“Mercy Thompson e la rivelazione sul matrimonio”, Rivelazioni nel contesto (2016)
“Mercy Thompson e la rivelazione sul matrimonio”, Rivelazioni nel contesto
Mercy Thompson e la rivelazione sul matrimonio
Robert Thompson era nel fiore degli anni quando morì inaspettatamente nell’autunno del 1841, vittima della malaria che afflisse molti Santi degli Ultimi Giorni nelle zone paludose infestate dalle zanzare, sulle sponde del fiume Mississippi. Segretario privato di Joseph Smith e coeditore del giornale della Chiesa Times and Seasons, Thompson aveva davanti a sé un futuro brillante. Un giorno era in salute. Dieci giorni dopo se ne era andato, stroncato a trent’anni, lasciando sole la moglie e la figlia di tre anni.
Non era difficile voler bene a Thompson. I suoi amici lo ricordavano come un “marito affezionato, un genitore affettuoso e un amico leale e fedele”.1 Sua moglie, Mercy, ammirò il coraggio da lui dimostrato alla fine. “Egli sopportò le sue sofferenze con grande pazienza, dalle sue labbra non uscì una parola di lamento”. Passò i suoi ultimi istanti, ella disse, portando testimonianza “di non aver seguito abilmente favole inventate, ma di essere stato tratto dalle stalle e fatto sedere tra i prìncipi”.2
La morte prematura di un membro della famiglia è stata un avvenimento fin troppo comune nella storia dell’uomo. Spesso si trattava di una donna, la cui morte durante il parto lasciava i piccoli senza le gentili carezze materne. È stato solo a partire dal ventesimo secolo che la maggior parte delle famiglie hanno potuto, nel mondo industrializzato, aspettarsi di non perdere un neonato o un bambino a causa di un incidente o di una malattia. Dall’inizio dei tempi, la morte è stata in agguato per rammentarci della fragilità della vita e del nostro desiderio che essa continui.
In questa cultura che includeva la morte, una rivelazione ricevuta da Joseph Smith promise che i nostri più cari rapporti possono continuare nella vita a venire. Madri e padri, mogli e mariti, genitori e figli possono essere insieme di nuovo; la nostra parentela e la nostra amicizia possono durare nelle eternità. Le condizioni meravigliose di queste promesse si trovano in questa rivelazione, conosciuta oggi come Dottrina e Alleanze 132.
Cielo e terra
Durante i duemila anni di cristianità, sono prevalse due principali concezioni di cielo.3 La più comune immagina angeli soli e solitari che adorano e lodano Dio in perfetto unisono. Questa idea segna una netta distinzione tra questo mondo e il prossimo e predilige, nell’aldilà, il ruolo della ragione. Si concentra sulla contemplazione di Dio e della Sua maestà, non sui rapporti umani. I rapporti terreni sono temporali e quindi destinati a terminare con la morte.4
L’altra idea predominante, invece, dà enfasi alla presenza degli amici e della famiglia nella vita a venire. Si ha ancora l’adorazione di Dio, ma la compagnia delle persone amate diviene essenziale per la gioia eterna. I mondi temporale ed eterno si sovrappongono e la vita di ogni giorno diviene parte della santa opera di Dio. L’idea di un cielo in cui trova spazio la socialità divenne popolare nel corso del diciannovesimo secolo. La scrittrice americana Elizabeth Stuart Phelps ben espresse il grande fascino di questa idea per una generazione che aveva perso i parenti prematuramente nella guerra civile americana. Nel romanzo The Gates Ajar la Phelps si chiede: “Sarebbe da Lui lasciare che due anime crescano insieme qui, dove la separazione anche di un solo giorno è penosa, per poi dividerle per tutta l’eternità?”5
