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Capitolo 13 – Dottrina e Alleanze 30–34


Capitolo 13

Dottrina e Alleanze 30–34

Introduzione e cronologia degli eventi

Subito dopo la seconda conferenza della Chiesa, tenutasi verso la fine di settembre del 1830 a Fayette, nello Stato di New York, il profeta Joseph Smith ricevette delle rivelazioni per David Whitmer, Peter Whitmer jr e John Whitmer. Queste rivelazioni sono contenute in Dottrina e Alleanze 30. Più o meno nello stesso periodo, il Signore chiamò anche Thomas B. Marsh a predicare il Vangelo e a contribuire all’edificazione della Chiesa. Questa chiamata, riportata in Dottrina e Alleanze 31, comprendeva anche delle promesse e dei consigli per guidarlo come missionario e nella sua vita personale.

Nell’ottobre del 1830 il profeta Joseph Smith ricevette la rivelazione, ora contenuta in Dottrina e Alleanze 32, in cui il Signore chiamava Parley P. Pratt e Ziba Peterson a unirsi a Oliver Cowdery e a Peter Whitmer jr per una missione tra i Lamaniti nel Missouri occidentale. In un’altra rivelazione, riportata in Dottrina e Alleanze 33, il Signore chiamò Ezra Thayre e Northrop Sweet a proclamare il Vangelo. La rivelazione contenuta in Dottrina e Alleanze 34 fu ricevuta nel novembre del 1830. In essa il Signore lodò Orson Pratt per la sua fede e gli comandò di predicare il Vangelo in preparazione alla seconda venuta di Gesù Cristo.

Estate 1830Parley P. Pratt legge il Libro di Mormon e viene battezzato.

Settembre 1830Thomas B. Marsh si trasferisce insieme alla sua famiglia da una località vicino a Boston, nel Massachusetts, a Palmyra, nello Stato di New York, e viene battezzato.

19 settembre 1830Orson Pratt viene battezzato da suo fratello maggiore, Parley.

26–28 settembre 1830A Fayette si tiene la seconda conferenza della Chiesa.

Fine settembre 1830Vengono ricevute Dottrina e Alleanze 30 e 31.

Ottobre 1830Vengono ricevute Dottrina e Alleanze 32 e 33.

Ottobre 1830Oliver Cowdery e i suoi colleghi partono per svolgere una missione presso i Lamaniti.

4 novembre 1830Viene ricevuta Dottrina e Alleanze 34.

Dottrina e Alleanze 30 – Approfondimento del contesto storico

La seconda conferenza della Chiesa, che si tenne a Fayette nel settembre del 1830, durò tre giorni. Durante la conferenza si discusse della pietra usata da Hiram Page per ricevere le sue presunte rivelazioni (vedere il commentario a Dottrina e Alleanze 28 in questo manuale). Il profeta Joseph Smith scrisse che “il fratello Page, come pure tutta la Chiesa presente, ripudiarono la pietra e tutto quanto le era connesso, con nostra mutua soddisfazione e felicità” e che i santi quindi “[presero] il sacramento, [confermarono e ordinarono] molte persone e [si occuparono] di parecchi affari della Chiesa, quel giorno e il giorno seguente; durante questo tempo, si verificarono tra di [loro] grandi manifestazioni del potere di Dio; lo Spirito Santo scese su di [loro] e [li] riempì di gioia indescrivibile e la pace, la fede, la speranza e la carità abbondarono tra [loro]” (vedere The Joseph Smith Papers, Histories, Volume 1: Joseph Smith Histories, 1832–1844, a cura di Karen Lynn Davidson e altri [2012], 452). Prima che i santi lasciassero la conferenza, furono date delle rivelazioni per i fratelli David Whitmer, Peter Whitmer jr e John Whitmer. In origine, queste rivelazioni furono pubblicate separatamente nel Libro dei Comandamenti, ma Joseph Smith le riunì in un’unica sezione nell’edizione del 1835 di Dottrina e Alleanze.

Cartina 5: L’area degli Stati di New York, della Pennsylvania e dell’Ohio negli Stati Uniti
Cartina 6: La missione tra i Lamaniti, 1830–1831

Dottrina e Alleanze 30

Il Signore istruisce David, Peter jr e John Whitmer in merito al loro ruolo nell’opera di Dio

Dottrina e Alleanze 30:1–4. “Hai temuto gli uomini e non hai confidato in me”

In qualità di uno dei Tre Testimoni, David Whitmer aveva visto un angelo e aveva visto e toccato le tavole del Libro di Mormon. Aveva anche ricevuto altre rivelazioni date tramite il profeta Joseph Smith (vedere DeA 14; 1718), eppure, quando suo cognato Hiram Page professò di ricevere rivelazioni per la Chiesa, David fu sviato. Il Signore lo rimproverò per aver temuto l’uomo invece di confidare in Dio (vedere DeA 30:1).

Il presidente Ezra Taft Benson (1899–1994) ha spiegato in che modo l’orgoglio può portarci a temere l’uomo:

“Chi è orgoglioso teme più i giudizi degli uomini che quelli di Dio (vedere DeA 3:6–7; 30:1–2; 60:2). ‘Che penserà di me la gente?’ […] è più importante di: ‘Che penserà di me Dio?’.

