La voce del Signore
Attesto che in questa conferenza abbiamo udito la voce del Signore. La prova per ciascuno di noi è come rispondiamo.
Per prima cosa, alcune parole di conforto per i bambini. Sì, questa è l’ultima sessione e sì, io sono l’ultimo oratore.
Di recente sono stato nel Tempio di Provo City Center, dove ho ammirato un dipinto intitolato First Vision from Afar[la Prima Visione da lontano]. Questo dipinto ritrae la luce e il potere provenienti dal cielo quando il Padre e il Figlio visitarono il giovane Joseph Smith.
Pur non facendo un confronto con quell’evento estremamente sacro che ha dato avvio alla Restaurazione, posso figurarmi un’immagine simile in cui sono rappresentati la luce e il potere spirituale di Dio che discendono su questa conferenza generale e quello stesso potere e quella stessa luce che a loro volta si espandono nel mondo.
Vi do la mia testimonianza che Gesù è il Cristo, che Egli guida gli affari di questa sacra opera e che la Conferenza generale è una delle occasioni particolarmente importanti in cui Egli dà indicazioni alla Sua chiesa e a noi personalmente.
Istruiti dall’alto
Il giorno in cui fu organizzata la Chiesa, il Signore definì Joseph Smith un profeta, un veggente e un apostolo del Signore Gesù Cristo e disse alla Chiesa:
“Poiché accoglierete la sua parola come se fosse dalla mia propria bocca, in tutta pazienza e fede.
Poiché, se fate queste cose, le porte dell’inferno non prevarranno contro di voi; sì, e il Signore Iddio disperderà i poteri delle tenebre dinanzi a voi e farà sì che i cieli siano scossi per il vostro bene e per la gloria del suo nome”.
In seguito, tutti i componenti della Prima Presidenza e del Quorum dei Dodici Apostoli furono altresì sostenuti e ordinati come profeti, veggenti e rivelatori.
Ora, riunendoci sotto la direzione del presidente Thomas S. Monson, non vediamo l’ora di ascoltare “la volontà del Signore, […] la mente del Signore, […] la voce del Signore ed il potere di Dio per la salvezza”. Confidiamo in questa Sua promessa: “Che sia dalla mia propria voce o dalla voce dei miei servitori è lo stesso”.
Nel tumulto e nella confusione del nostro mondo moderno, avere fiducia e credere nelle parole della Prima Presidenza e del Quorum dei Dodici Apostoli è vitale per la nostra crescita spirituale e per la nostra perseveranza.
Ci siamo riuniti per questa meravigliosa conferenza. Milioni di Santi degli Ultimi Giorni e altre persone di fede in più di duecento paesi, per un totale di oltre novantatré lingue, assistono a queste sessioni o leggono i messaggi della Conferenza.
Veniamo qui dopo aver pregato ed esserci preparati. Molti di noi hanno preoccupazioni pressanti e domande importanti. Vogliamo rinnovare la fede nel nostro Salvatore, Gesù Cristo, e rafforzare la nostra capacità di resistere alla tentazione e di evitare le distrazioni. Veniamo per essere istruiti dall’alto.
La mente e la volontà del Signore
Per la Prima Presidenza e i Dodici, che normalmente parlano a ciascuna conferenza, la grandissima responsabilità di preparare dei messaggi è sia un fardello ricorrente sia un incarico sacro.
Anni fa, prima di servire come Autorità generale, chiesi all’anziano Dallin H. Oaks se preparasse un discorso distinto per ciascuna conferenza di palo. Rispose di no, ma aggiunse: “I miei discorsi della Conferenza generale, però, sono diversi. Mi può capitare di scrivere la bozza 12–15 volte per essere sicuro di dire quello che il Signore vuole che dica”.
Quando e come arriva l’ispirazione per i discorsi della Conferenza generale?
Poiché non viene assegnato alcun argomento specifico, a ogni conferenza vediamo il cielo coordinare meravigliosamente i contenuti e i temi di verità eterna.
Uno dei Fratelli mi ha detto che il suo tema per questa conferenza gli è stato dato immediatamente dopo il discorso tenuto lo scorso aprile. Un altro, tre settimane fa, ha menzionato il fatto che stava ancora pregando il Signore e attendendo la Sua risposta. Un altro ancora, interpellato sul tempo che ci era voluto per preparare un discorso particolarmente toccante, ha risposto: “Venticinque anni”.
Talvolta l’idea centrale può giungere in fretta, ma il contenuto e i dettagli richiedono ancora una lunga scalata spirituale. Il digiuno e la preghiera, lo studio e la fede fanno sempre parte del processo. Il Signore non vuole nessuna idea personale che attutisca la Sua voce diretta ai santi.
La guida per un discorso della Conferenza generale spesso giunge la sera o nelle prime ore del mattino, quando il discorso è lontano dai pensieri della mente. Improvvisamente, dei concetti inattesi e, a volte, delle parole e delle frasi precise scorrono come pura rivelazione.
Mentre ascoltate, i messaggi che ricevete possono avere un significato letterale oppure possono assumere un significato su misura solo per voi.
