Come diventare autosufficienti
«Il principio dell’autosufficienza … non è un programma da giorno del giudizio; è una cosa da mettere in pratica ogni giorno della vita».
Lehi e la sua famiglia, dopo aver vagato nel deserto per otto anni, arrivarono in un paese che chiamarono Abbondanza poiché era un luogo ricco di frutta e di miele selvatico. Arrivarono a un grande mare, e là ringraziarono con gioia il Signore che li aveva protetti. E mentre si trovavano nel paese di Abbondanza da molti giorni, il Signore parlò a Nefi e disse: «Levati e recati sulla montagna» (1 Nefi 17:7).
Nefi obbedì al Signore e andò sulla montagna e pregò. E il Signore comandò a Nefi: «Tu costruirai un vascello, secondo il modello che ti mostrerò, per poter trasportare la tua gente attraverso queste acque» (1 Nefi 17:8).
Allora Nefi chiese al Signore: «Dove andrò per trovare metallo da fondere, per poter fabbricare gli attrezzi per costruire il vascello nel modo che mi hai mostrato?» (1 Nefi 17:9).
Il Signore mostrò a Nefi dove poteva trovare il metallo ma, da quel momento in poi, Nefi dovette fare da sé. In 1 Nefi, capitolo 17, leggiamo:
«Allora io, Nefi, feci un mantice di pelle di animali, per avvivare il fuoco; e dopo che ebbi fatto il mantice, battei due pietre insieme per far fuoco…
E feci degli attrezzi col metallo che avevo fatto fondere dalla roccia».
Questa è una delle storie più interessanti che abbiamo nelle Scritture, poiché parla di un’occasione in cui il Signore fornì un aiuto, ma poi si fece da parte per permettere a uno dei Suoi figli di esercitare la propria iniziativa. Qualche volta mi sono chiesto cosa sarebbe accaduto se Nefi avesse chiesto al Signore gli arnesi, invece di voler conoscere il luogo in cui poteva trovare il metallo per farli. Dubito che il Signore avrebbe esaudito la richiesta di Nefi. Vedete, il Signore sapeva che Nefi poteva fabbricare gli arnesi, ed è raro che il Signore faccia per noi una cosa che possiamo fare da soli.
Il Signore ci aiuta quando ci rivolgiamo a Lui in tempi di necessità, in particolare quando siamo impegnati a svolgere il Suo lavoro e a fare la Sua volontà. Ma il Signore aiuta soltanto coloro che sono disposti ad aiutare sé stessi. Si aspetta che i Suoi figli siano autosufficienti al massimo grado possibile.
Brigham Young esortò così i santi: «Anziché andare in cerca di quello che il Signore può fare per noi, chiediamoci che cosa possiamo fare da soli» (Discorsi di Brigham Young, a cura di John A. Widtsoe, pag. 293).
L’indipendenza e l’autosufficienza sono indispensabili al nostro progresso spirituale e materiale. Ogni volta che ci troviamo in una situazione che mette in pericolo la nostra autosufficienza, vedremo messa in pericolo anche la nostra libertà. Quando aumenta la nostra dipendenza da qualcosa o da qualcuno, eccetto che dal Signore, riscontriamo un’immediata diminuzione della nostra libertà di agire. Come ebbe a dire il presidente Heber J. Grant, «nulla distrugge l’individualità di un uomo, di una donna o di un bambino quanto l’incapacità di essere autosufficienti» (Relief Society Magazine, ottobre 1937, pag. 627).
Non è mai stato necessario tanto come oggi predicare e incoraggiare l’osservanza della dottrina dell’autosufficienza per il beneficio dei santi. Viviamo in un tempo di rapidi cambiamenti. I governi sorgono e cadono. Le industrie fioriscono e poi troppo presto diventano obsolete. Le nuove scoperte della scienza sono presto oscurate da nuovi progressi. A meno che non espandiamo continuamente la nostra conoscenza e le nostre prospettive, anche noi diventeremo obsoleti. Le ricerche rivelano che gli individui che entrano nel mondo del lavoro oggi, saranno obbligati a cercare da tre a cinque diversi tipi di carriera durante i loro anni produttivi.
Cosa dobbiamo fare per diventare più autosufficienti?
