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Capitolo 39: Dottrina e Alleanze 101


“Capitolo 39: Dottrina e Alleanze 101”, Dottrina e Alleanze – Manuale dello studente (2017)

“Capitolo 39”, Dottrina e Alleanze – Manuale dello studente

Capitolo 39

Dottrina e Alleanze 101

Introduzione e cronologia degli eventi

Alla fine del 1833 dei facinorosi attaccarono i membri della Chiesa nella Contea di Jackson, nel Missouri, e li scacciarono dalle loro case. Quando il profeta Joseph Smith, che si trovava a Kirtland, nell’Ohio, venne a conoscenza di tali violenze, fu addolorato per i santi del Missouri e supplicò il Signore di farli tornare nelle loro terre e nelle loro case. Il 16 e 17 dicembre del 1833 il Signore rivelò al Profeta il motivo per cui aveva permesso che i Suoi santi soffrissero. Questa rivelazione, riportata in Dottrina e Alleanze 101, contiene anche dei consigli e delle parole di conforto in merito alla “redenzione di Sion” (DeA 101:43).

23 luglio 1833Minacciati di subire violenze dalla folla ostile, i dirigenti della Chiesa del Missouri firmano un accordo secondo cui tutti i mormoni avrebbero lasciato la Contea di Jackson entro il 1º aprile 1834.

20 ottobre 1833I dirigenti della Chiesa del Missouri annunciano che i santi intendono restare nella Contea di Jackson e difendere i loro diritti di proprietà.

31 ottobre–8 novembre 1833Gruppi di oppositori attaccano gli insediamenti mormoni nella Contea di Jackson appiccando il fuoco alle case e costringendo i santi ad abbandonare la Contea.

25 novembre 1833Il profeta Joseph Smith viene a conoscenza del fatto che le violenze dei facinorosi hanno scacciato i santi dalla Contea di Jackson.

16–17 dicembre 1833Viene ricevuta Dottrina e Alleanze 101.

Dottrina e Alleanze 101 – Approfondimento del contesto storico

A causa delle violenze della folla contro i santi della Contea di Jackson, nel Missouri, nel corso dell’estate del 1833, i dirigenti della Chiesa furono costretti a firmare un accordo secondo il quale metà dei santi avrebbe lasciato la Contea entro il 1º gennaio 1834, mentre l’altra metà se ne sarebbe andata entro il 1º aprile dello stesso anno. Nell’agosto del 1833, tuttavia, il profeta Joseph Smith e un consiglio di dirigenti della Chiesa — che si trovavano a Kirtland — consigliarono ai santi del Missouri di non lasciare le loro case e di chiedere aiuto al governo statale. Agli inizi di ottobre del 1833 gli anziani Orson Hyde e William W. Phelps si incontrarono con il governatore del Missouri, Daniel Dunklin, e chiesero aiuto e protezione per i santi della Contea di Jackson. Il governatore suggerì ai santi di chiedere aiuto ai tribunali locali. Dopo che i dirigenti della Chiesa ebbero sporto denuncia presso i tribunali della Contea di Jackson, i santi si prepararono a difendersi. (Vedere The Joseph Smith Papers, Documents, Volume 3: February 1833–March 1834, a cura di Gerrit J. Dirkmaat e altri [2014], 386; Storia della Chiesa nella pienezza dei tempi – Manuale dello studente [manuale del Sistema Educativo della Chiesa, 1997], 138–139).

Fiume Big Blue, Missouri

Agli inizi di novembre del 1833 dei facinorosi attaccarono i santi nell’Insediamento Whitmer, a ovest del fiume Big Blue, nella Contea di Jackson, Missouri.

La sera del 31 ottobre 1833 una banda di circa cinquanta uomini a cavallo fece irruzione nell’Insediamento Whitmer, a ovest di Independence, nel Missouri; si recarono a casa di David Whitmer, un dirigente della Chiesa, e “trascinarono fuori sua moglie per i capelli e procedettero a distruggere la casa” (deposizione di Orrin [Oren] Porter Rockwell, in Mormon Redress Petitions: Documents of the 1833–1838 Missouri Conflict, a cura di Clark V. Johnson [1992], 526). Proseguirono con le loro violenze fino a quando non ebbero “abbattuto il tetto di dieci abitazioni, distruggendole parzialmente”. I membri della Chiesa fuggirono nei boschi, ma non prima che gli assalitori avessero “frustato e picchiato in maniera selvaggia diversi uomini”. La sera successiva, a Independence, i facinorosi “cominciarono a lanciare pietre contro le case, rompendo porte e finestre [e] devastando la mobilia” e più tardi, quella notte, “sfasciarono” la porta dell’emporio di Gilbert e Whitney — che era di proprietà della Chiesa — gettando le merci in strada (Parley P. Pratt, “History of the Late Persecution”, in Mormon Redress Petitions, 65–66).

Alcuni giorni dopo, circa sessanta cittadini del Missouri armati si radunarono all’esterno della casa di un membro della Chiesa e minacciarono di compiere atti di violenza. Un gruppo di santi degli ultimi giorni accorse sul posto per difendere l’insediamento. Due cittadini del Missouri e un membro della Chiesa rimasero uccisi negli scontri a fuoco e ci furono molti feriti da entrambe le parti. In seguito, nella Contea si sparsero dicerie esagerate sul fatto che i santi avessero conquistato Independence alleandosi con gli indiani. I cittadini del luogo udirono altre voci false riguardanti membri della Chiesa che minacciavano di morte coloro che avevano preso parte alle ostilità nei loro confronti. Anche se queste voci erano prive di fondamento, i vigilantes del Missouri usarono tali accuse come motivo per invocare l’intervento della milizia (vedere The Joseph Smith Papers, Histories, Volume 2: Assigned Histories, 1831–1847, a cura di Karen Lynn Davidson e altri [2012], 217–218; deposizione di Orrin Porter Rockwell, in Mormon Redress Petitions, 527–528).

Consapevoli del fatto di essere in inferiorità numerica e temendo che molti santi potessero restare uccisi, i membri della Chiesa cercarono di trovare un accordo pacifico. Il colonnello della milizia, Thomas Pitcher, che aveva preso attivamente parte alle violenze dei facinorosi, costrinse i santi a consegnare le armi e a lasciare subito la Contea. Tuttavia, anche dopo la promessa di andarsene da parte dei santi, dei vigilantes armati marciarono per tutta la Contea scacciandoli con la forza (vedere The Joseph Smith Papers, Histories, Volume 2: Assigned Histories, 1831–1847, 219–221).

