Aggiungi luce alla tua vita
Molti di voi stanno combattendo con la propria identità. Alcuni di voi possono chiedersi cosa vi riserva il futuro. Il mondo presenta allettanti attrattive. È sconcertante: non solo alcuni di voi possono essere insicuri su dove stanno andando, ma possono anche mettere in dubbio il loro valore reale. Lasciate che vi rassicuri: io credo con tutto il mio cuore che voi siate una generazione eletta.
Vi parlerò di come uscire dalle tenebre e giungere alla luce. Michea disse: «Se seggo nelle tenebre, l’Eterno è la mia luce» (Michea 7:8).
Come siamo illuminati
Noi riceviamo luce dal Signore. Questo può accadere quando studiamo le Scritture e «i nostri occhi [sono] aperti e il nostro intelletto [è] illuminato» (DeA 76:12). Lo studio quotidiano delle Scritture accende la luce della nostra percezione spirituale e apre la comprensione all’ulteriore conoscenza. Cerco di leggere le Scritture alla fine della giornata, perché m’infondono una gran pace e dormo meglio.
Riceviamo una luce spirituale quando partecipiamo alla riunione sacramentale. Prendere il sacramento e l’ispirazione derivante dall’adorazione ricaricano ogni settimana le nostre batterie spirituali.
Riceviamo una luce spirituale quando accettiamo le chiamate. Servire in una chiamata della Chiesa porta benefici più a noi che agli altri.
Riceviamo una luce spirituale quando paghiamo la decima, in modo che le cateratte del cielo possono aprirsi (vedere Malachia 3:10).
Riceviamo una luce spirituale quando cantiamo gli inni. Cantare gli inni ci rafforza e ci riunisce spiritualmente.
Riceviamo una luce spirituale quando preghiamo. Da ragazzo il profeta Joseph Smith lesse: «Che se alcuno di voi manca di sapienza, la chiegga a Dio che dona a tutti liberalmente senza rinfacciare, e gli sarà donata» (Giacomo 1:5).
Vi raccomando di leggere il resoconto della Prima Visione che seguì quando decise di cercare sapienza da Dio. Egli scrisse: «Quando la luce stette su di me, io vidi…» Che cosa vide? Vide il Padre e il Figlio. Quando la visione terminò, raccontò: «Quando la luce se ne fu andata, non avevo più forze» (Joseph Smith— Storia 1:17, 20).
Ovviamente, non ci aspettiamo una visita celeste, ma abbiamo certamente diritto a una crescita spirituale e ad un’illuminazione intellettuale, se cerchiamo «prima il regno e la giustizia di Dio» (Matteo 6:33).
Su che cosa s’incentra la nostra fede?
In parte, la luce che riceviamo dipende da ciò su cui incentriamo la fede. Vedete questo punto quale repressione o liberazione? Quando i giovani maturano, provano un nuovo potere, nuove passioni e nuove ambizioni. Viene però loro detto che devono controllarsi. Tenere a freno le passioni, o controllarsi, è necessario per la crescita e il progresso personale. Alma disse: «Bada… di tenere a freno tutte le tue passioni, affinché tu possa essere pieno d’amore» (Alma 38:12).
Qualche anno fa un programma trasmesso in questo paese parlava di carcerati che addomesticavano cavalli selvaggi. Man mano che i prigionieri stringevano amicizia con i cavalli, apprendevano la pazienza, il controllo dell’ira, il rispetto per gli altri e il valore di lavorare in un sistema. Nell’osservare i cavalli che imparavano a obbedire ai loro ordini, si resero conto che avrebbero potuto evitare i terribili errori che li avevano portati in prigione.
Nella nostra società moderna tante voci in libri, riviste, televisione e film dipingono l’intimità sessuale al di fuori del matrimonio come accettabile socialmente, persino desiderabile. Alcuni giovani, ingannati da questa filosofia, si chiedono: «Che cosa c’è di sbagliato? Siamo innamorati!» L’anziano Jeffrey R. Holland, membro del Quorum dei Dodici Apostoli, ha risposto in questa maniera:
«Nelle questioni dell’intimità umana dovete aspettare! Dovete aspettare sino a quando potrete dare ogni cosa; e non potete dare ogni cosa sino a quando non sarete legalmente e legittimamente sposati. Dare illecitamente ciò che non è vostro (ricordate: ‹non appartenete a voi stessi› [1 Corinzi 6:19]) e offrire soltanto una parte di ciò che non può essere seguito dal dono di tutto il vostro essere è una forma emotiva di roulette russa. Se insistete nel cercare la soddisfazione fisica senza la sanzione del cielo correte il terribile rischio di subire un tale danno psichico-spirituale che potrebbe minare sia il vostro desiderio di intimità fisica sia la vostra capacità di dedicarvi interamente a un successivo e più vero amore… Il giorno del vostro matrimonio, il più bel dono che potrete fare al vostro compagno o alla vostra compagna per l’eternità è la vostra purezza e la vostra dignità di avere tale purezza in cambio».1
La fede ci porta fuori delle tenebre
La fede non è un insieme di credenze e pratiche troppo pesanti da portare. Coloro che sono usciti dalle tenebre scoprono che la fede li ha sostenuti. La fede non è pesante, ci eleva e ci dà le ali per volare al di sopra delle situazioni difficili. Come promise Isaia: «Ma quelli che sperano nell’Eterno acquistan nuove forze, s’alzano a volo come aquile; corrono e non si stancano, camminano e non s’affaticano» (Isaia 40:31).