La rivelazione sul matrimonio, ricevuta da Joseph Smith, scritta nel luglio del 1843, offre un modello di vita dopo la morte che si sposa al sentimentalismo vittoriano, proprio come fece la Phelps. La rivelazione confermò che i rapporti umani dureranno, ma solo a certe condizioni. Tutti i legami sociali sono destinati a finire con la morte, a meno che non abbiano una prospettiva eterna e siano stati celebrati con l’autorità di suggellare in terra come in cielo, autorità detenuta dal sacerdozio. I matrimoni che continuano oltre la tomba, afferma la sezione 132, sono stati celebrati “sia per il tempo che per tutta l’eternità”, e sono stati “suggellati dal Santo Spirito di Promessa, mediante colui […] che ho designato sulla terra a detenere questo potere”. Coloro che non entrano in tale alleanza, prima della Risurrezione dei morti, divengono “angeli nel cielo”, destinati a rimanere “separati e da soli”.6
Mercy e Robert
Mercy Rachel Fielding nacque nel 1807 da devoti metodisti, fittavoli di una fattoria in un piccolo villaggio rurale, novantasei chilometri a nord di Londra. A ventiquattro anni, Mercy emigrò a York (l’attuale Toronto), in Canada, con il suo fratello maggiore Joseph. Presto furono raggiunti dalla sorella Mary e tutti e tre iniziarono a frequentare le riunioni di un gruppo di metodisti che credevano che tutte le chiese da loro conosciute avessero perso la via. Quando il missionario Parley P. Pratt arrivò a York, nella primavera del 1836, i tre fratelli trovarono la risposta al loro problema. Mercy, Mary e Joseph furono battezzati in un ruscello e si trasferirono presso la sede centrale della Chiesa a Kirtland, in Ohio, la primavera seguente.7
In Canada, Mercy aveva incontrato Robert Blashel Thompson, il cui percorso era simile al suo in molti modi. Nato nel 1811 in Yorkshire, in Inghilterra, da giovane si unì a un gruppo di dissenzienti chiamato la Società Primitiva Metodista, che cercava un ritorno ai doni spirituali. Si trasferì in Canada nel 1834, ascoltò il messaggio di Parley P. Pratt e fu battezzato lo stesso mese dei fratelli Fielding. Robert Thompson e Mercy Fielding erano spiriti affini e poco dopo il loro arrivo a Kirtland, nel giugno del 1837, si sposarono.8
Dopo il matrimonio, la sorella di Mercy, Mary, iniziò ad alloggiare presso i cugini di Joseph e Hyrum Smith e in questo modo conobbe meglio i due fratelli e velocemente iniziò ad amarli. Provò empatia per Hyrum quando sua moglie, Jerusha, morì nell’autunno del 1837, dopo un parto difficile che lasciò i suoi cinque figli, tutti più piccoli di dieci anni, senza una madre. Joseph chiese al Signore che cosa avrebbe dovuto fare Hyrum. La risposta fu che egli avrebbe dovuto sposare subito Mary Fielding. Con fiducia nell’ispirazione di Joseph, Mary sposò Hyrum la vigilia di Natale del 1837.9
In seguito, le vite di Mercy e di Thomas si intrecciarono con quelle di Mary e di Hyrum. Hyrum guidò la famiglia Thompson nel viaggio di 1600 chilometri dall’Ohio al Missouri, dove i santi si erano stabiliti nel 1838. Più tardi, quando Hyrum e Joseph furono incarcerati nella prigione di Liberty, una fredda sera di febbraio Mercy e Mary fecero visita ai prigionieri, portando con sé il neonato Joseph F., il futuro profeta. Mercy, avendo anch’essa da poco partorito, allattò Joseph F. in quella occasione perché Mary era troppo malata per farlo. Mercy e Robert si occuparono dei bambini di Mary ed Hyrum durante la prigionia di Hyrum e a Nauvoo le due famiglie costruirono due case vicine.10
La famiglia Smith e la famiglia Thompson si avvicinarono ancora di più dopo la morte di Robert. Una notte nella primavera del 1843, Mercy dormiva a casa di Mary per fare compagnia alla sorella mentre Hyrum era fuori Nauvoo per affari. Mercy sognò di trovarsi in un giardino con Robert. Sentiva qualcuno ripetere i loro voti nuziali, anche se non riusciva a capire di chi fosse la voce. Poiché era abituata ai diversi modi di comunicare di Dio, Mercy capì che il sogno era un messaggio mandato da Dio. “Mi svegliai al mattino profondamente colpita da questo sogno che non riuscivo a interpretare”.11
