Capitolo 15
Dottrina e Alleanze 37–38; 41
Introduzione e cronologia degli eventi
Verso la fine di dicembre del 1830, il profeta Joseph Smith continuava a lavorare sulla traduzione ispirata della Bibbia. Durante quel periodo ricevette la rivelazione contenuta in Dottrina e Alleanze 37, in cui il Signore gli comandò di mettere da parte temporaneamente la traduzione della Bibbia e di dedicarsi a predicare il Vangelo e a rafforzare la Chiesa. Inoltre, comandò che i santi si radunassero nell’Ohio.
Joseph Smith annunciò questo comandamento ai membri della Chiesa durante una conferenza tenutasi il 2 gennaio 1831. Molti di loro volevano saperne di più su questo comandamento, così durante la conferenza il Profeta si rivolse al Signore. Egli ricevette la rivelazione riportata in Dottrina e Alleanze 38 in presenza della congregazione. In questa rivelazione il Signore rivelò le ragioni per cui stava dando ai santi il comandamento di radunarsi nell’Ohio ed espose le benedizioni promesse in cambio.
La maggior parte dei santi accettò il comandamento e diede inizio ai preparativi per trasferirsi nell’Ohio. Verso la fine di gennaio del 1831 il profeta Joseph, sua moglie Emma e altre persone viaggiarono in slitta dallo Stato di New York fino all’Ohio e arrivarono a Kirtland all’inizio di febbraio. Il 4 febbraio Joseph ricevette la rivelazione contenuta in Dottrina e Alleanze 41 in cui il Signore ordinò al profeta e ad altri dirigenti della Chiesa di pregare per ricevere la Sua legge. Inoltre, Il Signore chiamò Edward Partridge a essere il primo vescovo della Chiesa.
-
Dicembre 1830Sidney Rigdon comincia a fare da scrivano a Joseph Smith durante la traduzione ispirata della Bibbia.
-
Dicembre 1830Durante la traduzione della Bibbia Joseph Smith riceve parte dell’antico resoconto di Enoc (Mosè 7).
-
30 dicembre 1830Viene ricevuta Dottrina e Alleanze 37.
-
2 gennaio 1831Durante la terza conferenza della Chiesa, Joseph Smith annuncia che i santi devono radunarsi nell’Ohio.
-
2 gennaio 1831Viene ricevuta Dottrina e Alleanze 38.
-
Gennaio – febbraio 1831Joseph ed Emma Smith partono per trasferirsi a Kirtland, nell’Ohio, e vi arrivano all’inizio di febbraio.
-
4 febbraio 1831Viene ricevuta Dottrina e Alleanze 41.
Dottrina e Alleanze 37 – Approfondimento del contesto storico
Sidney Rigdon si convertì al Vangelo quando sentì predicare Oliver Cowdery, Parley P. Pratt e gli altri missionari che si erano fermati nell’Ohio lungo il loro viaggio verso il confine occidentale del Missouri. Nell’arco di poche settimane soltanto, i missionari battezzarono oltre cento convertiti nella zona di Kirtland, tra cui Sidney Rigdon. Dopo il suo battesimo, Sidney, insieme a Edward Partridge, si diresse verso lo Stato di New York e incontrò il profeta Joseph Smith. Sidney fu chiamato per rivelazione ad assistere Joseph Smith come scrivano mentre il Profeta continuava la traduzione ispirata della Bibbia. Con Sidney come suo scrivano, Joseph dettò il contenuto di Mosè 7, che ora si trova in Perla di Gran Prezzo. Nel dicembre del 1830 il Signore disse loro di interrompere la traduzione e di rafforzare i membri della Chiesa nello Stato di New York. Egli comandò altresì ai santi di radunarsi nell’Ohio e di unirsi a coloro che si erano convertiti là. Sebbene in precedenza il Signore avesse detto che il Suo popolo si sarebbe dovuto riunire in un sol luogo per essere protetto dalle tribolazioni (vedere DeA 29:8), questa rivelazione (DeA 37) fu il primo comandamento relativo a un raduno letterale dei santi in un luogo centrale in questa dispensazione.
Dottrina e Alleanze 37
Il Signore comanda alla Sua chiesa di radunarsi nell’Ohio
Dottrina e Alleanze 37:1. “Non mi è opportuno che traduciate ulteriormente”
Nel giugno del 1830 il profeta Joseph Smith cominciò una revisione ispirata, da lui definita traduzione, della Bibbia. Da giugno a dicembre del 1830 il Profeta si concentrò sul libro della Genesi nell’Antico Testamento, con Oliver Cowdery, John Whitmer, Emma Smith e Sidney Rigdon ad assisterlo come scrivani. Nel dicembre del 1830 il Signore comandò a Joseph e a Sidney di interrompere, per il momento, il lavoro di traduzione e disse loro di riprenderlo una volta arrivati a Kirtland, nell’Ohio.