Re Noè era sul punto di liberare il profeta Abinadi, ma i sacerdoti fecero leva sul suo orgoglio, e Abinadi fu mandato al rogo (vedere Mosia 17:11–12). Erode era addolorato perché sua moglie aveva chiesto la decapitazione di Giovanni Battista, ma il suo orgoglioso desiderio di far bella figura davanti ai suoi ospiti lo indusse a mandare a morte Giovanni (vedere Matteo 14:9; vedere anche Marco 6:26).

Il timore dei giudizi degli uomini si manifesta nella gara per ottenere la loro approvazione. Chi è orgoglioso ama ‘la gloria degli uomini più della gloria di Dio’ (Giovanni 12:42–43). Il peccato si manifesta nel motivo che ci spinge a fare qualcosa. Gesù disse che faceva ‘del continuo’ le cose che piacevano a Dio (Giovanni 8:29). Non faremmo bene ad avere come motivo di ogni nostra azione il desiderio di compiacere Dio, invece del desiderio di superarci l’un l’altro?” (Insegnamenti dei presidenti della Chiesa – Ezra Taft Benson [2014], 252–253).

L’anziano Dallin H. Oaks del Quorum dei Dodici Apostoli ha spiegato in che modo i santi non dovrebbero essere influenzati dalle cose del mondo: “Noi non serviamo bene il nostro Salvatore, se temiamo l’uomo più di Dio. Egli rimproverò alcuni dirigenti della Sua chiesa restaurata per aver cercato le lodi del mondo e per aver rivolto la mente più alle cose della terra che alle cose del Signore (vedere DeA 30:2; 58:39). Questi rimproveri ci ricordano che siamo chiamati a stabilire gli standard del Signore e non a seguire quelli del mondo. L’anziano John A. Widtsoe dichiarò: ‘Non possiamo camminare come gli altri uomini, o parlare come gli altri uomini, o fare come gli altri uomini, poiché noi abbiamo un destino, un obbligo e una responsabilità diversi che sono posti su di noi, e [ad essi] dobbiamo conformarci’ [Conference Report, aprile 1940, 36]. Tale realtà è applicabile a ogni azione in voga” (“Servizio altruistico”, Liahona, maggio 2009, 95).

Dottrina e Alleanze 30:5–8. “Proclamare il mio Vangelo”

Nel giugno del 1829 il Signore disse a Peter Whitmer jr che proclamare il pentimento sarebbe stata la cosa “di maggior valore” per lui (vedere DeA 16:4, 6). Nel settembre del 1830 Peter fu incaricato di svolgere una missione come collega di Oliver Cowdery per stabilire la Chiesa tra i Lamaniti. L’importanza dell’opera missionaria ha continuato a essere sottolineata per tutto il corso della storia della Chiesa.

L’anziano Jeffrey R. Holland del Quorum dei Dodici Apostoli ha spiegato il motivo per cui i santi si concentreranno sempre sul proclamare il Vangelo agli altri: “Il lavoro missionario non è l’unica cosa che dobbiamo fare in questa grande, vasta e meravigliosa Chiesa, ma quasi ogni altra cosa che dobbiamo fare è subordinata al fatto che prima le persone ascoltino il vangelo di Gesù Cristo e si uniscano alla Chiesa. Sicuramente questo è il motivo per cui l’ultimo incarico di Gesù ai Dodici è stato quel fondamentale: ‘Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo’ [Matteo 28:19]. Dopo, e solo allora, possono giungere le altre benedizioni del Vangelo: solidarietà familiare, programmi per i giovani, promesse del sacerdozio e tutte quelle ordinanze che portano dritto al tempio. Come ha testimoniato Nefi, nulla di ciò può accadere se non dopo che una persona è “[entrata] per la porta’ [2 Nefi 33:9]. Con tutto quello che c’è da fare, lungo il cammino della vita eterna, abbiamo bisogno di molti più missionari che aprano quella porta e aiutino le persone a varcarla” (“Arruolati dal Signor”, Liahona, novembre 2011, 46–47).

Dottrina e Alleanze 30:6. “Edificare la mia chiesa fra i Lamaniti”

Per avere informazioni sull’uso del termine Lamaniti in Dottrina e Alleanze, vedere il commentario a Dottrina e Alleanze 28:8–10, 14–16 in questo manuale.

Dottrina e Alleanze 30:9–11. “Proclamare il mio Vangelo come con voce di tromba”

John Whitmer fu uno degli Otto Testimoni delle tavole del Libro di Mormon e servì anche per un breve periodo come scrivano del profeta Joseph Smith durante la sua traduzione ispirata della Bibbia. In una rivelazione data tramite il Profeta nel giugno del 1829, il Signore aveva detto a John: “Ciò che sarà di maggior valore per te sarà proclamare il pentimento a questo popolo per potermi portare delle anime” (DeA 15:6). Dopo la conferenza della Chiesa tenutasi nel settembre del 1830, il Signore comandò a John di andare e di servire nella Sua opera, a cominciare dalla zona in cui viveva Philip Burroughs a Seneca Falls, nello Stato di New York, non lontano dalla fattoria della famiglia Whitmer (vedere DeA 30:9–10). Appena un paio di settimane prima che questa rivelazione fosse ricevuta, Parley P. Pratt aveva predicato un sermone a un gruppo riunito presso l’abitazione di Philip Burroughs e alcuni dei presenti si erano convertiti. Benché Philip Burroughs venga chiamato “fratello” in Dottrina e Alleanze 30:10, non c’è alcun documento che indichi che si sia mai unito alla Chiesa; tuttavia, sua moglie fu battezzata.

