Storia della Chiesa
21 Una comprensione più profonda


Capitolo 21

Una comprensione più profonda

stai e sacchi di cibo in un magazzino

Nella primavera del 1931, John e Leah Widtsoe lasciarono l’Europa per qualche mese per far visita ai propri familiari, incontrare i dirigenti della Chiesa e partecipare alla Conferenza generale. La loro figlia Ann li aspettava allo scalo ferroviario dello Utah. In loro assenza si era per il momento riconciliata con il marito, ed era in attesa del terzo figlio. Era presente anche Susa Gates, la madre di Leah, pronta ad accoglierli così come aveva promesso di fare alla loro partenza tre anni prima. Il suo settantacinquesimo compleanno sarebbe caduto due giorni dopo, e John e Leah erano arrivati giusto in tempo per i festeggiamenti che si sarebbero tenuti a casa della sorella di Leah, Emma Lucy, e di suo marito, Albert Bowen.1

Purtroppo Petroline, la zia di John, era morta due anni prima, dopo una lunga malattia. Quando si spense, Ann e Rose, la vedova di Osborne, fratello di John, erano state al suo capezzale.2

Mentre era nello Utah, l’agenda di John era piena di riunioni con i dirigenti della Chiesa. La Prima Presidenza e il Quorum dei Dodici Apostoli stavano gestendo una divergenza di opinioni tra l’apostolo Joseph Fielding Smith e B. H. Roberts, che era il membro con maggiore anzianità del Primo Consiglio dei Settanta. L’anziano Roberts aveva scritto “The Truth, The Way, The Life” [la via, la verità e la vita], un manoscritto di ottocento pagine che esponeva dettagliatamente il piano di salvezza. Voleva che la Chiesa lo adottasse come corso di studio per i quorum del Sacerdozio di Melchisedec.3 Tuttavia, l’anziano Smith aveva espresso serie preoccupazioni su certe idee contenute nel manoscritto.

Il motivo del suo turbamento dipendeva dal tentativo da parte dell’anziano Roberts di mettere d’accordo la Creazione con le teorie scientifiche sulle origini della vita.4 L’anziano Roberts credeva che la presenza dei fossili fosse una prova che delle specie simili all’uomo fossero vissute e morte sulla terra per milioni di anni prima che Dio ponesse Adamo ed Eva nel Giardino di Eden.5 L’anziano Smith invece sosteneva che tali credenze fossero incompatibili con le Scritture e con la dottrina della Chiesa. Credeva che queste specie non potessero essere vissute prima che la caduta di Adamo introducesse la morte nel mondo.

Durante un discorso rivolto alla Genealogical Society of Utah [società genealogica dello Utah], l’anziano Smith aveva biasimato vigorosamente le idee dell’anziano Roberts, quantunque non avesse fatto nomi. A sua volta, l’anziano Roberts aveva scritto alla Prima Presidenza per sapere se il discorso dell’anziano Smith rappresentasse la posizione ufficiale della Chiesa sulla questione o se era semplicemente l’opinione dell’apostolo.6

I Dodici invitarono entrambi gli uomini a presentare il loro punto di vista al consiglio. Poi gli apostoli inviarono un resoconto alla Prima Presidenza, che esaminò attentamente entrambe le parti in disputa e pregò per sapere come risolvere la questione.7

Avendo da poco pubblicato egli stesso un libro su come riconciliare scienza e religione, John aveva riflettuto intensamente sulla questione. Riteneva che i dirigenti della Chiesa dovessero aiutare i giovani santi a sviluppare la fede in Gesù Cristo tra idee nuove e moderne. A suo parere, tante persone religiose erano molto diffidenti nei confronti della scienza perché confondevano i fatti con le interpretazioni. Era restio ad affidarsi solo alla scienza per risolvere la controversia, dal momento che la comprensione scientifica era soggetta al cambiamento e spesso non teneva conto di concetti religiosi come la preghiera e la rivelazione. Però era altrettanto cauto nel fare affidamento su qualsiasi interpretazione delle Scritture che non tenesse in considerazione l’origine delle rivelazioni e dei sacri scritti.

“Credo che la cosa più saggia sia agire come abbiamo fatto in tutti questi anni”, disse in privato all’apostolo Melvin J. Ballard. “Accettare tutti i fatti ben consolidati e autenticati e rifiutare di basare la fede su teorie, che siano scientifiche o teologiche”8.

