Dimorare in Dio ed essere riparatori di brecce
Cristo ha il potere di portarci alla comunione amorevole reciproca e con il Padre.
Dobbiamo continuamente approfondire la nostra conoscenza del Padre Celeste e la nostra obbedienza a Lui. Il nostro rapporto con Lui è eterno. Siamo i Suoi figli diletti e questo non cambierà. Come possiamo accettare con tutto il cuore il Suo invito ad avvicinarci a Lui in modo da poter godere delle benedizioni che Egli desidera darci in questa vita e nel mondo a venire?
Il Signore disse all’antica Israele, e dice a noi oggi: “Sì, io t’amo d’un amore eterno; perciò ti prolungo la mia bontà”. Parlando come farebbe il Padre, Egli ci dice anche: “Tu dimorerai in me e io in te; cammina dunque con me”. Abbiamo abbastanza fiducia in Lui per dimorare in Lui e camminare con Lui?
Siamo qui su questa terra per imparare e per crescere, e l’apprendimento e la crescita più importanti saranno frutto del nostro rapporto di alleanza con il Padre Celeste e con Gesù Cristo. Dal nostro devoto rapporto con Loro derivano conoscenza divina, amore, potere e la capacità di servire gli altri.
“Abbiamo la responsabilità di imparare tutto ciò che Dio ha rivelato su Se stesso”. Dobbiamo capire che Dio Padre fece sì che Suo Figlio, Gesù Cristo, creasse la terra perché potessimo crescere, che il Padre Celeste diede Suo Figlio per soddisfare le esigenze della giustizia perché potessimo essere salvati e che il potere del sacerdozio del Padre e la vera chiesa del Figlio con le necessarie ordinanze sono stati restaurati perché potessimo essere benedetti. Riuscite a sentire la profondità dell’amore che permea i Loro preparativi per darci gioia e per farci crescere? Dobbiamo sapere che il piano di salvezza del Padre Celeste prevede che obbediamo alle leggi e alle ordinanze del Vangelo e che ci guadagniamo la vita eterna diventando in tal modo come Dio. Questa è la felicità reale e duratura che il Padre Celeste ci offre. Non esiste altra felicità che sia reale e duratura.
Le difficoltà possono allontanarci da questo sentiero di felicità. Possiamo perdere quel legame di fiducia con Dio se le prove ci portano a distrarci invece che a inginocchiarci.
Questo semplice adagio ci invita caldamente a stabilire delle priorità:
Sorelle, che cosa è importante per voi? Che cosa ha un valore duraturo? Ciò che per il Padre ha un valore duraturo è che Lo conosciamo, siamo umili e cresciamo nell’esserGli obbedienti attraverso le esperienze terrene. Egli vuole che trasformiamo il nostro egoismo in servizio, le nostre paure in fede. Queste possono essere prove molto grandi.
È ora, con i nostri limiti terreni, che il Padre ci chiede di amare quando amare è più difficile, di servire quando servire non è agevole, di perdonare quando perdonare richiede una forza d’animo immane. Come? Come ci riusciremo? Rivolgendoci al Padre Celeste con intento reale per chiedere aiuto, nel nome di Suo Figlio, e facendo le cose a modo Suo invece di farle con orgoglio a modo nostro.
Io riconobbi il mio orgoglio quando il presidente Ezra Taft Benson parlò di purificarci dall’interno. Mi vidi come una brocca. Come avrei eliminato i residui di orgoglio dalla mia brocca? Quando senza il Suo aiuto obblighiamo noi stessi ad avere umiltà e ci costringiamo ad amare il prossimo, non agiamo con sincerità e tali azioni non hanno valore e non funzionano realmente. I nostri peccati e il nostro orgoglio causano una frattura — un allontanamento — tra noi e la fonte di tutto l’amore, il nostro Padre Celeste.
Solo l’Espiazione del Salvatore può purificarci dai nostri peccati ed eliminare questa distanza o frattura.
Vogliamo essere circondati dalle braccia dell’amore e dalla guida del nostro Padre Celeste e pertanto mettiamo al primo posto la Sua volontà e con cuore spezzato imploriamo che Cristo riversi fiumi di acqua purificatrice nella nostra brocca. All’inizio potrebbe trattarsi di una goccia alla volta ma, se cerchiamo, chiediamo e obbediamo, l’acqua purificatrice arriverà in abbondanza. Quest’acqua viva inizierà a riempirci e, una volta che traboccheremo del Suo amore, potremo inclinare la brocca della nostra anima e condividerne il contenuto con coloro che sono assetati di guarigione, di speranza e di un senso di appartenenza. Quando siamo purificati dall’interno, i nostri rapporti sulla terra iniziano a sanarsi.
C’è bisogno di sacrificare gli obiettivi personali per far posto ai piani eterni di Dio. Il Salvatore, il Quale parla in nome del Padre, ci implora così: “Avvicinatevi a me ed io mi avvicinerò a voi”. Avvicinarsi al Padre può significare conoscere la Sua verità tramite le Scritture, seguire il consiglio dei profeti e sforzarsi di fare la Sua volontà più completamente.
Capiamo che Cristo ha il potere di portarci alla comunione amorevole reciproca e con il Padre? Egli, mediante il potere dello Spirito Santo, può indirizzarci in questo tipo di rapporto.
