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Lezione 4: La traduzione del Libro di Mormon


“Lezione 4: La traduzione del Libro di Mormon”, La storia dei Santi degli Ultimi Giorni: 1815–1846 — Materiale per l’insegnante (2018)

“Lezione 4”, La storia dei Santi degli Ultimi Giorni: 1815–1846 — Materiale per l’insegnante

Lezione 4

La traduzione del Libro di Mormon

Introduzione e cronologia degli eventi

Dopo aver ottenuto le tavole d’oro nel settembre del 1827, Joseph Smith si trovò davanti all’arduo compito di tradurre e pubblicare gli annali. Nel dicembre del 1827, lui ed Emma si trasferirono da Manchester, nello Stato di New York, a Harmony, in Pennsylvania, per sfuggire alle persecuzioni in aumento e per consentire a Emma, che al tempo era incinta, di partorire più vicina alla sua famiglia. Nel febbraio del 1828 Martin Harris giunse a Harmony per prestare aiuto al Profeta. A giugno Joseph Smith aveva già tradotto 116 pagine manoscritte del Libro di Mormon con Martin Harris che lo aiutava come scrivano. Martin chiese a Joseph il permesso di tornare nello Stato di New York e mostrare le pagine del manoscritto a sua moglie e a poche altre persone, ma il Signore lo proibì. Viste le continue suppliche di Martin, Joseph chiese al Signore altre due volte e il Signore acconsentì che Martin prendesse il manoscritto a patto che accettasse certe condizioni. Ciò nonostante, a causa della sua negligenza, le pagine del manoscritto furono prese da “uomini malvagi” (DeA 10:8). Per questo errore, Joseph Smith perse il dono di tradurre per un certo periodo. Dopo che il dono del Profeta fu ristabilito, il Signore mandò Oliver Cowdery ad assisterlo nell’opera di traduzione.

22 settembre 1827Joseph Smith riceve le tavole d’oro dall’angelo Moroni.

Dicembre 1827Joseph ed Emma Smith si trasferiscono a Harmony, in Pennsylvania, dove lui può dedicarsi interamente alla traduzione del Libro di Mormon.

Febbraio 1828Martin Harris porta a degli studiosi di New York City la trascrizione di alcuni caratteri copiati dalle tavole d’oro.

Giugno–luglio 1828Martin Harris perde 116 pagine della traduzione del Libro di Mormon fatta da Joseph Smith.

5 aprile 1829Oliver Cowdery arriva a Harmony per assistere Joseph Smith nella traduzione delle tavole d’oro.

Letture degli studenti

Santi – La storia della Chiesa di Gesù Cristo negli ultimi giorni, Volume 1 – Lo stendardo della verità: 1815–1846 (2018), capitoli 5–6

Suggerimenti per insegnare

Martin Harris assiste Joseph Smith nella traduzione del Libro di Mormon

A Joseph Smith vengono affidate le tavole

Mostra l’immagine qui riprodotta. Spiega che questa immagine è una raffigurazione di Joseph Smith che riceve le tavole d’oro sul far del mattino del 22 settembre 1827.

  • In base a quello che avete letto nel capitolo 5 di Santi, Volume 1, quali sono alcune difficoltà che Joseph Smith incontrò dopo aver ricevuto le tavole da Moroni? (Le persecuzioni subite da Joseph Smith “divennero più aspre e più dure di prima” e molte persone cercarono di rubargli le tavole [Joseph Smith – Storia 1:60]).

Spiega che, a causa di queste persecuzioni e molestie, nel dicembre del 1827 Joseph ed Emma si trasferirono da Manchester, nello Stato di New York, a Harmony, in Pennsylvania (vedere Joseph Smith – Storia 1:60–61). Questo trasferimento consentì inoltre a Emma, che era in attesa del suo primo figlio, di essere vicina alla sua famiglia.

Martin Harris

Mostra un’immagine di Martin Harris. Spiega che Martin Harris era un rispettato e benestante agricoltore di Palmyra, nello Stato di New York, e che aveva 22 anni più di Joseph Smith. Inizialmente Martin era scettico riguardo a quello che aveva sentito su Joseph Smith e sulle tavole d’oro.