Nella mia famiglia i miei genitori istituirono una tradizione di famiglia che per me era divertente durante la fanciullezza, e mi sembra ancora più importante quando torno a pensarci dopo tanti anni. Il giorno del primo compleanno di ogni figlio la famiglia si radunava nel soggiorno. I nostri genitori mettevano al centro del pavimento degli oggetti fra i quali un bambino di un anno poteva scegliere. Tale scelta poteva indicare la via che il bambino avrebbe seguito nella vita. Gli oggetti erano: la Bibbia, un biberon pieno di latte, un giocattolo e un salvadanaio pieno di soldi. Il bambino veniva messo da una parte della stanza e la famiglia dall’altra. I familiari invitavano il bambino ad avvicinarsi agli oggetti e a prenderne uno. Naturalmente ciò veniva fatto per divertimento.
Mi fu detto che io avevo scelto il salvadanaio; e infatti ho fatto carriera nel mondo della finanza. Osservai mio fratello Ted che sceglieva le Scritture; e infatti fece della legge la sua professione. Col passare degli anni egli ha confidato sempre più nelle Scritture come base dei suoi giudizi. Il mio fratello minore Bob mostrò di essere il più versatile dei figli. Si trascinò al centro del pavimento, si sedette sulla Bibbia, si mise in bocca il biberon e poi prese il giocattolo in una mano e il salvadanaio nell’altra.
Vi faccio notare che in questa divertente attività familiare possiamo trovare i principi più fondamentali dell’autosufficienza. Primo, le Scritture rappresentano la nostra necessità di nutrimento spirituale. Nelle Scritture il Signore rivela la Sua volontà ai Suoi figli. Sin dal principio del tempo Egli ha comandato ai Suoi profeti di scrivere le cose che comunicava loro per il beneficio dei Suoi figli. Le sacre Scritture proclamano valori eterni. Sono le fondamenta sicure sulle quali possiamo edificare un’esperienza terrena ricca di successi. Diventiamo più autosufficienti quando studiamo le sacre Scritture e apprendiamo i principi che creano un punto di riferimento per la nostra vita sulla terra.
Dobbiamo essere confortati dal fatto che abbiamo come nostra guida il miglior testo che sia mai stato e che mai sarà scritto. Possiamo leggere 2 Re, capitolo cinque, e conoscere il significato dell’obbedienza. Possiamo studiare la vita di Giobbe e conoscere cos’è l’integrità. Il discorso di re Beniamino in Mosia predica la laboriosità. La vita di Giuseppe, narrata nel capitolo 39 del libro della Genesi, spiega cosa dobbiamo fare quando vengono messe alla prova le nostre norme di moralità.
Questi sono soltanto alcuni esempi delle lezioni che possiamo imparare dalle sacre Scritture. Sono lezioni che hanno resistito alla prova del tempo. E’ nostro dovere renderle vive nel cuore e nella mente dei nostri familiari, assumendoci il compito di insegnarle.
Secondo, il biberon simbolizza la necessità di nutrimento del corpo fisico. Il nostro programma dei servizi di benessere ci ha insegnato, usando i raggi di una ruota, a definire gli elementi fondamentali dell’autosufficienza materiale. Gli elementi contenuti nella ruota sono: istruzione, salute fisica, carriera, immagazzinaggio dei cibi, amministrazione delle risorse e forza sociale, emotiva e spirituale.
L’estate scorsa ed io mia moglie avemmo occasione di fare visita a un uomo di ottant’anni, che senza dubbio aveva applicato ognuno di questi elementi nella sua vita. Era nato in un piccolo centro dell’Idaho e aveva lavorato lunghe ore nella fattoria per pagarsi gli studi. Aveva dedicato la sua vita professionale a insegnare inglese e spagnolo in una piccola scuola media. Per risparmiare i soldi per la missione e l’istruzione dei suoi numerosi figli, coltivava fragole e lamponi da vendere nei mercati della regione. Questo lavoro lo teneva occupato durante l’estate.
Poiché la coltivazione di quei frutti richiedeva molta manodopera, poche persone si dedicavano ad essa. Eppure erano prodotti molto richiesti. La richiesta infatti era sempre superiore all’offerta. Egli non era mai soddisfatto della produttività delle sue piante, così studiava nuove varietà nel tentativo di trovare le migliori in assoluto. Il suo orto era letteralmente una fattoria sperimentale per studiare le varietà di piante che producevano i frutti più dolci e più abbondanti in quel particolare clima. Grazie ai suoi studi aumentò la produttività della sua terra. Il lavoro all’aperto lo manteneva in buona salute fisica. I campi di fragole e lamponi offrivano automaticamente ogni estate un lavoro rimunerato ai suoi figli. Dalle fragole e dai lamponi portati al mercato non ricavava soltanto il denaro che gli era necessario, ma anche altri articoli da usare nel programma delle provviste familiari. Egli amministrò saggiamente le sue risorse per creare una bellissima casa e provvedere alle necessità dei suoi familiari.
