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Capitolo 2: Dottrina e Alleanze 1


Capitolo 2

Dottrina e Alleanze 1

Introduzione e cronologia degli eventi

In capo al novembre del 1831 il Signore aveva già dato al profeta Joseph Smith oltre sessanta rivelazioni per il beneficio della Chiesa e dei singoli membri. Per rendere queste rivelazioni più accessibili ai fedeli, i dirigenti della Chiesa decisero di pubblicarle in un volume intitolato Libro dei Comandamenti. Il 1° novembre 1831 il Profeta convocò una conferenza di anziani a casa di John ed Alice (Elsa) Johnson a Hiram, nell’Ohio, durante la quale un comitato di anziani composto da Sidney Rigdon, Oliver Cowdery e William E. McLellin cercò, senza riuscirvi, di scrivere una prefazione al Libro dei Comandamenti (vedere The Joseph Smith Papers, Documents Volume 2, July 1831–January 1833, a cura di Matthew C. Godfrey e altri [2013], 104). Dopo questo tentativo, Joseph Smith ricevette la rivelazione contenuta in Dottrina e Alleanze 1. In essa, il Signore dichiarò: “Questa [rivelazione] è […] la mia prefazione al libro dei miei comandamenti” (DeA 1:6). Egli dichiarò inoltre che tutte le persone avrebbero udito la Sua “voce di avvertimento” (DeA 1:4) e che coloro che si fossero rifiutati di prestare ascolto alla Sua voce e alle parole dei Suoi servitori sarebbero stati recisi di frammezzo al Suo popolo. Il Signore rese testimonianza che le rivelazioni date al profeta Joseph Smith sono veritiere e comandò al Suo popolo di studiarle.

Settembre 1831Joseph ed Emma Smith si trasferiscono da Kirtland a Hiram, nell’Ohio.

Novembre 1831Una conferenza di anziani delibera di pubblicare diecimila copie del Libro dei Comandamenti.

1° novembre 1831Viene ricevuta Dottrina e Alleanze 1.

20 novembre 1831Oliver Cowdery e John Whitmer partono per il Missouri con il manoscritto del Libro dei Comandamenti per farlo stampare.

Dottrina e Alleanze 1 – Approfondimento del contesto storico

Il 1° novembre 1831 il profeta Joseph Smith convocò una conferenza speciale con dieci anziani a Hiram per parlare della raccolta e della pubblicazione delle rivelazioni ricevute fino a quel momento. La pubblicazione proposta avrebbe dato ai membri della Chiesa accesso alle rivelazioni del Signore e sarebbe stata come testimone davanti a tutto il mondo che Dio, ancora una volta, aveva iniziato a rivelare i Suoi intenti e la Sua volontà ai Suoi figli sulla terra.

Durante la conferenza, i partecipanti decisero di raccogliere le rivelazioni in un unico volume, che sarebbe stato intitolato Libro dei Comandamenti, e di stamparne diecimila copie (numero che fu in seguito ridotto a tremila copie). A un comitato di anziani fu chiesto di scrivere una prefazione alla pubblicazione. Quando il comitato presentò la sua bozza della prefazione, il gruppo riunito non l’approvò e chiese al Profeta di rivolgersi al Signore per avere una guida. “Dopo che [Joseph Smith] e gli anziani si furono inginocchiati per pregare, [Joseph], che era ‘seduto vicino alla finestra’, dettò la prefazione ‘tramite lo Spirito’, mentre [Sidney] Rigdon scriveva. [William E. McLellin ricorda]: ‘Joseph pronunciava poche frasi e Sidney le scriveva, poi le leggeva ad alta voce e, se erano corrette, allora Joseph continuava a dettarne altre’” (The Joseph Smith Papers, Documents, Volume 2, July 1831–January 1833, 104). Questa rivelazione fu pubblicata come prefazione all’edizione del 1833 del Libro dei Comandamenti e oggi è la sezione 1 di Dottrina e Alleanze.