Il 7 aprile, giorno della Conferenza generale, la Prima Presidenza convocò i Dodici e altre Autorità generali per risolvere la disputa. John ascoltò mentre la presidenza spiegava che secondo loro l’anziano Smith e l’anziano Roberts dovessero entrambi lasciar perdere la questione. “Ambo le parti pongono le basi del loro contendere sulle Scritture e sulle dichiarazioni di uomini prominenti negli affari della Chiesa”, osservarono. “Nessuno ha prodotto una prova certa a sostegno della sua opinione”9.

La Prima Presidenza rammentò ai quorum l’insegnamento di Joseph Smith: “Proclamate i primi principi e lasciate stare i misteri se non volete essere sconfitti”10. Li ammonì spiegando che predicare opinioni personali come se fossero dottrina della Chiesa poteva causare incomprensione, confusione e divisione tra i santi: “Quando un’autorità generale della Chiesa fa una dichiarazione precisa riguardo a qualsiasi dottrina, che la esprima come opinione personale oppure no, è considerata la voce della Chiesa, e le sue dichiarazioni sono accettate tanto quanto le dottrine approvate della Chiesa”11.

Raccomandò di predicare la dottrina fondamentale del vangelo restaurato. Disse: “Quando onorate la vostra chiamata nel regno della Chiesa, lasciate la geologia, la biologia, l’archeologia e l’antropologia (nessuna delle quali ha a che fare con la salvezza delle anime umane) alla ricerca scientifica”. Riguardo alle origini della vita, non ci fu nulla da aggiungere a quanto già detto dalla Prima Presidenza nella dichiarazione del 1909 intitolata: “The Origin of Man” [l’origine dell’uomo]12.

Secondo John, le parole della presidenza risolvevano la questione. Lui e gli altri dirigenti della Chiesa presenti nella sala, inclusi l’anziano Roberts e l’anziano Smith, sostennero la decisione e furono d’accordo di non parlare più in pubblico della questione della vita simile a quella umana prima di Adamo.13 Tuttavia, l’anziano Roberts non riuscì a persuadersi a togliere l’argomento da “The Truth, The Way, The Life”. Alla fine, accantonò il manoscritto, che non fu pubblicato.14


Più avanti, nel corso di quell’anno, a Città del Capo, in Sudafrica, William e Clara Daniels e una decina di altri santi degli ultimi giorni cantarono un inno insieme, come facevano ogni lunedì quando si incontravano per parlare del Vangelo a casa dei Daniels. Tuttavia non si trattava di un’altra riunione al caminetto. Il presidente di missione Don Dalton li aveva riuniti per una conferenza speciale.

Dopo che Clara ebbe offerto la preghiera di apertura, William raccontò la storia della sua conversione e di come erano iniziate le loro piccole riunioni. “All’inizio abbiamo studiato Book of Mormon Ready References [riferimenti pronti sul Libro di Mormon] e adesso stiamo studiando Gesù il Cristo”, raccontò. “Ho ricevuto tanta conoscenza e sono in grado di dire parecchie cose sul Vangelo a molte persone”15.

Anche Clara rese la sua testimonianza, esprimendo gratitudine per la sua appartenenza alla Chiesa. “Spero che il Signore ci aiuterà a rimanere saldi”16, affermò.

Diverse altre persone portarono testimonianza, poi il presidente Dalton parlò al gruppo. Disse: “Sono certo che il Signore è a capo di quest’opera e che, se osserviamo i comandamenti, il Signore non tratterrà nulla”. Parlò del fratello di Giared nel Libro di Mormon, che visse talmente vicino al Signore che nulla gli poté essere celato. “Accadrà lo stesso con noi”, testimoniò. “So che, se sarò fedele, vedrò delle cose meravigliose”17.

Il presidente Dalton continuava a essere preoccupato per il modo in cui alcuni membri del Ramo di Mowbray trattavano i membri “di colore”, come i Daniels. Nel gestire queste situazioni, la Prima Presidenza gli aveva consigliato di tenere in considerazione i sentimenti di tutti i Santi. Scrisse che la tensione razziale era un problema che andava trattato con gran cura per evitare di offendere i membri bianchi o neri della Chiesa.18

Conoscendo e ammirando la fedeltà di William, il presidente Dalton voleva riconoscere ufficialmente i suoi meriti. “Sento che qui si deve formare un ramo”, annunciò alla riunione al caminetto. “Il fratello Daniels dovrebbe avere il privilegio di svolgere un compito specifico. So che mediante la sua diligenza la barriera verrà rimossa, ed egli sarà un dirigente in Israele”.