Quell’uomo amava studiare il sistema usato dal Signore per moltiplicare e riempire la terra, poiché questo gli dava una invidiabile forza sociale, emotiva e spirituale. Ora che si è ritirato dall’insegnamento attivo continua a coltivare le sue fragole e i suoi lamponi, non per profitto, ma per soddisfazione. Sei giorni alla settimana, durante la stagione della raccolta, lo trovate alla testa di un corteo di dieci-dodici macchine che dalla città si avvia verso i suoi campi. Numerose sono le famiglie che accrescono le loro provviste familiari, raccogliendo da sole fragole e lamponi. Gli chiesi qual era il prezzo di ogni vaschetta, se avessimo effettuato noi stessi la raccolta. Egli rispose: «Non lo so. Il mio guadagno è vedere la gioia sul volto delle persone che escono dal campo, tenendo tra le braccia il frutto delle loro fatiche».
Sono convinto che vi sono migliaia di modi in cui le famiglie possono raggiungere l’autosufficienza lavorando insieme in attività produttive. Forse una buona lezione della serata familiare può far nascere alcune idee su come potete aiutare la vostra famiglia a diventare più autosufficiente materialmente.
Terzo, il giocattolo che ho menzionato prima rappresenta l’acquisizione delle cose del mondo. Oggi siamo bombardati dai mezzi d’informazione che ci invitano ad «acquistare subito e pagare dopo» mediante quelle che vengono definite «facili» rate mensili. Viviamo in un mondo impaziente, in cui tutti vogliono tutto e subito. L’acquisizione dei beni del mondo sembra accrescere l’appetito di altre cose, invece di indurre in noi una soddisfazione duratura.
Usando saggiamente le nostre risorse e i nostri beni e prolungandone la vita utile, possiamo diventare più autosufficienti. L’estate scorsa ho visto una giovane famiglia che traslocava e la mia attenzione fu attirata in particolare dalle etichette incollate sulle scatole che venivano caricate per il trasporto. Esse dicevano: «Indumenti — bambine — 2 anni». «Indumenti — bambine — 3 anni», e così via. Chiaramente quella famiglia aveva un piano ben concepito per usare al massimo i capi di abbigliamento acquistati.
Viviamo in un mondo benedetto da tanta abbondanza. Facciamo in modo che le risorse di cui disponiamo non vadano mai sprecate.
Ed infine il quarto oggetto: il salvadanaio. E’ un simbolo del nostro benessere economico. All’inizio della mia carriera imparai una grande lezione. Il mio principale mi chiamò nel suo ufficio. Vidi subito che aveva qualcosa per la mente. Mi disse: «Dammi una definizione di interesse». Naturalmente frugai nella mia mente e gli detti la definizione che avevo appreso dai libri di testo. Egli esclamò: «No, no, no, non è questa la definizione che voglio. Ascolta e ricorda questa: coloro che lo capiscono, lo guadagnano, e coloro che non lo capiscono, lo pagano».
Non è necessario essere un genio per capire che, prima di poter ricevere gli interessi, dobbiamo avere dei risparmi. Per risparmiare mentre si continua a migliorare il proprio tenore di vita, è necessario capire a fondo una semplice procedura e poi seguirla religiosamente. Dopo aver pagato la vostra decima al Signore, pagate a voi stessi una somma prestabilita, versandola sul vostro conto a risparmio. Questo vi lascia il resto delle vostre entrate per provvedere a tasse, cibo, indumenti, alloggio, trasporti, ecc. Mi pare incredibile che tante persone lavorino tutta la vita per il droghiere, il padrone di casa, i servizi pubblici, il concessionario dell’automobile e la banca, e tengano in così poco conto il loro lavoro da non pagare nulla a se stesse.
Siate prudenti, saggi e cauti nei vostri investimenti. Aggiungendo costantemente e regolarmente qualcosa ai vostri investimenti, potrete creare un fondo per gli imprevisti e la pensione. Questo favorirà il vostro progresso nel diventare autosufficienti.
Il principio dell’autosufficienza è spirituale oltre che materiale. Non è un programma da giorno del giudizio; è una cosa da mettere in pratica ogni giorno della nostra vita. Prego che possiamo continuare a tenerci stretti alle eterne verità dell’autosufficienza. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.