A costo di quanto possiedi, acquista l’intelligenza
Tratto dal discorso “Lean Not unto Thine Own Understanding” [“Non t’appoggiare sul tuo discernimento”] tenuto il 14 gennaio 2015 presso la Brigham Young University. Per il testo integrale in inglese, visitare il sito speeches.byu.edu.
Acquisirete una reale comprensione quando capirete l’interdipendenza tra lo studio e la preghiera, manterrete l’impegno di servire mentre studiate e lavorate, e quando avrete fiducia nel Signore Gesù Cristo e confiderete in Lui.
Gran parte della mia vita da studente universitario ruotava intorno alla biblioteca. Ogni volta che entravo ero accolto da un cartello sulla porta che diceva: “A costo di quanto possiedi, acquista l’intelligenza” [Proverbi 4:7].
Tutti sappiamo che ripetere aiuta a ricordare. Pertanto, questo versetto del libro dei Proverbi è inciso indelebilmente nella mia mente, avendolo letto ogni volta che entravo in biblioteca durante i quattro anni di studi universitari.
Estendo a ciascuno di voi lo stesso invito: “A costo di quanto possiedi, acquista l’intelligenza”. Inoltre, vi esorto a pensare al significato di questo versetto e al modo in cui potrebbe esservi di beneficio. Io l’ho fatto. L’ho voltato e rivoltato nella mia mente moltissime volte e la mia interpretazione del suo significato si è evoluta sensibilmente. Forse potete trarre beneficio dalle mie osservazioni.
Un cuore intelligente
Quando ero un giovane missionario in Giappone e facevo fatica a imparare una lingua difficile, udii alcune espressioni sin da subito e spesso. Modi di salutare quali ohayo gozaimasu (buongiorno) oppure konnichiwa (buon pomeriggio) erano due di queste. Un’altra era wakarimasen, che significa “Non capisco”. Questa espressione, accompagnata da un gesto laterale a palmo aperto della mano, sembrava essere la risposta prediletta data dai contatti giapponesi ai giovani missionari quando questi ultimi cercavano di cominciare una conversazione.
Inizialmente, quando riflettevo sul significato di “A costo di quanto possiedi, acquista l’intelligenza”, pensavo all’intelligenza più in questi termini di comprensione: ciò che potevo udire con le orecchie e comprendere con la mente. Pensavo al giapponese che diceva wakarimasen. Capisco o non capisco?
Tuttavia, studiando e osservando l’utilizzo del termine intelligenza nelle Scritture e nelle parole dei profeti viventi, sono giunto ad afferrare un significato più profondo. Pensate alle parole pronunciate dall’anziano Robert D. Hales del Quorum dei Dodici Apostoli quando era il vescovo presiedente della Chiesa:
“Primo, cominciamo dall’intelligenza con la quale siamo nati. Alla nostra intelligenza aggiungiamo la conoscenza cercando le risposte, studiando e cercando l’istruzione. Alla nostra conoscenza aggiungiamo l’esperienza che ci porta a un certo livello di saggezza; alla nostra saggezza aggiungiamo l’aiuto dello Spirito Santo che si ottiene pregando con fede, chiedendo guida e forza spirituali. Allora, e soltanto allora, il nostro cuore otterrà quella conoscenza che ci spinge a fare ciò che è giusto e a goderne i risultati (vedere Hymns, 1985, 237). La consapevolezza di possedere la giusta conoscenza ci permette di godere del dolce spirito che ci pervade quando non soltanto sappiamo ma facciamo anche ciò che è giusto, a prescindere dalle circostanze in cui ci troviamo. E questa consapevolezza è frutto di una stretta interdipendenza tra lo studio e la preghiera”1.
Ora ripensate al versetto “A costo di quanto possiedi, acquista l’intelligenza”. In questo contesto, tale acquisizione segue l’intelligenza, la conoscenza, l’esperienza, la saggezza e i suggerimenti dello Spirito Santo — tutte cose che ci portano a sapere e a fare ciò che è giusto.
Molti di voi si stanno avvicinando o sono già nel bel mezzo di importanti bivi della vita. Con ogni anno che passa diventate sempre più indipendenti e siete sempre più presi dalla fase della vostra vita che ha a che fare con l’“acquisizione di cose”. Che cosa acquisirete? Tra le altre cose, potreste “acquisire” un marito o una moglie, una famiglia tutta vostra, un lavoro.
Per gestire queste cose importantissime che “acquisiamo”, dobbiamo anche ottenere “intelligenza” come insegnano le Scritture. Tale comprensione, o intelligenza, giunge tramite un’interdipendenza tra studio e preghiera. In altre parole, dobbiamo fidarci del Signore Gesù Cristo e confidare in Lui. Alma descrisse questo concetto quando paragonò la parola a un seme. Dichiarò: “Comincia a illuminare il mio intelletto, sì, comincia a essermi deliziosa” (Alma 32:28; corsivo aggiunto).