In seguito quella sera, Hyrum tornò a casa e raccontò di aver avuto “un sogno davvero straordinario” durante la sua assenza. Aveva visto la sua defunta moglie e due dei loro bambini morti prematuramente.12 Hyrum non era sicuro del significato del suo sogno più di quanto Mercy lo fosse del proprio. Ma la tempistica dei sogni era straordinaria. Dopo il suo arrivo a casa, Hyrum trovò un messaggio da parte di suo fratello Joseph che gli chiedeva di recarsi da lui. “Con suo stupore” raccontò Mary, Hyrum scoprì che Joseph aveva ricevuto una rivelazione secondo cui “i matrimoni contratti per il tempo duravano solo per il tempo e non di più, fino a che fosse stipulato un nuovo contratto, per tutta l’eternità”. 13 Questa rivelazione sarebbe stata in seguito scritta e canonizzata come Dottrina e Alleanze 132. 14
Robert Thompson era morto, così come Jerusha Smith. In che modo si sarebbe potuto stipulare un nuovo contratto di matrimonio quando solo uno dei coniugi era in vita? La risposta di Joseph Smith fu che una persona in vita poteva, per procura, rappresentare la persona deceduta. Fin dall’autunno del 1840 i santi avevano celebrato battesimi per procura per gli antenati defunti morti prima di poter ascoltare il vangelo restaurato. Ora lo stesso principio doveva essere applicato al matrimonio. Marito e moglie potevano essere “suggellati” uno all’altra, legati in cielo così come erano legati in terra.15 Un matrimonio che una volta era temporale — “finché morte non vi separi” — poteva essere nuovamente celebrato “per il tempo e per tutta l’eternità”, suggellato con l’autorità del sacerdozio. In questo modo, il matrimonio poteva durare nelle eternità.16
L’idea emozionava Mercy. Non vi era dubbio che, se ce ne fosse stata la possibilità, avrebbe scelto di passare l’eternità con Robert. Le mancava e voleva stare con lui. Egli era quel tipo d’uomo che la ispirava a divenire la persona che lei voleva davvero essere, un discepolo del Signore Gesù Cristo. “In quanto a mitezza, umiltà e integrità egli non poteva essere facilmente superato né eguagliato” ella disse di Robert.17
Un lunedì mattina del maggio inoltrato del 1843, Mercy Thompson e sua sorella Mary, insieme ad Hyrum e a Joseph Smith, si incontrarono in una stanza del piano superiore della casa di Joseph. Joseph sposò Mercy e Robert per il tempo e l’eternità con Hyrum come rappresentante di Robert.18 Dopo questa cerimonia, Joseph sposò Hyrum e Mary per il tempo e per l’eternità. La gioia di Mercy era infinita. Ella disse: “Alcuni potrebbero pensare che io invidi la regina Vittoria per la sua gloria”. “Non quando il mio nome è fra i primi nella lista delle donne di questa dispensazione suggellate, grazie alla rivelazione divina, a un marito deceduto”.19
Pluralità
Il suggellamento di Mercy Thompson al suo deceduto marito fu di grande conforto nei momenti di solitudine e incertezza. Ma le promesse si applicavano all’eternità, a un momento indeterminato nel futuro in cui Mercy e Robert si sarebbero ritrovati. Fino a quel momento, Mercy doveva continuare a vivere e a prendersi cura della figlioletta. Chi avrebbe provveduto? Al tempo e nel luogo in cui Mercy viveva, c’erano pochi lavori che una donna avrebbe potuto fare. Dopo la morte di Robert, ella fece ciò che le vedove, per centinaia di anni, avevano fatto: affittava camere in casa sua. Ella raccontò: “Grazie alla diligenza e alla benedizione del Signore potevamo soddisfare i nostri bisogni”.20
Tuttavia “era una vita solitaria” e “l’essere privata della compagnia di un tale marito mi portò a soffrire così profondamente da compromettere la mia salute”. Secondo il credo dei Santi degli Ultimi Giorni, la terra è colma di messaggi celesti e gli angeli sono impegnanti ad alleggerire i fardelli di chi è in lutto. Durante quell’estate, un angelo fece visita a Joseph Smith. Era Robert Thompson, il suo vecchio segretario. Egli “apparve a [Joseph] diverse volte dicendogli di non desiderare che io vivessi una vita così solitaria”, raccontò Mercy. L’angelo propose una soluzione scioccante: “dovevo essere suggellata per il tempo” ad Hyrum, ricordò Mercy.21 In altre parole, Robert Thompson richiese che Hyrum sposasse Mercy con il matrimonio plurimo per questa vita, “per il tempo”. Mercy e Robert, nel frattempo, sarebbero rimasti suggellati per le eternità.