Cartina 5: L’area degli stati di New York, della Pennsylvania e dell’Ohio negli Stati Uniti

Dottrina e Alleanze 1:1–23

La voce di avvertimento del Signore è rivolta a tutti i popoli

Dottrina e Alleanze 1:1. “Date ascolto, o voi, popolo della mia chiesa”

Il Signore inizia la Sua rivelazione in Dottrina e Alleanze 1 comandando al Suo popolo di dare ascolto. In Dottrina e Alleanze, il concetto di ascoltare si trova molte volte. Il presidente Russell M. Nelson del Quorum dei Dodici Apostoli ha spiegato che “la lingua ebraica dell’Antico Testamento in molti casi usa lo stesso termine sia per ascoltare (il Signore) che per obbedire (alla Sua parola)” (“Ascoltate per imparare”, La Stella, luglio 1991, 24). È solo ascoltando il Signore, ovvero obbedendo, che possiamo sfuggire ai giudizi che cadranno sul mondo.

Dottrina e Alleanze 1:2. “La voce del Signore è per tutti gli uomini”

Il Signore ha detto che le Sue parole e il Suo avvertimento non sono soltanto per i membri della Sua chiesa, ma per tutte le persone. Il presidente Joseph Fielding Smith (1876–1972) ha spiegato in che modo la voce di avvertimento sarà levata per tutti i popoli:

“Non deduco […] sia necessario che ogni cuore venga penetrato e che ogni orecchio oda in questa vita, ma che, se non hanno udito, se questa opportunità non si è presentata loro per il tramite della predicazione degli anziani e delle pubblicazioni della parola del Signore ricevuta per rivelazione, essi avranno la possibilità di udire nel mondo degli spiriti.

Quindi il Signore, nella Sua bontà e misericordia, intende portare queste verità del vangelo restaurato a ogni anima, vivente o deceduta. In questo modo, ogni cuore sarà penetrato e ogni orecchio udrà” (Conference Report, ottobre 1931, 16).

Dottrina e Alleanze 1:8–9. Suggellare “gli increduli e i ribelli”

Coloro che accettano il vangelo di Gesù Cristo, che ricevono le ordinanze di salvezza e che continuano a essere obbedienti ai comandamenti otterranno la vita eterna (vedere DeA 14:7; 20:25, 29). I malvagi che rifiutano di credere o che scelgono di ribellarsi alla luce del Vangelo che hanno ricevuto subiranno la punizione per la loro disobbedienza (vedere DeA 133:71–72).

Dottrina e Alleanze 1:14. “Prestare attenzione alle parole dei profeti e degli apostoli”

Il Signore ha avvertito che coloro che non danno ascolto alla Sua voce e alle parole dei Suoi profeti e apostoli saranno “recisi” dal popolo di Dio. Essere “recisi” vuol dire essere separati dal potere, dall’influenza e dalle benedizioni di Dio e, infine, dalla Sua presenza. Il presidente Henry B. Eyring della Prima Presidenza ha reso testimonianza della benedizione di seguire il consiglio dei profeti: “Ogni volta che ho deciso di rimandare di seguire un consiglio ispirato o ho deciso di essere un’eccezione, ho visto che mi sono cacciato nei guai. Ogni volta che ho ascoltato un consiglio dei profeti, ne ho avuto la conferma nella preghiera e poi l’ho messo in pratica, ho scoperto che avevo preso la via che portava alla sicurezza” (“Ascoltiamo i buoni consigli”, La Stella, luglio 1997, 29).

In merito alle benedizioni che riceviamo quando seguiamo prontamente il consiglio di un profeta, l’anziano M. Russell Ballard del Quorum dei Dodici Apostoli ha insegnato: “Avere un profeta di Dio tra di noi non è cosa di poco conto. I benefici che riceviamo nell’ascoltare le parole che il Signore ci dà tramite lui sono grandi e meravigliosi. […] Quando ascoltiamo i consigli del Signore tramite le parole del presidente della Chiesa, la nostra risposta deve essere positiva e tempestiva. La storia dimostra che se diamo retta ai consigli dei profeti troveremo sicurezza, pace, prosperità e felicità, proprio come fu per Nefi: ‘Andrò e farò le cose che il Signore ha comandato’ (1 Nefi 3:7)” (“‘Riceverete la sua parola’”, Liahona, luglio 2001, 80).