Dottrina e Alleanze 37:1–3. “Andare nell’Ohio”
Da aprile a ottobre del 1830 pressoché tutti i membri della Chiesa risiedevano nello Stato di New York nelle zone di Palmyra, Fayette e Colesville. Tutto questo cambiò quando i missionari mandati a predicare agli Indiani americani presso il confine occidentale del Missouri si fermarono a Kirtland, nell’Ohio, dove scoprirono che il Signore aveva preparato molte persone a ricevere il messaggio del vangelo restaurato. Nell’arco di poche settimane furono convertite più di cento persone. Il comandamento dato ai santi di “[radunarsi] nell’Ohio” (DeA 37:3), ovvero nell’ampia vallata del fiume Ohio situata nell’Ohio nordorientale dove si trovava Kirtland, richiedeva ai santi di percorrere una distanza di circa 480 chilometri dal luogo in cui vivevano nello Stato di New York.
Nel settembre del 1830 il Signore spiegò che i santi erano “chiamati a realizzare il raduno [degli eletti del Signore]” e che essi sarebbero stati “riuniti in un sol luogo sulla faccia di questo paese” (DeA 29:7–8). La città di Sion — la Nuova Gerusalemme — fu designata dal Signore quale luogo in cui i santi dovevano radunarsi. Uno scopo della missione di Oliver Cowdery era quello di compiere i preparativi per quando il Signore avrebbe specificato l’ubicazione di Sion (vedere DeA 28:8–9). Alla fine, il Signore rivelò che Independence, nel Missouri, doveva diventare Sion (vedere DeA 57:1–3). Il Signore, tuttavia, comandò ai santi di radunarsi nell’Ohio fino a quando non fosse stato possibile ottenere ulteriori informazioni da Oliver Cowdery al ritorno dalla sua missione. Insegnamenti successivi del profeta Joseph Smith e di altri profeti degli ultimi giorni hanno chiarito che Sion si espanderà fino a riempire il Nord e il Sud America e persino oltre, riempiendo la terra intera.
Dottrina e Alleanze 38 – Approfondimento del contesto storico
Il 2 gennaio 1831, poco dopo che il profeta Joseph Smith ebbe ricevuto il comandamento rivolto alla Chiesa di “[radunarsi] nell’Ohio” (DeA 37:3), si tenne una conferenza a Fayette, nello Stato di New York. Vi presero parte i membri della Chiesa provenienti dalle tre aree dello Stato di New York in cui essi risiedevano: Palmyra, Fayette e Colesville. Il Profeta annunciò il comandamento del Signore di radunarsi nell’Ohio. John Whitmer scrisse che “le solennità dell’eternità discesero sulla congregazione, e […] le persone desiderarono saperne un po’ di più in merito a questo argomento” (The Joseph Smith Papers, Histories, Volume 2: Assigned Histories, 1831–1847, a cura di Karen Lynn Davidson e altri [2012], 18). Joseph Smith chiese al Signore e, in presenza della congregazione, ricevette una rivelazione che forniva una spiegazione dettagliata del motivo per cui i santi dovevano trasferirsi.
Dottrina e Alleanze 38:1–22
Il Signore afferma la Sua onniscienza e assicura ai Santi di essere in mezzo a loro
Dottrina e Alleanze 38:2. Il Signore conosce ogni cosa
Il Signore conosce ogni cosa (vedere 2 Nefi 2:24; 9:20). Egli conosce “la fine fin dal principio” (Abrahamo 2:8) e può vedere e comprendere ogni cosa del passato, del presente e del futuro (vedere DeA 88:41; 130:7). Poiché Egli conosce ogni cosa, noi possiamo esercitare fede in Lui. Le Lectures on Faith, una raccolta di lezioni pubblicate con l’autorizzazione e l’approvazione del profeta Joseph Smith, contengono una spiegazione del rapporto tra la conoscenza perfetta di Dio e la nostra capacità di esercitare una fede completa in Lui: “Senza la conoscenza di tutte le cose, Dio non potrebbe salvare nessuna delle Sue creature; poiché è a motivo della conoscenza che Egli ha di ogni cosa, dall’inizio alla fine, che Egli può dare tale conoscenza alle Sue creature mediante la quale esse vengono rese partecipi della vita eterna; e se non fosse per l’idea che esiste nella mente degli uomini che Dio possiede tutta la conoscenza sarebbe per loro impossibile esercitare la fede in Lui” (Lectures on Faith [1985], 51–52).