William fu poi chiamato a servire come presidente di ramo, Clara come presidentessa della Società di Soccorso, la loro figlia Alice come segretaria della Società di Soccorso e archivista di ramo e la loro amica Emma Beehre come consigliera di Clara. Il presidente Dalton pose quindi le mani sul capo di William e lo mise a parte per la sua nuova chiamata. Non lo ordinò al sacerdozio, pertanto William non poteva amministrare il sacramento né mettere a parte i membri per le chiamate. Le sue nuove responsabilità gli davano tuttavia maggiori opportunità di servire e di crescere nella Chiesa.

“Ho pensato a un nome da dare a questo ramo”, disse il presidente Dalton. “Immagino che il nome debba essere ‘il Ramo dell’Amore’”19.

Alla successiva riunione del lunedì, William chiese a Clara e agli altri dirigenti di ramo appena chiamati di esprimere i loro pensieri sulle loro nuove responsabilità. Clara confessò: “Lo trovo un po’ difficile, e so che il Signore mi aiuterà nella mia opera, così come ha aiutato la prima sorella che ha inaugurato la Società di Soccorso”20.

In veste di dirigenti del ramo, William e Clara continuarono a prendersi cura dei missionari, che frequentavano le riunioni del ramo insieme ai visitatori bianchi del Ramo di Mowbray. William si assicurò inoltre che Alice tenesse dei verbali accurati in modo che se ne potesse inviare copia a Salt Lake City. Non voleva che il Ramo dell’Amore fosse dimenticato.21


Intanto, negli Stati Uniti, il 14 febbraio 1932 il tredicenne Paul Bang era diventato il diacono più recente del Ramo di Cincinnati. I ragazzi della sua età ricevevano il Sacerdozio di Aaronne dalla fine del 1800, quando i diaconi tagliavano la legna per i poveri, alimentavano il fuoco per le case di riunione e svolgevano altri atti di servizio nei rispettivi rioni e rami. Eppure, l’ordinazione dei giovani uomini agli uffici del sacerdozio non divenne una consuetudine fino a quando il presidente Joseph F. Smith non introdusse delle riforme nel Sacerdozio di Aaronne agli inizi del XX secolo. In seguito a queste riforme, i diaconi iniziarono ad assumere ruoli maggiori all’interno dei rami e delle riunioni.22

Oltre a prendersi cura della cappella e del terreno circostante, Paul poteva ora distribuire il sacramento, raccogliere le offerte di digiuno, portare messaggi da parte del presidente di ramo e aiutare le vedove e altri santi bisognosi.23 Come per gli altri diaconi della Chiesa, ci si aspettava che egli comprendesse e spiegasse ciascuno degli Articoli di Fede, osservasse la Parola di Saggezza, dicesse le preghiere di apertura e di chiusura, pagasse la decima e conoscesse la storia della restaurazione del Sacerdozio di Aaronne.24

A Paul non fu offerta subito la possibilità di svolgere alcune di queste nuove responsabilità. Per decenni erano stati gli uomini adulti a distribuire il sacramento e tante persone nella Chiesa erano a disagio nel lasciare che fossero dei ragazzi a svolgere tale funzione. A Cincinnati, il sacramento era sempre benedetto e distribuito da due uomini adulti, che talvolta erano i fratelli maggiori di Paul, Chris e Henry.25

Tuttavia, se non erano le nuove responsabilità affidate a Paul a tenerlo abbastanza occupato, ci pensavano i molti compiti che doveva svolgere alla drogheria dei suoi genitori. Gli piaceva lavorare nel negozio. Apriva ogni mattina alle 6:00 e non chiudeva prima delle 23:00. Lui serviva al bancone, riforniva e sistemava gli scaffali e teneva pulito e lucido il pavimento di legno. Quando suo fratello Chris tagliava la carne, Paul spargeva la segatura sul pavimento per assorbire lo sporco. Poi, quando Chris terminava il suo lavoro, strofinava i piani d’appoggio con una spazzola di ferro. Dopo la scuola, Paul riempiva scatole e ceste con i prodotti ordinati e faceva le consegne nel vicinato.26

Quando scoppiò la crisi economica, Cincinnati era nel bel mezzo di un boom edilizio. Erano appena iniziati i lavori per la costruzione di un grattacielo alto 180 metri e di una nuova grande stazione ferroviaria. Questo progetto, insieme a un’economia locale differenziata, aiutò la città a sopravvivere nonostante la crisi. Tuttavia, gli stipendi scendevano e la disoccupazione saliva.27

