2007
Un fermo sostegno in un mondo vacillante
Giugno 2007


Un fermo sostegno in un mondo vacillante

Fate in modo che ciò che non conoscete non scuota la vostra fede in quello che conoscete.

La mattina del 1° novembre 1755 un fortissimo terremoto spianò molti quartieri di Lisbona, in Portogallo, scatenando un maremoto con onde alte dai cinque ai dieci metri che si abbatterono sul porto, e causando un incendio che infuriò per più di tre giorni. Il disastro causò la morte di migliaia di persone.

Questo terremoto devastante scosse non solo gli edifici. Poiché la catastrofe capitò mentre i cristiani si riunivano per celebrare una delle maggiori feste religiose, Tutti i Santi, da una parte all’altra del continente anche la fede dei credenti vacillò.

Questo scossone spirituale può capitare nella vita in maniera inaspettata, come le attività sismiche, e potenzialmente può causare altrettanti danni.

«Spesso affrontiamo situazioni che possono scuotere la nostra fede», afferma Patricia Moreira, membro del Palo di Lisbona, che spiega ciò le è capitato negli ultimi vent’anni, da quando si è unita alla Chiesa da sola. «Possono esserci domande poste da persone che non appartengono alla Chiesa, attacchi da parte di oppositori, o semplicemente cose che non comprendiamo».

Quando le domande che non sembrano trovar risposta accrescono la tensione a livello della linea di faglia che separa il mondo e il Vangelo, il conseguente terremoto può causare vittime della fede tra coloro le cui fondamenta sono deboli.

Un fermo sostegno

Nella geotettonica spirituale, non è la vicinanza all’epicentro che determina l’effetto del terremoto sulla nostra testimonianza, bensì la prossimità a Dio.

«Il nostro fondamento è Gesù Cristo e il Suo vangelo» (vedere Luca 6:47–48), sostiene la sorella Moreira in una conversazione sull’argomento tenuta con alcuni amici non sposati del palo.

«Non abbiamo fondamenta senza di Lui», aggiunge Darryl Nequetela, un convertito da appena più di un anno. «Alcune fondamenta sono deboli, ma le Sue sono sicure e stabili» (vedere Helaman 5:12).

Nessuna alluvione di dubbi, nessun incendio filosofico, nessun terremoto di scetticismo di qualsiasi grado può distruggere la rocca del nostro Redentore, la pietra angolare, il nostro vero fondamento, Gesù Cristo.

«So di essere al sicuro se sono edificato sul Suo fondamento», attesta il fratello Nequetela.

Quando il terreno inizia a tremare

Questi Santi degli Ultimi Giorni conoscono le scosse sismiche di Satana.

Sul posto di lavoro Francisco Lopes (che da allora si è sposato) era vittima di frequenti scosse spirituali. «Alcune persone con le quali lavoravo erano scettiche riguardo alla mia religione e mi criticavano per le mie credenze», racconta. «Spesso mi contestavano con le conoscenze scientifiche che sembravano in conflitto con la nostra fede».

Il fratello riferisce discussioni sull’evoluzione, il DNA, eccetera. «Facevano del loro meglio per convincermi che la Chiesa è falsa», riferendosi alle domande per le quali aveva poche risposte. «Dovetti fare affidamento sulla mia testimonianza di Dio e del Suo vangelo. Sono grato per questo fondamento».

Il fratello Lopes, tuttavia, attesta che una volta che il terreno inizia a tremare è troppo tardi per iniziare a prepararsi.

«Avremo bisogno di avere sviluppato e nutrito la fede in Gesù Cristo molto prima che Satana ci colpisca»,1 dichiarò l’anziano Henry B. Eyring, membro del Quorum dei Dodici Apostoli.

Edifichiamo sulla roccia

Come rendiamo Cristo il nostro fondamento?

L’anziano Eyring insegnò: «Noi siamo al sicuro sulla roccia del Salvatore, dopo che con fede ci siamo consegnati a Lui, abbiamo risposto all’invito dello Spirito Santo di osservare abbastanza a lungo e fedelmente i comandamenti, tanto che il potere dellha cambiato il nostro cuore. Quando, tramite questa esperienza, siamo diventati come un fanciullo nella capacità di amare e obbedire, allora abbiamo eretto fondamenta sicure».2

Occorre fede. Ci vuole obbedienza e pentimento. E ci vuole del tempo.