Dottrina e Alleanze 38:12. “Gli angeli stanno attendendo il grande comando di mietere la terra […]; ed ecco, il nemico è riunito”
Dottrina e Alleanze 38:12 fa riferimento alla parabola del grano e delle zizzanie contenuta nel Nuovo Testamento (vedere Matteo 13:24–30). L’immagine degli angeli che attendono di mietere la terra allude alla distruzione dei malvagi alla fine del mondo.L’anziano Neal A. Maxwell (1926–2004) del Quorum dei Dodici Apostoli ha spiegato in che modo i seguaci di Dio possono provare pace in un mondo in via di peggioramento:
“Qualche anno fa, l’immagine [scritturale] degli angeli che attendono ‘giorno e notte’ il ‘grande comando’ di scendere per mietere la terra e raccogliere il loglio in questo mondo malvagio e sofferente mi sembrava un pochino drastica (vedere DeA 38:12; 86:5). Oggi, considerando le immense e inutili sofferenze degli uomini, non lo penso più!
Ma anche in questo caso, la mietitura finale avverrà soltanto quando il Padre stabilirà che il mondo è ‘pienamente [maturo]’ (DeA 86:7). Intanto, fratelli e sorelle, il nostro impegno è quello di sopravvivere spiritualmente in un mondo di ‘grano [e] zizzanie’ in deterioramento [DeA 86:7].
Sì, purtroppo, a volte qualche disertore o dissidente può cercare di irritarci con il suo vociferare su particolari problemi, ma sono gli effetti soffocanti di questo mondo in deterioramento sui membri della Chiesa che rappresentano un pericolo chiaro e attuale. ‘Mali [e] intenti’ sono invero presenti a causa dell’opera di […] ‘cospiratori negli ultimi giorni’ (DeA 89:4). Il Signore infatti ha annunciato: ‘Ecco, il nemico è riunito’ (DeA 38:12).
Tuttavia, non dobbiamo lasciarci intimidire né perdere il controllo, anche se quello che una volta era moralmente inaccettabile sta diventando ammissibile, come se la sua frequenza in qualche modo gli conferisse rispettabilità!” (“‘Ecco che il nemico cospira’”, La Stella, luglio 1993, 91).
Dottrina e Alleanze 38:13–15. “Io vi mostro un mistero”
La rivelazione secondo cui i membri della Chiesa dovevano trasferirsi nell’Ohio fu inaspettata e faceva presagire grandi sacrifici. La convinzione dei santi che Joseph Smith fosse un profeta di Dio fu messa alla prova. John Whitmer scrisse che alcuni sospettarono che “Joseph si fosse inventato da sé [la rivelazione] per ingannare il popolo al fine di ottenere guadagno” (The Joseph Smith Papers, Histories, Volume 2: Assigned Histories, 1831–1847, 21).
Anche se alcuni mettevano in dubbio il ruolo divino di Joseph Smith come profeta, il Signore condivise misericordiosamente con i membri della Chiesa qualcosa che essi non sapevano, “un mistero, una cosa che avviene in segrete stanze” (DeA 38:13). Joseph Smith e i santi appresero dal Signore che dei nemici stavano complottando per distruggerli (vedere DeA 38:13, 28).
Dottrina e Alleanze 38:17–20. “Una terra traboccante di latte e miele”
Anche se i santi avrebbero dovuto fare sacrifici per emigrare nell’Ohio, il Signore condivise dei dettagli su come i Suoi figli retti avrebbero trovato “una terra promessa, una terra traboccante di latte e miele” (DeA 38:18), vale a dire un luogo di grande abbondanza (vedere Esodo 3:8). Questa promessa di una “terra [di] eredità” (DeA 38:19) potrebbe trovare un parziale adempimento temporale nel sito della futura città di Sion, nel Missouri, ma sembra anche far riferimento alla terra quando sarà rinnovata e riceverà una gloria paradisiaca durante il Millennio (vedere Articoli di Fede 1:10; vedere anche DeA 63:20–21, 49). I giusti che osservano le leggi di Dio e cercano di diventare come Lui riceveranno una terra eterna di eredità su questo pianeta, quando diventerà un regno celeste (vedere DeA 88:17–20). Il Signore disse ai membri della Chiesa di cercare questa terra di eredità “con tutto il [loro] cuore” (DeA 38:19).
