La suprema eredità: allegoria
«A prescindere da quanto tempo avete vissuto, a prescindere da quanti errori avete commesso, la storia della vostra vita può ancora essere cambiata».
Presentandomi a questo storico pulpito, con la mente piena di ricordi di quegli uomini e di quelle donne che si sono presentati qui prima di me, tengo presente l’ammonimento impartito a Mosè, quando gli fu detto: «Togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai, è suolo sacro» (Esodo 3:5).
Prego che, ora che mi trovo qui su questo suolo sacro, possa farlo dopo essermi per così dire, tolte le scarpe.
Desidero parlarvi di argomenti di portata eterna. E nel farlo parlerò in senso allegorico, il che significa semplicemente che vi ammaestrerò usando una storia che ha significati simbolici.
In senso allegorico oggi sono qui come membro della corte nominata dal vostro principale avvocato. Abbiamo ormai ricevuto la citazione, nella quale ognuno di voi è stato giudicato come imputato. Io e gli altri componenti della corte abbiamo esaminato attentamente i memoriali e abbiamo confermato che il vero scopo del pubblico ministero è di dimostrare che non siete qualificati a ricevere la vostra suprema eredità. Il collegio legale del nostro avversario sta tuttora lavorando indefessamente per raccogliere i fatti necessari per farvi perdere la causa.
In virtù delle mozioni fatte, udite e giudicate, siamo stati obbligati a presentare a favore di ognuno di voi tutti i documenti riguardanti le vostre attività commerciali e personali. Tale documentazione riguarda i vostri vicini, amici e clienti. Inoltre vi è un’ampia documentazione che riguarda il vostro coniuge, figli, genitori e gli altri parenti vicini e lontani.
Dovete rendervi conto che il nostro avversario è pronto a dedicare tutto il tempo, gli sforzi e i soldi necessari a privarvi della vostra eredità. Ha già speso più miliardi di quanti si possano contare per preparare la causa contro ognuno di voi. Ha assunto, a questo scopo, professionisti dotati, capaci ed esperti. Intende vincere a ogni costo!
Fortunatamente voi siete rappresentati dal consiglio di difesa più esperto, capace e diligente che abbia mai veduto. E’ stupefacente vederlo mentre difende la vostra causa dinanzi al Giudice Supremo.
Per esempio, il nostro avversario ha presentato una mozione nella quale asserisce che alcuni di voi hanno già rinunciato ai loro diritti alla suprema eredità e, pertanto, si può già emettere una sentenza a voi avversa. Devo ammettere che la mozione era formulata in maniera brillante. Per qualche tempo mi è sembrato che egli avrebbe prevalso. Molti dei componenti della corte già annuivano in apparente accordo con lui. La sua argomentazione era davvero ineccepibile.
Citando alcuni di voi per nome, ha detto: «Se questi imputati hanno vissuto così a lungo e non hanno ancora compiuto dei passi seri per qualificarsi per ottenere la loro suprema eredità, perché dovremmo noi sprecare ulteriormente il tempo della corte? Possiamo benissimo emettere un verdetto a loro sfavorevole e chiudere la questione». La sua esposizione era talmente incisiva che molti tra il pubblico hanno applaudito la sua conclusione.
Quando si è alzato il vostro avvocato principale, non si sentiva volare una mosca. L’atmosfera nell’aula era carica di elettricità. Quali argomentazioni avrebbe mai potuto addurre per contrastare quelle già presentate? Quanto vorrei che foste stati presenti!
In contrasto con le magniloquenti e ciniche argomentazioni della parte avversa, il vostro avvocato ha cominciato la vostra difesa in sordina, per portarla poi alla forza di un possente e impetuoso fiume. Con umiltà, dolcezza, buon senso e deduzioni ineccepibili egli ha difeso la vostra causa. Mi resi conto dell’effetto delle sue parole quando vidi le lacrime scorrere lungo le guance di molti presenti. Non ricordo tutte le sue argomentazioni e ragionamenti logici, ma ricordo di averlo sentito dire che l’uomo è poco minor degli angeli (vedi Salmi 8:5) e che il valore delle anime è grande (vedi DeA 18:10). In uno dei momenti più solenni, i suoi occhi si riempirono di compassione e la sua voce fremette di indignazione, quando ricordò questo ammonimento: «Chi di voi è senza peccato, scagli il primo la pietra» (Giovanni 8:7).