Nel periodo in cui Robert Thompson gli fece visita, Joseph Smith stava mettendo per iscritto la sezione 132, dettando la rivelazione al suo segretario William Clayton nel piccolo ufficio sul retro del negozio di mattoni rossi di Joseph stesso.22 Egli conosceva parte della rivelazione da tempo, probabilmente fin dal 1831, quando stava lavorando alla sua revisione ispirata dell’Antico Testamento.23 Il Profeta aveva chiesto a Dio in preghiera il motivo per cui Egli giustificava Abrahamo, Isacco, Giacobbe e altri del fatto di “avere molte mogli e concubine”. La risposta non fu subito chiara poiché la cultura e l’educazione di Joseph rigettavano il matrimonio plurimo. La rivelazione fu una risposta semplice e diretta: Dio aveva “comandato” il matrimonio plurimo e poiché i patriarchi biblici “non fecero null’altro che quanto fu loro comandato, sono entrati nella loro esaltazione”.24
Così la sezione 132 rispose a un problema a lungo dibattuto nella cultura occidentale. Da un lato c’erano coloro che sostenevano che Dio approvasse il matrimonio plurimo tra gli antichi. Sant’Agostino pensava che il matrimonio plurimo dell’Antico Testamento fosse un “sacramento” che simbolizzava il giorno in cui le chiese di ogni nazione sarebbero state soggette a Cristo.25 Martin Lutero era d’accordo: Abrahamo era un uomo casto, il cui matrimonio con Hagar aveva adempiuto le sacre promesse di Dio al patriarca.26 Lutero ipotizzò che Dio avrebbe potuto approvare il matrimonio plurimo nei tempi moderni in determinate circostanze. Egli osservò: “non è più comandato, ma non è neppure proibito”.27
Dall’altro lato del dibattito, c’erano coloro che sostenevano che i patriarchi dell’Antico Testamento avessero commesso peccato praticando il matrimonio plurimo. Giovanni Calvino, contemporaneo di Lutero nel sedicesimo secolo, credeva che il matrimonio plurimo corrompesse l’“ordine della Creazione” stabilito dal matrimonio monogamo di Adamo ed Eva nel Giardino di Eden.28 Calvino ebbe una profonda influenza sulla prima mentalità religiosa americana. Non tutti gli americani convenivano che i patriarchi biblici avessero errato, ma la grande maggioranza dei contemporanei di Joseph Smith seguiva il pensiero di Calvino secondo cui il matrimonio plurimo in tempi moderni fosse sbagliato in qualsiasi circostanza.29
La sezione 132 fornì la risposta a questa diatriba, approvando, per bocca di Dio stesso, le azioni dei patriarchi. Il matrimonio plurimo, dice la rivelazione, ha contribuito a mantenere la promessa fatta da Dio ad Abrahamo che i suoi posteri sarebbero “continuati innumerevoli come le stelle”.30 Tuttavia, la rivelazione andò oltre, facendo un passo ancora più coraggioso che vendicare i patriarchi. Infatti, in quanto posterità di Abrahamo, ai Santi degli Ultimi Giorni fu comandato per un certo periodo di praticare il matrimonio plurimo. “Andate dunque, e fate le opere di Abrahamo”.31
All’inizio, Joseph Smith era stato riluttante a praticare il matrimonio plurimo, rendendosi conto pienamente della persecuzione che avrebbe scatenato contro la Chiesa. La monogamia era il solo tipo di matrimonio legalmente accettato negli Stati Uniti e l’opposizione sarebbe sicuramente stata accanita. Lo stesso Joseph dovette essere convinto che il matrimonio plurimo fosse appropriato. Tre volte gli apparve un angelo, esortandolo ad agire nella direzione che gli era stata indicata.32 Egli, alla fine, contrasse il matrimonio plurimo e insegnò questo principio ad altri seguaci a Nauvoo già nel 1841. Mettere per iscritto la rivelazione gli consentì di diffondere più facilmente il messaggio di questo nuovo comandamento, insegnato cautamente e a piccoli gruppi di membri.33
Mercy e Hyrum