In pieno inverno, i santi esiliati si rifugiarono in ricoveri temporanei lungo la riva settentrionale del fiume Missouri. Descrivendo queste drammatiche condizioni, Parley P. Pratt scrisse:

“La sponda [del fiume Missouri] cominciò a essere affollata di uomini, donne e bambini, merci, carri, scatole, provviste, ecc. da entrambi i lati del traghetto, il quale andava avanti e indietro senza posa. […] Di qua e di là si vedevano centinaia di persone, alcune nelle tende e altre all’aria aperta attorno al fuoco mentre la pioggia cadeva a torrenti. I mariti chiedevano notizie delle mogli, le mogli dei mariti, i genitori dei figli e i figli dei genitori. Alcuni avevano avuto la fortuna di fuggire insieme ai loro familiari, con le loro masserizie e con alcune provviste, mentre altri non conoscevano il destino dei loro cari e avevano perduto tutti i loro beni. La scena era indescrivibile e, ne sono certo, avrebbe intenerito il cuore di qualsiasi persona sulla terra, eccetto quello dei nostri ciechi oppressori e di una comunità cieca e ignorante. […]

Ogni membro della [nostra] comunità fu scacciato dalla Contea; i campi di mais furono devastati e distrutti, le cataste di grano bruciate, le masserizie saccheggiate, le migliorie che avevamo apportato alle terre e ogni genere di proprietà distrutti” (Autobiography of Parley Parker Pratt, a cura di Parley P. Pratt jr [1938], 102–103).

Più di mille santi furono scacciati dalla Contea di Jackson e furono incendiate più di duecento delle loro abitazioni.

monumento in memoria dei santi scacciati dalla Contea di Jackson, nel Missouri

Alcuni dei santi scacciati dalla Contea di Jackson, nel Missouri, vissero dal 1834 al 1836 nella fattoria di Michael Arthur sita a sud di Liberty nella Contea di Clay, nel Missouri, nelle vicinanze di questo monumento.

Quando venne a sapere che i santi erano stati scacciati da Sion, il profeta Joseph Smith rimase molto costernato. In una lettera inviata il 10 dicembre 1833 ai dirigenti della Chiesa nel Missouri il Profeta scrisse: “Da quello che ho potuto apprendere dai comandamenti che sono stati dati, ho sempre pensato che Sion avrebbe patito qualche afflizione. […] So che Sion, nel tempo stabilito dal Signore, sarà redenta; ma Egli ha tenuto nascosti ai miei occhi quanti saranno i giorni della sua purificazione, della sua tribolazione e della sua afflizione; e quando chiedo lumi su questo argomento, la voce del Signore dice: Stai tranquillo e sappi che io sono Dio! Tutti coloro che soffrono per il mio nome regneranno con me e colui che depone la vita per me, la ritroverà. Ora, ci sono due cose che ignoro, e il Signore non me le mostra: […] perché Dio ha permesso che Sion fosse colpita da una così grande calamità e quale sia la grande causa scatenante di questa grande afflizione; e ancora, attraverso quali mezzi Egli le restituirà la sua eredità” (Manuscript History of the Church, vol. A-1, pag.393, josephsmithpapers.org). Il Profeta continuò a chiedere a Dio e il 16–17 dicembre del 1833 ricevette una rivelazione su Sion e sulle sofferenze dei santi del Missouri.

Cartina 2: Alcuni siti importanti degli inizi della storia della Chiesa
Cartina 8: L’area degli Stati del Missouri, dell’Illinois e dell’Iowa negli Stati Uniti

Dottrina e Alleanze 101:1–21

Il Signore spiega perché ha permesso che i santi soffrissero e offre consigli e conforto

Dottrina e Alleanze 101:1–8. “Io, il Signore, ho permesso che l’afflizione […] li colpisse”

Il Signore rivelò che i santi del Missouri erano stati afflitti e scacciati dalla Contea di Jackson a motivo delle “loro trasgressioni”, tra cui “discordie e contese, invidie e lotte, e desideri lascivi e cupidi” (DeA 101:2, 6; vedere anche DeA 105:2–9). Di conseguenza, essi avevano “profanato […] la loro eredità” nella terra di Sion (DeA 101:6).

Alcuni santi del Missouri avevano trasgredito i comandamenti del Signore accorrendo frettolosamente nella Contea di Jackson, contrariamente al consiglio dato dal Signore ai santi di non radunarsi “in fretta, per timore che vi sia confusione, che porta pestilenze” (DeA 63:24). Sarebbero dovuti andare a Sion solo coloro che si erano preparati dal punto di vista materiale e spirituale e che al loro arrivo avrebbero osservato la legge della consacrazione. Inoltre, essi dovevano essere chiamati o “designati dallo Spirito Santo per salire a Sion” e, una volta giunti sul posto, dovevano presentare “un certificato da parte di tre anziani della chiesa, od un certificato da parte del vescovo” per indicare la loro dignità e la loro buona reputazione (DeA 72:24–25). John Corrill, che prima della sua apostasia dalla fede era stato un dirigente della Chiesa nel Missouri, scrisse che molti santi non seguirono queste istruzioni, “poiché i membri della Chiesa furono presi dalla frenesia di andare a Sion. […] I ricchi temevano di inviare il proprio denaro per l’acquisto di terre e i poveri si ammassarono in gran numero senza che vi fossero sistemazioni disponibili, contrariamente ai consigli del vescovo e di altri” (The Joseph Smith Papers, Histories, Volume 2: Assigned Histories, 1831–1847, 146). Il rapido afflusso di Santi degli Ultimi Giorni nella Contea di Jackson allarmò i cittadini locali, i quali temevano di perdere potere economico e politico se i santi fossero diventati la maggioranza degli abitanti della Contea.

La mancanza di unità tra i membri della Chiesa del Missouri si verificò quando essi violarono la legge della consacrazione rifiutandosi di usare i propri beni materiali per prendersi cura dei poveri e edificare Sion. Il presidente Lorenzo Snow (1814–1901) ha spiegato: “I santi della Contea di Jackson e di altre regioni si erano rifiutati di attenersi all’ordine della consacrazione; di conseguenza, fu permesso che venissero scacciati dalle loro eredità e non avrebbero dovuto farvi ritorno fino a quando non fossero stati più preparati a osservare la legge di Dio, essendo istruiti più perfettamente sui loro doveri e imparando per esperienza la necessità dell’obbedienza” (“Discourse”, Deseret News, 7 gennaio 1874, 772).

