2020
Il mio vecchio Natale
Dicembre 2020


Il mio vecchio Natale

Quando abitavo in provincia di Monza e della Brianza, nonostante dovessi già alzarmi molto presto per attraversare mezza Milano per andare in ufficio, avevo deciso di anticipare di un’ora la sveglia per concedermi il piacere di leggere le Scritture con calma.

Quindi per molti anni mi sono alzata alle 4:30 del mattino. Prima di trasferirmi in provincia di Roma la mia vita era perfettamente organizzata o incanalata: il mio lavoro part-time, la cura della casa, aiutare i miei figli, le riunioni della scuola, il mio incarico come insegnante della Scuola Domenicale e della Società di Soccorso, le attività settimanali dei ragazzi, il Seminario, le attività di rione, l’allora insegnamento in visita, le pulizie in chiesa, gli amici e… il Natale!

Poi sono arrivata qui, nella nuova città, dove mi sono trasferita con la mia famiglia, e tutto è cambiato. Mi sono dovuta reinventare, trovare i miei spazi, ritrovare il mio equilibrio e un posto tutto mio dove studiare le Scritture, e gli altri miei interessi (dove abitavamo prima avevamo una stanza adibita a questo), scoprire dove si trovavano la posta o il Comune (tra le altre cose), aiutare i miei figli a inserirsi a scuola e nel nuovo contesto sociale e accettare di starmene comodamente seduta in chiesa ad ascoltare le lezioni della Scuola Domenicale e della Società di Soccorso.

Poi, dopo sei mesi, è arrivato dicembre. Il mio primo Natale nella nuova città, nella nuova casa con i suoi nuovi e ridotti spazi. Dove avrei messo l’albero? E il presepe? E le decorazioni? Chi sarebbe venuto alla cena di Natale visto che i nostri parenti non erano qui con noi? Queste e altre cose mi fecero sentire come se avessi perso le mie radici, la mia stabilità. Che Natale sarebbe stato per la mia famiglia con tutte quelle differenze rispetto a prima, senza le nostre tradizioni? Natale era alle porte e nonostante avessi messo tutto l’impegno possibile per ricreare il nostro Natale, mi sentivo a miglia di distanza da tutto ciò che mi aveva sempre coinvolta pienamente e che mi dava la carica nei mesi successivi. Nel tentativo di accettare tutte quelle novità e renderle parte di una nuova tradizione, mi erano completamente sfuggite tutte le cose che non erano cambiate: prima fra tutte la mia testimonianza del Salvatore, Gesù Cristo. Avevo dei nuovi frutti da far crescere nel nuovo contesto ma non il mio amore per Gesù Cristo e il mio amore per le Scritture o per il Natale. Quelle sono radici profondamente radicate nel mio cuore, e si sono trasferite con me e si trasferiranno sempre con me ovunque io decida di andare.

Quando ripenso a quel Natale di quattro anni fa mi rendo conto che di nuovo c’erano le cose meno importanti e che il vero Natale è nato in una piccola mangiatoia di oltre duemila anni fa e nulla cambierà questo. Sarà sempre lì, sarà sempre così. Qualunque cosa accada Egli sarà sempre con me.