I Bang vivevano in un quartiere povero in cui gli immigrati bianchi come loro vivevano, lavoravano, giocavano e studiavano fianco a fianco con gli afroamericani, gli ebrei e altri gruppi etnici. Quando la città iniziò a incontrare difficoltà, molti clienti abituali dei Bang non riuscivano a pagare i loro conti alla drogheria. Invece di voltare le spalle ai suoi clienti, il padre di Paul spesso regalava dei prodotti o permetteva alle persone di comprare a credito. Tuttavia la sua gentilezza e la sua generosità non salvarono l’impresa di famiglia dalla Grande Depressione, e nell’aprile del 1932 egli dichiarò bancarotta. Anche allora, si rifiutò di chiudere il negozio o di smettere di aiutare i suoi vicini.28

I santi di Cincinnati tiravano avanti malgrado il declino economico. Sperando di incoraggiare l’attività tra i detentori del Sacerdozio di Aaronne, il Vescovato Presiedente aveva da poco chiesto ai rami e ai rioni della Chiesa di cominciare a commemorare ogni anno la restaurazione del Sacerdozio di Aaronne. Il 15 maggio 1932, quattro sacerdoti ordinati di recente nel Ramo di Cincinnati, tutti diciannovenni o più grandi, parlarono alla riunione sacramentale in merito alla storia e alla crescita del Sacerdozio di Aaronne. Come era solito fare alla fine della riunione sacramentale, parlò anche Charles Anderson, il presidente di ramo.29

Paul non ebbe un ruolo attivo nel programma, ma gli sarebbero giunte altre opportunità di servire. La frequenza del ramo raramente superava le cinquanta persone, quindi era facile che uno dei suoi genitori o dei fratelli maggiori tenesse un discorso, cantasse nel coro, dicesse una preghiera o partecipasse in altro modo alle riunioni.30 Infatti, in quattro settimane, suo fratello Henry aveva offerto la preghiera di chiusura a tre riunioni sacramentali e la domenica in cui non aveva detto la preghiera di chiusura, aveva tenuto un discorso.31

Paul era un Bang, quindi era solo questione di tempo prima che il ramo lo mettesse al lavoro.


Nel frattempo, nello Utah, l’assistente sociale della Società di Soccorso Evelyn Hodges aveva molto di che preoccuparsi mentre il mondo sprofondava sempre di più nella Grande Depressione. Suo padre, che un tempo l’aveva pregata di restare a casa in modo da non dover lavorare, stava affrontando un momento difficile dopo che le vendite dei prodotti della sua fattoria di Logan si erano arrestate. Evelyn sapeva come aiutarlo a fare domanda di aiuto alla Chiesa e allo Stato, ma lui non era interessato.

“Posso trovarmi un lavoro”, le aveva detto all’inizio della Grande Depressione. “So che posso trovarmi un lavoro”.

Evelyn aveva i suoi dubbi. Ogni giorno a Salt Lake City parlava con persone che sostenevano la stessa cosa. Dicevano: “Se soltanto riesco ad andare a Los Angeles, otterrò un lavoro”. Nello Utah, un lavoratore su tre era disoccupato, e nessuno assumeva. Evelyn sapeva che la situazione non era molto migliore in California né in qualsiasi altro posto degli Stati Uniti. Provava a spiegare che il lavoro scarseggiava ovunque, ma alcune famiglie con cui lavorava non le credevano.32

Nell’estate del 1932 ebbe buoni motivi per sperare che stesse arrivando un cambiamento. Dopo che il governo degli Stati Uniti ebbe creato un programma per fornire aiuti finanziari agli Stati e alle imprese, i funzionari dello Utah incaricarono subito i servizi sociali della Società di Soccorso di aiutare lo Stato a richiedere un prestito federale. Evelyn ed Amy Brown Lyman passarono ore a raccogliere statistiche e fascicoli individuali per documentare le privazioni che si vivevano nello Stato. Portarono la loro ricerca al campidoglio e i legislatori la allegarono alla richiesta di assistenza federale per lo Utah che poi andò a buon fine.33

Mentre lavoravano insieme, Evelyn imparò da Amy. Quest’ultima era schietta e spesso brusca quando si rivolgeva alle assistenti sociali. Anche se a Evelyn piaceva la sua franchezza, doveva ammettere che a volte era fastidiosa. Amy non esitava a criticarla quando faceva un errore; ma Evelyn sapeva che Amy non la stava punendo. Semplicemente Amy non riteneva di avere il tempo per essere sensibile o diplomatica. Si aspettava che tutti, inclusa se stessa, dessero tutto quello che potevano quando lavoravano nell’ufficio dei servizi sociali. Per questo, Evelyn aveva imparato ad amarla e ad ammirarla.34

I fondi federali di ristoro arrivarono nello Utah nell’agosto 1932 e portarono speranza a molti santi disperati. Ancora una volta, lo Stato chiese l’aiuto della Società di Soccorso, e subito Amy e le sue assistenti sociali ebbero un ruolo fondamentale nella distribuzione degli aiuti.

