse stato per lui io non sarei qui; voi non sareste qui; saremmo nei cieli in attesa quali spiriti” (Joseph Fielding Smith, Conference Report, ottobre 1967, 121–22).
Da Mosè 5:10–11 apprendiamo che Adamo ed Eva riconobbero anche le benedizioni che risultarono dalla Caduta. Essi avevano compreso i seguenti concetti:
“I miei occhi sono aperti”. Essi riconoscevano il bene dal male (versetto 10).
“Nella carne vedrò Dio”. La risurrezione poteva compiersi dalla venuta del Signore Gesù Cristo in poi (versetto 10).
“Avremmo… avuto una posterità”. La procreazione venne nel mondo (versetto 11).
“[Abbiamo]… conosciuto il bene e il male”. Adamo ed Eva avevano la libertà di scegliere il bene e il male (versetto 11).
“[Abbiamo]… conosciuto… la gioia della nostra redenzione, e la vita eterna che Dio dà a tutti gli obbedienti”. L’Espiazione poteva compiersi (versetto 11).
2 Nefi 3:4–5. “Grandi furono le alleanze [del] Signore”
-
Nella Traduzione di Joseph Smith della Bibbia, leggiamo che “il Signore [era] apparso” a Giuseppe, figlio di Giacobbe di cui si parla nell’Antico Testamento, e che a Giuseppe furono fatte grandi promesse riguardanti la sua posterità (TJS, Genesi 50:24). Come testimoniò Lehi: “Giuseppe vide in verità i nostri giorni” (2 Nefi 3:5), intendendo i giorni di Lehi e della sua posterità, e sapeva che in futuro Dio avrebbe fatto nascere “un veggente scelto” (versetto 7), vale a dire il grande profeta che portava il suo stesso nome (vedere versetto 15). Giuseppe sapeva anche che sarebbero stati principalmente i suoi discendenti a cui il Signore si sarebbe rivolto per primi in questi ultimi giorni per portare il Vangelo agli altri membri perduti del casato d’Israele, dispersi tra le nazioni della terra, secondo l’alleanza che Dio aveva fatto con Abrahamo (vedere Bible Dictionary, “Joseph”, 716–17; Guida alle Scritture, “Giuseppe, figlio di Giacobbe”). Ovviamente, dal momento che il Signore mantenne la Sua alleanza con Giuseppe, Egli manterrà anche la Sua alleanza con noi, se anche noi saremo retti.
L’insegnamento di Lehi è un grande esempio di come il Padre Celeste onorò le alleanze che aveva stipulato con Giuseppe. Noi possiamo avere fiducia che Dio manterrà sempre le Sue alleanze.
2 Nefi 3:6–9. “Un veggente scelto”
-
Un veggente è “una persona autorizzata da Dio a vedere con gli occhi spirituali le cose che Dio ha nascosto al mondo (Mosè 6:35–38). Egli è un rivelatore e un profeta (Mosia 8:13–16). Nel Libro di Mormon, Ammon spiega che soltanto un veggente può usare gli speciali interpreti, ossia l’Urim e Thummim (Mosia 8:13; 28:16). Il veggente conosce il passato, il presente e il futuro. Anticamente il profeta era spesso chiamato veggente (1 Sam. 9:9; 2 Sam. 24:11).
Joseph Smith è il grande veggente degli ultimi giorni (DeA 21:1; 135:3)” (Guida alle Scritture, “Veggente”). Il profeta Joseph Smith è il “veggente scelto” descritto in 2 Nefi 3:6 come discendente di Giuseppe, figlio di Israele.