«Abbiamo bisogno di nutrire la fede con la preghiera quotidiana, con lo studio giornaliero delle Scritture, con il servizio riguardante la nostra chiamata, con l’osservanza dei comandamenti, facendo del nostro meglio per diventare persone migliori», spiega la sorella Moreira, la cui madre e la cui sorella si sono unite alla Chiesa quando ella ha iniziato a edificare sulla roccia. «Credo che abbiamo bisogno di seguire il consiglio del presidente Monson di riempire la nostra mente di verità, il nostro cuore d’amore e la nostra vita di servizio».3

«Possiamo prepararci per le prove cercando di conoscere il Signore e come Egli aiuta i Suoi figli [vedere 1 Nefi 2:12]. Le Scritture ci aiutano in questo», afferma il fratello Nequetela. «Sviluppiamo la fede camminando sul sentiero della rettitudine».

Trovare una risposta alle domande difficili

Talvolta, come nel caso del fratello Lopes, i santi si trovano di fronte a domande cui non sanno rispondere. Il fratello Lopes, tuttavia, ha fatto in modo che ciò che non conosceva non scuotesse la sua fede in quello che conosceva.

«Ci sono ancora cose che non conosco, però non le metto in dubbio, perché so che a Suo tempo Iddio mi rivelerà quello che ho bisogno di sapere, non secondo i miei tempi né quando lo desidero io, ma quando Egli riterrà che sia necessario rivelarlo».

Che cosa fa una persona quando si trova davanti a domande difficili che sembrano non avere risposta?

«La maggior parte delle risposte è nelle Scritture», dice il fratello Lopes, cui sono state poste domande non solo dagli amici e dai colleghi, ma anche dai genitori, che contestarono la sua decisione di unirsi alla Chiesa quando aveva quattordici anni. «Trovare e comprendere queste domande dipende dalla rivelazione personale. Posso inoltre andare dai dirigenti della Chiesa oppure chiedere direttamente a Dio. Sono grato per lo Spirito Santo e perché ho un Padre celeste premuroso».

La pazienza nella rivelazione

Se attraverso la preghiera, la lettura delle Scritture e lo studio delle parole dei dirigenti non troviamo una risposta, aspettiamo (vedere DeA 101:16).

«Cerco di essere paziente», afferma il fratello Nequetela, che nel 2000 giunse dall’Angola in Portogallo per studiare. «Anche se non ho una risposta, lo Spirito Santo ci conforta facendoci sapere che dobbiamo pazientare, che Dio dà linea su linea, precetto su precetto, e che dovremmo accettare il fermo decreto di un Dio giusto. Egli sa ciò che è meglio per noi e ci rivela ogni cosa a tempo debito».

La pazienza nella rivelazione è la storia della Restaurazione. La Chiesa è stata restaurata sul fondamento originale: il vangelo di Gesù Cristo. Ciò, tuttavia, non è avvenuto tutto in una volta. Secondo il profeta Joseph Smith le risposte alle domande evangeliche giunsero «linea su linea, precetto su precetto, qui un poco e là un poco; che ci hanno dato consolazione esponendoci ciò che è a venire, e confermano la nostra speranza!» (DeA 128:21) e continuerà ad essere così.

«Noi crediamo in tutto ciò che Dio ha rivelato, in tutto ciò che rivela ora, e noi crediamo che Egli rivelerà ancora molte cose grandi e importanti relative al Regno di Dio» (Articoli di Fede 1:9).

La restaurazione degli ultimi giorni

Al di sopra della moderna Lisbona, il fratello Nequetela guarda verso la città dai bastioni del Castelo São Jorge (Castello di San Giorgio) e prende in considerazione l’opera di restauro avvenuta dopo il disastro del 1755.

La città ricostruita è ancora una volta fiorente; il castello, gravemente danneggiato dal terremoto, è stato restaurato sulle fondamenta originali. Attraverso la restaurazione del Vangelo la gente sta apprendendo come e dove riporre la fede che rimarrà salda a prescindere dalla causa delle scosse.

Il nostro giorno di prova

«Quello di cui avremo bisogno nel giorno della nostra prova sarà una preparazione spirituale, che consiste nell’aver sviluppato una fede in Gesù Cristo tanto possente da superare l’esame della vita, da cui dipende ogni cosa in serbo per noi nell’eternità… Avremo bisogno di avere sviluppato e nutrito la fede in Gesù Cristo molto prima che Satana ci colpisca—come certamente capiterà—con il dubbio, solleticando i desideri carnali, con una voce mendace che ci dirà che il bene è male e che non c’è peccato. Queste tempeste spirituali stanno già imperversando. Possiamo aspettarci che peggiorino sino al ritorno del Salvatore».

Anziano Henry B. Eyring, membro del Quorum dei Dodici Apostoli, «La preparazione spirituale: iniziate presto e siate costanti», Liahona, novembre 2005, 37, 38.

Note

  1. «La preparazione spirituale: iniziate presto e siate costanti», Liahona, novembre 2005, 38.

  2. «Come un fanciullo», Liahona, maggio 2006, 15.

  3. Vedere Thomas S. Monson, «La formula del successo», La Stella, agosto 1995, 7.