Per molti mesi, alcuni dei dirigenti della Chiesa del Missouri avevano criticato e incolpato il profeta Joseph Smith e i dirigenti della Chiesa dell’Ohio (vedere The Joseph Smith Papers, Documents, Volume 2: July 1831–January 1833, a cura di Matthew C. Godfrey e altri [2013], 364). In una lettera diretta a William W. Phelps datata 11 gennaio 1833 Joseph Smith espresse dispiacere per certe accuse mosse da Phelps e da A. Sidney Gilbert: “Il nostro cuore è molto addolorato per lo spirito che emana sia dalla tua lettera [sia] da quella [del fratello Sidney Gilbert], quello stesso spirito che sta consumando la forza di Sion come una pestilenza e che, se non viene individuato [e] non viene scacciato da voi, renderà Sion matura per i giudizi minacciati da Dio” (The Joseph Smith Papers, Documents, Volume 2: July 1831–January 1833, 367).

Diversi giorni dopo, Orson Hyde e Hyrum Smith — nominati da “una conferenza di dodici sommi sacerdoti” — scrissero una lettera al vescovo Edward Partridge, ai suoi consiglieri e ai santi del Missouri. Cominciarono la loro lettera citando il comandamento di Dio secondo cui i santi “devono essere redarguiti per il loro cuore malvagio di increduli, e i […] fratelli in Sion, per la loro ribellione [contro Joseph Smith]” (DeA 84:76). Il riferimento è a una lettera di Sidney Gilbert contenente “insinuazioni volgari, basse [e] insensate”. Condannavano anche un’altra lettera, in cui si lasciava intendere che il Profeta fosse “alla ricerca del potere e dell’autorità riservati a un monarca”. Poiché i santi del Missouri avevano commesso queste e altre trasgressioni, Orson Hyde e Hyrum Smith — con “sentimenti di profonda preoccupazione per il benessere di Sion” — li avvertirono che “i giudizi di Dio [… dovevano] cadere su [Sion] a meno che essa non si [fosse pentita] e non si [fosse purificata] dinanzi al Signore” (The Joseph Smith Papers, Documents, Volume 2: July 1831–January 1833,373–375).

Dottrina e Alleanze 101:3–5. “Coloro che non sopportano il castigo […] non possono essere santificati”

Nonostante le trasgressioni dei santi, il Signore disse che li avrebbe comunque considerati Suoi, promettendo che lo sarebbero stati nel giorno in cui sarebbe ritornato per “mettere assieme i [Suoi] gioielli” (DeA 101:3; vedere anche Malachia 3:17). I “gioielli” del Signore sono i Suoi santi fedeli, che Egli considera preziosi e che verranno messi a parte come Suo tesoro al Suo ritorno. Per essere preparati a essere i Suoi gioielli, i santi dovevano essere “castigati e messi alla prova, proprio come Abrahamo” (DeA 101:4). La fede di Abrahamo fu messa duramente alla prova quando il Signore gli comandò di sacrificare suo figlio, Isacco (vedere Genesi 22:1–13).

Analogamente, affinché potessero dimostrare la loro fede e per aiutarli a capire che dovevano pentirsi, il Signore permise che i santi del Missouri fossero afflitti e castigati. Egli spiegò: “Tutti coloro che non sopportano il castigo, ma mi rinnegano, non possono essere santificati” (DeA 101:5). Essere santificati significa diventare puri, santi e liberi dal peccato. L’anziano D. Todd Christofferson del Quorum dei Dodici Apostoli ha spiegato quali sono gli scopi di Dio nel castigare i Suoi figli:

“Il castigo divino ha almeno tre scopi: 1) persuaderci al pentimento, 2) raffinarci e santificarci e 3) a volte reindirizzare il corso della nostra vita verso quello che Dio ritiene sia un percorso migliore. […]

Se siamo aperti ad essa, la correzione necessaria giungerà in molte forme e da diverse fonti. Può avvenire durante le nostre preghiere quando Dio parla alla nostra mente e al nostro cuore tramite lo Spirito Santo (vedere DeA 8:2). Potrebbe giungere sotto forma di preghiere che ricevono una risposta negativa o diversa da ciò che ci aspettavamo. Il castigo potrebbe giungere mentre studiamo le Scritture e ci vengono rammentate le nostre mancanze, la nostra disobbedienza o semplicemente le cose che abbiamo trascurato.

La correzione può giungere tramite altre persone, soprattutto tramite coloro che sono ispirati da Dio a favorire la nostra felicità. Apostoli, profeti, patriarchi, vescovi e altri sono stati messi nella Chiesa oggi come nei tempi antichi ‘per il perfezionamento dei santi, per l’opera del ministerio, per l’edificazione del corpo di Cristo’ (Efesini 4:12)” (“‘Tutti quelli che amo, io li riprendo e li castigo’”, Liahona, maggio 2011, 98, 99).

Dottrina e Alleanze 101:9. “Le mie viscere sono piene di compassione verso di loro”

Anticamente, le viscere erano considerate il centro delle emozioni di una persona, particolarmente della compassione e dell’amore (vedere Genesi 43:30; Colossesi 3:12; 1 Giovanni 3:17; 3 Nefi 17:6; vedere anche DeA 101:9; 121:3–4, 45). “Nelle Scritture, compassione significa letteralmente ‘soffrire insieme a qualcuno’. Significa anche mostrare simpatia, pietà e misericordia per un’altra persona” (Guida alle Scritture, “Compassione”, scriptures.lds.org). Anche se erano stati castigati a motivo delle loro trasgressioni, il Signore nutriva compassione per i membri della Chiesa del Missouri. Egli li rassicurò del fatto che non li aveva rigettati come Suo popolo e che “nel giorno dell’ira”, ovvero durante i loro castighi, Egli avrebbe “[ricordato] la misericordia” (DeA 101:9). Gesù Cristo ha preso su di Sé le nostre “pene e afflizioni e tentazioni”, oltre che le nostre “infermità [tramite il Suo sacrificio espiatorio], affinché le sue viscere possano essere piene di misericordia” e compassione nei nostri confronti (Alma 7:11–12). Quando veniamo a Lui, ci pentiamo e ci sforziamo con tutto il cuore di obbedire al Suo vangelo, il Salvatore mostra compassione, offre misericordia e perdona i nostri peccati.