Il matrimonio eterno aveva colpito Mercy molto più favorevolmente del matrimonio plurimo. L’educazione ricevuta e le idee personali la portarono ad opporsi al matrimonio con un uomo già sposato. L’idea di vivere sotto lo stesso tetto della sorella e più cara amica, Mary, non bastò a mitigare il suo disagio. Joseph mandò Mary a informare Mercy dell’argomento, pensando che sarebbe stato accettato più facilmente. La scelta del messaggero non ebbe l’effetto desiderato. Mercy raccontò: “Quando questo argomento mi fu comunicato per la prima volta, mise alla prova tutte le mie precedenti tradizioni e ogni sentimento naturale del mio cuore vi si oppose”.34
Hyrum le parlò per secondo. Capiva i sentimenti di Mercy, essendosi egli stesso opposto all’inizio al matrimonio plurimo. Joseph aveva cercato di sondare i sentimenti di suo fratello, tenendo per sé questo insegnamento tanto difficile e controverso fino a che Hyrum non fosse stato pronto a lasciarsi persuadere. Alla fine, Hyrum si convertì al principio, quando si rese conto di aver sposato sulla terra due donne dalle quali non avrebbe potuto sopportare di essere separato nell’eternità. Lo stesso giorno in cui fu suggellato a Mary per il tempo e per l’eternità, fu suggellato a Jerusha, rappresentata da Mary. Così Hyrum fu suggellato ad entrambe le sue mogli per l’eternità.35
A Mercy non era stato chiesto di divenire moglie di Hyrum Smith per l’eternità. Il messaggio di Robert Thompson era che Hyrum avrebbe dovuto sposare Mary solo per il tempo o, con le parole di Mercy, fino al momento in cui Hyrum “mi avrebbe riconsegnata al mattino del giorno della Risurrezione a mio marito Robert Blashel Thompson”.36 Il matrimonio con Hyrum era come il levirato dell’Antico Testamento in cui all’uomo era comandato di prendere in moglie la vedova di suo fratello.37 Questa combinazione fra pratica patriarcale e visita angelica era logica per chi, come Hyrum Smith, credeva nella restaurazione biblica. Egli disse a Mercy che quando era venuto a conoscenza per la prima volta della richiesta di Robert Thompson, “lo Spirito Santo era disceso su di lui [Hyrum] dalla testa ai piedi”.38
Fra i Santi degli Ultimi Giorni, le donne che si erano convertite al principio del matrimonio plurimo a Nauvoo spesso raccontavano di avere ricevuto conferma della loro decisione grazie a esperienze spirituali. Avevano visto una luce o provato pace o, in un caso, visto un angelo. Mercy Thompson non ha lasciato racconti di tali esperienze. In seguito disse di credere al principio “poiché potevo leggerlo da me nella Bibbia e vedere che a quei giorni veniva praticato e il Signore lo approvava e lo permetteva”.39
Ma la logica biblica da sola non era sufficiente per Mercy. Joseph in persona alla fine parlò con lei e fu la sua testimonianza che la piegò. Joseph spiegò che Robert Thompson gli era apparso più di una volta, e l’ultima volta “con tale potere da farlo tremare”. All’inizio Joseph non voleva dar seguito alla richiesta. Solo dopo aver pregato il Signore e avere appreso che doveva “fare come il Mio servo ha richiesto” disse ad Hyrum della visione.40
Poiché credeva nei doni spirituali, Mercy Thompson credette che il suo deceduto marito aveva portato un messaggio.41 Dopo aver osservato da vicino Joseph per alcuni anni, ella riteneva che fosse “troppo saggio per errare e troppo buono per essere scortese”.42 La richiesta di sposare Hyrum, concluse, era “la voce del Signore data per bocca del profeta Joseph Smith”.43
Joseph Smith prendeva seriamente le proteste di donne come Mercy Thompson. Nessuno, donna o uomo, trovò il matrimonio plurimo facile da accettare di primo acchito.44 Joseph non costrinse le donne ad accettare il matrimonio plurimo con la forza del suo comando più di quanto non facesse con gli uomini.45 Le donne e gli uomini erano incoraggiati a riflettere e pregare e giungere alla propria decisione. Mercy chiese di avere la copia manoscritta della rivelazione e la tenne a casa sua per quattro o cinque giorni, studiandone il contenuto nella mente.46 Solo dopo aver molto pregato e meditato ella diede il suo consenso. L’11 agosto 1843 Joseph Smith unì in matrimonio Hyrum e Mercy presso la casa di Hyrum e Mary a Nauvoo, all’angolo fra Water Street e Bain Street. Su indicazione di Joseph, Hyrum costruì una nuova stanza per la casa e Mercy vi si trasferì.