L’anziano L. Tom Perry (1922–2015) del Quorum dei Dodici Apostoli ha ricordato ai membri della Chiesa il motivo per cui dovrebbero levare le loro voci per condividere il Vangelo: “Dovrebbe essere ‘con grande serietà’ (DeA 123:14) che portiamo la luce del Vangelo a coloro che stanno cercando le risposte che il piano di salvezza offre. Molti si preoccupano della loro famiglia. Altri vogliono sentirsi sicuri in un mondo in cui i valori continuano a cambiare. Noi abbiamo la possibilità di fornire loro speranza e coraggio, come pure d’invitarli a venire con noi, unendosi a coloro che abbracciano il vangelo di Gesù Cristo, che è sulla terra e sarà loro di beneficio in questa vita e nell’eternità a venire” (“‘Portatemi delle anime’”, Liahona, maggio 2009, 110).

Dottrina e Alleanze 31 – Approfondimento del contesto storico

Thomas B. Marsh, un giovane marito che viveva nei pressi di Boston in Massachusetts, aveva letto la Bibbia e studiato le religioni, ma sentiva che “sarebbe sorta una nuova Chiesa che avrebbe avuto la verità nella sua purezza” (Thomas B. Marsh, “History of Thos. Baldwin Marsh [Written by Himself in Great Salt Lake City, November, 1857]”, Deseret News, 24 marzo 1858, 18). Si sentì spinto dal Signore a intraprendere un viaggio nella regione occidentale dello Stato di New York, dove sentì parlare di Joseph Smith e delle tavole d’oro e cercò di saperne di più. Si incontrò con Martin Harris a Palmyra e anche con Oliver Cowdery, ma non con Joseph Smith che a quel tempo viveva a Harmony, in Pennsylvania. Thomas tornò a casa a Boston e continuò a imparare riguardo all’opera di Dio attraverso una corrispondenza con Oliver Cowdery. Dopo aver appreso che la Chiesa di Gesù Cristo era stata organizzata, egli trasferì la famiglia a Palmyra, nello Stato di New York, giungendovi nel settembre del 1830; fu battezzato poco tempo dopo da David Whitmer e partecipò alla seconda conferenza della Chiesa quello stesso mese. Thomas Marsh ebbe il privilegio di ricevere una guida personale dal Signore attraverso una rivelazione datagli tramite il profeta Joseph Smith durante quella stessa conferenza.

Dottrina e Alleanze 31

Il Signore chiama Thomas B. Marsh, Parley P. Pratt e Ziba Peterson a predicare il Vangelo

Dottrina e Alleanze 31:1–6. Quando serviamo fedelmente il Signore, la nostra famiglia viene benedetta

Indubbiamente, come padre di una giovane famiglia, Thomas Marsh era preoccupato per sua moglie e per i loro figli in occasione del trasferimento dal Massachusetts allo Stato di New York. Nella rivelazione contenuta in Dottrina e Alleanze 31 a Thomas fu promesso che tramite la sua fede e il suo servizio al Signore la sua famiglia un giorno avrebbe creduto e si sarebbe unita a lui nella Chiesa. A quel tempo Thomas e sua moglie, Elizabeth, avevano tre figli maschi di nove, sette e tre anni. Elizabeth si convertì in seguito nel 1831 (vedere The Joseph Smith Papers, Documents, Volume 1: July 1828–June 1831, a cura di Michael Hubbard MacKay e altri [2013], 194, nota 412). La promessa del Signore di benedire la famiglia Marsh era intesa a rafforzare Thomas nel momento in cui fu chiamato a contribuire all’opera di Dio.

Al giorno d’oggi, promesse simili sono a disposizione di coloro che si sforzano di dedicarsi al servizio del Signore. L’anziano Robert D. Hales del Quorum dei Dodici Apostoli ha raccontato la seguente esperienza:

“Una coppia [missionaria a tempo pieno] si preoccupava di lasciare la loro figlia più giovane che non era più attiva nella Chiesa. Il padre scrisse: ‘Noi pregammo e digiunammo per lei regolarmente. Poi, durante la Conferenza generale, lo Spirito mi sussurrò: «Se servirai, non dovrai più preoccuparti per tua figlia». Così ci incontrammo col nostro vescovo. La settimana dopo aver ricevuto la nostra chiamata, lei e il suo ragazzo annunciarono il loro fidanzamento. Prima che partissimo per l’Africa, a casa nostra ci fu un matrimonio. [Poi riunimmo la famiglia e] tenemmo un consiglio di famiglia. […] Resi testimonianza del Signore e di Joseph Smith… e dissi che avrei voluto impartire a ciascuno di loro una benedizione paterna. Cominciai con il figlio maggiore e con sua moglie fino ai più giovani… [incluso il nostro nuovo genero]’.

[…] Quando questo padre [fedele] benedisse i membri della sua famiglia, il genero sentì l’influenza dello Spirito Santo. Il padre ha scritto: ‘Verso la fine del nostro primo anno, il cuore di nostro genero iniziò ad aprirsi verso la Chiesa. Poco prima che noi tornassimo a casa dalla missione, lui e nostra figlia vennero a visitarci. Nella valigia del ragazzo c’era il primo vestito per la domenica che egli avesse mai posseduto. Vennero in Chiesa con noi e dopo il nostro ritorno a casa egli fu battezzato. Un anno dopo furono suggellati nel tempio’” (“Coppie missionarie: benedizioni dal sacrificio e dal servizio”, Liahona, maggio 2005, 40).

