Parliamo di Cristo
Ogni prova può portare una fede più grande
L’autrice vive in Sardegna, Italia.
All’età di sette anni, quando venni a sapere che mio padre era rimasto ucciso in un incidente, pregai per un miracolo.
Da piccola, uno dei miei momenti preferiti della giornata era aspettare il ritorno a casa di mio padre dal lavoro. Guardavo fuori dalla finestra e lo vedevo arrivare, poi contavo ogni singolo passo che faceva verso casa, aspettando con impazienza la gioia che lui portava. Non avevo mai pensato che avrei dovuto fare a meno di quel sentimento.
Un giorno, quando avevo sette anni, al posto di mio padre venne un uomo con il volto funereo che rimase sulla porta e ci disse che mio padre era rimasto ucciso in un incidente.
Quel giorno rimasi in silenzio. Guardai mio fratello di quattro anni e mia madre, così giovane e sola, e non piansi. Non pensavo potesse essere vero, quindi andai alla finestra e mi misi a fissare la strada. Cominciai a sentire una forza insopportabile premere sulle mie spalle, un peso che non mi lasciava respirare normalmente, una pressione che mi opprimeva.
Poco tempo dopo la morte di mio padre, andai in camera mia alla luce fioca del tramonto e, come mi era stato insegnato, pregai il mio Padre Celeste. Lo supplicai di lasciarmi rivedere ancora il mio amato padre, solo per abbracciarlo. Nel mio cuore, ero sicura che il Padre Celeste avrebbe potuto concedermi questo miracolo.
Quel giorno non vidi mio padre né lo abbracciai, ma ricevetti molto di più. Fu come se sentissi le mani del Salvatore sulle mie spalle. La Sua presenza era quasi tangibile, mentre Egli rimuoveva il peso che mi opprimeva il petto.
Ora, a distanza di più di vent’anni, quel sollievo non mi ha mai abbandonata. A volte ho provato tristezza per la morte di mio padre, ma mai un senso di vuoto. Posso guardarmi indietro e notare quante volte lo Spirito è venuto a consolarmi, ad aiutarmi e a mostrarmi la via per seguire i passi preziosi del Salvatore. Posso sentire la Sua presenza nella mia vita grazie a quella prima prova, che mi aiuta a vedere le prove di tutti i giorni da una prospettiva eterna. So che è il Vangelo che abbiamo nella nostra vita a permetterci di sentire la carezza invisibile della mano del Salvatore.
Mi sono sposata per l’eternità, e ora io e mio marito abbiamo tre figlie piccole che portano un pizzico di cielo in casa nostra. Quando le vedo, gioisco nella conoscenza e nella pace derivante dal sapere che ogni dolore, prova e difficoltà della loro vita può portare con sé una fede più grande, nuove testimonianze e miracoli meravigliosi. Gioisco a motivo della profonda certezza che, quando le nostre figlie avranno bisogno di qualcosa che va al di là di ciò che io e mio marito possiamo offrire loro, esse saranno protette, consolate e salvate, proprio come fu per me.