Mostra la seguente citazione e invita uno studente a leggerla ad alta voce. Chiedi alla classe di seguire con particolare attenzione quale esperienza ebbe Martin Harris che lo spinse a collaborare all’opera del Signore.

Martin Harris

“Mi ritirai nella mia stanza e pregai Dio di mostrarmi la verità riguardo a queste cose, e promisi che, qualora questa fosse stata la Sua opera e Lui me ne avesse dato una manifestazione, io avrei fatto tutto ciò che era in mio potere per farla conoscere al mondo. Allora Egli mi mostrò che si trattava della Sua opera. […] Me ne diede manifestazione mediante una voce calma e sommessa che percepii nella mia anima” (Martin Harris, “Mormonism—No. II”, Tiffany’s Monthly, agosto 1859, 170).

  • Quali sono alcuni modi in cui Martin collaborò all’opera del Signore? (Assicurati che vengano date queste risposte: fornì aiuto economico per il trasloco di Joseph ed Emma in Pennsylvania; portò a degli studiosi di New York City la trascrizione di alcuni caratteri copiati dalle tavole d’oro; dall’aprile al giugno del 1828 servì come scrivano mentre il Profeta traduceva una parte del Libro di Mormon).

Chiedi agli studenti di prendere il capitolo 5 di Santi, Volume 1. Invita alcuni di loro a leggere a turno il testo a pagina 51, a partire dal paragrafo che inizia con “Un giorno, Martin…” fino a tutto il paragrafo che inizia con “Dopo la partenza di Martin…”. Chiedi alla classe di seguire e individuare la richiesta che Martin fece a Joseph.

  • Perché, secondo voi, Joseph Smith persistette nel rivolgere al Signore la stessa domanda dopo aver già ricevuto una risposta?

Martin Harris perde il manoscritto e il Signore rimprovera Joseph Smith

Spiega che, dopo la partenza di Martin Harris da Harmony, Emma Smith diede alla luce un figlio che morì poco dopo la nascita. Anche Emma rischiò la morte e Joseph trascorse le due settimane successive prendendosi cura di lei. Non appena cominciò a recuperare la salute, Emma espresse la sua preoccupazione per il manoscritto ed esortò Joseph ad andare a Palmyra per avere notizie di Martin.

Chiedi agli studenti di prendere il capitolo 5 di Santi, Volume 1. Invita alcuni studenti a leggere a turno ad alta voce il testo alle pagine 52–53 a partire da “Joseph prese una diligenza…” fino alla fine del capitolo. Chiedi alla classe di seguire prestando attenzione a ciò che Joseph venne a sapere sul manoscritto e all’effetto che questa notizia ebbe su di lui.

     

  • Perché, secondo voi, Joseph sentì che tutto era perduto?

Spiega che la mattina seguente Joseph salutò i suoi genitori e ripartì per Harmony. Nei due mesi successivi i genitori di Joseph non ebbero sue notizie e cominciarono a essere sempre più preoccupati per la sua salute, così decisero di andare a Harmony per vedere come stava.

Invita uno studente a leggere ad alta voce la seguente dichiarazione del profeta Joseph Smith (1805–1844). Spiega che si tratta delle parole riportate dalla madre di Joseph Smith con le quali il Profeta le raccontò il suo ritorno a casa dopo la perdita del manoscritto.

Joseph Smith

“Dopo avervi lasciati […] cominciai ad umiliarmi in possente preghiera dinanzi al Signore […] affinché, se possibile, io ottenessi misericordia da Lui e fossi perdonato di tutto ciò che avevo fatto di contrario alla Sua volontà” (Joseph Smith, in Lucy Mack Smith, “Lucy Mack Smith, History, 1844–1845”, volume 7, pagine 8–9, josephsmithpapers.org).

  • Che cosa possiamo imparare su Joseph Smith da questa dichiarazione?

Spiega che durante questo periodo di pentimento Joseph Smith ricevette la rivelazione contenuta in Dottrina e Alleanze 3. Invita uno studente a leggere ad alta voce Dottrina e Alleanze 3:5–8. Chiedi alla classe di seguire prestando attenzione a ciò che il Signore disse a Joseph Smith.