Dottrina e Alleanze 101:16. “State tranquilli e sappiate che io sono Dio”

Le Scritture contengono profezie meravigliose sull’edificazione di Sion e della città della Nuova Gerusalemme quale luogo di rifugio e sicurezza (vedere Isaia 35:10; Ether 13:5–8; DeA 42:9; 45:66–71). Per questo motivo, i primi santi erano ansiosi di radunarsi nella Contea di Jackson per cominciare a stabilire Sion così come il Signore aveva comandato. Quando, in seguito, in quella contea furono scacciati dalle loro terre e dalle loro case, i santi rimasero sconvolti e si sentirono insicuri riguardo al futuro di Sion. Nel loro dolore e nel loro senso di disorientamento, il Signore consigliò loro di stare “tranquilli” e di confidare in Lui (DeA 101:16).

Il presidente Gordon B. Hinckley (1910–2008) raccontò di un’occasione in cui trasse conforto dai principi descritti in Dottrina e Alleanze 101:16:

“Recentemente, mentre mi sforzavo di risolvere un problema che ritenevo di grande importanza, mi sono inginocchiato in preghiera. Un sentimento di pace mi ha invaso la mente e ho sentito le parole del Signore: ‘Stai tranquillo e sappi che io sono Dio’. Ho aperto allora le Scritture e ho letto questa rassicurante dichiarazione fatta al profeta Joseph Smith 150 anni or sono: ‘Si consoli dunque il vostro cuore riguardo a Sion; poiché ogni carne è nelle mie mani; state tranquilli e sappiate che io sono Dio’ (DeA 101:16).

Dio tesse il Suo arazzo secondo il Suo grande disegno. Ogni carne è nelle Sue mani. Non è nostra prerogativa consigliarLo. È nostra responsabilità e possibilità sentirci in pace nella mente e nel cuore e sapere che Egli è Dio, che questa è la Sua opera e che Egli non permetterà che fallisca.

Non abbiamo motivo di temere, non abbiamo motivo di preoccuparci, non abbiamo motivo di speculare. L’imperativo che abbiamo è di essere trovati al nostro posto, a compiere il nostro dovere nelle chiamate che ci sono state rivolte. E poiché nella stragrande maggioranza i Santi degli Ultimi Giorni camminano nella fede e operano con convinzione, la Chiesa cresce costantemente e diventa sempre più forte” (“Egli non sonnecchia né dorme”, La Stella, ottobre 1983, 7–8).

Dottrina e Alleanze 101:17–21. Sion e i suoi pali saranno resi stabili

Malgrado l’espulsione dei santi dalla Contea di Jackson, nel Missouri, il Signore ribadì che “Sion non sarà rimossa dal suo posto, nonostante che suoi figli siano dispersi” (Dea 101:17). Anche se i pali di Sion sono sparsi sulla faccia della terra, “il luogo centrale”, la Contea di Jackson, continua a essere indicato dal Signore come sito della città della Nuova Gerusalemme (vedere DeA 57:1–3; 101:17, 20–21).

L’anziano Bruce R. McConkie (1915–1985) del Quorum dei Dodici Apostoli ha insegnato: “Riguardo all’edificazione di Sion — o della Nuova Gerusalemme — negli ultimi giorni, non c’è spazio per l’incertezza o per la preoccupazione. Il Signore una volta offrì al Suo popolo la possibilità di costruire quella Sion da dove uscirà la legge per tutto il mondo. Non ci riuscirono. Perché? Perché erano impreparati e non erano degni, come d’altronde vale per coloro tra noi che oggi fanno parte del regno. Quando noi, come popolo, saremo pronti e degni, il Signore ce lo comanderà di nuovo e l’opera andrà avanti nei tempi previsti, prima della Seconda Venuta e sotto la direzione del presidente della Chiesa. Fino ad allora, nessuno di noi deve adottare misure personali per il raduno in Missouri o per prepararsi a ricevere una terra in eredità. Cerchiamo, invece, di apprendere i grandi concetti coinvolti e rendiamoci degni di qualsiasi opera il Signore potrà chiamarci a svolgere ai nostri giorni e nel nostro tempo. Alcune cose devono ancora precedere la ricostruzione della Contea di Jackson” (A New Witness for the Articles of Faith [1985], 586).

Dottrina e Alleanze 101:22–42

Il Signore descrive le condizioni che esisteranno durante il Millennio e dichiara che il Suo popolo dellʼalleanza è “il sale della terra”

Dottrina e Alleanze 101:22–34. Come sarà la vita durante il Millennio

Dopo essere stati espulsi dalla Contea di Jackson, i santi del Missouri furono dispersi in tutta la regione circostante. Il Signore comandò loro di radunarsi e di stare in luoghi santi (vedere DeA 101:22). Non sono solo i templi o le cappelle a essere luoghi santi; un luogo santo può essere qualunque luogo in cui una persona ha la compagnia dello Spirito di Dio. Al giorno d’oggi, il popolo della Chiesa del Signore si riunisce in luoghi santi come i rami, i rioni, i pali, le famiglie, le case e i templi. Un motivo per cui ci riuniamo in questi luoghi santi è “[prepararci] per la rivelazione che sta per venire” (DeA 101:23), frase che si riferisce alla seconda venuta di Gesù Cristo, quando tutti Lo vedranno. Di questo evento globale saranno testimoni non solo tutti coloro che saranno in vita sulla terra in quel momento, ma anche i giusti defunti, che risorgeranno in quella occasione (vedere DeA 61:39; 63:49–50; 101:35).

famiglia nei pressi di un tempio

“Che tutti coloro che invocano il mio nome e mi adorano secondo il mio Vangelo eterno si radunino e stiano in luoghi santi” (DeA 101:22).

La seconda venuta del Salvatore darà inizio al periodo di mille anni noto come Millennio. La terra sarà purificata dalle sue corruzioni e verrà trasformata, ossia rinnovata, così che la “conoscenza e la [gloria del Signore] dimorino su [di essa]” (vedere DeA 101:24–25; vedere anche Articoli di Fede 1:10). Il Millennio sarà anche un periodo di grande pace. “L’inimicizia”, ovvero l’odio e la violenza, tra gli animali e gli esseri umani cesserà (vedere Isaia 11:6–9; DeA 101:26). Il potere di Dio e la rettitudine di coloro che resteranno sulla terrà legheranno Satana in modo tale che egli non avrà più il potere di tentare nessuno dei figli di Dio (vedere Apocalisse 20:2–3; 1 Nefi 22:26; DeA 101:28).