Dottrina e Alleanze 38:23–42
Il Signore comanda ai santi di restare uniti e spiega il motivo per cui ha comandato loro di radunarsi nell’Ohio
Dottrina e Alleanze 38:24–27. “Che ogni uomo stimi suo fratello come se stesso”
Mentre preparava i santi di questa dispensazione a stabilire Sion, il Signore li istruì riguardo a Enoc e all’antico popolo di Sion. Nel dicembre del 1830 il profeta Joseph Smith ricevette una rivelazione sulla città di Sion, nella quale il popolo di Enoc “[era] di un solo cuore e di una sola mente […]; e non vi erano poveri fra essi” (Mosè 7:18). In una rivelazione ricevuta il 2 gennaio 1831, il Signore riaffermò il principio eterno che avrebbe aiutato i Suoi figli a stabilire una Sion degli ultimi giorni caratterizzata dall’unità, dalla rettitudine e dal prendersi cura dei poveri. Il Suo comandamento, “che ogni uomo stimi suo fratello come se stesso” (DeA 38:24), si applica a tutti perché siamo tutti fratelli e sorelle, figli di Dio. Prendersi cura degli altri e rispettarli è di importanza vitale per prepararsi a vivere la legge della consacrazione, che fu data circa un mese dopo, in seguito all’arrivo di Joseph Smith a Kirtland, nell’Ohio (vedere DeA 42:30).
L’anziano Jeffrey R. Holland del Quorum dei Dodici Apostoli ha illustrato l’importanza di considerare ciascuno come una persona da servire e da amare:
“Spesso, di solito senza rendercene conto, possiamo mostrarci alquanto insensibili alle circostanze e alle difficoltà delle persone attorno a noi. Tutti abbiamo dei problemi e, in ultima analisi, ogni persona deve assumersi la responsabilità della propria felicità. Nessuno di noi è così libero dalle difficoltà o ha a disposizione tanto tempo e denaro da non aver altro da fare che prendersi cura delle persone afflitte e stanche. Nondimeno, quando prendiamo ad esempio la vita del Salvatore, probabilmente possiamo trovare il modo di fare qualcosa di più di quello che facciamo attualmente. […]
Vorrei poter tornare ai tempi della mia giovinezza e avere un’altra possibilità di aiutare le persone che a quel tempo non rientravano granché nel mio radar. I giovani vogliono sentirsi inclusi e importanti; vogliono sentire di contare qualcosa per gli altri. Sono i rapporti interpersonali che non ho avuto, gli amici a cui non ho teso la mano, a farmi addolorare adesso, dopo tutti questi anni.
Permettetemi di citarvi solo un esempio che, in quanto a senso di colpa, può bastare per il momento. Nel 1979, a St. George, nello Utah, abbiamo tenuto una riunione per il ventennale del diploma della nostra classe della scuola superiore Dixie. Avevamo vissuto degli splendidi anni alle superiori, ricchi di trofei vinti a livello statale nel football e nella pallacanestro, oltre a svariati altri ricordi della nostra cittadina tipicamente americana. Ci siamo sforzati di trovare gli indirizzi correnti di tutti gli studenti e di invitare tutti alla riunione.
Nel bel mezzo di tutto quel divertimento, ricordo la lettera piena di dolore acuto scritta da una ragazza molto brillante — ma, almeno nella sua giovinezza, non molto popolare — che scrisse qualcosa del genere:
‘Congratulazioni a tutti noi per essere sopravvissuti abbastanza a lungo da poter tenere una riunione di classe a vent’anni di distanza. Spero che tutti vi stiate divertendo, ma non riservate un posto per me. A dire il vero, io ho trascorso la maggior parte di questi vent’anni cercando di dimenticare i momenti dolorosi dei giorni trascorsi insieme a scuola. Ora che mi sono quasi lasciata alle spalle quei sentimenti di solitudine e di autostima in frantumi, non ho la forza di vedere tutta la classe e di correre il rischio di ricordare di nuovo tutte quelle cose. Divertitevi e perdonatemi. È un problema mio, non vostro. Forse posso venire per il trentennale’.
Sono molto felice di riferirvi che lo fece. Aveva completamente torto riguardo a una cosa, però: il problema era nostro, e noi lo sapevamo.
Ho pianto per lei — la mia amica — e per altri amici della mia giovinezza come lei nei confronti dei quali io e molti altri non siamo evidentemente stati dei maestri nel ‘guarire il loro cuor’ (‘O Signor, ch’io possa amarTi’, Inni, 134). Semplicemente non siamo stati i rappresentanti o i discepoli del Salvatore che Egli vuole che le persone siano. Non posso fare a meno di chiedermi che cosa avrei potuto fare per prestare un po’ più di attenzione a chi veniva escluso, per assicurarmi che il gesto di una parola amica, un orecchio pronto ad ascoltare o due semplici chiacchiere informali e del tempo trascorso insieme potessero avere una portata tale da comprendere chi si teneva stretto a fatica al margine della cerchia sociale e, in qualche caso, non ci riusciva neppure.