Dottrina e Alleanze 31:5. “Affonda dunque la falce con tutta la tua anima, e i tuoi peccati ti sono perdonati”

La messe dorata

The Golden Harvest [la messe dorata], di David Merrill. I covoni di grano a cui si fa riferimento nelle Scritture rappresentano i frutti delle fatiche missionarie, come le anime convertite (vedere DeA 31:4–5; 33:7, 9).

Tra le benedizioni promesse a Thomas B. Marsh c’era la rassicurazione che i suoi peccati sarebbero stati perdonati grazie ai suoi sforzi diligenti nel proclamare il Vangelo agli altri (vedere DeA 31:5). L’anziano M. Russell Ballard del Quorum dei Dodici Apostoli ha chiarito il collegamento che c’è tra condividere il Vangelo e mantenere la remissione dei nostri peccati:

“Una conseguenza naturale della conversione è la continua remissione dei peccati mediante l’osservanza del Vangelo, che comporta l’obbligo di condividerlo con gli altri. Il presidente Spencer W. Kimball ha dichiarato: ‘Il Signore ci ha detto che i nostri peccati ci saranno perdonati più prontamente se porteremo anime a Cristo e saremo fedeli nel portare testimonianza al mondo, e certamente ognuno di noi ha bisogno di un ulteriore aiuto per ottenere il perdono dei propri peccati’ (La Stella, novembre 1977, p. 3).

In Dottrina e Alleanze leggiamo: ‘Poiché io vi perdonerò dei vostri peccati con questo comandamento: che restiate saldi nella vostra mente in solennità e nello spirito di preghiera, nel portare testimonianza a tutto il mondo delle cose che vi sono comunicate’ (DeA 84:61; corsivo aggiunto). E ancora in Dottrina e Alleanze: ‘Nondimeno, benedetti voi, poiché la testimonianza che avete portata è registrata in cielo, per essere osservata dagli angeli; ed essi si rallegrano per voi, e i vostri peccati vi sono perdonati’ (DeA 62:3; corsivo aggiunto). […]

La dottrina mi sembra molto chiara: la remissione dei peccati è un processo continuo. Non vedo modo migliore per ognuno di noi di diventare pulito, puro e persino santificato di quello di aiutare gli altri figli del nostro Padre Celeste a trovare la verità” (“Annotate una data”, La Stella, gennaio 1985, 13).

Dottrina e Alleanze 31:9–13. Ammonimenti e avvertimenti per Thomas B. Marsh

Anche se Thomas B. Marsh fu lodato per la sua fede (vedere DeA 31:1) e gli furono promesse grandi benedizioni, il Signore gli diede anche degli ammonimenti e dei consigli importanti. Nel 1835 Thomas fu chiamato a servire nel primo Quorum dei Dodici Apostoli di questa dispensazione. In seguito fu chiamato come presidente di quel quorum. Eppure, nel giro di pochi anni — nel marzo del 1839 — egli fu scomunicato per apostasia. Le istruzioni del Signore in Dottrina e Alleanze 31 lo avrebbero benedetto con la protezione spirituale, se egli vi avesse dato retta. Thomas B. Marsh fu ribattezzato il 16 luglio 1857 a Florence, in Nebraska, e arrivò nello Utah quello stesso anno. Cercò il perdono dei dirigenti della Chiesa e il presidente Brigham Young gli offrì l’opportunità di parlare ai santi. Riguardo alla propria apostasia Thomas disse:

“Ho desiderato spesso sapere come era iniziata la mia apostasia e sono pervenuto alla conclusione che dovevo aver perso lo Spirito del Signore nel mio cuore.

La domanda successiva è: ‘Come e quando hai perso lo Spirito?’. Ero diventato geloso del Profeta e quindi cominciai a vedere i lati negativi e a trascurare ogni cosa giusta. Passavo tutto il tempo a cercare il male e poi, quando il diavolo iniziò a guidarmi, la mente sensuale, e cioè l’ira, la gelosia e la rabbia, ebbero vita facile. Potevo sentirlo dentro di me; mi sentivo in collera e adirato, ed essendosi allontanato lo Spirito del Signore, ero cieco, come dicono le Scritture” (“Remarks by Thomas B. Marsh”, Deseret News, 16 settembre 1857, 220).

Thomas B. Marsh visse il resto della sua vita nello Utah. Morì nel gennaio del 1866 a Ogden, dove è sepolto.

Dottrina e Alleanze 31:10. In che modo Thomas B. Marsh fu “un medico per la chiesa”?

Thomas B. Marsh aveva acquisito delle conoscenze sull’uso terapeutico delle erbe e grazie a questa conoscenza fu in grado di aiutare molte persone. La sua chiamata più grande, tuttavia, era quella di guarire le anime (vedere Thomas B. Marsh, “History of Thos. Baldwin Marsh”, 18).

Dottrina e Alleanze 32 – Approfondimento del contesto storico

Nell’estate del 1830 Parley P. Pratt e sua moglie, Thankful, partirono da casa loro ad Amherst, nell’Ohio, per far visita a dei parenti che abitavano nello Stato di New York. Lo Spirito Santo suggerì a Parley di fermarsi nel villaggio di Newark, vicino a Palmyra, dove venne a sapere del Libro di Mormon. In seguito descrisse la sua reazione nei confronti del libro:

Parley P. Pratt

Parley P. Pratt fu chiamato come missionario presso i Lamaniti e in seguito come apostolo.