La sorella Carol F. McConkie, consigliera della presidenza generale delle Giovani Donne, ha parlato dell’importanza di dare ascolto agli insegnamenti dei profeti anche quando possono sembrare sconvenienti o impopolari:

“Il nostro Padre in cielo ama tutti i Suoi figli e desidera che essi conoscano e comprendano il Suo piano di felicità. Pertanto, Egli chiama profeti, coloro che sono stati ordinati con potere e autorità per agire nel nome di Dio per la salvezza dei Suoi figli. […]

Anche quando può sembrare irragionevole, sconveniente e scomoda, prestiamo ascolto alla parola profetica. Secondo gli standard del mondo, seguire il profeta può essere impopolare, politicamente scorretto o socialmente inaccettabile, ma seguire il profeta è sempre giusto. […]

Quando accettiamo le parole dei profeti, noi edifichiamo la nostra casa e la nostra vita su un fondamento eternamente sicuro, ossia ‘sulla roccia del nostro Redentore, che è Cristo, il Figlio di Dio’ [Helaman 5:12]” (“Vivete secondo le parole dei profeti”, Liahona, novembre 2014, 77–79).

il Bosco Sacro

Il Bosco Sacro, vicino a Palmyra nello Stato di New York, dove il giovane Joseph Smith vide Dio Padre e Gesù Cristo nella primavera del 1820 (fotografia del 1926 circa).

Per gentile concessione della Biblioteca e degli archivi di storia della Chiesa.

Dottrina e Alleanze 1:16. “Ognuno cammina per la sua via e secondo l’immagine del suo proprio dio”

Come si legge in questa prefazione ispirata alle rivelazioni contenute in Dottrina e Alleanze, il Signore descrive alcune delle condizioni malvagie e apostate che esistono nel mondo perché “ognuno cammina per la sua via e secondo l’immagine del suo proprio dio” (DeA 1:16). L’anziano D. Todd Christofferson del Quorum dei Dodici Apostoli ha illustrato in che modo questo succede oggi:

“Da ormai più di una generazione, le società in cui molti di noi vivono hanno fallito nel promuovere la disciplina morale. Hanno insegnato che la verità è relativa e che ognuno decide da solo cosa è giusto. Concetti come ‘peccato’ e ‘sbagliato’ sono stati condannati in quanto ‘giudizi di valore’. Secondo la descrizione del Signore: ‘Ognuno cammina per la sua via e secondo l’immagine del suo proprio dio’ (DeA 1:16).

Di conseguenza, l’autodisciplina è stata scalfita e le società si ritrovano a dover provare a mantenere l’ordine e la civilizzazione con mezzi coercitivi” (“La disciplina morale”, Liahona, novembre 2009, 106).

Dottrina e Alleanze 1:16. “Babilonia la grande”

Il Signore chiama il mondo malvagio “Babilonia la grande” (DeA 1:16). A causa della mondanità e della corruzione dell’antica Babilonia, e poiché fu un luogo in cui i figlioli d’Israele furono portati e trattenuti come prigionieri, nelle Scritture Babilonia è spesso usata in senso figurato per rappresentare il peccato e la malvagità del mondo, e la prigionia spirituale che il mondo può imporre ai figli di Dio (vedere DeA 133:14).

L’anziano David R. Stone dei Settanta ha descritto la Babilonia di oggi e la sua influenza dilagante:

“Non esiste nessuna città oggi che rappresenti Babilonia. Babilonia, al tempo dell’antica Israele, era una città che diventò carnale, decadente e corrotta. L’edificio principale nella città era il tempio dedicato a un falso dio, al quale ci riferiamo spesso come Bel o Baal.

In ogni caso, la sensualità, la corruzione e la decadenza, e l’adorazione di falsi dei si può vedere in molte città, grandi e piccole, sparse per il mondo. […]

Troppe persone del mondo assomigliano all’antica Babilonia, vanno per la loro strada e seguono un dio la cui immagine è a immagine del mondo [vedere DeA 1:16]” (“Sion nel mezzo di Babilonia”, Liahona, maggio 2006, 90–91).

Dottrina e Alleanze 1:17. Preparare il mondo per “la calamità che sarebbe venuta”

Con preveggenza divina, Dio chiamò il profeta Joseph Smith a contribuire a preparare il mondo per “la calamità che sarebbe venuta sugli abitanti della terra” (DeA 1:17). L’anziano Robert D. Hales del Quorum dei Dodici Apostoli ha insegnato che dando ascolto alle parole dei profeti possiamo evitare le calamità degli ultimi giorni: “Se ascoltiamo i profeti del nostro tempo, vedremo la cura dei poveri e dei bisognosi sostituirsi alla povertà. Molti gravi e mortali pericoli per la salute si potrebbero evitare mediante l’osservanza della Parola di Saggezza e delle leggi della purezza sessuale. Il pagamento della decima ci sarebbe di aiuto, sì che avremmo sempre a sufficienza per le nostre necessità. Se seguiamo i consigli impartiti dai profeti, potremo condurre quaggiù una vita priva di sofferenze e disgrazie non necessarie. Questo non significa che non avremo delle difficoltà. Certamente ne avremo. Questo non significa che non saremo messi alla prova. Certamente lo saremo. Ciò avverrà perché fa parte del motivo per cui ci troviamo su questa terra. Ma se ascoltiamo i consigli del nostro profeta diventeremo più forti e sapremo resistere alle prove della vita terrena. Avremo speranza e gioia” (“Ascoltate la voce del Profeta e ubbidite”, La Stella, luglio 1995, 20).