-
Il presidente Brigham Young (1801–1877) rese testimonianza del “veggente scelto” Joseph Smith, che era conosciuto non soltanto ai tempi di Giuseppe d’Egitto, ma anche prima della creazione della terra: “Nei consigli dell’eternità, molto tempo prima che fossero gettate le basi della creazione della terra, fu decretato che egli, Joseph Smith, fosse l’uomo dell’ultima dispensazione di questo mondo a diffondere la parola di Dio fra le genti, a ricevere la pienezza delle chiavi e del potere del Sacerdozio del Figlio di Dio. Il Signore aveva messo gli occhi addosso a lui e a suo padre, e al padre di suo padre e ai loro progenitori fino ad Abrahamo, e da Abrahamo al diluvio, dal diluvio a Enoc, e da Enoc a Adamo. Egli aveva vegliato su quella famiglia e su quel sangue dalla sorgente fino alla nascita di quell’uomo. Egli [il profeta Joseph Smith] fu preposto nell’eternità a presiedere a questa che è l’ultima dispensazione” (Discourses of Brigham Young, 108).
-
L’anziano Neal A. Maxwell suggerì diversi esempi di verità che il veggente Joseph Smith poté vedere con gli occhi spirituali e che erano state tenute nascoste al mondo:
-
La rivelazione sull’estensione e l’espansione dell’universo (vedere Mosè 1:33; DeA 76:24)
-
La rivelazione sullo scopo principale di Dio (vedere Mosè 1:39)
-
La rivelazione su di noi quali figli di Dio (vedere DeA 93:29)
-
La rivelazione sul destino dell’uomo (vedere DeA 84:38)
-
La rivelazione sul coinvolgimento personale di Dio con i Suoi figli (vedere Alma 18:32)
-
La rivelazione sull’estensione dell’Espiazione del Salvatore (vedere 2 Nefi 9:7; DeA 88:6)
(Vedere Conference Report, ottobre 2003, 105–7; oppure La Stella, novembre 2003, 100–101.)
-
2 Nefi 3:6–15. Le profezie di Giuseppe
-
Il seguente schema aiuta a spiegare le specifiche profezie che fece Giuseppe d’Egitto riguardo al profeta Joseph Smith e l’adempimento che ne è seguito:
Profezia in 2 Nefi 3
Possibili adempimenti
“Il Signore mio Dio susciterà un veggente, per il frutto dei miei lombi, che sarà un veggente di valore” (versetto 6).
Il Signore disse che Joseph Smith Jr doveva essere “chiamato veggente, traduttore, profeta” (DeA 21:1) e che Joseph era stato nominato a capo di questa dispensazione (vedere DeA 110:16; 112:32).
“Egli sarà altamente stimato fra il frutto dei tuoi lombi” (versetto 7).
Vi sono milioni di discendenti del popolo del Libro di Mormon che riconoscono Joseph Smith quale profeta della Restaurazione.
“Compi[rà] un’opera per il frutto dei tuoi lombi… che sarà di grande valore per loro” (versetto 7).
Molti dei figli di Lehi sono stati benedetti dalla luce del Vangelo che fu restaurato dal profeta Joseph Smith.
“Non compi[rà] alcun’altra opera, salvo l’opera che gli comanderò” (versetto 8).
La vita di Joseph Smith fu incentrata sul fare la volontà del Signore. Per esempio, all’inizio del suo ministero ricevette il comandamento di tradurre il Libro di Mormon: “E tu hai il dono di tradurre le tavole; e questo è il primo dono che ti ho accordato; e ti ho comandato di non aspirare ad alcun altro dono fino a che il mio scopo non sia adempiuto in questo; poiché non ti accorderò nessun altro dono fino a che esso non sarà completato” (DeA 5:4).
“Egli sarà grande quanto Mosè” (versetto 9).
Mosè radunò Israele dall’Egitto verso la terra promessa. Joseph Smith ricevette le chiavi da Mosè per radunare Israele: “Perciò susciterò un uomo per il mio popolo, che lo condurrà come Mosè condusse i figlioli d’Israele” (DeA 103:16). Questo è uno dei tanti modi in cui Joseph era come Mosè.
“Darò il potere di portare alla luce la mia parola per la posterità dei tuoi lombi” (versetto 11).