“Lo aprii con ansia e ne lessi il frontespizio. Lessi poi la testimonianza di numerosi testimoni circa il modo in cui era stato trovato e tradotto. Poi cominciai a leggerne il contenuto dall’inizio. Lessi tutto il giorno; anche mangiare era un peso per me; non avevo alcun desiderio di cibo; e quando scese la notte anche il sonno era un fardello, poiché preferivo leggere invece di dormire.

Mentre leggevo, lo Spirito del Signore era su di me e seppi e compresi che il libro era vero, tanto chiaramente e manifestamente come un uomo comprende e sa di esistere” (Autobiography of Parley Parker Pratt, a cura di Parley P. Pratt jr [1938], 37).

Parley andò a Palmyra dove incontrò Hyrum Smith, dal quale fu istruito. Ben presto, Hyrum e Parley si recarono a Fayette per incontrare i membri di quel ramo in crescita della Chiesa. Parley fu battezzato e ordinato anziano da Oliver Cowdery nel settembre del 1830.

Non sappiamo molto riguardo alla conversione di Ziba Peterson. Sappiamo che fu battezzato da Oliver Cowdery nell’aprile del 1830 e che fu ordinato anziano nel giugno dello stesso anno. Non molto tempo prima della prevista partenza in missione di Oliver Cowdery e Peter Whitmer jr, il profeta Joseph Smith si rivolse al Signore per sapere se altri dovessero accompagnarli e ricevette la rivelazione contenuta in Dottrina e Alleanze 32, in cui Parley P. Pratt e Ziba Peterson vennero chiamati a partire.

Durante l’autunno del 1830 e l’inverno tra il 1830 e il 1831, il piccolo gruppo di missionari composto da Oliver Cowdery, Peter Whitmer jr, Parley P. Pratt e Ziba Peterson (ai quali in seguito si aggiunse un convertito proveniente dall’Ohio, Frederick G. Williams) percorse quasi 2400 chilometri — per la maggior parte a piedi — da Fayette, nello Stato di New York, a Independence, nel Missouri. Lungo il cammino, questi missionari predicarono il Vangelo a Mentor e a Kirtland, nell’Ohio, a una congregazione che aspettava la restaurazione della cristianità come descritta nel Nuovo Testamento. Il capo del gruppo, Sidney Rigdon, e molti altri membri della congregazione si convertirono al Vangelo restaurato. I missionari giunsero infine a Independence a metà gennaio del 1831. Per parte del loro viaggio sopportarono un freddo intenso, venti forti e stanchezza, vivendo principalmente di pane di mais congelato e di carne di maiale cruda. In alcuni posti camminarono nella neve alta quasi un metro. Nonostante queste difficoltà, i missionari ebbero successo nel far conoscere il Vangelo agli Indiani americani che vivevano nel Territorio Indiano vicino al confine occidentale del Missouri. Il Signore mantenne la Sua promessa che sarebbe stato vicino a questi missionari e che nulla avrebbe prevalso su di loro (vedere Storia della Chiesa nella pienezza dei tempi [manuale del Sistema Educativo della Chiesa, 1997], 87–88).

Dottrina e Alleanze 32

Il Signore chiama Parley P. Pratt e Ziba Peterson a predicare ai Lamaniti

Dottrina e Alleanze 32:1–3. “Io stesso andrò con loro e sarò in mezzo a loro”

Go into the Wilderness

Go into the Wilderness [andate nel deserto], di Robert Theodore Barrett. Oliver Cowdery, Parley P. Pratt, Peter Whitmer e Ziba Peterson furono chiamati a predicare il Vangelo “fra i Lamaniti” (DeA 32:2).

Parley P. Pratt e Ziba Peterson furono incaricati di accompagnare Oliver Cowdery e Peter Whitmer jr nella loro missione presso i Lamaniti (vedere DeA 28:8–9; 30:5–8). Il Signore promise a questi missionari che, se avessero predicato il Vangelo con mitezza, Egli sarebbe “[andato] con loro e [sarebbe stato] in mezzo a loro” (DeA 32:3). Il presidente Henry B. Eyring della Prima Presidenza ha raccontato la seguente esperienza per insegnare alcuni dei modi in cui il Signore può essere con noi quando serviamo nelle nostre chiamate:

“Dio magnifica quelli che chiama, anche in quelle cose che possono sembrarvi un servizio piccolo o insignificante. Avrete il dono di vedere magnificato il vostro servizio. Rendete grazie finché avete quel dono. […]

Il Signore non soltanto magnificherà il potere dei vostri sforzi, ma Egli stesso lavorerà con voi. Ciò che disse a quattro missionari, chiamati dal profeta Joseph Smith a un incarico difficile, dà coraggio a chiunque Egli chiami nel Suo regno: ‘E io stesso andrò con loro e sarò in mezzo a loro; e io sono il loro avvocato presso il Padre, e nulla prevarrà contro di loro’ [DeA 32:3]. […]

Potete avere la certa rassicurazione che il vostro potere sarà moltiplicato molte volte dal Signore. Tutto ciò che chiede è che facciate del vostro meglio e che ci mettiate il cuore. Fatelo di buon animo e pregando con fede. Il Padre e il Suo Beneamato Figliolo manderanno lo Spirito Santo a guidarvi. I vostri sforzi saranno magnificati nella vita delle persone che servirete, e quando ripenserete a questi che ora vi sembrano momenti di prova e sacrificio, il sacrificio sarà diventato una benedizione e saprete di aver visto il braccio di Dio soccorrere voi e coloro che avete servito per Lui” (“Siate all’altezza della vostra chiamata”, Liahona, novembre 2002, 77–78).

