Adriana Buico — Palo di Venezia — Italia
Mio marito e io eravamo in spiaggia con nostra figlia, suo marito e i loro 4 bambini. Essendo semisorda dalla nascita, porto gli apparecchi acustici. Per unirmi al gioco dei bambini in acqua, mi tolsi gli apparecchi e li riposi con cura in una tasca interna della mia borsa. Finito il bagno e con i capelli ancora bagnati, decisi di non rimettere gli apparecchi, e di rientrare con mio marito, prima degli altri, alla casa del mare, per poter fare la doccia con calma. Con i capelli finalmente asciutti, giunse il momento di ritornare al mondo dei suoni, ma scoprii con orrore che mancava uno dei due apparecchi. Agitatissima, ripercorsi la strada fino alla spiaggia e ritorno, ma del mio apparecchio non c’era traccia.
Con la recente diagnosi di una malattia genetica rara che avrebbe ridotto nel tempo anche la mia vista, mi immaginai improvvisamente cieca e sorda in un mondo senza ponti per me. Tornai a casa in lacrime. Seppi più tardi, che nel frattempo, mio marito e il resto della famiglia cercarono sulla sabbia, rifecero il percorso più volte e infine la nipotina di tre anni offrì una preghiera perché l’apparecchio fosse ritrovato. Mio marito mi raggiunse e mi rassicurò che ne avremmo comprato un altro. Certo, ma lo sconforto più grande veniva dalla visione che avevo avuto di me stessa, in una realtà buia e senza suoni.
Mia figlia e i bimbi rientrarono, mentre mio marito e mio genero continuarono le ricerche, soprattutto intorno al cancello di ingresso del residence, dove con molta probabilità l’apparecchio uscì dalla tasca mentre prendevo le chiavi per entrare. Un uomo chiese con discrezione cosa stessero cercando. Quel gentile signore disse che qualcuno, vedendo a terra l’apparecchio, lo raccolse e lo posò sul muretto. Ritenendo fosse cosa preziosa, invece di lasciarlo sul muretto, quel signore lo consegnò al bagnino del residence.
Oltre al gioioso ritrovamento, mi confortò grandemente il pensiero che il Padre Celeste risponde alle nostre preghiere, che ci sono persone gentili e premurose intorno a noi, e soprattutto che tramite l’amore della mia famiglia, il Signore non mi avrebbe lasciata sola e senza ponti. La storia potrebbe anche finire così, ma c’è qualcos’altro. La mattina di quello stesso giorno, mio genero chiese in preghiera un aiuto per poter spiegare ai bambini come, attraverso lo Spirito Santo, il Padre Celeste risponde alle nostre preghiere.
Anche se mi costò lo spavento di avere perso una cosa preziosa, so che i bambini ebbero modo di partecipare attivamente al servizio, alla preghiera e alla risposta del Cielo. Una piccola testimonianza che forse ricorderanno per sempre.