Capitolo 32 1:59Il comandante Moroni e lo stendardo della libertà Un uomo malvagio di nome Amalichia voleva diventare re dei Nefiti. Molti Nefiti avevano lasciato la chiesa per seguirlo. Alma 46:1, 4–5, 7 Se Amalichia fosse diventato re, avrebbe cercato di distruggere la chiesa di Dio e tolto la libertà al popolo. Alma 46:9–10 Quando il comandante Moroni, capo dell’esercito nefita, venne a conoscenza del piano di Amalickia di diventare re, si adirò. Alma 46:11 Moroni strappò il suo mantello per fare una bandiera. Su di essa egli scrisse un messaggio per ricordare al popolo di difendere la loro religione, la libertà e la pace. Alma 46:12 Moroni mise la bandiera su una pertica e la chiamò stendardo della libertà. Poi, rivestito della sua armatura, si inginocchiò a pregare. Alma 46:13 Chiese a Dio di proteggere coloro che credevano in Gesù Cristo e pregò perché vi fosse libertà nel paese, chiamandolo terra di libertà. Alma 46:16–18 Moroni andò tra il popolo; sventolando lo stendardo della libertà invitò le persone ad aiutarlo a preservare la loro libertà. Alma 46:19–20 Le persone accorsero da tutto il paese. Esse promisero di obbedire ai comandamenti di Dio e di combattere per la libertà. Alma 46:21–22, 28 Quando Amalichia vide quanti nefiti si erano uniti a Moroni, si spaventò. Egli e i suoi seguaci se ne andarono per unirsi ai Lamaniti. Alma 46:29–30 Moroni e il suo esercito cercarono di fermarli, ma Amalichia e alcuni dei suoi uomini riuscirono a fuggire. Alma 46:31–33 Moroni fece mettere uno stendardo della libertà su ogni torre nella terra dei Nefiti. I Nefiti avevano conservato la loro libertà e tornarono a vivere in pace. Alma 46:36–37