Il presidente Thomas S. Monson cita spesso un versetto in Proverbi che aggiunge un’altra dimensione a questa intelligenza: “Confidati nell’Eterno con tutto il cuore, e non t’appoggiare sul tuo discernimento” (Proverbi 3:5).2
Se ci fidiamo del Signore e confidiamo in Lui, riceveremo da Lui una maggiore misura di comprensione nel nostro cuore.
“La mano del Signore è sopra di noi”
Lasciate che vi illustri un esempio di una donna molto forte che ebbe un ruolo fondamentale nella Restaurazione, che ebbe fiducia nel Signore e che non si appoggiò sul suo discernimento.
Poco dopo l’organizzazione della Chiesa a Palmyra, nello Stato di New York, la madre di Joseph Smith, Lucy Mack Smith, rimase a Waterloo, sempre nello Stato di New York, con un folto gruppo di santi, mentre suo marito, Joseph sr, e alcuni dei suoi figli, tra cui Joseph jr, partirono prima di lei per andare a Kirtland, nell’Ohio. Il suo compito era quello di portare questo gruppo nell’Ohio quando suo figlio, il Profeta, glielo avesse comunicato.
Tale comunicazione giunse all’inizio della primavera del 1831. Lucy, con l’aiuto di alcuni fratelli, cominciò a spostare il gruppo a Buffalo, nello Stato di New York, con l’intenzione di arrivare nell’Ohio attraversando il lago Erie con un’imbarcazione. Raccontò: “Quando i fratelli ritennero che la primavera avesse aperto a sufficienza le acque per poterle attraversare, iniziammo tutti a prepararci per andare a Kirtland. Affittammo una barca […] e […] contammo ottanta anime”.
Poi, una volta spintisi nel Canale di Erie diretti a Buffalo, disse: “Quindi chiamai a raccolta i fratelli e le sorelle, e ricordai loro che stavamo viaggiando per comandamento del Signore, proprio come fece padre Lehi quando lasciò Gerusalemme, e, se fossimo rimasti fedeli, avevamo gli stessi motivi di aspettarci le benedizioni Dio. Poi chiesi loro di essere risoluti e di elevare il proprio cuore a Dio in preghiera, affinché fossimo prosperi”.
A metà strada tra Waterloo e Buffalo, il passaggio lungo il canale diventò impraticabile. Le condizioni per gli ottanta santi erano disagevoli e iniziarono immediatamente le lamentele. Lucy, confidando nel Signore, doveva unire la loro fede. Disse loro: “No, no, […] non morirete di fame, fratelli, né nulla di simile; semplicemente siate pazienti e cessate le vostre lamentele. Non ho dubbi che la mano del Signore sia sopra di noi”.
Quando giunsero a Buffalo, cinque giorni dopo aver lasciato Waterloo, la darsena che portava al lago Erie era gelata. Pagarono per viaggiare su una imbarcazione con il capitano Blake, un uomo che conosceva Lucy Smith e la sua famiglia.
Dopo un paio di giorni, benché le condizioni dell’imbarcazione non fossero adatte per ospitare tutti i santi mentre attendevano il segnale per poter partire, Lucy riportò: “Una volta saliti [sulla barca], il capitano Blake chiese a tutti di rimanere a bordo, poiché intendeva partire non appena avesse ricevuto il segnale; allo stesso tempo mandò un uomo a controllare lo spessore del ghiaccio. Questi, di ritorno, lo informò che l’altezza del ghiaccio raggiungeva i venti piedi [sei metri], e che riteneva opportuno che rimanessimo al porto per altre due settimane”.
Fu una notizia devastante per il gruppo. Le provviste erano scarse e le condizioni difficili. Lucy Mack Smith annotò l’ulteriore rimprovero che fece ai santi: “Professate di porre la vostra fiducia in Dio, quindi come potete brontolare e lamentarvi in questo modo? Siete persino più irragionevoli di quanto lo fossero i figli di Israele; poiché qui ci sono le sorelle che si struggono per le loro sedie a dondolo, e i fratelli, dai quali mi aspettavo stabilità ed energia, dichiarano di essere certi che moriranno di fame prima di arrivare alla fine del viaggio. E perché mai? Qualcuno di voi è rimasto digiuno? […] Dov’è la vostra fede? Non confidate più in Dio? Non capite che ogni cosa è stata fatta da Lui e che Lui soltanto governa l’opera delle Sue mani? E se tutti i Santi alzassero la voce in preghiera, affinché la via ci sia spianata, pensate con quanta facilità Egli potrebbe rompere il ghiaccio e noi continueremo il nostro viaggio!”.
Vi esorto a notare qui la grande fede di mamma Smith — il modo in cui scelse di aver fiducia nel Signore e il modo in cui chiese ai santi che erano con lei di non appoggiarsi sul proprio discernimento.