Il dolore dovuto alla morte delle persone care cesserà anch’esso. Anche se durante il Millennio continuerà a esistere una condizione di mortalità, i bambini non moriranno prematuramente, ma invecchieranno e vivranno fino “[all’]età d’un albero” (DeA 101:30; vedere anche DeA 63:50–51). Profetizzando del Millennio, il profeta Isaia suggerì che l’età di un albero è di circa “cento anni” (vedere Isaia 65:20, 22). Il presidente Joseph Fielding Smith (1876–1972) ha insegnato che, alla seconda venuta di Gesù Cristo, “tutti quelli che saranno rimasti sulla terra subiranno […] un cambiamento, che consisterà nell’essere vivificati in modo da non subire la morte fino a tarda età. Gli uomini [e le donne] moriranno soltanto quando avranno cento anni e il loro cambiamento allo stato immortale avverrà immediatamente. Durante quei mille anni non si scaveranno tombe” (The Way to Perfection, [1970], 298–299). Durante il Millennio, pertanto, quando le persone moriranno passeranno istantaneamente — o “in un batter d’occhio” — dall’essere mortali a una gloriosa condizione risorta (vedeDeA 101:31).

Dottrina e Alleanze 101:32–34. “Il Signore […] rivelerà ogni cosa”

Spiegando il modo in cui “il Signore […] rivelerà ogni cosa” al Suo ritorno (DeA 101:33), l’anziano Bruce R. McConkie ha insegnato: “Nel giorno millenario devono essere rivelate tutte le cose. Verrà alla luce la parte sigillata del Libro di Mormon; verranno tradotte le tavole di bronzo; saranno rivelati gli scritti di Adamo ed Enoc, Noè e Abrahamo e di profeti innumerevoli. Impareremo sul ministero terreno del Signore Gesù Cristo mille volte tanto rispetto a ciò che sappiamo ora. Conosceremo grandi misteri del regno che non furono noti neppure agli antichi che camminarono e parlarono con l’Eterno. Conosceremo i dettagli relativi alla creazione e all’origine dell’uomo”. L’anziano McConkie ha concluso dicendo che, al tempo del Millennio, “nulla di ciò che è sulla terra, nella terra o sopra la terra sarà tenuto nascosto” (The Millennial Messiah: The Second Coming of the Son of Man [1982], 676; vedere anche 2 Nefi 30:15–18; DeA 121:26–28).

Dottrina e Alleanze 101:35–38. “Coloro che soffrono persecuzioni per il mio nome”

I santi del Missouri ebbero grandissime difficoltà a causa di intense persecuzioni per motivi religiosi. Il Signore promise loro: “Tutti coloro che soffrono persecuzioni per il mio nome e perseverano nella fede, sebbene siano chiamati a deporre la loro vita per amor mio, saranno tuttavia partecipi di tutta questa gloria” (DeA 101:35; vedere anche DeA 101:26–34).

Il presidente James E. Faust (1920–2007) della Prima Presidenza ha raccontato la storia di come due dirigenti della Chiesa che vivevano in Messico agli inizi del Novecento sopportarono fedelmente le persecuzioni per amore del Salvatore:

“Rafael Monroy era presidente del piccolo ramo di San Marcos, in Messico, e Vicente Morales era il suo primo consigliere. Il 17 luglio 1915 furono arrestati dagli Zapatisti [un gruppo rivoluzionario messicano]. Fu detto loro che sarebbero stati risparmiati se avessero consegnato le loro armi e rinunciato alla loro strana religione. Fratello Monroy disse a chi lo aveva catturato che non aveva nessuna arma ed estrasse semplicemente dalla tasca la sua Bibbia e il Libro di Mormon. Egli disse: ‘Signori, queste sono le uniche armi che io abbia mai portato, sono le armi della verità contro l’errore’.

Quando non furono trovate armi, i fratelli vennero crudelmente torturati per far loro confessare dove tenessero nascoste le armi. Ma non c’era nessuna arma. Essi vennero poi portati sotto scorta alla periferia della piccola città, dove i loro rapitori li misero in piedi vicino ad un grosso frassino di fronte a un plotone di esecuzione. L’ufficiale in carica offrì loro la libertà, se avessero abbandonato la loro religione e si fossero uniti agli Zapatisti, ma fratello Monroy rispose: ‘La mia religione mi è più cara della vita e non posso abbandonarla’.

Fu quindi detto loro che stavano per essere fucilati e fu chiesto loro se avevano una qualche richiesta da fare. Il fratello Rafael chiese che gli fosse permesso di pregare prima di essere giustiziato. Là, alla presenza dei suoi carnefici, egli si inginocchiò e con una voce che tutti poterono sentire, pregò che Dio benedicesse e proteggesse i suoi cari e si prendesse cura del piccolo ramo che sarebbe rimasto senza un dirigente. Quando finì la sua preghiera, egli usò le parole del Salvatore quando pendeva dalla croce e pregò per i suoi carnefici: ‘Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno’ [Luca 23:34]. Con ciò il plotone d’esecuzione fucilò sia fratello Monroy che fratello Morales” (“Essere discepoli”, Liahona, novembre 2006, 21–22).

Rafael Monroy e i suoi familiari

Rafael Monroy con sua figlia, sua moglie, sua madre, e le sue sorelle. Rafael era un dirigente della Chiesa in Messico che fu torturato e messo a morte da un plotone d’esecuzione insieme a Vicente Morales perché entrambi si rifiutarono di rinnegare il loro credo religioso.

Questa storia mostra che, anche quando sono fedeli, i Santi degli Ultimi Giorni non vengono sempre protetti dalle persecuzioni o dalla morte. Non tutte le persecuzioni sono tanto intense o violente quanto quelle subite dai santi nel Missouri o da questi dirigenti della Chiesa in Messico. Per la maggior parte delle persone, le persecuzioni religiose assumono varie forme, tra cui essere insultati o denigrati per le proprie convinzioni religiose.

L’anziano Dallin H. Oaks del Quorum dei Dodici Apostoli ha insegnato che i Santi degli Ultimi Giorni devono stare attenti a non perseguitare chi potrebbe avere credenze diverse dalle loro e a non essere intolleranti nei loro confronti:

“Tutti dovremmo seguire gli insegnamenti evangelici di amare il prossimo e di evitare le contese. I seguaci di Cristo devono essere un esempio di civiltà. Dobbiamo amare tutti, essere dei buoni ascoltatori e mostrare attenzione verso le sincere convinzioni altrui. Benché possiamo non essere d’accordo, non dobbiamo essere scontrosi. La nostra posizione e il nostro modo di comunicare su argomenti controversi non devono essere polemici. Dobbiamo essere saggi quando spieghiamo e difendiamo le nostre posizioni ed esercitiamo la nostra influenza. Nel farlo, chiediamo che gli altri non si offendano per le nostre sincere convinzioni religiose e per il libero esercizio della nostra religione. Incoraggiamo tutti noi a mettere in pratica la regola d’oro del Salvatore: ‘Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro’ (Matteo 7:12).