Nel suo sermone più straordinario di tutti, Gesù disse: ‘Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno anche i pubblicani lo stesso? E se fate accoglienze soltanto ai vostri fratelli, che fate di singolare? Non fanno anche i pagani altrettanto?’ (Matteo 5:46–47).
Rivolgo un appello a tutti noi affinché usciamo dal nostro compiacimento, dalla nostra zona di comfort e dalla cerchia delle nostre amicizie per tendere la mano a coloro che potrebbero non essere sempre altrettanto facili da raggiungere” (“Come unto Me”, Ensign, aprile 1998, 21–22).
Dottrina e Alleanze 38:27. “Se non siete uno non siete miei”
Il presidente Henry B. Eyring della Prima Presidenza ha insegnato come possiamo diventare uno con le persone attorno a noi:
“Dalla nostra esperienza, impariamo che la gioia giunge quando siamo benedetti con l’unità. Come figli del Padre Celeste desideriamo ardentemente quella gioia della quale godevamo, insieme a Lui, nella vita premortale. Egli vuole esaudire questo sacro desiderio di unità, a motivo del Suo grande amore per noi.
Non può farlo per noi individualmente. Quella che desidera offrirci non è una felicità solitaria. Noi dobbiamo ricercarla e qualificarci per essa insieme agli altri. Non ci sorprende, perciò, che Dio ci spinga a unirci, così che possa benedirci. Egli vuole che ci uniamo in famiglie. Ha costituito classi, rioni e rami e ci ha comandato di riunirci spesso. È in queste adunanze, stabilite da Dio per noi, che risiede la nostra grande opportunità. Possiamo pregare e adoperarci per l’unità, ed essa ci porterà gioia e moltiplicherà il nostro potere di servire” (“I nostri cuori legati in unità”, Liahona, novembre 2008, 69).
Dottrina e Alleanze 38:27, 34–36. Provvedere ai poveri ed essere uniti
In Dottrina e Alleanze 38 il Signore comanda ai santi di essere uniti e di prendersi cura dei poveri. Questi sono due dei principi fondamentali su cui deve essere edificata Sion e fanno parte della legge del regno celeste. Questi due comandamenti vengono enfatizzati anche in Mosè 7:18 e in 4 Nefi 1:2–3. In seguito, quando cercarono di osservare la legge della consacrazione nel Missouri, i santi non ebbero successo perché “non [dividevano] le loro sostanze con i poveri e gli afflitti fra loro” e “non [erano] uniti” (DeA 105:3–4; vedere anche DeA 105:5). Al giorno d’oggi nella Chiesa ci sono molte opportunità di prendersi cura dei bisognosi, tra cui donare una generosa offerta di digiuno.
Dottrina e Alleanze 38:28–32. “Se siete preparati, voi non temerete”
In Dottrina e Alleanze 38:28–32 il Signore avvertì con dolcezza i santi riguardo a degli avvenimenti di cui soltanto Lui era a conoscenza, grazie alla Sua prospettiva divina, e comandò loro di recarsi nell’Ohio. Egli sottolineò il fatto che, se fossero stati obbedienti e preparati, non avrebbero dovuto temere (vedere DeA 38:15, 30).
L’anziano L. Tom Perry (1922–2015) del Quorum dei Dodici Apostoli ha parlato dell’importanza della preparazione:
“Ogni giorno ci vengono messi sotto gli occhi [ampie fluttuazioni dell’]inflazione, guerre, conflitti interpersonali, calamità nazionali, avverse condizioni atmosferiche, innumerevoli atti d’immoralità, crimini e violenze, attacchi e pressioni mossi contro la famiglia e i singoli individui, progressi tecnologici che causano altra disoccupazione, e così via. La necessità di prepararsi è molto evidente. La grande benedizione di essere preparati ci dà la libertà dai timori, come ci è garantito dal Signore in Dottrina e Alleanze: ‘Se siete preparati, non temerete’ [DeA 38:30].
Proprio come è importante prepararci spiritualmente, così dobbiamo prepararci anche a soddisfare le nostre necessità materiali. Ognuno di noi deve prendere il tempo necessario per chiedersi: ‘Quali preparativi devo fare per provvedere alle mie necessità e a quelle della mia famiglia?’” (“‘Se siete preparati, voi non temerete’”, La Stella, gennaio 1996, 39–40).