Un insegnante della Primaria mi ha raccontato un’esperienza possente avuta con la sua classe di bambini di undici anni. Uno di questi bambini, che chiamerò Jimmy, era solitario e poco collaborativo in classe. Una domenica, l’insegnante si sentì ispirato a mettere da parte la lezione e spiegò perché voleva bene a Jimmy. Espresse la sua gratitudine per questo giovane e quanto credesse in lui. Poi l’insegnante chiese agli altri membri della classe di dire a Jimmy cosa apprezzassero di lui. Quando tutti i membri della classe, uno dopo l’altro, gli dissero perché fosse speciale per loro, Jimmy abbassò la testa e le lacrime iniziarono a rigargli il volto. Questo insegnante e la sua classe crearono un ponte verso il cuore solitario di Jimmy. L’amore semplice, espresso onestamente, dà speranza agli altri e li valorizza. Per me ciò significa essere un “riparatore di brecce” o sanare le distanze.
Forse la nostra vita in un mondo preterreno amorevole ha fatto nascere il nostro desiderio di amore vero e duraturo qui sulla terra. Siamo divinamente programmati per dare amore e per essere amati, e l’amore più profondo nasce quando siamo uno con Dio. Il Libro di Mormon ci invita a “[riconciliarci] con [Dio] tramite l’espiazione di Cristo”.
Isaia parlò di coloro che osservano fedelmente la legge del digiuno diventando così, per la loro posterità, riparatori di brecce. Essi sono coloro che, promette Isaia, “riedificheranno le antiche ruine”. In modo simile, il Salvatore ha sanato la frattura — la distanza — tra noi e il Padre Celeste. Egli, tramite il Suo grande sacrificio espiatorio, apre la via attraverso la quale possiamo diventare partecipi del potere amorevole di Dio e, poi con quell’amore, siamo capaci di riparare “le antiche ruine” della nostra vita. Sanare la distanza emotiva tra le persone richiede che accettiamo l’amore di Dio unito al sacrificio della nostra tendenza naturale all’egoismo e alla paura.
Una sera che non dimenticherò, io e una parente ci trovammo in disaccordo su una questione politica. Demoliti velocemente i miei commenti, dimostrò quanto avessi torto a un volume che permise ad altri familiari di sentire. Mi sentii sciocca e male informata, e forse lo ero davvero. Quella sera, quando mi inginocchiai per pregare, mi affrettai a spiegare al Padre Celeste quanto fosse difficile questa parente. Andai avanti per un po’. Tra una lamentela e l’altra forse feci una pausa e lo Spirito Santo ebbe l’opportunità di attirare la mia attenzione, perché, con mia sorpresa, mi ritrovai a dire: “Forse desideri che le voglia bene”. Volerle bene? Continuai a pregare dicendo qualcosa del tipo: “Come posso volerle bene? Non credo neanche che mi piaccia. Ho il cuore indurito e mi sento ferita. Non ce la faccio”.
Poi, sicuramente grazie all’aiuto dello Spirito, giunse un nuovo pensiero quando dissi: “Ma Tu le vuoi bene, Padre Celeste. Mi daresti una porzione del Tuo amore per lei, in modo che anche io possa volerle bene?”. La durezza svanì, il mio cuore cominciò a cambiare e iniziai a vedere questa persona in modo diverso. Iniziai a percepire il vero valore che il Padre Celeste vedeva in lei. Isaia disse: “L’Eterno fascerà la ferita del suo popolo e guarirà la piaga da lui fatta con le sue percosse”.
Con il tempo, la distanza tra noi si è sanata dolcemente. Anche se lei non avesse accettato il mio mutamento di cuore, avevo capito che il Padre Celeste ci aiuta ad amare anche coloro che riteniamo non possano essere amati, se Lo supplichiamo di aiutarci. L’Espiazione del Salvatore è il canale attraverso cui scorre il flusso costante di carità dal nostro Padre nei cieli. Dobbiamo scegliere di serbare questo amore per poter avere carità per tutti.
Quando doniamo il nostro cuore al Padre e al Figlio, cambiamo il nostro mondo, anche se le circostanze attorno a noi non cambiano. Ci avviciniamo al Padre Celeste e sentiamo la Sua dolce accettazione dei nostri sforzi di essere veri discepoli di Cristo. Il nostro discernimento, la nostra fiducia e la nostra fede crescono.
Mormon ci dice di pregare con tutta la forza del nostro cuore per provare questo amore ed esso sarà riversato su di noi dalla sua fonte: il Padre Celeste. Solo allora saremo in grado di diventare riparatori di brecce nei rapporti terreni.
L’amore infinito del nostro Padre è a disposizione di ciascuno di noi per riportarci nella Sua gloria e alla Sua gioia. Egli diede il Suo Figlio Unigenito, Gesù Cristo, perché sanasse l’ampia frattura creatasi tra noi e Lui. Riunirci con il Padre nei cieli è l’essenza dell’amore duraturo e dello scopo eterno. Dobbiamo entrare in sintonia con Lui ora per imparare cosa è davvero importante, per amare come Egli ama e per diventare come Lui. Attesto che il nostro rapporto fedele con il Padre Celeste e con il Salvatore ha valore eterno per Loro e per noi. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.