A una conferenza in cui ho parlato molti anni fa, ho raccontato di una frase che mi è giunta alla mente mentre mi domandavo se ero pronto per svolgere una missione. La frase era: “Tu non sai tutto, ma sai abbastanza!”. Una ragazza presente a quella conferenza generale quel giorno mi ha detto che stava pregando riguardo a una proposta di matrimonio, chiedendosi quanto bene conoscesse quel giovane. Quando ho pronunciato le parole: “Tu non sai tutto, ma sai abbastanza!”, lo Spirito le ha confermato che in realtà lei lo conosceva abbastanza. Ora sono felicemente sposati da molti anni.
Vi prometto che, se preparerete il vostro spirito e verrete con l’aspirazione di udire la voce del Signore, vi giungeranno nella mente pensieri e sentimenti che sono personalizzati apposta per voi. Li avete già ricevuti in questa conferenza oppure li riceverete quando studierete i messaggi nelle prossime settimane.
Per adesso e per i mesi futuri
Il presidente Monson ha detto:
“[Dedicate] del tempo a leggere i messaggi della conferenza”.
“[Meditateli]. Ho scoperto di riuscire a cogliere molto di più da questi sermoni ispirati quando li studio più profondamente”.
Gli insegnamenti della Conferenza generale sono le riflessioni che il Signore vuole che teniamo presenti adesso e nei prossimi mesi.
Il pastore “va innanzi [alle sue pecore], e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce”.
Spesso la Sua voce ci dice di cambiare qualcosa nella nostra vita. Egli ci invita a pentirci. Ci invita a seguirLo.
Pensate a queste dichiarazioni fatte durante questa conferenza.
Dal discorso di questa mattina del presidente Henry B. Eyring: “Attesto che Dio Padre vive e vuole che torniate a casa da Lui. Questa è la vera chiesa del Signore Gesù Cristo. Egli vi conosce, vi ama e veglia su di voi”.
Dal discorso di ieri del presidente Dieter F. Uchtdorf: “Attesto che, quando intraprendiamo o proseguiamo il viaggio incredibile che conduce a Dio, la nostra vita migliora […] e il Signore si serve di noi in modi straordinari per benedire chi ci sta intorno e per far avverare i Suoi propositi eterni”.
Dal discorso di ieri pomeriggio del presidente Russell M. Nelson: “Vi prometto che se vi immergerete quotidianamente nel Libro di Mormon, potrete essere vaccinati contro i mali di oggi, compresa addirittura la piaga tenace della pornografia e altre dipendenze che intorpidiscono la mente”.
Dal discorso di ieri dell’anziano Dallin H. Oaks: “Attesto che il proclama sulla famiglia è una dichiarazione di verità eterna, la volontà del Signore per i Suoi figli che cercano la vita eterna”.
Dal discorso che l’anziano M. Russell Ballard ha pronunciato pochi minuti fa: “Dobbiamo abbracciare i figli di Dio con compassione ed eliminare qualsiasi pregiudizio, inclusi razzismo, sessismo e nazionalismo”.
Dato che abbiamo ancora qualche minuto vorrei aggiungere una breve riflessione sull’anziano Robert D. Hales. La Prima Presidenza aveva detto che, se la salute glielo avesse permesso, avrebbe potuto portare un breve messaggio durante la Sessione della domenica mattina. Nonostante la salute non glielo consentisse, egli ha preparato un messaggio, che ha terminato la settimana scorsa e che ha condiviso con me. Poiché l’anziano Hales ci ha lasciati circa tre ore fa, riporto solo tre righe del suo discorso.
Ha scritto: “Quando scegliamo di avere fede, siamo preparati a stare alla presenza di Dio. […] Dopo la Sua crocifissione, il Salvatore apparve solo a coloro che ‘erano stati fedeli nella testimonianza di Gesù mentre vivevano nella mortalità’ [DeA 138:12]. Coloro ‘che avevano rigettato le testimonianze e gli ammonimenti degli antichi profeti [non poterono vedere] la […] presenza [del Salvatore], né [poterono guardare] il suo volto’ [DeA 138:21]. La nostra fede ci prepara a stare alla presenza del Signore”.
Quanto è stato premuroso il Signore a suggerire al presidente Russell M. Nelson subito dopo la sessione di questa mattina di lasciare in fretta l’edificio e, saltando il pranzo, di recarsi velocemente al capezzale dell’anziano Hales, in modo da poter arrivare in tempo ed essere lì, quale suo presidente di quorum, al fianco dell’angelica Mary Hales mentre l’anziano Hales terminava la sua prova terrena.
Rispondere alla voce del Signore
Attesto che in questa conferenza abbiamo udito la voce del Signore.
Non dovremmo allarmarci quando le parole dei servitori del Signore vanno contro il pensiero del mondo e, talvolta, contro il nostro modo di vedere. È sempre stato così. Mi inginocchio nel tempio assieme ai miei Fratelli. Testimonio della bontà della loro anima. Il loro più grande desiderio è compiacere il Signore e aiutare i figli di Dio a ritornare alla Sua presenza.