  • Quali parole o espressioni vi colpiscono in questi versetti? (Man mano che rispondono, invita gli studenti a spiegare perché queste parole o espressioni li colpiscono).

  • Secondo i versetti 6–7, che cosa spinse Joseph Smith a trasgredire “ai comandamenti e alle leggi di Dio”? (Dopo che gli studenti avranno risposto, scrivi il seguente principio alla lavagna: Temere gli altri più di quanto temiamo Dio può portarci a commettere peccato). Se necessario, spiega agli studenti che temere in questo contesto significa anche avere considerazione e rispetto).

  • Sotto quali aspetti Joseph Smith temette Martin Harris più di Dio?

  • Quali sono alcuni esempi di come temere gli altri più di Dio può portarci a commettere peccato?

Invita uno studente a leggere ad alta voce Dottrina e Alleanze 3:10. Chiedi alla classe di seguire prestando attenzione a cos’altro disse il Signore a Joseph mentre questi cercava il perdono.

  • Se vi foste trovati al posto di Joseph, come vi sareste sentiti dopo aver ricevuto per rivelazione queste parole dal Signore?

  • Quale principio possiamo imparare dal consiglio dato dal Signore a Joseph Smith nel versetto 10? (Gli studenti dovrebbero individuare un principio simile a questo: Dio è misericordioso e se ci pentiremo ci perdonerà).

  • Perché, secondo voi, è importante che capiamo questo principio?

Rendi testimonianza del fatto che non tutto è perduto quando pecchiamo, perché Dio è misericordioso ed è disposto a perdonarci se ci pentiamo.

Il Signore manda Oliver Cowdery perché assista il Profeta nella traduzione del Libro di Mormon

Oliver Cowdery

Spiega che, dopo che Joseph si fu pentito, Moroni gli restituì le tavole d’oro e l’Urim e Thummim, e gli disse che poteva di nuovo tradurre. Invece di aiutare Joseph come scrivano, Martin Harris rimase a casa sua a Palmyra in preda al malessere a causa del suo errore e dei tentativi della moglie di screditare il Profeta. Emma aiutò Joseph facendogli da scrivana mentre lui continuava la traduzione. Tuttavia, Moroni aveva promesso a Joseph che il Signore gli avrebbe mandato un altro scrivano.

Mostra l’immagine qui riprodotta e spiega che è un ritratto di Oliver Cowdery. Ricorda agli studenti che Oliver era un insegnante che aveva sentito parlare delle tavole d’oro mentre viveva con i genitori di Joseph a Manchester.

Invita uno studente a leggere ad alta voce i seguenti paragrafi:

“Oliver pregò in privato per sapere se ciò che aveva sentito sulle tavole d’oro fosse vero. Il Signore gli mostrò una visione delle tavole d’oro e degli sforzi di Joseph per tradurle. Un sentimento di pace lo pervase e seppe allora di doversi offrire volontario come scrivano di Joseph.

Oliver non raccontò a nessuno della sua preghiera. Ma non appena la scuola fu terminata, lui e Samuel, fratello di Joseph, si incamminarono verso Harmony, a più di 160 chilometri di distanza” (Santi – La storia della Chiesa di Gesù Cristo negli ultimi giorni, Volume 1 – Lo stendardo della verità: 1815–1846 [2018], 59–60).

  • Che cosa vi colpisce di più del modo in cui il Signore adempì la Sua promessa di mandare uno scrivano a Joseph?

Spiega che Joseph e Oliver cominciarono la loro opera di traduzione il 7 aprile 1829, due giorni dopo l’arrivo di Oliver a Harmony. Joseph e Oliver lavorarono a un ritmo miracoloso, ultimando la traduzione entro la fine di giugno del 1829. Si stima che Joseph Smith completò la traduzione in “circa sessantacinque giorni di lavoro”, traducendo “una media di otto pagine al giorno” (Russell M. Nelson, “A Treasured Testament”, Ensign, luglio 1993, 61).