“‘Ora, fratelli e sorelle, se vorrete tutti levare le vostre preghiere al cielo affinché il ghiaccio possa rompersi e noi possiamo essere liberi di poter partire, sicuramente come vive il Signore ciò avverrà’. In quel preciso istante si udì un rumore, sembrava quasi un tuono. Il capitano gridò, ‘Ognuno al suo posto!’ Il ghiaccio si ruppe, aprendo un passaggio appena sufficiente per far passare la barca, ma così stretto che, man mano che la barca avanzava[,] le pale della ruota idraulica si frantumavano rumorosamente, il che, insieme agli ordini del capitano, alle risposte aspre dei marinai, al rumore del ghiaccio e alle urla e alla confusione dei presenti, dava vita a una scena davvero terribile. Eravamo appena passati quando il ghiaccio si richiuse nuovamente, lasciando i fratelli di Colesville a Buffalo, senza che avessero la possibilità di seguirci.
Mentre lasciavamo il porto, uno spettatore urlò, ‘Ecco la compagnia dei mormoni! Quella barca è sprofondata ulteriormente di nove pollici e statene certi, affonderà — non c’è nulla di più certo’. Infatti, erano così sicuri che la barca sarebbe affondata che corsero subito verso la redazione [di qualche giornale] per riportare la notizia. Quando arrivammo a Fairport apprendemmo dal giornale della nostra morte”.3
“Non t’appoggiare sul tuo discernimento”
“A costo di quanto possiedi, acquista l’intelligenza” oppure, in altre parole, “Confidati nell’Eterno con tutto il cuore, e non t’appoggiare sul tuo discernimento” (Proverbi 3:5).
Ho osservato in prima persona l’angoscia e la devastazione personale che hanno colpito coloro che si sono concentrati su “acquisizioni” mondane invece che sull’“intelligenza” del Signore. Sembra che chi s’appoggia al proprio discernimento o si affida al braccio di carne sia più propenso a sviluppare un interesse sproporzionato o un’ossessione per i guadagni materiali, per il prestigio, per il potere e per una posizione. Tuttavia, fare in modo che “ciò che si acquisisce” sia in linea con le indicazioni scritturali sull’“intelligenza” terrà sotto controllo i vostri appetiti materiali. Consentirà di avere contesti appropriati per le vostre attività quali membri produttivi della società e del regno del Signore.
Come giovane studente pieno di speranze per il futuro, ricordo di aver sentito un mentore stimato e di successo suggerire di gestire in modo appropriato le nostre ambizioni seguendo l’ordine “imparare, guadagnare, servire”. Il presidente Gordon B. Hinckley (1910–2008) insegnò uno schema che porta ad aver fiducia nel Signore e a fare affidamento su di Lui invece che su noi stessi. Disse: “Ciascuno di noi ha quattro responsabilità. Primo, abbiamo una responsabilità verso la nostra famiglia. Secondo, abbiamo una responsabilità verso i nostri datori di lavoro. Terzo, abbiamo una responsabilità verso l’opera del Signore. Quarto, abbiamo una responsabilità verso noi stessi”.
Dobbiamo trovare un equilibrio. Il presidente Hinckley ci suggerì di adempiere a queste quattro responsabilità principali mediante la preghiera familiare, la serata familiare, lo studio familiare delle Scritture, l’onestà e la lealtà verso il datore di lavoro, l’adempimento degli incarichi ecclesiastici, lo studio personale dello Scritture, il riposo, il divertimento e l’attività fisica.4
Il filosofo e poeta americano Ralph Waldo Emerson disse: “Questo periodo, come tutti i periodi, è ottimo, se sappiamo cosa farne”.5
Fortunatamente, i Santi degli Ultimi Giorni non devono mai cercare troppo lontano per sapere cosa fare. Con la vostra conoscenza di un amorevole Padre Celeste e del grande piano di felicità, avete una rotta ben definita da seguire. Quindi, andate avanti remando con forza e con costanza.
In un discorso tenuto alla Conferenza generale, il presidente Monson ha citato Proverbi come aveva fatto in precedenza: “Confidati nell’Eterno con tutto il cuore, e non t’appoggiare sul tuo discernimento. Riconoscilo in tutte le tue vie, ed egli appianerà i tuoi sentieri”. Poi ha aggiunto: “Questa è la storia della mia vita”.6 Che vita meravigliosa da emulare!
Ho aspettative molto alte per ognuno di voi, come le hanno il Padre e il Figlio. Concludo dove ho iniziato, con un invito che si trova in Proverbi: “A costo di quanto possiedi, acquista l’intelligenza”.
Acquisite una reale intelligenza. Questo accadrà quando capirete l’interdipendenza tra lo studio e la preghiera, manterrete l’impegno di servire mentre studierete e lavorerete, e quando avrete fiducia nel Signore e confiderete in Lui.