Vidi una luce

I Saw a Light [vidi una luce], di Jon McNaughton. Rappresentazione della Prima Visione, quando Dio Padre e Gesù Cristo apparvero al giovane Joseph Smith mentre pregava.

Dottrina e Alleanze 1:24–33

Il Signore ha dato a Joseph Smith il potere di tradurre il Libro di Mormon e di stabilire la Sua vera Chiesa

Dottrina e Alleanze 1:24. “Dati ai miei servitori nella loro debolezza”

Il Signore ha affermato di aver dato i comandamenti e le rivelazioni ai Suoi servitori “nella loro debolezza, secondo il loro linguaggio” (DeA 1:24). Spiegando la natura della rivelazione comunicata da esseri divini agli uomini e alle donne mortali, il presidente Brigham Young (1801–1877) ha detto: “Le rivelazioni di Dio contengono dottrine e principi corretti, in ogni loro parte; ma è impossibile per i poveri, deboli, meschini, miseri, peccaminosi abitanti della terra ricevere una rivelazione dell’Onnipotente in tutta la Sua perfezione. Egli ci deve parlare secondo le nostre capacità” (“Discourse”, Deseret News, 1° agosto 1855, 162).

L’anziano Marlin K. Jensen dei Settanta ha spiegato che il profeta Joseph Smith “sembrava considerare i manoscritti delle rivelazioni come il suo massimo impegno per catturare la voce del Signore che accondiscendeva a comunicare nella ‘lingua zoppicante, imprecisa, dispersiva e imperfetta’ degli uomini” (“Joseph Smith Papers: i libri manoscritti delle rivelazioni”, Liahona, luglio 2009, 9).

Alcuni dei primi membri della Chiesa criticavano il linguaggio delle rivelazioni, non comprendendo che la verità degli insegnamenti che contenevano non aveva niente a che vedere con l’ortografia, la punteggiatura o la grammatica. Nel preparare le rivelazioni per la pubblicazione, Joseph Smith, e altre persone sotto la sua direzione, apportarono cambiamenti e correzioni a parti del testo cercando di chiarire il linguaggio e l’intento delle rivelazioni.

Già nel novembre del 1831, a una conferenza della Chiesa, si deliberò quanto segue: “Joseph Smith jr corregga quegli errori o sbagli che riesce a trovare tramite lo Spirito Santo mentre revisiona le rivelazioni [e] i comandamenti [e] anche la totalità delle Scritture” (The Joseph Smith Papers, Documents, Volume 2: July 1831–January 1833, 123).

Il profeta Joseph Smith, tuttavia, era consapevole del fatto che le rivelazioni del Signore sono soggette a modifiche o aggiunte da parte del Signore dal momento che Egli continua a rivelare la Sua verità (vedere Gerrit Dirkmaat, “Great and Marvelous Are the Revelations of God”, Ensign, gennaio 2013, 47).

Dottrina e Alleanze 1:29. Il Signore ha reso possibile la traduzione del Libro di Mormon

Joseph Smith aveva ricevuto dall’angelo Moroni gli antichi annali che in Dottrina e Alleanze 1:29 vengono indicati come “gli annali dei Nefiti”. Nel periodo in cui venne alla luce il Libro di Mormon, il giovane profeta non conosceva altra lingua che l’inglese. Quindi, la sua capacità di tradurre il Libro di Mormon gli giunse come dono misericordioso elargito tramite il potere di Dio (vedere anche DeA 5:4; 135:3).

Collina di Cumora

La Collina di Cumora (sullo sfondo), vicino a Palmyra, è il luogo in cui Joseph Smith ricevette le antiche tavole del Libro di Mormon (fotografia del 1907 circa).

Per gentile concessione della Biblioteca e degli archivi di storia della Chiesa.