I Settanta, il Vescovato, la presidenza generale della Società di Soccorso, delle Giovani Donne e della Primaria e le altre organizzazioni ausiliarie hanno apportato grandissima ispirazione a questa conferenza, come hanno fatto pure la bellissima musica e le preghiere devote.
C’è un tesoro di guida celeste che aspetta di essere scoperto nei messaggi della Conferenza generale. La prova per ciascuno di noi è come rispondiamo a ciò che udiamo, a ciò che leggiamo e a ciò che proviamo.
Desidero raccontare un’esperienza sul rispondere alle parole profetiche tratta dalla vita del presidente Russell M. Nelson.
Nel 1979, cinque anni prima della sua chiamata ad Autorità generale, il fratello Nelson ha partecipato a una riunione tenutasi poco prima della Conferenza generale. “Il presidente Spencer W. Kimball ha invitato tutti i presenti ad allungare il passo nel portare il Vangelo al mondo intero. Tra i paesi che il presidente Kimball ha specificamente menzionato c’era la Cina, con la dichiarazione: ‘Dovremmo rendere servizio ai cinesi. Dovremmo imparare la loro lingua. Dovremmo pregare per loro e aiutarli’”.
All’età di 54 anni, il fratello Nelson ha avuto la sensazione, durante quella riunione, di dover studiare il mandarino. Benché fosse un cardiochirurgo impegnato, si è messo subito al lavoro con un insegnante.
Non molto tempo dopo aver iniziato a studiare questa lingua, a un convegno il dottor Nelson si è inaspettatamente trovato a sedere accanto a “un noto chirurgo cinese, il dottor Wu Yingkai. […] Dato che aveva studiato il mandarino, [il fratello Nelson] ha iniziato [una] conversazione [con il dottor Wu]”.
Il desiderio del dottor Nelson di seguire il profeta ha fatto sì che il dottor Wu visitasse Salt Lake City e che il dottor Nelson si recasse in Cina per tenere conferenze ed eseguire operazioni chirurgiche.
Il suo amore per il popolo cinese e l’amore e il rispetto di quest’ultimo per lui sono cresciuti.
Nel febbraio del 1985, dieci mesi dopo la sua chiamata nel Quorum dei Dodici, l’anziano Nelson ha ricevuto una telefonata a sorpresa dalla Cina con cui lo si pregava di andare a Pechino per operare il debole cuore della cantante operistica più famosa della Cina. Incoraggiato dal presidente Gordon B. Hinckley, l’anziano Nelson è tornato in Cina. L’ultima operazione chirurgica che egli ha eseguito è stata nella Repubblica Popolare Cinese.
Appena due anni fa, nell’ottobre del 2015, il presidente Russell M. Nelson è stato ancora una volta omaggiato con una dichiarazione ufficiale, che lo nominava “vecchio amico della Cina”.
Poi ieri abbiamo ascoltato il novantatreenne presidente Russell M. Nelson parlare di come alla passata conferenza di aprile il presidente Thomas S. Monson ha implorato “ciascuno di noi di studiare ogni giorno il Libro di Mormon con l’aiuto della preghiera e di meditarne gli insegnamenti”.
Proprio come ha fatto prendendo lezioni di mandarino quando era un cardiochirurgo impegnato, il presidente Nelson ha seguito subito il consiglio dato dal presidente Monson e l’ha messo in pratica nella sua vita. Oltre alla semplice lettura, ha detto di aver “fatto un elenco di ciò che il Libro di Mormon è, di ciò che afferma, di ciò che confuta, di ciò che adempie, di ciò che chiarisce e di ciò che rivela”.
E poi, è interessante che proprio questa mattina, come un secondo testimone, anche il presidente Henry B. Eyring abbia parlato questa mattina della sua risposta all’ammonimento del presidente Monson. Ricordate queste parole? “Come molti di voi, ho ascoltato le parole del profeta come se mi fossero state dette dalla voce dell’Eterno. E, sempre come molti di voi, ho deciso di obbedire a tali parole”.
Spero che possiamo vedere questi come esempi per la nostra vita.
Una promessa e una benedizione
Prometto che, se ascolterete la voce del Signore che vi è rivolta negli insegnamenti di questa conferenza generale e poi agirete in base a quei suggerimenti spirituali, sentirete su di voi la mano del cielo e la vita vostra e di chi vi circonda sarà benedetta.
Durante questa conferenza, abbiamo pensato al nostro caro profeta. Le vogliamo bene, presidente Monson. Chiudo con alcune delle parole che lui ha pronunciato da questo pulpito. Credo che sia una benedizione che egli vorrebbe impartire a ciascuno di noi oggi, se potesse essere con noi. Ha detto: “Nel lasciare questa conferenza, invoco le benedizioni del cielo su ciascuno di voi. […] Prego il Padre Celeste di benedire voi e le vostre famiglie. Possano i messaggi e lo spirito di questa conferenza riflettersi su tutto ciò che fate: nelle vostre case, nel lavoro, nelle riunioni e in ogni vostra opera”.
Ha poi concluso: “Vi voglio bene. Prego per voi. Possa Dio benedirvi. Possa la Sua pace promessa essere con voi adesso e per sempre”.
Nel nome di Gesù Cristo. Amen.