Lezione 1
«Questa è la mia opera e la mia gloria»
Mosè 1
Scopo
Aiutare i membri della classe a capire che (1) siamo figli di Dio, (2) possiamo resistere alle tentazioni di Satana e (3) l’opera e la gloria di Dio è di fare avverare la nostra immortalità e vita eterna.
Preparazione
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Leggi attentamente i seguenti passi delle Scritture:
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Mosè 1:1–11. Mosè vede Dio e parla con Lui faccia a faccia. Mosè impara di essere un figlio di Dio a somiglianza dell’Unigenito del Padre. Nota: I membri della classe devono capire che Geova, e non il Padre celeste, apparve a Mosè in questa visione. Geova era Gesù Cristo nella vita preterrena e il Dio dell’Antico Testamento. Egli è uno con Suo Padre nei propositi e Lo rappresenta con potere e autorità. Le Sue parole sono quelle del Padre, e qualche volta, come in Mosè 1:6, Egli parla in prima persona per il Padre (vedi James E. Talmage, Gli Articoli di Fede, pagg. 448–449).
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Mosè 1:12–23. Satana tenta Mosè; Mosè lo respinge.
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Mosè 1:24–39. Dio appare di nuovo e spiega qual è la Sua opera e la Sua gloria.
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Esamina la lezione e decidi come insegnare le storie delle Scritture. Poiché sarà difficile poter fare ogni domanda e trattare ogni argomento proposto nella lezione, scegli con cura le parti che meglio soddisfano le necessità dei membri della classe. Se necessario dovrai adattare alcune domande alla situazione dei singoli individui.
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Procurati una copia della Guida allo studio per i membri della classe (34592 160) per ogni persona della tua classe. (Il rione dovrebbe aver ordinato queste guide nell’ambito delle ordinazioni annuali dei libri di testo; un componente del vescovato dovrà consegnarle alla presidenza della Scuola Domenicale).
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Se usi la seconda attività per richiamare l’attenzione, procurati un sacchetto di carta o di tela e mettici dentro alcuni oggetti, come ad esempio una pietra, un pettine e una matita.
Svolgimento della lezione
Introduzione all’Antico Testamento
L’Antico Testamento è la storia dei rapporti di Dio con il Suo popolo dell’alleanza, dalla Creazione fino a poche centinaia di anni prima della nascita del Salvatore. L’Antico Testamento offre possenti esempi di fede e di obbedienza. Mostra anche le conseguenze del dimenticare, disobbedire o opporsi a Dio. Le sue profezie portano testimonianza della nascita, del sacrificio redentore, della seconda venuta e del regno millenario del Messia.
Oltre all’Antico Testamento, il presente corso riguarda i libri di Mosè e di Abrahamo in Perla di Gran Prezzo. Questi libri forniscono importanti aggiunte e chiarimenti al materiale contenuto nel libro della Genesi. Il libro di Mosè è un estratto della traduzione della Bibbia fatta da Joseph Smith. Il libro di Abrahamo è la traduzione fatta dal profeta Joseph Smith di alcuni papiri egiziani. Per ulteriori informazioni riguardo alla Traduzione di Joseph Smith, vedi la voce «Traduzione di Joseph Smith» nella Guida alle Scritture alla fine del Libro di Mormon, pag. 197.
Attività per richiamare l’attenzione
Puoi svolgere la seguente attività (o un’altra di tua scelta) per iniziare la lezione. Scegli l’attività più adatta alla classe.
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Invita i membri della classe a leggere Mosè 1:6, 20–22 e 39 per individuare alcuni importanti principi ivi rivelati. Le risposte possono variare. Spiega che questa lezione si concentrerà sui tre principi elencati nella sezione «Scopo» a pagina 1.
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Scegli due membri della classe e consegna loro un sacchetto che contiene alcuni oggetti di uso quotidiano (vedi la sezione «Preparazione» a pagina 1). Spiega loro che faranno un gioco, ma non impartire istruzioni e non spiegare qual è l’obiettivo del gioco. Invita i partecipanti ad aprire il sacchetto e cominciare a giocare. Essi si aspetteranno che il contenuto del sacchetto spieghi il gioco. Tuttavia il contenuto non fornisce queste informazioni, e i partecipanti si chiederanno cosa ci si aspetta che facciano.
Spiega che per capire un gioco dobbiamo conoscerne l’obiettivo, ossia lo scopo. Per lo stesso motivo, per capire la nostra vita sulla terra, dobbiamo conoscerne l’obiettivo o scopo. Mosè 1 ci aiuta a capire questa vita rispondendo a tre domande importanti:
Chi siamo?
Come possiamo vincere l’influenza dell’Avversario? Qual è l’opera e la gloria di Dio?