Dottrina e Alleanze 33 – Approfondimento del contesto storico

Ezra Thayre viveva vicino a Palmyra, nello Stato di New York, quando venne a conoscenza della Restaurazione del vangelo di Gesù Cristo. In precedenza egli aveva assunto dei membri della famiglia Smith perché gli prestassero aiuto in alcuni progetti edili. Alla fine si convinse a partecipare a una riunione in cui Hyrum Smith predicò il Vangelo. In seguito mise per iscritto la propria reazione agli insegnamenti di Hyrum: “Ogni sua parola mi toccò nel profondo dell’anima. Pensavo che ogni parola fosse rivolta a me. […] Le lacrime rigavano le mie guance; ero molto orgoglioso e ostinato. Là c’erano molte persone che mi conoscevano. […] Rimasi seduto fino a quando non mi ripresi, prima che osassi alzare lo sguardo” (citazione riportata in Matthew McBride, “Ezra Thayre: From Skeptic to Believer”, Revelations in Context, history.lds.org).

Ezra ricevette una testimonianza possente della veridicità del Libro di Mormon. Ebbe anche una visione in cui “un uomo venne e mi porse un rotolo di carta e anche una tromba, dicendomi di suonarla. Gli dissi che non ne avevo mai suonata una in vita mia. Egli rispose: ‘Puoi suonarla, provaci’. La avvicinai alla bocca e vi soffiai dentro e ne uscì il più bel suono che avessi mai udito. Il rotolo di carta era la rivelazione riguardante me e Northrop Sweet. Oliver [Cowdery] era colui che aveva portato il rotolo e la tromba. Quando portò la rivelazione che riguardava me e Northrop Sweet, disse: ‘Ecco una rivelazione da Dio per voi’” (The Joseph Smith Papers, Documents, Volume 1: July 1828–June 1831, 206). Ezra Thayre fu battezzato da Parley P. Pratt e nell’ottobre del 1830, con la rivelazione contenuta in Dottrina e Alleanze 33, lui e Northrop Sweet furono chiamati all’opera del Signore.

Northrop Sweet fu battezzato da Parley P. Pratt nell’ottobre del 1830 a Palmyra, nello Stato di New York. Era sposato con la nipote di Martin Harris. Poco dopo essere stato battezzato, fu incaricato di svolgere una missione, come riportato in Dottrina e Alleanze 33. Nel giugno del 1831 Northrop si trasferì a Kirtland, nell’Ohio, e lì fu ordinato anziano; poco dopo, tuttavia, lasciò la Chiesa e cercò insieme ad altre persone di fondarne un’altra, dicendo che Joseph Smith era un falso profeta.

Dottrina e Alleanze 33

Il Signore chiama Ezra Thayre, Northrop Sweet e Orson Pratt a proclamare il Vangelo

Dottrina e Alleanze 33:4. “Essi sbagliano in molti casi a causa degli inganni sacerdotali”

La metafora della vigna corrotta in Dottrina e Alleanze 33:4 fa riferimento alla condizione di apostasia che corrompe il mondo a causa delle frodi sacerdotali. L’anziano Dallin H. Oaks ha spiegato il significato dell’espressione frodi sacerdotali:

“Le Scritture hanno un termine per il servizio evangelico reso ‘per amore delle ricchezze e degli onori’: il termine è ‘frodi sacerdotali’ (Alma 1:16). Nefi dice: ‘Le frodi sacerdotali consistono in uomini che predicano e si pongono a luce del mondo, per poter ottenere guadagno e le lodi dal mondo; ma non cercano il benessere di Sion’ (2 Nefi 26:29). In questi ultimi giorni ci è stato comandato di ‘[cercare] di portare alla luce e di rendere stabile la causa di Sion’ (DeA 6:6). Sfortunatamente non tutti coloro che operano sotto questo titolo intendono realmente edificare Sion o rafforzare la fede del popolo di Dio. Possono essere all’opera altri motivi.

Il servizio che si presenta come altruista mentre viene svolto per ottenere ricchezze o onori sicuramente ricade nella condanna pronunciata dal Salvatore contro coloro che ‘di fuori [appaiono] giusti alla gente; ma dentro [sono] pieni d’ipocrisia e d’iniquità’ (Matteo 23:28). Questo servizio non fa ottenere alcuna ricompensa in senso evangelico” (“Perché serviamo?”, La Stella, gennaio 1985, 10).