Mostra la seguente dichiarazione del profeta Joseph Smith e invita gli studenti a leggerla in silenzio:

Joseph Smith

“Desidero rendere noto che ho tradotto [il libro] per dono e potere di Dio” (prefazione del Libro di Mormon, edizione in lingua inglese del 1830, iii).

  • Di cosa ha reso testimonianza Joseph Smith in merito alla traduzione del Libro di Mormon? (Dopo che gli studenti avranno risposto, scrivi questa verità alla lavagna: Joseph Smith tradusse il Libro di Mormon per dono e potere di Dio).

Mostra la seguente dichiarazione dell’anziano Neal A. Maxwell (1926–2004) del Quorum dei Dodici Apostoli e invita uno studente a leggerla ad alta voce:

Neal A. Maxwell

“Molti di coloro che leggono il Libro di Mormon comprensibilmente vorrebbero sapere qualcosa di più sulla sua venuta alla luce, compreso il vero processo di traduzione. È stato così anche per il fedele e leale Hyrum Smith. Quando Hyrum glielo chiese, il profeta Joseph rispose che ‘non era previsto che lui dicesse al mondo tutti i particolari della venuta alla luce del Libro di Mormon’ e che ‘lui non poteva rivelare queste cose’ [‘Minutes, 25–26 October 1831’, Minute Book 2, 13, josephsmithpapers.org]. Quindi, quello che sappiamo sulla venuta alla luce del Libro di Mormon è sufficiente, ma non è tutto. […]

Quali che ne fossero i dettagli, il procedimento richiese a Joseph uno sforzo intenso e personale, oltre all’aiuto degli strumenti di rivelazione” (Neal A. Maxwell, “By the Gift and Power of God”, Ensign, gennaio 1997, 39).

Chiedi a uno studente di leggere ad alta voce Joseph Smith – Storia 1:34–35. Invita la classe a seguire con particolare attenzione quello che Moroni insegnò a Joseph Smith sugli strumenti che si trovavano insieme alle tavole d’oro.

  • Che cosa insegnò Moroni a Joseph Smith sugli strumenti che si trovavano insieme alle tavole d’oro? (Dio aveva preparato l’Urim e Thummim allo scopo di tradurre le tavole. Spiega che il Libro di Mormon fa riferimento all’Urim e Thummim come agli “interpreti” [Alma 37:21, 24]).

Spiega che, secondo quanto dichiarato da Oliver Cowdery, guardando attraverso l’Urim e Thummim Joseph “riusciva a leggere in inglese i caratteri in egiziano riformato incisi sulle tavole” (“Traduzione del Libro di Mormon”, Argomenti evangelici, topics.ChurchofJesusChrist.org). Alcuni resoconti storici posteriori di persone che erano presenti mentre Joseph Smith traduceva, tra cui Emma Smith e Martin Harris, indicano che a volte Joseph usava un altro strumento per tradurre il Libro di Mormon. Si trattava di una piccola pietra ovale, chiamata anche “pietra del veggente”, che Joseph Smith aveva trovato qualche anno prima di ottenere le tavole d’oro. Questi resoconti indicano anche che Joseph a volte metteva gli interpreti o la pietra del veggente in un cappello per tenerli al riparo dalla luce esterna, riuscendo così a vedere meglio le parole che apparivano sullo strumento (vedere “Traduzione del Libro di Mormon”, topics.ChurchofJesusChrist.org; vedere anche Richard E. Turley jr, Robin S. Jensen e Mark Ashurst-McGee, “Joseph il veggente,” Liahona, ottobre 2015, 13).

Invita uno studente a leggere ad alta voce la seguente dichiarazione dell’anziano Neal A. Maxwell:

Neal A. Maxwell

“Ovviamente, il reale processo di rivelazione implicava uno sforzo mentale e l’esercizio della fede da parte di Joseph, cose che ad ogni modo non potevano essere viste dagli altri. […]