[… Dobbiamo] essere persone di buona volontà verso chiunque, rigettando persecuzioni di qualsiasi tipo, incluse quelle basate sulla razza, sull’etnia, sul credo religioso o sulla sua mancanza e sulle differenze nell’orientamento sessuale” (“Amare gli altri e convivere con le differenze”, Liahona, novembre 2014, 27).

Dottrina e Alleanze 101:39–42. “Il sale della terra” e “la luce del mondo”

Nella rivelazione contenuta in Dottrina e Alleanze 101, il Salvatore paragonò i membri della Sua chiesa al “sale della terra” (DeA 101:39; vedere anche Matteo 5:13; 3 Nefi 12:13). L’anziano Carlos E. Asay (1926–1999) dei Settanta ha spiegato il simbolismo del sale: “Secondo gli storici, ‘il sale nel passato aveva un significato religioso ed era simbolo di purezza. […] Tra molti popoli il sale viene ancora usato come segno di onore, di amicizia e di ospitalità […]’ (The World Book Encyclopedia, 1978, 17:69)” (“Il sale della terra: il sapore degli uomini e i salvatori degli uomini”, La Stella, ottobre 1980, 79).

Sotto la legge di Mosè, il sale veniva aggiunto alle offerte sacrificali; questo dimostra come esso sia anche associato alla stipula di alleanze (vedere Levitico 2:13). In quanto “sale della terra”, i membri della Chiesa dovrebbero essere esempi di purezza e di fedeltà alle alleanze che hanno contratto. Il Signore chiama il Suo popolo dell’alleanza a essere “il sapore degli uomini” (DeA 101:40). Il termine sapore si riferisce al gusto — il sale migliora il gusto e la qualità del cibo — e anche alle proprietà uniche del sale come agente conservante e curativo. Come “sapore degli uomini”, i membri della Chiesa — il popolo dell’alleanza — devono essere un’influenza retta nel mondo e contribuire a “preservare”, ovvero salvare, gli altri portandoli a Gesù Cristo e al Suo vangelo eterno (vedere DeA 103:9–10). Se, tuttavia, perdono il loro “sapore”, essi perdono la loro capacità di esercitare un’influenza positiva sugli altri e di guidarli al Salvatore.

L’anziano Carlos E. Asay ha proseguito dicendo:

“Un chimico famoso mi ha detto che il sale non perde il suo sapore con il passare del tempo. Il sapore si perde soltanto se si ha una mescolanza ed una contaminazione. […]

Il sapore e la qualità spariscono nell’uomo che contamina la sua mente con pensieri impuri, dissacra la sua bocca dicendo ciò che non è verità e usa erroneamente la sua forza per compiere azioni malvagie. […]

Ripeto questi semplici ammonimenti […] quale mezzo per preservare il proprio sapore. Se qualcosa non è puro, non pensatelo; se non è vero non ditelo; se non è buono non fatelo (vedere Marco Aurelio, “The Meditations of Marcus Aurelius”, The Harvard Classics, a cura di Charles W. Eliot, New York: P. F. Collier and Son, 1909, p. 211)” (“Il sale della terra: il sapore degli uomini e i salvatori degli uomini”, 80–81).

È importante ricordare che, a differenza del sale, i membri della Chiesa — il popolo dell’alleanza — possono riottenere il proprio “sapore”, ovvero la purezza e le qualità rette, attraverso il dono divino del pentimento reso disponibile tramite Gesù Cristo e la Sua Espiazione.

Dottrina e Alleanze 101:43–75

Il Signore insegna la parabola del nobiluomo e degli alberi d’ulivo e ammonisce i santi di continuare l’opera del raduno

Dottrina e Alleanze 101:43–62. La parabola del nobiluomo e degli alberi d’ulivo

La parabola del nobiluomo e degli alberi d’ulivo si trova soltanto in Dottrina e Alleanze, anche se presenta delle similitudini con delle parabole narrate da Isaia e da Gesù Cristo (vedere Isaia 5:1–7; Matteo 21:33–46). Il Signore usò questa parabola per spiegare il motivo per cui i santi erano stati scacciati dal paese di Sion e per rivelare la Sua volontà in merito alla redenzione di Sion.

Il Signore paragonò il paese di Sion nella Contea di Jackson, nel Missouri, a un terreno di ottima scelta di proprietà di un nobiluomo, la cui direttiva affinché i suoi servitori piantassero dodici alberi d’ulivo sulla sua terra può rappresentare il comandamento dato dal Signore ai santi affinché creassero degli insediamenti a Sion (vedere DeA 57:8, 11, 14). Il fatto di piazzare delle sentinelle attorno agli ulivi può rappresentare la chiamata dei dirigenti della Chiesa a guidare i santi a Sion. Anticamente, le sentinelle poste sulle mura o su una torre avevano la responsabilità di proteggere le città, nonché i vigneti e i campi, avvertendo del pericolo imminente di attacchi nemici (vedere Ezechiele 33:1–6). Le Scritture paragonano i profeti e i dirigenti del Signore a delle sentinelle (vedere Isaia 62:6; Geremia 6:17; Ezechiele 3:17; 33:7). Tramite rivelazione, queste sentinelle sono in grado di vedere il nemico da lontano e possono avvertire i santi del pericolo imminente.

Non è chiara quale sia l’interpretazione da attribuire alla torre menzionata nella parabola; potrebbe rappresentare il tempio che il Signore comandò ai santi di costruire nella Contea di Jackson (vedere DeA 57:2–3; 84:1–5; 97:10–12). In un senso più ampio, la torre può rappresentare Sion, che i santi potevano costruire soltanto obbedendo ai comandamenti del Signore (vedere DeA 101:11–12; 105:3–6). Nella parabola, i servitori del nobiluomo “cominciarono a costruire una torre”, ma in seguito “divennero assai indolenti e non dettero ascolto ai comandamenti del loro signore” (DeA 101:46, 50). Di conseguenza, i loro nemici li dispersero e distrussero il loro lavoro.