Con la maggior parte degli aiuti da parte della Chiesa e del governo che venivano esauriti in fretta, molti dei vescovi con cui lavorava Evelyn attendevano con ansia che i membri dei propri rioni ricevessero assistenza dal governo federale. C’erano tuttavia dei membri della Chiesa che temevano che i Santi diventassero dipendenti dai sussidi del governo. Alcuni evitavano di chiedere aiuto alla Chiesa perché non volevano che il loro vescovo, che spesso era un vicino e un amico, venisse a conoscenza della loro situazione. Altri, quando andavano in Chiesa, non volevano essere marchiati per aver ricevuto aiuto.

Ciò nonostante, sempre più persone dovevano dipendere dall’assistenza. I funzionari del governo degli Stati Uniti avevano sottovalutato il collasso economico e i sussidi offerti non offrirono un aiuto permanente al popolo americano. La situazione economica continuava a peggiorare, cancellando la speranza. Ogni giorno, un numero sempre maggiore di persone perdeva il lavoro e poi la casa. Spesso Evelyn vedeva due o tre famiglie vivere insieme in una piccola abitazione.

Anche la sua famiglia arrancava. Quando gli sforzi di suo padre per provvedere alla famiglia fallirono, egli provò a vendere delle proprietà, ma non c’erano compratori. Alla fine consentì a Evelyn di inviargli trenta dollari al mese che provenivano dal suo stipendio. Fu felice dell’aiuto.35

Col peggiorare della crisi economica, ed essendo testimone di una sempre crescente povertà a Salt Lake City, Evelyn vide l’opportunità di maggiore compassione e crescita nella comunità. Affermò: “Se riusciremo a uscire da questa battaglia con una comprensione più profonda dei bisogni dell’umanità, la società sarà diventata migliore per averla affrontata”36.


Dall’altra parte della città, anche Harold B. Lee, presidente del Palo di Pioneer a Salt Lake City, sapeva che doveva fare qualcosa per aiutare le persone a sopravvivere alla Grande Depressione. A trentatré anni era uno dei più giovani presidenti di palo della Chiesa, e non aveva quindi la stessa esperienze di vita di altri uomini che ricoprivano la sua stessa posizione. Sapeva però che circa i due terzi dei 7.300 santi che componevano il suo palo dipendevano completamente o in parte dall’assistenza finanziaria. E se le persone morivano di fame, c’erano poche opportunità di nutrirle spiritualmente.37

Harold si riunì con i suoi consiglieri per discutere come aiutare i santi affidati alle loro cure. Avendo studiato Dottrina e Alleanze, sapevano che il Signore aveva comandato ai primi santi di stabilire un magazzino “per aiutare i poveri e i bisognosi”38. Per decenni, i rioni di tutta la Chiesa avevano gestito dei piccoli “magazzini del vescovo” per raccogliere e ridistribuire le offerte di cibo e altri beni tra i poveri. Anche se nel secondo decennio del 1900 la Chiesa era passata alla decima solo in denaro, in alcuni rioni e pali esistevano ancora dei magazzini. 39 La presidenza generale della Società di Soccorso, che aveva gestito negozi e granai per aiutare i Santi nei momenti di bisogno, gestiva un magazzino per fornire ai poveri vestiario e altri prodotti per la casa.40 E se il Palo di Pioneer avesse fatto qualcosa di simile?

Presto prese forma un programma di assistenza che avrebbe anche aiutato i Santi a essere più indipendenti economicamente. Con l’aiuto dei vescovi, il palo di Harold avrebbe istituito un magazzino supportato dalle decime e dalle donazioni. Invece di dispensare i prodotti gratuitamente, il programma avrebbe permesso ai santi disoccupati del palo di lavorare presso il magazzino o ad altri progetti di soccorso in cambio di cibo, vestiti, combustibile o altri beni.41

Dopo essersi consultato con i suoi consiglieri, Harold presentò il piano alla Prima Presidenza e ricevette la sua approvazione. Poi la presentò ai vescovi del suo palo durante una riunione speciale e li invitò a discuterne. Subito un vescovo pose una domanda che indubbiamente molti membri della Chiesa si facevano: se il Signore aveva promesso di provvedere al Suo popolo, perché vi erano così tanti santi fedeli pagatori di decima che erano bisognosi?