Dottrina e Alleanze 38:31–32. “Io vi darò la mia legge; e là sarete investiti di potere dall’alto”
Oltre ad aiutare il Suo popolo a sfuggire alla distruzione, il Signore promise che, una volta che i santi si fossero radunati nell’Ohio, Egli avrebbe dato loro la Sua legge e li avrebbe investiti di potere. Il 9 febbraio 1831, poco dopo il suo arrivo a Kirtland, il profeta Joseph Smith ricevette la rivelazione contenuta in Dottrina e Alleanze 42:1–72. Il 23 febbraio ricevette ulteriori istruzioni (vedere DeA 42:73–93). Prese insieme, queste rivelazioni sono conosciute come “la legge della Chiesa” (vedere l’introduzione alla sezione di DeA 42). In seguito, nel giugno del 1833, il Signore rammentò ai santi il Suo comandamento di “costruire una casa, sì, una casa nella quale intendo investire di potere dall’alto coloro che ho scelto” (DeA 95:8; vedere anche DeA 88:119). Joseph Smith e Oliver Cowdery furono investiti di potere il 3 aprile 1836, quando ricevettero le chiavi di autorità del sacerdozio da messaggeri celesti (vedere DeA 110:9). I santi retti che a Kirtland presero parte alla dedicazione del tempio e ad altre riunioni tenute al suo interno ricevettero una profusione di doni e manifestazioni spirituali. Questa investitura di potere non coincide con l’ordinanza che fu presentata in seguito ai membri della Chiesa retti a Nauvoo, in Illinois.
Dottrina e Alleanze 38:42. “Siate puri, voi che portate i recipienti del Signore”
L’anziano Jeffrey R. Holland ha descritto il significato di un’espressione contenuta in Dottrina e Alleanze 38:42:
“Permettetemi di dirvi che cosa significa la frase ‘[portare] i recipienti del Signore’. Anticamente aveva almeno due significati, entrambi connessi all’opera del sacerdozio.
Il primo si riferisce al recupero e al ritorno a Gerusalemme di vari utensili del tempio che erano stati portati a Babilonia dal re Nebucadnetsar. Il Signore ricordò a quei primi fratelli, che si occupavano fisicamente della restituzione di quegli oggetti, la santità di qualsiasi cosa connessa con il tempio. Perciò, mentre riportavano alla loro terra natale le varie coppe, bacini, tazze e altri vasi, anche essi dovevano essere puri come gli strumenti del cerimoniale che trasportavano [vedere 2 Re 25:14–15; Esdra 1:5–11].
Il secondo significato ha attinenza con il primo. Coppe e utensili simili venivano usati in casa per la purificazione rituale. L’apostolo Paolo, scrivendo al suo giovane amico Timoteo, disse: ‘In una grande casa […] ci sono […] vasi d’oro e d’argento […] di legno e di terra’, stando a significare che lavaggi e purificazioni erano abituali al tempo del Salvatore. Ma Paolo continua dicendo: ‘Se […] uno si serba puro da quelle cose [dalla indegnità], sarà un vaso […] santificato, atto al servigio del padrone, preparato per ogni opera buona’. [Pertanto, Paolo afferma:] ‘Ma fuggi gli appetiti giovanili e procaccia giustizia […] con quelli che di cuor puro invocano il Signore’ [2 Timoteo 2:20–22; enfasi aggiunta].
In entrambi questi resoconti biblici, il messaggio è che [come] detentori del sacerdozio [dobbiamo] non solo maneggiare i sacri vasi e gli emblemi del potere di Dio — pensate alla preparazione, benedizione e distribuzione del sacramento, ad esempio — ma anche che dobbiamo essere uno strumento santificato. In parte è a causa di ciò che facciamo ma, ancora più importante, a causa di ciò che dobbiamo essere che i profeti e gli apostoli ci dicono ‘di fuggire dagli appetiti giovanili’ e ‘di invocare il Signore con cuore puro’. Ci dicono di essere puri” (“‘Santificatevi’”, Liahona, gennaio 2001, 47–48).
Dottrina e Alleanze 41 – Approfondimento del contesto storico
Joseph ed Emma Smith lasciarono lo Stato di New York con Sidney Rigdon e Edward Partridge per andare a Kirtland, nell’Ohio. Quando arrivarono a Kirtland, agli inizi di febbraio del 1831, Joseph si fermò all’emporio di Newel K. Whitney. Newel Whitney e sua moglie, Ann, erano dei nuovi convertiti, ma non avevano ancora incontrato il Profeta. Joseph entrò nell’emporio, allungò la mano sul bancone e disse: “Newel K. Whitney! Sei proprio tu!”. Quando Newel disse di sentirsi svantaggiato perché non sapeva con chi stava parlando, il Profeta replicò: “Sono Joseph il Profeta; hai pregato perché venissi qui; che cosa desideri da me?” (Mark Staker, “Thou Art the Man”, Ensign, aprile 2005, 37).