Passò poi ad argomentare che questa vita è il tempo in cui gli uomini si preparano a incontrare Dio (vedi Alma 34:32) e chiuse con un sommario tale da togliere il fiato, concludendo che nessuno ha il diritto di giudicare la somma totale della vita di un uomo sino a quando tale vita non è giunta al suo termine.
C’era un assoluto silenzio nell’aula quando ebbe finito, silenzio rotto soltanto dalla voce del Giudice Supremo che annunciava il suo verdetto: «La mozione del querelante è respinta. Le questioni, delle quali si richiedeva una decisione sommaria, è opportuno rimangano oggetto del giudizio sino all’esame dei meriti del caso», egli disse.
Ora, per prepararvi a comparire sul banco dei testimoni, è opportuno che sappiate che, nella legge, vi sono questioni chiamate di base. Sono semplicemente questioni che si trovano all’inizio o al punto di partenza. La domanda di base nella vostra causa è: amate il Signore Iddio con tutto il vostro cuore, con tutta la vostra anima e con tutta la vostra mente? (vedi Matteo 22:36). Se la risposta è no, vi sarà una mozione per un verdetto contro di voi, e questa mozione sarà accolta.
D’altra parte, se avete risposto sì, l’avvocato del querelante metterà immediatamente alla prova la validità della vostra risposta con la domanda: osserva i Suoi comandamenti? (vedi Giovanni 14:15). Una risposta negativa rivelerà il vostro inganno, e voi sarete giudicati quindi in base alla vostra stessa testimonianza. Se la risposta è affermativa, seguiranno allora ore, forse giorni, di dibattiti, ognuno dei quali avrà lo scopo di dimostrare che voi, in effetti, non osservate i Suoi comandamenti. Tra queste domande vi saranno le seguenti:
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Amate il vostro prossimo come voi stessi? (vedi Matteo 22:39).
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Anteponete la ricerca dei beni del mondo e del vostro piacere personale al servizio di Dio? (vedi Esodo 20:3).
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Usate il nome del Signore in vano? (vedi Esodo 20:7).
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Osservate la santità della domenica? (vedi Esoto 20:8).
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Onorate vostro padre e vostra madre? (vedi Esodo 20:12).
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Commettete adulterio o fornicazione? (vedi Esodo 20:14).
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Rubate? (vedi Esodo 20:15).
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Portate falsa testimonianza? (vedi Esodo 20:16).
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Siete avidi? (20:17).
Ricordate che l’avvocato del querelante e i suoi assistenti saranno pienamente al corrente della vostra condotta e del vostro comportamento. Chiameranno dei testimoni a deporre contro di voi. I vostri vicini renderanno testimonianza riguardo alla vostra condotta verso di loro. Coloro che hanno osservato le attività che svolgete il giorno della domenica saranno chiamati sul banco. Su ogni punto in cui siete vulnerabili, saranno esibiti dei testimoni che contraddiranno la vostra testimonianza.
Come vostro collegio di difesa, noi naturalmente saremo altrettanto preparati. Il vostro avvocato principale esibirà molti testimoni a voi favorevoli, e da essi otterrà l’esposizione di ogni fatto che possa essere utile in vostro favore.
Tuttavia una cosa è chiara: il risultato finale del vostro caso dipende dai fatti che saprete addurre. Tra gli avvocati c’è un vecchio adagio che dice: «Noi non creiamo i fatti, li esponiamo soltanto». I fatti che rappresentano la vostra vita sono i fatti che, in ultima analisi, determineranno la vostra vittoria o la vostra sconfitta.
Questo è uno dei motivi per cui sono venuto qui oggi. Mi è stato chiesto di fare in modo che voi siate pienamente informati su questo argomento e vi esorto, là dove è necessario, a creare dei fatti che permetteranno al Giudice Supremo di emettere un verdetto a voi favorevole. Fortunatamente per voi, i fatti della vostra vita possono ancora essere creati. A prescindere da quanto tempo avete vissuto, a prescindere da quanti errori avete commesso, la storia della vostra vita può ancora essere cambiata. Può ancora essere scritta. Non è troppo tardi. Vi imploro di aiutarLo ad aiutarvi a ottenere la vostra suprema eredità.
Ora, prima di concludere, voglio esprimere il mio profondo amore a Ila, che è la mia dolce moglie, la mia cara compagna. Onoro lei e la femminilità che ella rappresenta con tanta eleganza. Amo i nostri cinque figli, che sono i miei migliori amici, e i nostri dodici nipoti, che continuamente mi fanno conoscere la gioia e l’amore incondizionato.
Nel nome del Signore Gesù Cristo. Amen.