Harold fece del suo meglio per rispondere, ricordando ai vescovi che il Signore faceva affidamento su di loro per compiere la Sua opera. Disse: “Le promesse del Signore sono nelle vostre mani, e il modo e i mezzi per adempierle dipendono da voi”. Poi raccomandò ai vescovi di fare tutto il possibile per rendere i magazzini un successo, testimoniando che le benedizioni promesse del Signore si sarebbero adempiute.42

Per contribuire alla realizzazione del piano, Harold e i suoi consiglieri incaricarono uno dei vescovi, Jesse Drury, di gestire il magazzino. Molti santi nel rione di Jesse erano stati duramente colpiti dalla Grande Depressione. Lo stesso Jesse aveva perso il lavoro e ora lui e la sua famiglia riuscivano a mala pena a tirare avanti grazie agli aiuti del governo.43

Ciò nonostante, Jesse e i suoi consiglieri quell’anno avevano deciso di fare qualcosa per fornire cibo in più e lavoro ai membri del rione. Proprio a sud dei confini del rione c’era un lotto di terreno fertile non sfruttato. Il vescovato contattò i proprietari che concessero al rione di coltivare la terra in cambio del pagamento delle tasse di proprietà. Molto presto altri due rioni vicini nel Palo di Pioneer aderirono al progetto, e insieme trovarono agricoltori e funzionari della contea disposti a donare i semi e a fornire l’acqua per l’irrigazione. Inoltre comprarono delle piante a prezzi scontati e si procurarono attrezzature agricole e cavalli da persone che sostenevano il loro progetto.44

Ora, su incarico di Harold, Jesse dirigeva un gruppo di membri della Chiesa disoccupati che stavano trasformando un vecchio magazzino in un magazzino di palo. Installarono un centro di inscatolamento e aprirono un magazzino generale. C’erano la possibilità di immagazzinare su diversi piani e lo spazio per gestire il vestiario che era stato donato.45

Nell’estate del 1932 il magazzino fu pronto ad aprire. Harold, Jesse e il resto del Palo di Pioneer osservarono un giorno speciale di digiuno per celebrare l’evento, portando le loro offerte di digiuno alla cerimonia di apertura dell’edificio. Alcune donne e alcuni uomini del palo furono impiegati nel magazzino mentre altri viaggiavano per la valle per lavorare in fattorie e frutteti.46

Molto presto il raccolto disponibile fu abbondante. Ci furono centinaia di ceste di pesche, migliaia di sacchi di patate e cipolle, tonnellate di ciliegie e molto altro ancora. In cambio del loro lavoro, i membri del palo potevano riceve una parte del raccolto. Ne rimase a sufficienza per permettere alla Società di Soccorso di inscatolare l’eccedenza per l’inverno successivo. Le donne inoltre si offrivano di riparare i vestiti vecchi e di raccogliere scarpe usate in cambio di beni non deperibili.47

Alla fine dell’anno, Harold poté constatare che il Signore stava benedicendo i santi del Palo di Pioneer. Sebbene nell’ultimo anno molti di loro avessero affrontato delle avversità, erano rimasti fermi nella convinzione che Dio li avrebbe aiutati nei loro affanni. Inoltre, erano pronti e disposti a lavorare insieme in favore dei bisognosi, nonostante la devastazione causata dalla crisi economica.48

  1. Widtsoe, Diary, 16–18 marzo 1931; “Mission Head Sees Europe Going ‘Dry’”, Salt Lake Tribune, 17 marzo 1931, 22; “U.S. Immigration Laws Force Church to Open Permanent Europe Branches”, Deseret News, 17 marzo 1931, section 2, [1]; Parrish, John A. Widtsoe, 475–476.

  2. Lucy Gates Bowen a Leah D. Widtsoe e John A. Widtsoe, 11 aprile 1929; John A. Widtsoe ad Anna Widtsoe Wallace, 4 maggio 1929; Lucy Gates Bowen a John, Leah ed Eudora Widtsoe, 10 giugno 1929, Widtsoe Family Papers, CHL.

  3. Allen, “Story of The Truth, The Way, The Life”, 704–707; John W. Welch, “Introduction”, in Roberts, The Truth, The Way, The Life, xi–xii. Argomento: B. H. Roberts

  4. Joseph Fielding Smith, “Faith Leads to a Fulness of Truth and Righteousness”, Utah Genealogical and Historical Magazine, ottobre 1930, 21:145–158.