Nella parabola, il nobiluomo comanda a un servitore di prendere “la forza della [sua] casa” e di andare nella terra della sua vigna per recuperarla, ossia redimerla (DeA 101:55). Il servitore rappresenta il profeta Joseph Smith (vedere DeA 103:21–22). In obbedienza al comandamento del Signore, il Profeta organizzò il Campo di Israele (che in seguito fu chiamato Campo di Sion) per redimere Sion e restituire ai santi le loro terre e le loro case (vedere DeA 103:29–40).

La parabola anticipava il fatto che sarebbe trascorso del tempo tra l’organizzazione del Campo di Israele e la redenzione finale di Sion. Quando il servitore chiese al nobiluomo quando la vigna sarebbe stata recuperata (o redenta), quest’ultimo rispose: “Quando vorrò” (vedere DeA 101:59–60). La parabola si conclude con la frase: “Dopo molti giorni ogni cosa fu compiuta” (DeA 101:62). In una rivelazione successiva che stabilì lo scioglimento del Campo di Israele, il Signore spiegò perché i santi dovevano “[attendere] per una breve stagione” la redenzione di Sion (DeA 105:9; vedere DeA 105:1–19).

Dottrina e Alleanze 101:63–66. “Devo radunare il mio popolo”

Dopo aver raccontato la parabola del nobiluomo e degli alberi d’ulivo, il Signore spiegò la Sua volontà “riguardo a tutte le chiese”, vale a dire tutte le congregazioni di Santi degli Ultimi Giorni (DeA 101:63), e disse ai santi di continuare a radunarsi cosicché Egli potesse “edificarli nel [Suo] nome su luoghi santi” (DeA 101:64). Egli promise di “radunare il [Suo] popolo secondo la parabola del grano e della zizzania” (DeA 101:65). Le zizzanie sono erbacce dannose che quando sono acerbe assomigliano al grano, ma una volta mature sono chiaramente distinguibili da esso. Nella parabola del grano e delle zizzanie, il grano rappresenta i membri fedeli della Chiesa e le zizzanie i malvagi sparsi in mezzo a loro (vedere Matteo 13:24–30, 36–43; DeA 86:1–7).

Il Signore ha paragonato il raduno del Suo popolo alla raccolta del grano in “granai” (DeA 101:65). Nell’antichità il grano veniva raccolto in granai per essere immagazzinato in sicurezza e protetto. Riferendosi ad Alma 26:5, in cui Ammon parla di “covoni” di grano “riuniti nei granai”, l’anziano David A. Bednar del Quorum dei Dodici Apostoli ha insegnato: “I granai sono i sacri templi” (“Conserva onorevolmente un nome e una posizione”, Liahona, maggio 2009, 97). I membri della Chiesa ricevono benedizioni di protezione e vengono preparati per la gloria celeste e la vita eterna quando si recano nei sacri templi del Signore per ricevere le ordinanze di salvezza e stipulare alleanze per se stessi e a favore dei propri antenati.

Il profeta Joseph Smith (1805–1844) ha insegnato: “Qual era lo scopo del raduno […] del popolo di Dio in tutte le epoche del mondo? […] L’obiettivo principale era di costruire una casa per il Signore in cui Egli potesse rivelare al Suo popolo le ordinanze della Sua casa e le glorie del Suo regno, e insegnare la via della salvezza” (Insegnamenti dei presidenti della Chiesa – Joseph Smith [2007], 427).

Per ulteriori spiegazioni sulla parabola del grano e delle zizzanie, vedere il commentario a Dottrina e Alleanze 86:1–7 in questo manuale.

Dottrina e Alleanze 101:76–101

Il Signore consiglia ai santi di continuare a cercare un modo per fare ritorno alle loro case in Missouri

Dottrina e Alleanze 101:76–80. Dio ha stabilito la Costituzione degli Stati Uniti

Il Signore disse ai santi del Missouri di “sollecitare” il governo — ovvero di fare appello ad esso — per ottenere “il risarcimento e la restituzione” (DeA 101:76), vale a dire che essi dovevano continuare a cercare di ottenere giustizia e aiuto per poter fare ritorno alle loro terre nella Contea di Jackson. Inoltre, Egli spiegò che le leggi della Costituzione degli Stati Uniti “dovrebbero essere mantenute per i diritti e la protezione di ogni [persona] secondo principi giusti e santi;

affinché ognuno possa agire nelle dottrine e nei principi […] secondo l’arbitrio morale che gli ho dato, affinché ciascuno sia responsabile dei suoi propri peccati nel giorno del giudizio” (DeA 101:77–78).

“A questo scopo”, disse il Signore, “io ho stabilito la Costituzione [degli Stati Uniti] per mano di uomini saggi che ho suscitato a questo preciso scopo” (DeA 101:80).

Il presidente Ezra Taft Benson (1899–1994) ha espresso la propria gratitudine e il proprio rispetto per la Costituzione degli Stati Uniti: “Nutro riverenza per la Costituzione degli Stati Uniti come sacro documento. Per me le sue parole sono simili alle rivelazioni di Dio, poiché Dio ha apposto il Suo sigillo di approvazione alla Costituzione di questo paese. Rendo testimonianza che il Dio dei cieli ha scelto e mandato alcuni dei Suoi spiriti più eletti affinché gettassero le fondamenta di questo governo come preludio alla restaurazione del Vangelo e alla seconda venuta del nostro Salvatore” (“The Constitution—A Glorious Standard”, Ensign, May 1976, 93).

Dottrina e Alleanze 101:78. La libertà di religione e la Costituzione degli Stati Uniti

Le persecuzioni subite dai primi santi a causa del loro credo dimostrarono l’importanza di proteggere la libertà di religione affinché il vangelo restaurato potesse essere stabilito e poi portato in tutto il mondo. Nel dicembre del 1833, durante un periodo di intense persecuzioni contro i santi nel Missouri, il Signore attestò il proprio intervento diretto nell’istituire la Costituzione con i diritti e le libertà di religione che essa protegge. L’anziano Bruce R. McConkie ha spiegato:

“Venuti in America per sfuggire alle persecuzioni religiose, i primi coloni — mantenendo le loro varie convinzioni religiose — istituirono subito i propri sistemi di culto separati e si adoperarono a condannare e perseguitare tutti gli altri. Le streghe furono messe al rogo e gli eretici perseguitati come nel Vecchio Mondo. I coloni americani avevano semplicemente trasportato su nuove sponde le tradizioni di una cristianità falsa e decadente. La Guerra rivoluzionaria e la necessità della sopravvivenza nazionale, tuttavia, diedero vita alla Costituzione, contenente questa disposizione: ‘Il Congresso non porrà in essere alcuna legge rispetto all’adozione di una religione o per proibire la libertà di culto’. La libertà di religione, pertanto, fu pressoché imposta loro da un potere al di là del loro controllo e l’unione tra chiesa e stato fu bandita per sempre negli Stati Uniti.