Dottrina e Alleanze 1:30. La Chiesa uscirà “dall’oscurità”

Il Signore ha dato ai Suoi servitori il potere di stabilire la Sua Chiesa e di “farla uscire dall’oscurità” (DeA 1:30). L’anziano Neal A. Maxwell (1926–2004) del Quorum dei Dodici Apostoli ha spiegato cosa significa questa espressione:

“L’oscurità in cui la Chiesa è rimasta immersa nel passato cede alla luce. L’oscurità denota ciò che è ‘generalmente sconosciuto’ e ‘lontano dai centri di attività’; pertanto ciò che è oscuro è spesso incompreso.

Il Signore ha indicato come Egli porterà la Sua opera negli ultimi giorni fuori ‘dall’oscurità e dalle tenebre’ (DeA 1:30; vedere anche 1 Nefi 22:12; 2 Nefi 1:23; 27:29.) Pertanto, come era stato previsto, Cristo e la Sua opera stanno diventando una luce che non si può più nascondere (vedere DeA 14:9)” (“‘Fuori dall’oscurità’”, La Stella, gennaio 1985, 6).

Dottrina e Alleanze 1:30. “La sola chiesa vera e vivente sulla faccia della terra intera”

Il Signore ha chiaramente attestato che la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni è “la sola chiesa vera e vivente sulla faccia della terra intera” (DeA 1:30). Il presidente Henry B. Eyring della Prima Presidenza ha spiegato un motivo per cui essa è la sola vera chiesa:

“Nel sostenere [il profeta e le altre autorità generali], abbiamo visto e ricevuto la prova che la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni è sia vera sia vivente. […]

Questa è la vera Chiesa, l’unica vera Chiesa, poiché in essa vi sono le chiavi del sacerdozio. Solo in questa Chiesa il Signore ha posto il potere di suggellare sulla terra e di suggellare in cielo, come fece ai tempi dell’apostolo Pietro. Quelle chiavi furono restaurate a Joseph Smith che poi fu autorizzato a conferirle ai membri del Quorum dei Dodici” (“La chiesa vera e vivente”, Liahona, maggio 2008, 20).

L’anziano David A. Bednar del Quorum dei Dodici Apostoli ha approfondito in che modo la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni è sia vera sia vivente: “Il Signore ha dichiarato che la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni è ‘la sola chiesa vera e vivente sulla faccia della terra intera’ (DeA 1:30). Questa Chiesa restaurata è vera perché è la Chiesa del Salvatore; Egli è ‘la via, la verità e la vita’ (Giovanni 14:6). Ed è una Chiesa vivente grazie all’influenza e ai doni dello Spirito Santo. Siamo grandemente benedetti di poter vivere in un’epoca in cui il sacerdozio è di nuovo sulla terra e possiamo ricevere lo Spirito Santo” (“Ricevi lo Spirito Santo”, Liahona, novembre 2010, 97).

Dato che è una chiesa vivente, guidata e diretta dal Signore tramite lo Spirito Santo, la Chiesa continua a crescere e ad adattarsi alle mutevoli circostanze e condizioni del mondo grazie alla rivelazione continua da Dio ai Suoi profeti. La testimonianza del Signore che dichiara che la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni è la sola chiesa vera e vivente non vuol dire che le altre chiese non abbiano parte della verità. Il presidente Boyd K. Packer (1924–2015) del Quorum dei Dodici Apostoli ha spiegato:

“Con questo non vogliamo dire che tutte le chiese non hanno nella loro dottrina una parte della verità. Esse hanno una parte di verità — alcune ne hanno molta. Esse hanno una forma di religiosità. Spesso i loro ministri e aderenti non sono privi di devozione; molti praticano infatti assai lodevolmente i principi della Cristianità. Ma queste chiese sono tuttavia incomplete. [Per Sua stessa dichiarazione] ‘insegnano come dottrina i comandamenti degli uomini e hanno una forma di religiosità, ma ne rinnegano la potenza’ [Joseph Smith – Storia 1:19]. […]

Non diciamo tanto che [le altre chiese] sono nell’errore quanto che sono incomplete. La pienezza del Vangelo è stata restaurata. [Il potere e l’autorità di agire nel nome di Dio sono tra noi]. Il potere e l’autorità del sacerdozio sono presenti in questa chiesa” (“La sola vera chiesa vivente”, La Stella, maggio 1972, 211).