Uscire dalle tenebre nella luce ci libera dal lato oscuro della nostra anima, che è dovuto alla paura, allo scoraggiamento e al peccato. Vi potete accorgere che una persona è giunta alla luce dal suo volto e atteggiamento. Il Salvatore lo spiegò bene: «Io son venuto perché abbian la vita e l’abbiano ad esuberanza» (Giovanni 10:10).
Dopo l’11 settembre 2001 ci siamo preoccupati per un’altra forma di oscurità: l’influenza dei terroristi e dei dirottatori dell’aria. Voi state crescendo in un mondo diverso da quello in cui sono cresciuto io. Per anni abbiamo volato in aereo senza che il nostro bagaglio fosse controllato o passasse attraverso i metal detector.
Miei cari giovani amici, i vostri nemici non sono tutti terroristi e dirottatori. Alcuni di loro sono nel vostro gruppo di coetanei, persino tra coloro che considerate amici, che vi incoraggiano a liberarvi dei freni inibitori e a provare la droga, l’alcol o ad avere rapporti intimi con una persona del sesso opposto o anche dello stesso sesso. Sono coloro che criticano, i dissenzienti, gli scettici, chiunque ci mantiene nelle tenebre e cerca d’impedirci di trovare la luce nel nostro viaggio eterno. Tra gli altri terroristi spirituali troviamo coloro che diffondono la pornografia e che non hanno valori morali. Queste persone sono nelle tenebre, mancano di fede e non hanno il desiderio di cercare una sorgente superiore a se stessi per trovare la risposta a delle domande o la soluzione a dei problemi. Alcuni hanno un egotismo tanto sviluppato, o una così misera immagine di se stessi e debole fede che non riescono a concepire il fatto di ottenere luce e conoscenza in qualche altro modo.
Diventiamo difensori della fede
Tutti noi dobbiamo diventare difensori della nostra fede. Quando lo facciamo, usciamo dalle tenebre e ci muoviamo verso la luce. Voi giovani siete partecipi della responsabilità di proclamare la verità del vangelo restaurato. Sarete efficaci in questo compito solo se cercherete di fare le cose giuste nella vita. Per fare questo avrete bisogno di avere una comprensione e una testimonianza delle dottrine basilari della Chiesa. Gli assoluti fondamentali della nostra fede sono: primo, che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, il redentore del mondo; secondo, che Dio il Padre e Suo Figlio, Gesù Cristo, apparvero davvero al profeta Joseph Smith, restaurando la pienezza del Vangelo e la vera chiesa.
Seguono quindi gli scopi della Chiesa: primo, preparare i suoi membri per la vita perfetta. «Voi dunque siate perfetti, com’è perfetto il Padre vostro celeste» (Matteo 5:48). Secondo, incoraggiare i fedeli a divenire un corpo di santi, uniti nella fede e nelle opere. Terzo, proclamare al mondo il messaggio della verità restaurata. Quarto, salvare i nostri morti.
Forse vi state preparando per servire come missionari a tempo pieno. Essere chiamati a svolgere una missione per questa Chiesa non è un diritto ma un privilegio. Il servizio missionario è pieno di gioie, ma non è divertente né un gioco: è duro lavoro. Ldel Signore ai missionari è contenuto nella sezione 4 di Dottrina e Alleanze: «O voi che vi imbarcate nel servizio di Dio, guardate di servirlo con tutto il cuore, facoltà, mente e forza, per poter stare senza biasimo dinanzi a Dio all’ultimo giorno» (versetto 2).
Tutto il servizio missionario suppone l’essere degni. Il Signore dichiarò: «Siate puri, voi che portate i recipienti del Signore» (DeA 38:42). Alcuni di voi sono degni, ma per impedimenti fisici non sono in grado di far fronte alla durezza del lavoro di proselitismo nel campo di missione. Potete trovare opportunità di servizio alternativo che vi porteranno grandi benedizioni.
Accettiamo l’Espiazione
Qualche anno fa, quando il presidente Merrill J. Bateman, membro della Presidenza dei Settanta, era in Giappone, i missionari gli presentarono un giovane fratello giapponese che si era appena unito alla Chiesa. Proveniva da un ambiente non cristiano. Quando aveva incontrato i missionari si era interessato al messaggio, ma non poteva capire né sentire la necessità di un Salvatore, e non aveva una testimonianza sul Vangelo. Un giorno i missionari decisero di mostrargli un film sull’Espiazione. Il giovane lo guardò, ma ancora non aveva una testimonianza.