Joseph Smith tradusse e diede ai figli di Lehi la testimonianza dei loro antenati (vedere DeA 3; 5; 10), come pure tante altre rivelazioni.
“Il frutto dei tuoi lombi… [crescerà] insieme fino a confondere le false dottrine” (versetto 12)
Il Libro di Mormon e le altre rivelazioni moderne forniscono un chiarimento autorevole su molti principi e dottrine del Vangelo contenuti nella Bibbia (vedere DeA 20:8–15; 42:12).
“E da debole, egli sarà reso forte” (versetto 13).
Un umile contadino divenne il profeta della Restaurazione.
“Coloro che cercheranno di distruggerlo saranno confusi” (versetto 14).
Come promesso dal Signore (vedere 3 Nefi 21:10), il profeta Joseph Smith fu preservato finché non ebbe compiuto la sua missione (vedere DeA 121:16–22).
“Il suo nome sarà come il mio; e sarà come il nome di suo padre” (versetto 15).
Joseph Smith Jr, il terzo figlio maschio di Joseph Smith Sr, fu chiamato col nome di suo padre (vedere Joseph Smith—Storia 1:4).
“Ciò [il Vangelo e le sue ordinanze] che il Signore porterà alla luce per sua mano, mediante il potere del Signore porterà il mio popolo alla salvezza” (versetto 15).
È tramite la restaurazione della Chiesa e le ordinanze del Signore che il profeta Joseph Smith ci ha mostrato come ottenere la vita eterna.
2 Nefi 3:12. Il Libro di Mormon e la Bibbia “cresceranno insieme”
-
Il presidente Boyd K. Packer spiegò in che modo il Libro di Mormon e la Bibbia sono cresciuti insieme: “L’Antico e il Nuovo Testamento… e… il Libro di Mormon… sono ora intessuti l’uno con l’altro in un modo tale che quando studiate l’uno siete attirati automaticamente dall’altro e quando apprendete da uno siete illuminati dall’altro. Essi sono invero una cosa sola nelle nostre mani” (Conference Report, ottobre 1982, 75; oppure La Stella, aprile 1983, 111).
2 Nefi 3:18. Chi sono le diverse persone di cui si parla?
-
L’anziano Bruce R. McConkie identificò le persone di cui si parla in 2 Nefi 3:18 nel seguente modo: “Notate queste parole del Signore: ‘E io, ecco, gli accorderò [a Mormon] di scrivere gli scritti del frutto dei tuoi lombi [i Nefiti], per il frutto dei tuoi lombi [i Lamaniti], e il portavoce dei tuoi lombi [Joseph Smith] li proclamerà!’ Ossia, Mormon scrisse il Libro di Mormon, ma ciò che scrisse fu preso dagli scritti dei profeti Nefiti; e questi scritti, raccolti in un libro, furono tradotti da Joseph Smith e da lui passati ai Lamaniti” (A New Witness for the Articles of Faith [1985], 426).
Punti su cui riflettere
-
In che modo la Creazione, la Caduta e l’Espiazione sono collegate?
-
Che cosa possiamo apprendere sulle tattiche di Satana dalla frase “sonno dell’inferno”? (1 Nefi 1:13).
-
Che rapporto c’è tra le prove, l’avversità e le afflizioni che incontriamo e chi il nostro Padre Celeste sa che possiamo diventare? (Vedere 2 Nefi 2:2).
Compiti suggeriti
-
Scrivi un paragrafo che descriva il rapporto che c’è tra Creazione, Caduta ed Espiazione.
-
In base a ciò che apprendi da 2 Nefi 2:5–10, in che modo spiegheresti a qualcuno che non è della nostra fede quanto è necessaria l’Espiazione di Gesù Cristo?
-
Elenca almeno sei profezie contenute in 2 Nefi 3 che si riferiscono direttamente al profeta Joseph Smith.