Superare il dolore ci ha reso migliori
Non dimenticheremo mai la domenica in cui una nuova famiglia di origini tedesche si trasferì nel Ramo Pusuqui di Quito, in Ecuador. Durante la riunione sacramentale, il presidente di ramo presentò la famiglia Fuchs e noi sentimmo immediatamente che si trattava di persone speciali.
Al termine della riunione portai la mia famiglia a salutarli. Andreas, il più grande dei loro figli, ci salutò calorosamente e si presentò come Andy. In quel momento qualcosa segnò l’inizio di un’amicizia destinata a diventare profonda, vera e, certamente, eterna—amicizia che ha lasciato in noi un retaggio indimenticabile.
Passò del tempo e la famiglia Fuchs fu molto coinvolta nel nostro ramo. A quel tempo ero presidente dei Giovani Uomini e notai subito l’entusiasmo che Andy mostrava in tutte le cose. Quando iniziavamo un progetto di servizio, egli era il primo a presentarsi, con un grande sorriso.
Questo ragazzo era una persona straordinaria, grazie alla bontà del nostro Padre celeste e alla guida dei suoi genitori terreni. Sin da piccolo era stato nutrito con affetto e pazienza. Lui e suo padre, Horst, facevano molte attività insieme ed erano l’uno indispensabile all’altro. Questo esempio rese Andy tanto maturo che a quattordici anni era una persona utile e capace. Le sue molte capacità non finivano mai di stupirci, tuttavia, egli era modesto. S’impegnava completamente per istruirsi sul vangelo di Gesù Cristo e non perse occasione di parlare alla gente della Chiesa.
Nessuno immaginava che Andy ci avrebbe lasciato così presto. Ricordiamo ancora quel doloroso sabato in cui venimmo a conoscenza della sua morte tragica.
Quella mattina egli decise di recarsi in bicicletta sulla sommità di una collina della zona. L’aveva già fatto una volta con suo padre ed era deciso a ripetere l’impresa da solo. Dopo aver ottenuto il permesso del padre, partì. Mentre stava risalendo la collina, un camion che trasportava legna a valle sbandò violentemente e colpì Andy, uccidendolo all’istante. Per noi fu difficile accettare che questa tragedia fosse occorsa a un giovane così brillante e promettente.
Il conducente del camion rimase gravemente ferito. Fu portato all’ospedale di Quito e messo sotto sorveglianza da parte della polizia, in modo che non potesse sfuggire alla giustizia per ciò che aveva fatto. Pensavamo che, sicuramente, sarebbe stato ritenuto responsabile dell’incidente, ma abbiamo tutti imparato a perdonare da Horst Fuchs.
Io e il presidente di ramo accompagnammo il fratello Fuchs per il riconoscimento del corpo di Andy. Benché la morte del figlio lo addolorasse moltissimo, egli perdonò la persona che aveva tolto la vita ad Andy. Si rifiutò di serbare del malanimo nel cuore. Qualche giorno dopo andò in ospedale a trovare il conducente del camion e gli disse che lo perdonava. Gli offrì il suo aiuto e gli parlò del vangelo di Gesù Cristo. Mentre l’uomo era in convalescenza a casa, iniziò ad ascoltare le lezioni dai missionari, accompagnati dal fratello Fuchs, il quale si diede anche da fare affinché tutte le accuse contro il conducente fossero ritirate.
So che questa dimostrazione d’amore trova il suo fondamento nel vangelo di Gesù Cristo—il Vangelo secondo cui la famiglia Fuchs vive. Questa famiglia è invero eccezionale: l’esempio di queste persone ci ha mostrato che solo attraverso Cristo giunge una grande forza, come pure conforto e sostegno.
Superare il dolore ci ha reso persone migliori. Benché avessimo compreso che lungo il nostro cammino esistenziale ci sarebbero state delle lacrime, il nostro ramo ha imparato, dal retaggio lasciato da Andy e dall’esempio di suo padre, che dobbiamo avere fede e lavorare con diligenza per osservare e condividere il Vangelo tutti i giorni. Grazie a Gesù Cristo, abbiamo fede che incontreremo di nuovo Andy.
Washington Zambrano è membro del Rione San Juan, Palo Santa Ana di Quito, Ecuador.