Tempo ed eternità
Durante la loro breve vita insieme, i progetti di Hyrum divennero quelli di Mercy e viceversa. Mercy contribuì a scrivere le parole ispirate che venivano dalla bocca di Hyrum quando benediceva i membri della Chiesa in qualità di patriarca della Chiesa. Il grande progetto che occupava costantemente i cuori e le menti era il tempio di Nauvoo. A un certo punto, dopo aver cercato ardentemente il Signore per sapere cosa dovesse fare per accelerare il completamento del tempio, Mercy udì queste parole nella mente: “Cerca di fare in modo che le sorelle donino un centesimo alla settimana per poter acquistare vetro e chiodi”. Ella disse che Hyrum “era molto compiaciuto” per questa rivelazione e fece ogni cosa in suo potere per sostenerla, incoraggiando i membri a donare come Mercy aveva richiesto.47 47 causa più di mille dollari, una cifra considerevole per quei giorni.48
Mercy e Hyrum erano sposati da soli dieci mesi quando la pallottola di un facinoroso prese la vita di Hyrum a Carthage. Mercy aveva perso un altro marito nel fiore degli anni. Pianse la morte di Hyrum, che descrisse come un “marito affettuoso, un padre amorevole, un amico fedele e un benefattore dal cuore tenero”.49 Ma il suo legame con Mary sarebbe sempre stato una fonte di forza. Mercy e sua figlia, Mary Jane, di sei anni, furono lasciate a occuparsi della casa con Mary e i suoi due bambini avuti da Hyrum, insieme ai cinque figli di Hyrum e Jerusha, di cui Mary era divenuta matrigna.
Nel 1846 Mercy e Mary, con il fratello Joseph, partirono per un nuovo viaggio insieme. Si unirono a migliaia di altri santi sofferenti in un viaggio di 2250 chilometri verso una nuova Sion, oltre i confini degli Stati Uniti di quel tempo. Arrivarono nella valle del Lago Salato l’anno successivo. Mary morì di polmonite nel 1852. Mercy visse per altri quaranta anni a Salt Lake City, fedele fino alla fine, servendo nella Chiesa dovunque potesse e aiutando a crescere i bambini che Mary e Hyrum avevano lasciato.
Il legame di Mercy ad Hyrum sarebbe sempre stato motivo di profonda gratitudine. Ma ella aspettava di riunirsi a Robert, il suo “amato” marito e la scelta della sua giovinezza. Fino alla sua morte, nel 1893, mantenne il nome di Mercy R. Thompson, nome che aveva assunto al suo matrimonio con Robert. Dottrina e Alleanze 132 conteneva per lei la promessa che lei e Robert un giorno, se fedeli, avrebbero “[ereditato] troni, regni, principati, e potestà”. Avrebbero goduto di “una continuazione della posterità per sempre e in eterno”.50 Ella credeva in queste promesse e visse la sua vita in modo da poterle un giorno vederle adempiute.