L’anziano Marlin K. Jensen dei Settanta ha parlato della differenza tra le frodi sacerdotali e il servizio reso con l’occhio rivolto unicamente alla gloria di Dio:

“Coloro che cercano l’onore e il profitto nello svolgere il lavoro di Dio si rendono colpevoli di quelle che le Scritture chiamano ‘frodi sacerdotali’. […]

I Santi degli Ultimi Giorni il cui occhio è rivolto unicamente alla gloria di Dio vedono la vita da una prospettiva molto diversa da quella di coloro la cui attenzione si rivolge ad altre cose. Per esempio, questi santi si curano poco di ricevere credito o riconoscimento per le loro buone azioni. Sono più interessati a pascere gli agnelli del Signore che a contarli. Infatti, essi spesso trovano la loro più grande felicità nel servizio prestato anonimamente, lasciando quindi i beneficiari della loro generosità senza nessuno da ringraziare o lodare se non il Signore” (“L’occhio rivolto unicamente alla gloria di Dio”, La Stella, gennaio 1990, 25).

Dottrina e Alleanze 33:8–10. “Aprite la bocca”

Nefi scrive sulle tavole d’oro

Nephi Writing on the Gold Plates [Nefi scrive sulle tavole d’oro], di Paul Mann. Il Signore disse ai Suoi servitori di aprire la loro bocca con il messaggio del pentimento, ed essi sarebbero “[diventati] come l’antico Nefi” (vedere DeA 33:8–10).

A Ezra Thayre e a Northrop Sweet fu comandato tre volte, in tre versetti (vedere DeA 33:8–10), di aprire la loro bocca e di proclamare il pentimento. Il Signore ha bisogno di servitori coraggiosi e disposti a proclamare il Vangelo.Il presidente Henry B. Eyring ha raccontato il seguente esempio sul motivo per cui è così importante aprire la nostra bocca e condividere il Vangelo con tutti coloro che conosciamo:

“In un certo momento, nel mondo a venire, tutte le persone che incontrerete sapranno quello che voi sapete ora. Esse sapranno che l’unico modo per vivere per sempre in compagnia dei nostri familiari e alla presenza del nostro Padre Celeste e di Suo Figlio Gesù Cristo consiste nello scegliere di entrare per la porta mediante il battesimo per mano di coloro che sono in possesso dell’autorità delegata da Dio. Esse sapranno che l’unico modo in cui le famiglie possono stare insieme per sempre consiste nell’accettare e tener fede alle sacre alleanze fatte nei templi di Dio su questa terra, e sapranno che voi lo sapevate, e si ricorderanno se voi avete offerto loro quello che qualcuno aveva offerto a voi.

È facile dire: ‘Non è il momento giusto’, ma nella procrastinazione c’è […] pericolo. Anni fa lavoravo per un tale in California. Mi aveva assunto; era gentile con me; sembrava avere stima di me. Forse ero l’unico membro della Chiesa che avesse mai conosciuto. Non ricordo tutti i motivi che trovai per aspettare un momento migliore per parlargli del Vangelo. Ricordo soltanto i miei sentimenti di dolore quando seppi, dopo che era andato in pensione e io mi ero trasferito in una città lontana, che lui e sua moglie erano rimasti uccisi mentre di notte tornavano a casa a Carmel, in California. Egli amava sua moglie. Amava i suoi figli. Aveva amato i suoi genitori. Amava i suoi nipoti e amerà sempre i loro figli e vorrà trovarsi con loro per sempre.

Non so dove staranno le moltitudini nel mondo a venire, ma suppongo che lo incontrerò, che egli mi guarderà negli occhi e che vedrò in essi la domanda: ‘Hal, tu sapevi. Perché non me ne hai parlato?’” (“Una voce di ammonimento”, La Stella, gennaio 1999, 38).

Dottrina e Alleanze 34 – Approfondimento del contesto storico

Orson Pratt era fratello di Parley P. Pratt. Orson descrisse i propri sforzi di avvicinarsi al Signore in gioventù in questi termini: “Spesso sentivo grande ansietà di essere preparato per una condizione futura; ma non iniziai mai, in tutta onestà, a cercare il Signore fino all’autunno del 1829. Allora iniziai a pregare molto ferventemente, pentendomi di ogni peccato. Nelle quiete ore della notte, mentre gli altri erano sopiti sui loro cuscini, spesso io mi ritiravo in qualche luogo segreto tra i campi isolati o la selva solitaria e m’inginocchiavo dinanzi al Signore, pregando per ore col cuore spezzato e lo spirito contrito; questo era il mio conforto e piacere. Il più grande desiderio del mio cuore era che il Signore manifestasse la Sua volontà nei miei riguardi” (The Orson Pratt Journals, a cura di Elden J. Watson [1975], 8–9). Nel settembre del 1830 Orson ricevette la visita di uno dei suoi fratelli più grandi, Parley P. Pratt, che era stato battezzato di recente. Come Parley, Orson si convertì alla verità; fu battezzato il 19 settembre 1830, giorno del suo diciannovesimo compleanno. Poi, egli percorse più di 300 chilometri per incontrare il profeta Joseph Smith a Fayette, nello Stato di New York. Orson chiese di conoscere la volontà del Signore a proprio riguardo e Joseph Smith ricevette la rivelazione contenuta in Dottrina e Alleanze 34.

Dottrina e Alleanze 34

Orson Pratt viene chiamato a predicare il Vangelo

Dottrina e Alleanze 34:10. “Ti sarà dato mediante il potere dello Spirito Santo”

Orson Pratt aveva diciannove anni ed era membro della Chiesa solo da alcune settimane quando il Signore, tramite il profeta Joseph Smith, gli diede la rivelazione contenuta in Dottrina e Alleanze 34. In essa il Signore promise a Orson che sarebbe stato in grado di testimoniare con lo spirito di profezia (vedere DeA 34:10).