Scritture, discussione e applicazione pratica
Quando esponi i seguenti passi delle Scritture chiedi come si possono mettere in pratica nella vita di ogni giorno. Esorta i membri della classe a riferire alcune loro esperienze attinenti ai principi contenuti in questi passi. Nel momento adatto durante la lezione distribuisci la Guida allo studio per i membri della classe (34592 160) ed esortali a farne uso durante lo studio personale e familiare delle Scritture.
1. Dio insegna a Mosè che egli è un figlio di Dio
Esponi e commenta Mosè 1:1–11.
• Cosa imparò Mosè riguardo a Dio dalle esperienze descritte in Mosè 1:1–7? Cosa imparò Mosè di se stesso? (Puoi chiedere ai membri della classe di notare quante volte Dio chiama Mosè Suo figlio in questi versetti).
• Cosa significa che Mosè era stato creato «a somiglianza» del Salvatore? (Mosè 1:6). Quale effetto ha sul nostro comportamento la consapevolezza che siamo figli di Dio, creati a somiglianza di Suo Figlio?
L’anziano Dallin H. Oaks ha dichiarato: «Considerate il potere del principio esposto in un nostro amato inno: ‹Sono un figlio di Dio›… In esso troviamo la risposta a una delle più importanti domande della vita: ‹Chi sono io?› Sono un figlio di Dio che ha un’ascendenza di spirito che conduce a genitori celesti. Questa ascendenza definisce il nostro potenziale eterno. Questa possente idea è un efficace rimedio contro la depressione. Può sostenere ognuno di noi e consentirci di compiere le scelte giuste e di evidenziare il meglio che è in noi. Inculcate nella mente di un gio- vane la possente idea che egli è un figlio Dio, e gli avrete dato il rispetto di sé e la motivazione che lo spingerà a risolvere i problemi della vita» (La Stella, gennaio 1996, pagg. 27–28).
• Chiamando ripetutamente Mosè «figlio mio» e dicendogli che era stato creato «a somiglianza del [Suo] Figlio Unigenito», Dio dette a Mosè fiducia in sé e la consapevolezza del suo valore. Perché questo principio ci aiuta a svolgere il nostro ruolo di genitori? Perché può rafforzare il nostro matrimonio? Perché può rafforzare i legami di amicizia?
Spiega che in questo mondo in cui le critiche, i rimproveri e i commenti negativi sono così frequenti dobbiamo seguire l’esempio del Signore e dire cose che aiutano gli altri a vedersi come figli di Dio che hanno dignità e valore.
• L’importanza e il potenziale eterno di Mosè sono sottolineati in Mosè 1:1–7. Tuttavia, dopo che la presenza di Dio si era ritirata da lui, Mosè disse: «Ora, per questa ragione, io so che l’uomo non è nulla» (Mosè 1:10). Perché entrambi questi concetti sono veri? (Dio è infinitamente più saggio e più possente degli esseri umani. Senza di Lui noi non siamo nulla. Tuttavia, come Suoi figli, abbiamo il potenziale di diventare come Lui).
2. Satana tenta Mosè; Mosè lo respinge
Esponi e commenta Mosè 1:12–23.
• Quando Satana venne per tentarlo, cosa comandò a Mosè di fare? (Vedi Mosè 1:12). Perché, secondo voi, Satana chiamò Mosè «figliuol d’uomo»? (Satana voleva che Mosè credesse di non essere figlio di Dio). Perché Satana vuole che dubitiamo di essere figli di Dio o che ignoriamo tale fatto? In che modo egli cerca di farlo?
• Come rispose Mosè quando Satana lo chiamò «figliuol d’uomo»? (Vedi Mosè 1:13). Perché una forte testimonianza che siamo figli e figlie di Dio ci aiuta a resistere alla tentazione?
• Quante volte Mosè disse a Satana di allontanarsi? (Vedi Mosè 1:16, 18, 20 e 21). Cosa ci insegna questo fatto riguardo a come possiamo resistere agli sforzi di Satana?
• In che modo Mosè ricevette la forza necessaria per resistere alle tentazioni di Satana? (Vedi Mosè 1:18, 20–21). In che modo Mosè indusse Satana ad andarsene? Perché la preghiera ci rafforza e ci consente di resistere alle tentazioni? Cos’altro possiamo fare per acquisire tale forza?
3. Dio appare di nuovo e spiega la Sua opera e la Sua gloria
Esponi e commenta Mosè 1:24–39.
• Dopo che Satana si fu allontanato, Mosè vide di nuovo la gloria di Dio e gli fu data un’altra visione della terra e dei suoi abitanti (Mosè 1:24–28). Quali due domande fece Mosè quando gli fu mostrata questa visione? (Vedi Mosè 1:30). Quali risposte gli dette Dio? (Vedi Mosè 1:31–32, 39).