«Il mattino dopo si recò al lavoro. Lavorava in un laboratorio dove si fabbricavano occhiali da vista… Una donna anziana entrò nel laboratorio. Il giovane ricordava d’averla veduta entrare alcune settimane prima, perché aveva rotto gli occhiali e aveva bisogno di un paio nuovo. Quando era venuta in precedenza non aveva abbastanza denaro, quindi era andata via dicendo che avrebbe risparmiato per acquistare gli occhiali. Quando la donna entrò quel giorno, di nuovo mostrò al giovane gli occhiali e il denaro che ora possedeva. Il giovane si rese conto che ella non aveva ancora abbastanza denaro. Allora pensò: Io ho un po’ di denaro. Senza dirlo a questa donna, posso pagare la differenza. Così le disse che il denaro che aveva raccolto era sufficiente. Prese i suoi occhiali [e] le fissò un appuntamento per tornare a ritirarli quando sarebbero stati pronti…
La donna tornò in seguito e gli occhiali erano pronti. Il giovane glieli consegnò ed ella se li mise [ed esclamò]… ‹Ora ci vedo. Ora ci vedo›. Poi scoppiò a piangere. A quel punto una sensazione di calore cominciò a svilupparsi nel petto del giovane e a diffondersi in lui. Egli disse: ‹Ora capisco! Ora capisco!› E anche lui cominciò a piangere. Corse fuori del laboratorio alla ricerca dei missionari. Quando li trovò, disse: ‹Ora ci vedo! I miei occhi sono stati aperti! So che Gesù è il Figlio di Dio. So che la pietra fu tolta dall’ingresso della tomba e che quel glorioso mattino di Pasqua Egli resuscitò dai morti. Quando io sono in difetto, Egli può pagare la differenza›».2
Possiamo tutti vedere mediante il lume dell’ispirazione, che è lo spirito dello Spirito Santo, che illuminerà il nostro cammino oscuro e difficile. Il modo più sicuro per uscire dalle tenebre verso la luce è attraverso la comunicazione con il nostro Padre celeste tramite il processo noto come rivelazione divina. Il presidente Wilford Woodruff (1807–1898) dichiarò: «Ogni qualvolta il Signore ha avuto su questa terra un popolo che Egli ha considerato come Suo, questo popolo è stato guidato per rivelazione».3 L’ispirazione di Dio è di-sponibile a tutti coloro che degnamente cercano la guida divina del Santo Spirito. Questo è particolarmente vero per coloro che hanno ricevuto il dono dello Spirito Santo.
La rivelazione continua
Coloro che desiderano passare dalle tenebre alla luce devono assicurarsi di essere in armonia con l’ispirazione e la rivelazione che viene mediante i nostri profeti, veggenti e rivelatori. Amos ci dice: «Poiché il Signore, l’Eterno, non fa nulla, senza rivelare il suo segreto ai suoi servi, i profeti» (Amos 3:7). I profeti si sono sintonizzati nell’arco dei secoli sulla stazione delle trasmissioni celesti col compito di riferire la parola del Signore agli altri.
Il modo migliore per voi giovani di giungere ad una maggiore armonia con il Salvatore è di sostenere il Suo profeta vivente sulla terra, il presidente della Chiesa. Se non seguiamo il profeta vivente, chiunque sia, rischiamo di morire spiritualmente.
Posso testimoniare che il processo della rivelazione continua è presente nella Chiesa molto frequentemente. È un fatto quotidiano, necessario affinché la Chiesa adempia la sua missione, senza il quale non riusciremmo nell’impresa. La Chiesa ha bisogno costantemente della guida del suo capo, il Signore e Salvatore Gesù Cristo.
La rivelazione continua non può essere forzata mediante una pressione esterna da parte di persone o eventi; non è la cosiddetta «rivelazione di progresso sociale»; non origina dai profeti, ma giunge da Dio. La Chiesa è governata dal profeta sotto ispirazione, guida e direzione del Signore.
Il mio credo e la mia consapevolezza della veridicità divina della Chiesa ha ora coperto un lungo periodo, sin da quando mi ricordi. Tale testimonianza è cresciuta sempre più forte col passare degli anni. La conoscenza certa della veridicità di questo vangelo è giunta prima della mia chiamata al santo apostolato e poi da allora è stata riconfermata molte volte. A voi giovani rendo testimonianza che il Vangelo contiene le risposte alle difficoltà e ai problemi della vita. È la strada sicura verso la felicità e l’adempimento della promessa del Salvatore, che è «pace in questo mondo e vita eterna nel mondo a venire» (DeA 59:23).
Articolo tratto dalla riunione del Sistema Educativo della Chiesa tenuta l’8 settembre 2002.