Orson Pratt

Orson Pratt aveva diciannove anni quando fu chiamato a “elevare la [sua] voce […] e a gridare il pentimento” (DeA 34:6).

Molti anni dopo, quando era un apostolo del Signore, l’anziano Orson Pratt (1811–1881) disse riguardo a quella promessa: “‘Leva la tua voce e profetizza, e ti sarà dato mediante il potere dello Spirito Santo’. Questo era un passo particolare della rivelazione che mi sembrava troppo grande perché io potessi mai riuscire ad adempierlo, eppure c’era l’espresso comandamento che io dovessi farlo. Ho riflettuto spesso su questa rivelazione e sovente nel mio cuore mi sono posto questa domanda: ‘Ho adempiuto quel comandamento così come avrei dovuto fare? Ho cercato tanto ferventemente quanto avrei dovuto di ottenere il dono della profezia in maniera tale da soddisfare il requisito del cielo?’. Qualche volta mi sono sentito di condannare me stesso a causa della mia pigrizia e per gli scarsi progressi compiuti per quanto riguarda questo dono grande, celeste e divino. Certamente non ho sentito alcuna inclinazione a profetizzare agli uomini a meno che non mi fosse stato dato di farlo per l’ispirazione e il potere dello Spirito Santo” (“Discourse by Elder Orson Pratt”, Deseret News, 3 marzo 1875, 68).

Il presidente Henry B. Eyring ha reso testimonianza che il Signore offre un sostegno divino tramite lo Spirito Santo a tutti i Suoi figli, quando essi cercano di adempiere alle loro chiamate e responsabilità:

“Il Signore vi guiderà tramite la rivelazione, proprio come vi ha chiamato. Per sapere ciò che dovete fare, dovete chiedere con fede per ricevere rivelazione. Con la chiamata ricevete la promessa che le risposte arriveranno, ma tale guida giunge solo quando il Signore è sicuro che obbedirete. Per conoscere la Sua volontà dovete essere determinati a farla. Le parole ‘sia fatta la tua volontà’ scritte nel cuore sono la porta che conduce alla rivelazione.

La risposta giunge attraverso lo Spirito Santo. Avrete spesso bisogno di quella guida. Per avere lo Spirito Santo come compagno dovete essere degni, purificati dall’Espiazione di Gesù Cristo. Quindi saranno la vostra obbedienza ai comandamenti, il vostro desiderio di fare la Sua volontà e le vostre richieste fatte con fede a determinare quanto chiaramente il Maestro potrà guidarvi dando risposta alle vostre preghiere.

Spesso le risposte vi verranno dallo studio delle Scritture. Esse contengono il resoconto di ciò che il Signore fece durante il Suo ministero terreno e la guida che ha dato ai Suoi servi. La dottrina in esse contenuta si applicherà a ogni momento e a ogni situazione. Meditare sulle Scritture vi porterà a fare le giuste richieste nelle vostre preghiere. E così come è vero che i cieli si aprirono su Joseph Smith, dopo che ebbe meditato sulle Scritture con fede, Dio risponderà alle vostre preghiere e vi condurrà per mano. […]

Potete avere la certa rassicurazione che il vostro potere sarà moltiplicato molte volte dal Signore. Tutto ciò che chiede è che facciate del vostro meglio e che ci mettiate il cuore. Fatelo di buon animo e pregando con fede. Il Padre e il Suo Beneamato Figliolo manderanno lo Spirito Santo a guidarvi. I vostri sforzi saranno magnificati nella vita delle persone che servirete. E quando ripenserete a questi che ora vi sembrano momenti di prova e sacrificio, il sacrificio sarà diventato una benedizione e saprete di aver visto il braccio di Dio soccorrere voi e coloro che avete servito per Lui” (“Siate all’altezza della vostra chiamata”, Liahona, novembre 2002, 76, 78).

Dottrina e Alleanze 34:11. “Io sarò con te”

Il Signore ha promesso molte volte che sarà con chi è fedele e con chi presta ascolto all’invito di contribuire alla Sua opera (vedere ad esempio DeA 30:11; 31:13; 32:3; 33:9; 34:11). L’anziano David A. Bednar del Quorum dei Dodici Apostoli ha spiegato in che modo questa promessa può dare conforto:

“Quando stringiamo e teniamo fede ad alleanze sacre, ci leghiamo al Signore Gesù Cristo e condividiamo il giogo con Lui. In sostanza, il Salvatore ci invita a fidarci di Lui e a tirare insieme a Lui, sebbene i nostri migliori sforzi non siano pari ai Suoi né [siano] ad essi paragonabili. Quando confidiamo in Lui e tiriamo insieme il nostro carico durante il viaggio della vita terrena, il Suo giogo è veramente dolce e il Suo carico è davvero leggero.

Non siamo soli e non c’è bisogno di esserlo. Possiamo spingerci innanzi nella nostra vita di tutti i giorni con l’aiuto divino. Tramite l’Espiazione del Salvatore possiamo ricevere capacità e vigore ‘trovando in [Lui] la forza’ (‘O Signor, ch’io possa amarTi’, Inni, 134). Il Signore dichiarò: ‘Perciò, continuate il vostro viaggio e che il vostro cuore gioisca; poiché, ecco, io sarò con voi, sì, fino alla fine’ (DeA 100:12)” (“Portare agevolmente i propri fardelli”, Liahona, maggio 2014, 88).