Emma Smith era incinta di sette mesi di due gemelli e i Whitney invitarono lei e Joseph a stare a casa loro. Ad ogni modo, Joseph ed Emma — così come Sidney e Phebe Rigdon — avevano bisogno di una sistemazione più permanente in cui vivere. Con la loro conversione alla Chiesa, i Rigdon avevano rinunciato alla possibilità di vivere in una casa che era stata costruita per loro dalla congregazione di cui Sidney faceva parte quando era un ministro a Mentor, nell’Ohio. Leman Copley, che possedeva una grande fattoria a Thompson, nell’Ohio, circa trenta chilometri a est di Kirtland, si offrì di fornire a Joseph e a Sidney una casa e delle provviste (vedere The Joseph Smith Papers, Documents, Volume 1: July 1828–June 1831, a cura di Michael Hubbard MacKay e altri [2013], 241). Joseph pregò e ricevette la rivelazione contenuta in Dottrina e Alleanze 41, la quale indicava che i santi dovevano costruire una casa per il Profeta e che Sidney Rigdon avrebbe dovuto sistemarsi come riteneva opportuno (DeA 41:8). Joseph ed Emma rimasero con i Whitney solo per poche settimane, poi si trasferirono in casa di Isaac Morley mentre i santi costruivano per loro una piccola casa di tronchi all’interno della fattoria Morley.
Dottrina e Alleanze 41
Il Signore insegna che i veri discepoli rispetteranno la Sua legge
Dottrina e Alleanze 41:5. “Colui che accetta la mia legge e la mette in pratica è mio discepolo”
In una rivelazione ricevuta il 4 febbraio 1831, il Signore disse che i dirigenti della Chiesa avrebbero ricevuto la Sua legge “mediante la preghiera della fede” (DeA 41:3). Il 9 febbraio, pochi giorni dopo questa promessa, il Signore rivelò la Sua legge alla Chiesa (vedere DeA 42:1–72). Anticipando questa rivelazione, il Signore spiegò che, per diventare veri discepoli, i Suoi seguaci devono accettare la Sua legge e metterla in pratica (vedere DeA 41:5). Anche se molti possono professare di credere in Gesù Cristo, non tutti sono disposti a fare ciò che Egli dice. A coloro che fanno ciò che Egli chiede viene promesso che entreranno nel regno dei cieli (vedere Matteo 7:21).
L’anziano Dallin H. Oaks del Quorum dei Dodici Apostoli ci ha ricordato che cosa significa essere veri discepoli del Signore Gesù Cristo: “Seguire Cristo non è una pratica casuale o occasionale, ma è un impegno continuo e uno stile di vita che si applicano in ogni momento e in ogni luogo” (“Seguaci di Cristo”, Liahona, maggio 2013, 97).
In modo analogo, il presidente Dieter F. Uchtdorf della Prima Presidenza ha testimoniato:
“Non basta semplicemente parlare di Gesù Cristo o dichiarare che siamo Suoi discepoli. Non basta che ci circondiamo dei simboli della nostra religione. Diventare discepoli non è uno sport che si guarda da spettatori. Non possiamo aspettarci di ricevere le benedizioni della fede restandocene inermi a bordo campo, più di quanto non possiamo aspettarci di star bene in salute standocene seduti su un divano a guardare eventi sportivi alla televisione e dando consigli agli atleti. Eppure per alcuni, l’essere ‘discepoli spettatori’ è il metodo preferito, se non quello principale, in cui rendere il culto.
La nostra non è una religione di seconda mano. Non possiamo ricevere le benedizioni del Vangelo semplicemente osservando il bene che fanno gli altri. Dobbiamo allontanarci dal bordo campo e mettere in pratica quello che predichiamo” (“La via del discepolo”, Liahona, maggio 2009, 76–77).