  5. Roberts, The Truth, The Way, The Life, 297–306.

  6. Joseph Fielding Smith, “Faith Leads to a Fulness of Truth and Righteousness”, Utah Genealogical and Historical Magazine, ottobre 1930, 21:147–148; “Pre-Adam Race Denied by Member of Twelve”, Deseret News, 5 aprile 1930, 8; B. H. Roberts alla Prima Presidenza, 15 dicembre 1930, B. H. Roberts Collection, CHL.

  7. Allen, “Story of The Truth, The Way, The Life”, 720–724.

  8. Widtsoe, In Search of Truth, 70–80, 109–111, 114–120; John A. Widtsoe a Melvin J. Ballard, 27 gennaio 1931, John A. Widtsoe Papers, CHL.

  9. Widtsoe, Diary, 7 aprile 1931; Prima Presidenza a Consiglio dei Dodici, al Consiglio dei Settanta e al Vescovato Presiedente, 7 aprile 1931, First Presidency Miscellaneous Correspondence, CHL; Grant, Journal, 25 gennaio 1931.

  10. Joseph Smith, Discourse, Apr. 8, 1843, in JSP, D12:192.

  11. Prima Presidenza a Consiglio dei Dodici, al Consiglio dei Settanta e al Vescovato Presiedente, 7 aprile 1931, First Presidency Miscellaneous Correspondence, CHL.

  12. Prima Presidenza a Consiglio dei Dodici, Consiglio dei Settanta e Vescovato Presiedente, 7 aprile 1931, First Presidency Miscellaneous Correspondence, CHL; Talmage, Journal, 7 aprile 1931; Joseph F. Smith, John R. Winder e Anthon H. Lund, “The Origin of Man”, Improvement Era, novembre 1909, 13:80. Argomento: Evoluzione organica

  13. John A. Widtsoe a Joseph Fielding Smith, 15 settembre 1931; John A. Widtsoe a Rudger Clawson e al Consiglio dei Dodici, 9 settembre 1931, John A. Widtsoe Papers, CHL; Widtsoe, Diary, 7 aprile 1931; George F. Richards, Journal, Apr. 7, 1931; Talmage, Journal, 7 aprile 1931; Smoot, Diary, 7 aprile 1931, Reed Smoot Papers, BYU; George Albert Smith, Journal, 7 aprile 1931, George Albert Smith Family Papers, J. Willard Marriott Library, University of Utah, Salt Lake City.

  14. Allen, “Story of The Truth, The Way, The Life”, 726–731. Il manoscritto fu pubblicato nel 1994 con il titolo The Truth, The Way, The Life: An Elementary Treatise on Theology (Provo, UT: BYU Studies, 1994).

  15. Love Branch, Miscellaneous Minutes, 14 dicembre 1931; Stevenson, Global History of Blacks and Mormonism, 50. Citazione inglese modificata per facilitarne la lettura.

  16. Love Branch, Miscellaneous Minutes, 14 dicembre 1931. Citazione inglese modificata per facilitarne la lettura.

  17. Love Branch, Miscellaneous Minutes, 14 dicembre 1931. Citazione inglese modificata per facilitarne la lettura.

  18. Don Dalton alla Prima Presidenza, 11 aprile 1930; Prima Presidenza a Don Dalton, 15 maggio 1930, First Presidency Mission Files, CHL.

  19. Love Branch, Miscellaneous Minutes, 14 dicembre 1931.

  20. Love Branch, Miscellaneous Minutes, 22 febbraio 1932. Citazione inglese modificata per facilitarne la lettura.

  21. Love Branch, Miscellaneous Minutes, 29 febbraio 1932 e 21 agosto 1933. Argomento: Sudafrica

  22. Cincinnati Branch, Minutes, 14 febbraio 1932; Paul Bang, “My Life Story”, 7; Circular of the First Presidency, 4; Hartley, “From Men to Boys”, 109–110, 112–118. Argomento: Modifiche all’organizzazione del sacerdozio

  23. Practical Duties for Members of the Lesser Priesthood”, Improvement Era, luglio 1916, 19:847; Hartley, “From Men to Boys”, 118.

  24. Presiding Bishopric, Minutes of the Aaronic Priesthood Convention, 8 aprile 1932, 5; Criteria for Aaronic Priesthood Advancement, 17 maggio 1928, Presiding Bishopric General Files, 1889–1956, CHL.

