Ascolta il profeta
Seguire la massa
L’anno in cui c’iscrivemmo alle medie, l’edificio non era in grado di accogliere tutti gli studenti, così la nostra classe fu trasferita nella scuola elementare. Eravamo furiosi, poiché avevamo trascorso sei anni in quell’edificio e pensavamo di meritare qualcosa di meglio. I ragazzi della classe si riunirono dopo le lezioni. Decidemmo che avremmo scioperato.
Il giorno dopo non ci facemmo vedere, però non avevamo nessun posto in cui andare: non potevamo stare a casa, poiché le nostre mamme avrebbero cominciato a fare domande; non potevamo andare in città a vedere uno spettacolo, poiché non avevamo i soldi per pagare; preferimmo non andare al parco, per timore di essere visti; così, non facemmo che girovagare qua e là, sprecando la giornata.
Il mattino seguente, il direttore, Mr. Stearns, ci attese all’ingresso della scuola. C’informò che non potevamo tornare a scuola senza una giustificazione scritta dei nostri genitori. Scioperare, egli disse, non era il modo di risolvere un problema. Se avevamo di che lamentarci, potevamo andarlo a trovare nel suo ufficio e parlarne.
Ricordo di essere tornato a casa a testa bassa e a passi lenti. Mia madre mi chiese che cosa non andasse. Le raccontai l’accaduto. Ella scrisse una giustificazione, molto breve, ma che fu il rimprovero più duro che mi abbia mai rivolto.
«Caro Mr. Stearns,
la prego di scusare Gordon per l’assenza di ieri. Il suo gesto è stato semplicemente un impulso a seguire la massa».
Non ho mai dimenticato la giustificazione che mi scrisse mia madre. Promisi a me stesso che non avrei mai fatto nulla basandomi solo sulla tendenza a seguire la folla. Decisi proprio allora che avrei preso le decisioni basandomi sui miei principi, senza lasciarmi influenzare in una direzione o nell’altra da chi mi era attorno. Quella decisione mi fu molto utile in numerose occasioni.
Tratto da un discorso tenuto alla conferenza generale di aprile 1993.