Qualcuno che ascoltasse
Le mie compagne di stanza, nonché gli amici, avevano ignorato i miei sforzi missionari ma io ho continuato a pregare per avere la possibilità di parlare del Vangelo.
Nel mio dormitorio presso l’università di Ibadan, in Nigeria, era una serata rumorosa. Fuori pioveva a dirotto e dalla finestra entrava una brezza fresca. Dalle stanze del mio piano giungeva musica di diversi tipi e le ragazze cantavano e si chiamavano a vicenda.
La mia sorella più grande era andata a trovare degli amici, mentre io avevo scelto di rimanere e preparare la cena per me e le mie compagne di stanza. Non so il motivo, ma avevo avvertito l’impressione di dover rimaner dentro.
Appena iniziai a preparare la zuppa, entrò Ifeoma, che era una missionaria per una chiesa che teneva le riunioni al campus. Ella e le mie compagne di stanza iniziarono a parlare. Lei per un certo tempo si diede a predicare e le invitò ad andare nella sua chiesa. Le mie compagne accettarono di buon grado l’invito.
Rimasi delusa, poiché l’invito che io avevo loro esteso di frequentare la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni non era stato accolto. La prima volta che ci provai misero in ridicolo me e la Chiesa. Nel corso dei successivi tre anni, anche gli altri tentativi erano falliti. Mi sentivo frustrata come «membro missionario». Una voce dentro me, tuttavia, aveva insistito: «Non desistere». Così, spesso ho digiunato e pregato per incontrare a scuola qualcuno che avrebbe ascoltato il Vangelo.
«Ciao», mi disse Ifeoma, dedicandomi la sua attenzione. «Ti dispiace ascoltarmi mentre cucini?»
«No, per nulla».
Mi chiese: «Sei nata di nuovo?»
«Sì, se per ‹nascere di nuovo› intendi ciò che Gesù insegnò a Nicodemo» (vedere Giovanni 3:1–21).
«È interessante. Posso sapere in che chiesa vai?»
Risposi: «Frequento la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni».
«I mormoni?», chiese con un certo stupore. «So che usano una Bibbia diversa».
«Non si tratta di una Bibbia, ma del Libro di Mormon», spiegai. «È un altro testamento di Gesù Cristo».
«Mi puoi dire in cosa consiste il vostro credo?»
«Certo», le risposi con sicurezza. Le parlai degli Articoli di Fede e del Libro di Mormon, poi continuai sulla fede in Gesù Cristo, il pentimento e il battesimo. Ella ascoltò in silenzio. Alla fine portai la mia testimonianza e le regalai la copia del Libro di Mormon che avevo preparato da dare a qualcuno.
«Ma, posso tenerlo?», mi chiese.
«Sì. È un mio dono per te». La invitai poi ad aprire il libro e a leggere 2 Nefi 25:26. Lesse con grande contentezza: «Noi parliamo di Cristo, gioiamo in Cristo, predichiamo il Cristo, profetizziamo di Cristo e scriviamo secondo le nostre profezie affinché i nostri figlioli possano sapere a quale fonte possono rivolgersi per la remissione dei loro peccati».
Quando Ifeoma finì di leggere il suo volto si era fatto serio. Sentii che si era convinta che ciò che avevo detto era vero.
«E dire che io pensavo che i membri della tua chiesa non credessero in Cristo», aggiunse a bassa voce.
La invitai a venire in chiesa con me la domenica seguente, al ché accettò. Disse: «Grazie, Ngozi. Non ho mai sentito un calore simile a quello avvertito oggi mentre parlavo con te».
Se ne andò e io compresi la ragione per cui avevo sentito fortemente di dover rimanere piuttosto che uscire con mia sorella. Ero stata guidata dallo Spirito e, alla fine, ero riuscita a condividere il Vangelo con qualcuno disposto ad ascoltare.
Ngozi F. Okoro è membro del Ramo Ibadan 1, Distretto di Ibadan, Nigeria.