• Anche se Dio ha creato mondi e persone in numero per noi infinito, Egli assicurò a Mosè di conoscerli tutti (Mosè 1:35). Come vi fa sentire la consapevolezza che Dio Padre e Gesù Cristo conoscono e amano ognuno di voi? (Puoi portare testimonianza di un’occasione in cui hai sentito il Loro amore e interesse per te).
• L’opera e la gloria di Dio è «fare avverare l’immortalità e la vita eterna dell’uomo» (Mosè 1:39). Cos’è l’immortalità? Chi riceverà l’immortalità? Cos’è la vita eterna? Chi riceverà la vita eterna?
L’anziano James E. Faust ha detto: «C’è una distinzione tra immortalità, o esistenza eterna, e vita eterna, che significa avere un posto alla presenza di Dio. Per la grazia di Gesù Cristo tutti gli uomini ricevono l’immortalità, giusti o malvagi che siano. Invece la vita eterna è il ‹più grande di tutti i doni di Dio› (DeA 14:7). Otteniamo questo grande dono, secondo quanto dice il Signore, se osserviamo i Suoi comandamenti e perseveriamo fino alla fine. Se perseveriamo in questa maniera, abbiamo la promessa della vita eterna» (vedi DeA 14:7) (La Stella, gennaio 1989, pag. 10).
• Perché è importante che conosciamo qual è l’opera e la gloria di Dio? Quali sono alcuni modi specifici in cui possiamo aiutarLo a compiere questa grande opera?
Il presidente Gordon B. Hinckley ha detto: «Siamo qui per aiutare il nostro Padre nei cieli a compiere la Sua opera e la Sua gloria di ‹fare avverare l’immortalità e la vita eterna dell’uomo› (Mosè 1:39). I vostri doveri sono tanto importanti nella vostra sfera di azione quanto lo sono i miei doveri nella mia. Nessuna chiamata in questa chiesa è piccola o di poco conto. Tutti noi, nello svolgere il nostro dovere, influiamo sulla vita degli altri. A ognuno di noi, nelle sue rispettive responsabilità, il Signore ha detto: ‹E ciò facendo, tu farai il più gran bene ai tuoi simili e promuoverai la gloria di colui che è il tuo Signore› (DeA 81:4)» (La Stella, luglio 1995, pag. 84).
Conclusione
Il capitolo 1 del Libro di Mosè espone l’importante dottrina che noi siamo figli e figlie di Dio. Invita i membri della classe a meditare sul significato di questo principio. Porta testimonianza che il nostro Padre celeste conosce e ama ognuno di noi. Esorta i membri della classe a esprimere ai loro familiari i sentimenti che provano per quanto riguarda quello che hanno imparato dal capitolo 1 del Libro di Mosè.
Altri suggerimenti per l’insegnamento
Il seguente materiale integra il contenuto della lezione. Puoi utilizzarlo secondo necessità durante la lezione.
1. «Mosè fu lasciato a se stesso» (Mosè 1:9)
• Possono esservi occasioni in cui siamo lasciati a noi stessi come lo fu Mosè – occasioni in cui non sentiamo fortemente lo Spirito o dobbiamo affrontare molte difficoltà. Cosa possiamo imparare dal capitolo 1 del Libro di Mosè, che ci aiuterà ad affrontare questi momenti difficili? (Le risposte potranno comprendere: tali difficoltà possono non essere la conseguenza dei nostri errori; Dio non ci abbandona del tutto, come è indicato nel versetto 15; spesso troviamo grande forza nel superare le nostre prove, nell’invocare Dio e nell’accrescere la nostra fede).
2. Siamo tutti figli di Dio
• Mosè ebbe la visione che è contenuta nel capitolo 1 prima di condurre i figlioli di Israele fuori dall’Egitto. Secondo voi in che modo questa visione lo aiutò in tale impresa, specialmente quando egli era scoraggiato dalle frequenti ribellioni e dalla mancanza di fede del popolo? Perché la consapevolezza che tutti siamo figli di Dio aiuta un insegnante o un dirigente? Perché questa conoscenza ci aiuta a migliorare i rapporti con i nostri familiari, amici e altre persone?
3. La Traduzione della Bibbia fatta da Joseph Smith
Se la Videocassetta dell’Antico Testamento (56224 160) è disponibile, puoi mostrare la sequenza «Il potere della Traduzione di Joseph Smith», della durata di cinque minuti. Ricorda ai membri della classe che il Libro di Mosè è un estratto della Traduzione della Bibbia fatta da Joseph Smith.