Il Padre Celeste ha mandato un promemoria
Carol Whitaker
Oregon, USA
Dopo una battaglia di undici anni contro la demenza, mio marito è morto. Per me, la sua morte è stata agrodolce. Mi ero presa cura di lui, ero stata la sua amica e il suo amore e, anche se ero felice che avesse smesso di soffrire, mi mancava terribilmente. Pensavo di sapere tutto sul dolore, ma la tristezza e la sensazione di perdita mi hanno spinta su un sentiero che non mi aspettavo di intraprendere.
Con mio grande smarrimento e mia grande sorpresa, la negatività è entrata nella mia vita. Mi sentivo ignorata, inutile e invisibile per i miei familiari, gli amici e i membri del rione. Mi crogiolavo nell’autocommiserazione e provavo risentimento nei confronti degli altri.
Una domenica mi sono seduta in fondo alla cappella. Guardavo una sorella amichevole ed espansiva intrattenersi con altri membri del rione. Era gentile e generosa con tutti.
“Ma”, ho pensato, “non mi ha mai chiesto come sto, non mi ha mai fatto le condoglianze, non ha mai riconosciuto quanto la morte di mio marito sia stata dura per me!”.
Questi pensieri negativi sono continuati mentre iniziava l’inno sacramentale. Sentivo di non poter prendere il sacramento a causa di tutto il risentimento che avevo nel cuore.
“Devi chiedere aiuto adesso per liberarti di questi sentimenti!”, ho pensato.
Ho pregato che l’oscurità venisse allontanata. Quella sorella non meritava affatto il mio risentimento. Ho pregato per ricevere perdono e aiuto nel lasciare andare il mio risentimento. Quando il diacono è arrivato di fronte a me con il vassoio, sentivo di poter prendere il sacramento. Per tutta la settimana successiva, ho continuato a pregare per ricevere una guida.
La domenica successiva ero nell’atrio e ho visto la donna su cui mi ero concentrata la settimana precedente.
“O, Carol!”, ha detto. “Ti ho pensata tantissimo! Posso solo immaginare quanto le cose siano state difficili per te. Ti sei presa cura di tuo marito per così tanto tempo. Sarà sicuramente un cambiamento difficile da affrontare. Come stai?”.
Abbiamo parlato per qualche minuto e mi ha dato un meraviglioso abbraccio. Sono rimasta senza parole! Mi sono seduta al solito posto in cappella con un gran sorriso. Ho immediatamente ringraziato il mio Padre Celeste. Aveva mandato a quella brava sorella un promemoria affinché dicesse le parole che avevo bisogno di sentire. Da quel momento in poi, ho sentito che il Padre Celeste pensa a me. Mi ha dato la forza di affrontare la “nuova normalità” che è entrata a far parte della mia vita.