Il fatto che in tutto questo vi fosse la mano del Signore è assiomatico [chiaro]. ‘Io ho stabilito la Costituzione di questo paese’, Egli ci dice, ‘per mano di uomini saggi che ho suscitato a questo preciso scopo’. Perché? Affinché potessero essere istituite e ‘mantenute [delle leggi] per i diritti e la protezione di ogni carne secondo principi giusti e santi. Affinché ognuno possa agire nelle dottrine e nei principi relativi al futuro, secondo l’arbitrio morale che gli ho dato, affinché ciascuno sia responsabile dei suoi propri peccati nel giorno del giudizio’ (DeA 101:77–80” (A New Witness for the Articles of Faith, 679).

Dottrina e Alleanze 101:78. “L’arbitrio morale” e la libertà di religione

Il Signore ha rivelato che “l’arbitrio morale” — il potere di scegliere e di agire da noi stessi — è di importanza vitale rispetto al nostro essere responsabili e in grado di “agire nelle dottrine e nei principi” (DeA 101:78).

“L’arbitrio è essenziale nel piano di salvezza del Padre Celeste e la libertà di religione ci garantisce di poter usare il nostro arbitrio per praticare e condividere ciò in cui crediamo. Tutti devono poter avere questa libertà a prescindere da ciò in cui credono.

Eppure, nonostante la sua importanza, la libertà di religione è sempre più sotto attacco in tutto il mondo. Questo è il motivo per cui gli apostoli hanno parlato di questo argomento svariate volte nel corso dell’ultimo decennio. Quali profeti, veggenti e rivelatori, essi sono consapevoli della necessità di difendere la libertà di religione. Ognuno di noi ha un ruolo da svolgere” (“Religious Freedom”, LDS.org).

famiglia che esce da una casa di riunione della Chiesa

La libertà di religione ci garantisce la possibilità di usare il nostro arbitrio per praticare e condividere ciò in cui crediamo (vedere DeA 101:77–78).

L’anziano Robert D. Hales del Quorum dei Dodici Apostoli ha insegnato: “Mentre percorriamo il sentiero della libertà spirituale in questi ultimi giorni, dobbiamo capire che l’uso fedele della nostra libertà di scelta dipende dalla nostra possibilità di avere libertà di religione. Sappiamo già che Satana non vuole che godiamo di questa libertà. Egli tentò di distruggere l’arbitrio morale nei cieli, e adesso, sulla terra, sta violentemente destabilizzando, contrapponendo e diffondendo confusione sulla libertà di religione – su ciò che essa è e sul perché è essenziale per la nostra vita spirituale e anche per la nostra salvezza” (“Preservare la libertà di scelta, proteggendo la libertà di religione”, Liahona, maggio 2015, 112).

Dottrina e Alleanze 101:81–95. “Li paragonerò alla parabola della donna e del giudice iniquo”

Nella rivelazione contenuta in Dottrina e Alleanze 101 il Signore ripete la parabola del Nuovo Testamento relativa alla donna che continuò a rivolgersi a un giudice finché questi non soddisfece la sua richiesta (vedere DeA 101:81–84; vedere anche Luca 18:1–8). Egli applicò questa parabola ai santi del Missouri per incoraggiarli a continuare a chiedere aiuto ai funzionari del governo. I santi dovevano cercare di ottenere giustizia, in primo luogo appellandosi a un giudice e poi, se necessario, al governatore del Missouri e infine al presidente degli Stati Uniti (vedere DeA 101:85–88). Il Signore disse che, se le loro richieste di aiuto fossero rimaste inascoltate, si sarebbe “[levato e sarebbe uscito] dal suo nascondiglio e nella sua furia [avrebbe afflitto] la nazione” (DeA 101:89).

I santi del Missouri seguirono le istruzioni del Signore e fecero appello ai tribunali della Contea di Jackson per ottenere “il risarcimento” (DeA 101:76) per le loro proprietà andate perdute. I giudici e le giurie locali, tuttavia, che parteggiavano per coloro che avevano scacciato i santi dalla Contea di Jackson, misero i membri della Chiesa nell’impossibilità di ottenere il risarcimento dai tribunali (vedere The Joseph Smith Papers, Documents, Volume 3: February 1833–March 1834, 468–469).

I santi “fecero appello a Daniel Dunklin, governatore del Missouri, affinché [li] aiutasse […] a ritornare in possesso delle loro proprietà nella Contea di Jackson, li proteggesse da ulteriori violenze fino a quando non fossero stati in grado di proteggersi da soli e convocasse un tribunale militare per le violenze perpetrate contro i mormoni”. Il governatore Dunklin era disposto a servirsi della milizia dello Stato, ovvero di civili volontari, per riportare i membri della Chiesa nelle loro case, ma “disse di non avere l’autorità di tenere una forza militare nella Contea di Jackson per proteggere i mormoni da possibili attacchi futuri” (The Joseph Smith Papers, Documents, Volume 3: February 1833–March 1834, 407). All’epoca erano le milizie locali a mantenere l’ordine pubblico, piuttosto che gli attuali dipartimenti di polizia. Anche se il governatore Dunklin aveva acconsentito ad aiutare i santi a recuperare le loro proprietà, alla fine non fornì la protezione promessa (vedere The Joseph Smith Papers, Documents, Volume 3: February 1833–March 1834, 334).

Nell’aprile del 1834 i dirigenti della Chiesa inviarono una lettera al presidente degli Stati Uniti, Andrew Jackson, chiedendogli di inviare le truppe federali nella Contea di Jackson allo scopo di proteggere i diritti di religione e di proprietà dei santi. In risposta, il Segretario alla guerra, Lewis Cass, inviò ai dirigenti della Chiesa del Missouri una lettera in cui si “affermava che il presidente non aveva il diritto di invitare truppe nel Missouri per supportare l’applicazione delle leggi dello Stato” (The Joseph Smith Papers, Documents, Volume 3: February 1833–March 1834, 396, note 441).

Nonostante ripetuti sforzi, i santi del Missouri non riuscirono a ricevere dalle autorità governative protezione né risarcimento per le ingiustizie subite. Il Signore promise che, se le cose fossero andate così, sarebbe uscito e avrebbe “[afflitto] la nazione” (DeA 101:89), ovvero che vi avrebbe fatto ricadere i Suoi giudizi.