Dottrina e Alleanze 41:9. “Ho chiamato […] e […] egli [deve essere] incaricato per voce della chiesa e […] ordinato vescovo”
Nella rivelazione contenuta in Dottrina e Alleanze 41 il Signore non soltanto chiamò Edward Partridge a servire come vescovo nella Sua chiesa, ma rivelò anche lo schema relativo a tutti coloro che vengono chiamati a servire nella Chiesa. In primo luogo, una persona deve essere chiamata da Dio tramite rivelazione data a qualcuno che detiene l’autorità. Nella chiamata di Edward Partridge, il Signore rivelò al profeta Joseph Smith che Edward avrebbe dovuto servire come primo vescovo della Chiesa in questa dispensazione. In secondo luogo, coloro che vengono debitamente chiamati dal Signore dovrebbero essere nominati, o sostenuti, “per voce della Chiesa”. Infine, i singoli individui devono essere ordinati o messi a parte per il loro ufficio o la loro chiamata dall’autorità del sacerdozio.
Dottrina e Alleanze 41:9–11. “Il mio servitore Edward Partridge”
Edward Partridge conobbe il vangelo restaurato per la prima volta nell’autunno del 1830, quando i missionari che erano stati mandati tra i Lamaniti si fermarono a Kirtland, nell’Ohio, mentre erano diretti nel Missouri (vedere DeA 28:8; 30:5–8; 32:2–3). Tuttavia, egli non fu battezzato fino a dicembre. Riguardo alla decisione di Edward Partridge di farsi battezzare, Lucy Mack Smith, madre del Profeta, scrisse: “Nel dicembre del [1830] Joseph tenne una riunione a casa nostra e, mentre stava presiedendo, Sidney Rigdon e Edward Partridge arrivarono e si sedettero tra la congregazione. Quando Joseph ebbe terminato il suo discorso, lasciò il privilegio di parlare a chiunque avesse voluto intervenire. A questo punto, il signor Partridge si alzò e affermò di essere stato a Manchester con lo scopo di ottenere maggiori informazioni sulla dottrina che predichiamo, [ma] non avendoci trovati aveva chiesto ad alcuni vicini che genere di persone fossimo ed essi ci avevano definiti irreprensibili, fino a quando Joseph non ci aveva ingannati in merito al Libro di Mormon. Inoltre, egli disse che era stato nella nostra fattoria e che aveva osservato l’ordine e l’industriosità che prevalevano in essa; avendo quindi visto ciò che avevamo sacrificato per la nostra fede e avendo constatato che la nostra onestà non veniva messa in discussione se non in relazione alla nostra religione, egli credette alla nostra testimonianza ed era pronto per essere battezzato ‘se’, egli aggiunse, ‘il fratello Joseph mi battezzerà’” (“Lucy Mack Smith, History, 1845”, 191, josephsmithpapers.org). Edward Partridge fu battezzato da Joseph Smith l’11 dicembre 1830.
A Kirtland, nell’Ohio, Edward Partridge fu chiamato come primo vescovo della Chiesa e in seguito patì molte persecuzioni nel Missouri; ad esempio, fu ricoperto di catrame e di piume da un gruppo di uomini inferociti perché non voleva rinnegare la sua fede nel Libro di Mormon. Morì da membro fedele della Chiesa nel 1840 a Nauvoo, in Illinois, all’età di quarantasei anni. Della morte di Edward un necrologio recitava: “Egli ha perso la vita a causa delle persecuzioni del Missouri ed è uno di coloro il cui sangue verrà richiesto dalle loro mani” (necrologio di Edward Partridge, Times and Seasons, giugno 1840, 128). (Per avere maggiori informazioni su Edward Partridge, vedere DeA 36; 41:9–11; 42:10; 50:39; 51:1–5, 18; 52:24; 57:7; 58:14–16, 24–25, 61–62; 60:10; 64:17; 124:19; vedere anche Storia della Chiesa nella pienezza dei tempi – Manuale dello studente [manuale del Sistema Educativo della Chiesa, 1997], 84.)
La disponibilità di Edward Partridge a “[lasciare] il suo commercio per dedicare tutto il suo tempo a lavorare per la chiesa” (DeA 41:9) viene confermata dal seguente resoconto: “La figlia di [Edward] Partridge in seguito ricordò che dopo il ricevimento di questa rivelazione, suo padre vendette la sua proprietà ‘ricavando ben poco’ dalla transazione. Ella aggiunse: ‘La scelta di mio padre di unirsi alla religione mormone e di sacrificare la sua proprietà indusse i suoi amici del mondo a ritenere che fosse impazzito. Non riuscivano a capire che cosa avesse la religione da spingere un uomo a rinunciare per essa a ogni considerazione terrena’” (The Joseph Smith Papers, Documents, Volume 1: July 1828–June 1831, 244).
Ulteriori risorse
-
Elizabeth Maki, “‘Andare nell’Ohio’”, Rivelazioni nel contesto, history.lds.org.