Perché non abbiamo maggiori dettagli circa il processo di traduzione del Libro di Mormon? Forse l’intero processo non fu rivelato perché, anche se lo fosse stato, non saremmo stati pronti a comprenderlo. Oppure, forse, il Signore voleva che il Libro di Mormon restasse nella sfera della fede, sebbene contenga delle prove intrinseche della sua veridicità. Dopo tutto, Cristo istruì Mormon, che stava compendiando gli insegnamenti rivolti ai Nefiti dal Salvatore stesso, di non riportarli tutti sulle tavole dicendo: ‘Metterò alla prova la fede del mio popolo’ (3 Nefi 26:11). Forse i dettagli della traduzione ci sono celati anche perché noi dovremmo immergerci nella sostanza del libro piuttosto che essere indebitamente preoccupati del processo tramite cui ci è pervenuto” (Neal A. Maxwell, “By the Gift and Power of God”, Ensign, gennaio 1997, 40–41).

  • Perché, secondo voi, sapere che il Libro di Mormon fu tradotto per dono e potere di Dio è più importante che conoscere i dettagli specifici del processo di traduzione?

Consegna a ogni studente una copia del seguente approfondimento (nel formato che trovi a corredo della lezione) intitolato “Il Libro di Mormon fu tradotto per dono e potere di Dio”. Invita gli studenti a leggerne i paragrafi a coppie o in piccoli gruppi e poi a discutere di come risponderebbero alle domande che si trovano in fondo al testo.

Il Libro di Mormon fu tradotto per dono e potere di Dio

Emma Smith, che prestò aiuto a Joseph in qualità di scrivana mentre lui traduceva il Libro di Mormon, fece questa dichiarazione alcuni mesi prima della sua morte durante un’intervista fattale dal figlio Joseph Smith III. Mentre leggete la dichiarazione, cercate delle prove del fatto che Emma era certa che il Libro di Mormon fosse stato tradotto per dono e potere di Dio.

“[Joseph Smith] non aveva né un manoscritto né un libro da cui leggere [mentre traduceva]. 

Se mai avesse avuto qualcosa del genere non avrebbe potuto nascondermelo. […]

Joseph Smith […] non sapeva né scrivere né dettare una lettera coerente e dallo stile corretto, figurarsi dettare un libro come il Libro di Mormon. E nonostante io abbia partecipato da vicino a quel che accadeva, […] per me rimane una meraviglia, ‘un’opera meravigliosa e un prodigio’, così come per chiunque altro. […]

È mia convinzione che il Libro di Mormon sia di divina autenticità; non ne ho il minimo dubbio. Sono persuasa che nessun uomo avrebbe potuto dettare il contenuto del manoscritto a meno che non fosse stato ispirato, poiché quando io fungevo da sua scrivana, [Joseph] soleva dettare per ore e quando riprendeva, dopo i pasti o altre interruzioni, ricominciava immediatamente da dove aveva interrotto, senza né vedere il manoscritto né farsene rileggere parte alcuna. Questa era una cosa che era solito fare. Sarebbe stato improbabile che un uomo istruito vi riuscisse e, per uno così ignorante e privo di istruzione come lui, era semplicemente impossibile” (Emma Smith, “Last Testimony of Sister Emma”, Saints’ Herald, 1 ottobre 1879, 289–290; vedere anche “Traduzione del Libro di Mormon”, Argomenti evangelici, topics.ChurchofJesusChrist.org).

  • Quali parole o frasi contenute nella dichiarazione di Emma sostengono la testimonianza di Joseph Smith secondo cui il Libro di Mormon fu tradotto per dono e potere di Dio?

  • In che modo sapere che il Libro di Mormon fu tradotto per dono e potere di Dio influisce su come lo consideriamo e lo studiamo?

  • Come siete venuti a sapere personalmente che il Libro di Mormon fu tradotto per dono e potere di Dio?

Approfondimento – Il Libro di Mormon fu tradotto per dono e potere di Dio

Concludi la lezione rendendo la tua testimonianza della veridicità del Libro di Mormon. Invita gli studenti a dimostrare a Dio la loro gratitudine per il Libro di Mormon studiandolo quotidianamente e mettendo in pratica i suoi principi.

Invita la classe a prepararsi per la prossima lezione leggendo il capitolo 7 di Santi, Volume 1.

Approfondimento – Il Libro di Mormon fu tradotto per dono e potere di Dio