2020
Jonathan Eduardo Laja Aguirre
Agosto 2020


Jonathan Eduardo Laja Aguirre

Vorrei raccontare l’esperienza che ho avuto nel viaggio al tempio che abbiamo fatto come palo con i giovani uomini e giovani donne.

Il viaggio sicuramente è stato una sfida nel quale è stato chiesto il sacrificio di tutti in quanto partivamo la sera per poter arrivare la mattina e godere del tempio il più possibile.

Nell’arrivare e intravedere il tempio, ogni sguardo era felice e, anche se sicuramente stanchi, ci siamo organizzati e ci siamo sistemati nelle camere e abbiamo organizzato le attività.

Come ogni cosa che viene preparata, non tutto va liscio come dovrebbe ma sicuramente posso testimoniare che sia da parte dei ragazzi e soprattutto dei dirigenti c’è un amore e un desiderio di rafforzare le testimonianze di ogni persona che vi ha partecipato.

Siamo stati anche appoggiati dalle stesse persone che lavorano al tempio, difatti abbiamo potuto fare anche delle attività di servizio per sistemare e prenderci cura di quel luogo sacro.

Di parti meravigliose ce ne sono state tante come la gita nella città di Roma dove uno dei dirigenti ci ha fatto da guida per poter conoscere alcune parti della capitale collegate all’apostolo Pietro.

Una delle parti meravigliose di questo viaggio sicuramente è stato entrare nel tempio con questi giovani e poter aiutare quelle persone che non sono tra noi a fare quelle alleanze che possono permettergli di godere di una felicità eterna.

Dietro ad ogni nome c’è l’amore di tante persone e questi giovani hanno fatto la loro parte e per alcuni di loro è stata la prima volta e si sono emozionati.

Quindi la parte che amo di questa esperienza non è stata solo l’arrivo ma tutto quello che c’è stato anche prima perché dimostra che dobbiamo essere vicini gli uni agli altri, e che questi legami non vengono sciolti per la distanza o il tempo. Possiamo essere vicini a tutti se davvero lo vogliamo.

La mia testimonianza riguardo questo viaggio è di aver rafforzato l’amore che ho per ognuno di questi ragazzi e che ciascuno porta con sé delle sfide e noi, come dirigenti, familiari o amici dobbiamo essere sempre vicini e soprattutto non smettere di ascoltarli.

Inoltre per poter godere dei frutti che il tempio porta, dobbiamo ricordarci che come ogni frutto, parte tutto da un seme e che questo dimora nei nostri cuori e quindi dobbiamo coltivarlo e nutrirlo e il primo passo lo troviamo scritto nella statua che raffigura Cristo nel centro visitatori, ossia di venire a Lui che è il mezzo per cui possiamo salvare noi stessi e i nostri cari.