Dottrina e Alleanze 1:31–33. “Colui che si pente e rispetta i comandamenti del Signore”

In Dottrina e Alleanze 1:31–33, il Signore dichiara in modo inequivocabile come considera il peccato. Ma alla Sua dichiarazione aggiunge, in modo misericordioso, la promessa del perdono per colui che si pente e obbedisce ai Suoi comandamenti. L’anziano Richard G. Scott (1928–2015) del Quorum dei Dodici Apostoli ha spiegato in che modo l’obbedienza ai comandamenti aiuta nel perdono dei peccati: “Questi versetti [DeA 1:31–32] sottolineano che il Signore non può tollerare il peccato ma, grazie al Suo amore perfetto, perdonerà il peccatore pentito. Ci insegnano anche che non solo è importante osservare un comandamento che non è stato rispettato, ma che se obbediremo a tutti i comandamenti otterremo maggiore capacità e sostegno nel processo di pentimento” (“Liberarsi da pesanti fardelli”, Liahona, novembre 2002, 87).

Dottrina e Alleanze 1:34–39

Le parole e le rivelazioni del Signore contenute in Dottrina e Alleanze sono veritiere e saranno tutte adempiute

Dottrina e Alleanze 1:37. “Scrutate questi comandamenti, poiché sono veri”

Il Signore ha reso testimonianza della veridicità delle rivelazioni contenute in Dottrina e Alleanze e ha esortato i Suoi santi a “[scrutare] questi comandamenti” (DeA 1:37). Il presidente Brigham Young ha testimoniato: “Il libro di Dottrina e Alleanze è stato dato ai Santi degli Ultimi Giorni con il preciso scopo di guidarli nel loro cammino di ogni giorno” (Insegnamenti dei presidenti della Chiesa – Brigham Young [1997], 120).

frontespizio del Libro dei Comandamenti

Una copia dell’edizione del 1833 del Libro dei Comandamenti di proprietà del presidente Wilford Woodruff.

Dottrina e Alleanze 1:38. “Che sia dalla mia propria voce o dalla voce dei miei servitori”

Il Signore rivela la Sua parola e i Suoi avvertimenti attraverso i Suoi servitori scelti e chiamati. Quando i profeti parlano in qualità di servitori autorizzati del Signore, è come se il Signore stesso stesse parlando. L’anziano M. Russell Ballard ha insegnato: “Durante il mio ministero, ho scoperto che coloro che si sono smarriti [e] sono confusi sono di solito quelli che hanno […] dimenticato più spesso che quando la Prima Presidenza e il Quorum dei Dodici parlano all’unisono, rappresentano la voce del Signore per quel momento. Il Signore ci ricorda: ‘Che sia dalla mia propria voce o dalla voce dei miei servitori, è lo stesso’ [DeA 1:38]” (“Rimanete sulla barca e tenetevi stretti!”, Liahona, novembre 2014, 90).

L’anziano D. Todd Christofferson ha spiegato in che modo la voce del Signore si manifesta ai Suoi profeti e apostoli:

“Il presidente della Chiesa può annunciare o interpretare delle dottrine sulla base di rivelazioni da lui ricevute (vedere, per esempio, DeA 138). L’esposizione dottrinale può anche essere fatta dal consiglio della Prima Presidenza e del Quorum dei Dodici Apostoli insieme (vedere, per esempio, la Dichiarazione Ufficiale 2). Le delibere del consiglio spesso comprendono la valutazione delle opere canoniche, gli insegnamenti dei dirigenti della Chiesa e le pratiche del passato. Ma alla fine […] l’obiettivo non è tanto il consenso tra i membri del consiglio quanto la rivelazione da Dio. È un processo che richiede ragione e fede per conoscere la mente e il volere del Signore.

Allo stesso tempo dobbiamo ricordare che non tutte le dichiarazioni fatte da un dirigente della Chiesa, passato o attuale, sono necessariamente dottrina. Nella Chiesa si è ben coscienti che una dichiarazione fatta da un dirigente in una singola occasione spesso rappresenta un’opinione personale, benché ponderata, e non diventa ufficiale o vincolante per l’intera Chiesa. Il profeta Joseph Smith ha insegnato che ‘un profeta [è] un profeta solo quando agisce come tale’ [Joseph Smith, in History of the Church, 5:265]” (“La dottrina di Cristo”, Liahona, maggio 2012, 88).