  25. Hartley, “From Men to Boys”, 121; Cincinnati Branch, Minutes, 10 gennaio–15 maggio 1932. Argomento: Riunioni sacramentali

  26. Fish, “My Life Story”, [4]; Paul Bang, “My Life Story”, 3–6.

  27. Feck, Yesterday’s Cincinnati, 101–102; Stradling, Cincinnati, 103–110.

  28. Paul Bang, “My Life Story”, 1, 5, 28; “Seek Relief in Bankruptcy”, Cincinnati Enquirer, 23 aprile 1932, 10. Argomento: Grande Depressione

  29. “Aaronic Priesthood Day”, Deseret News, 27 aprile 1927, 4; Sylvester Q. Cannon, David A. Smith e John Wells, “Aaronic Priesthood Day”, Presiding Bishopric, Bulletin n. 126, circa marzo 1927; Cincinnati Branch, Minutes, 15 maggio 1932; Henry Bang, Thomas Harry Large, Julius Conrad Blackwelder e William Carl Schnarrenberg, in Cincinnati Branch, Record of Members and Children, n. 18, 202, 204, 210; Presiding Bishopric, Bulletin n. 186, circa aprile 1932. Argomento: Restaurazione del Sacerdozio di Aaronne, La

  30. Per degli esempi, vedere Cincinnati Branch, Minutes, 1931–1932.

  31. Cincinnati Branch, Minutes, 10, 17, 24, e31 gennaio 1932.

  32. Lewis, Oral History Interview, 7, 25; Hall, Faded Legacy, 111–113; McCormick, “Great Depression”, 136. Citazione inglese modificataper conferire maggior chiarezza. Argomento: Grande Depressione

  33. Lewis, Oral History Interview, 6; Hall, Faded Legacy, 115; Derr, “Changing Relief Society Charity”, 251. Argomento: Programmi di benessere

  34. Lewis, Oral History Interview, 2, 11. Argomento: Amy Brown Lyman

  35. Lewis, Oral History Interview, 4, 13–15, 18–19, 25–26; Hall, Faded Legacy, 115–116; Derr, “Changing Relief Society Charity”, 251–253; Darowski, “Utah’s Plight”, 12.

  36. Evelyn Hodges, “Emotional Reactions to Unemployment and Relief”, Relief Society Magazine, luglio 1934, 21:391.

  37. Goates, Harold B. Lee, 90, 94; Lee, “Remarks of Elder Harold B. Lee”, 3.

  38. Drury, “For These My Brethren”, [5]; Dottrina e Alleanze 42:34.

  39. Rudd, Pure Religion, 4.

  40. Santi, volume 2, capitolo 30; Derr et al., First Fifty Years of Relief Society, xxxv, 399; Alexander, Mormonism in Transition, 132. Argomenti: Vescovo; Consacrazione e intendenza

  41. Drury, “For These My Brethren”, [5]–[7], [15], [17]–[19]; Goates, Harold B. Lee, 94; “Pioneer Stake Launches Barter Employment Plan”, Salt Lake Telegram, 25 luglio 1932, 12.

  42. Drury, “For These My Brethren”, [5]–[6]; Presiding Bishopric, Office Journal, 20 giugno 1932; Grant, Journal, 20 giugno 1932.

  43. Drury, “For These My Brethren”, [2], [7], [19]; Rudd, Pure Religion, 9.

  44. Drury, “For These My Brethren”, [2]–[4]; Rudd, Oral History Interview, 38–40; “100 Needy Families to Get Vegetables”, Salt Lake Telegram, 5 dicembre 1932, [7].

  45. Drury, “For These My Brethren”, [8]; “Pioneer Stake Launches Barter Employment Plan”, Salt Lake Telegram, 25 luglio 1932, 12; “Exchange Idea Assures Many Jobs for Idle”, Salt Lake Tribune, 25 luglio 1932, 14.

  46. Rudd, Pure Religion, 13; Drury, “For These My Brethren”, [8]–[9]; Lee, “Remarks of Elder Harold B. Lee”, 2; Goates, Harold B. Lee, 94, 96.

  47. Harold B. Lee a John D. Pearmain, 30 giugno 1933, First Presidency Miscellaneous Correspondence, CHL; “Pioneer Stake Launches Barter Employment Plan”, Salt Lake Telegram, 25 luglio 1932, 12; Drury, “For These My Brethren”, [16]; Finck, “Early Days of the Welfare Plan”, 3; Statistical Report, 31 dicembre 1932, in Thirty-Second Ward, Relief Society Minutes and Records, 123; “Model Community Routs Unemployment”, Salt Lake Tribune, 6 agosto 1933, Magazine section, 4.

  48. Salt Lake Pioneer Stake, Confidential Minutes, 24 ottobre 1932 e 8 gennaio 1933.