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Fai un programma per migliorare il tuo modo di insegnare
«Attendi finché io torni, alla lettura, all’esortazione, all’insegnamento. Non trascurare il dono che è in te, il quale ti fu dato per profezia quando ti furono imposte le mani … Cura queste cose e datti ad esse interamente, affinché il tuo progresso sia manifesto a tutti. Bada a te stesso e all’insegnamento; persevera in queste cose, perché facendo così salverai te stesso e quelli che ti ascoltano» (1 Timoteo 4:13–16).
Mentre riassumeva gli annali dei Giarediti, Moroni si preoccupava della sua inca- pacità di scrivere bene. Pensava che i Gentili che avrebbero letto le sue parole le avrebbero derise e respinte. Egli pregò che i Gentili potessero avere carità e non respingere la parola di Dio. Allora il Signore gli fece questa promessa: «Poiché hai veduto la tua debolezza, sarai reso forte» (Ether 12:37).
Il Signore disse anche a Moroni: «E se gli uomini vengono a me, mostrerò loro la loro debolezza. Io do agli uomini la debolezza affinché possano essere umili; e la mia grazia basta a tutti gli uomini che si umiliano dinanzi a me; poiché, se si umiliano dinanzi a me, ed hanno fede in me, allora farò in modo che le cose deboli divengano forti per loro» (Ether 12:27).
Quando insegni il Vangelo, forse qualche volta non ti sentirai all’altezza del compito che ti è stato affidato. Allora puoi trovare motivo di incoraggiamento in questa promessa del Signore. Se ti umilii, riconosci dove hai particolare bisogno del Suo aiuto ed eserciti la fede in Lui, Egli ti rafforzerà e ti aiuterà a insegnare in maniera a Lui gradita.
Valuta i tuoi pregi e i tuoi difetti
Puoi cominciare a preparare un programma per migliorare valutando come insegni attualmente. Ora dividi questa valutazione in due parti: i tuoi pregi come insegnante e i tuoi difetti come insegnante.
Quali sono i miei pregi come insegnante?
Comincia con l’esaminare alcuni dei doni che il Signore ti ha già fatto e che ti possono aiutare a insegnare meglio. Elenca questi pregi in un diario o quaderno oppure nel diagramma proposto a pagina 25. Mentre lo fai, puoi pensare ai principi dell’insegnamento esaminati in questo manuale, come ad esempio la necessità di amare le persone alle quali insegni, insegnare con lo Spirito, insegnare la dottrina, incoraggiare gli allievi ad essere diligenti nell’apprendere, creare un’atmosfera favorevole all’apprendimento, usare dei metodi didattici efficaci o preparare le lezioni.
Forse è la tua pazienza che ti rende un buon insegnante; oppure può essere la tua disponibilità a sorridere spesso, l’interesse per le persone, le capacità artistiche, la conoscenza delle Scritture, la disponibilità ad ascoltare, la calma, l’abitudine di prepararti accuratamente o il sincero desiderio di insegnare bene.
Non è necessario individuare un gran numero di pregi; ne bastano alcuni per iniziare la valutazione. Il motivo per cui ti invitiamo a concentrarti su alcuni dei tuoi pregi è perché tu possa utilizzarli come base per migliorare negli aspetti in cui sei carente.
Quali sono i miei difetti come insegnante?
Dopo aver valutato i tuoi pregi, rifletti sulle ultime esperienze che hai fatto nell’insegnare. Pensa agli aspetti in cui potresti migliorare. Di nuovo puoi pensare ai principi dell’insegnamento ai quali si dà risalto nel presente manuale. Puoi elencare alcune cose che potresti fare meglio, ma probabilmente troverai più utile limitarti a concentrarti su una o due cose alla volta. Generalmente parlando, cresciamo «linea su linea, precetto su precetto» (2 Nefi 28:30). Dobbiamo agire «con saggezza e ordine; poiché non è necessario che uno corra più veloce di quanto ne abbia la forza» (Mosia 4:27).
Dopo che avrai scelto uno o due aspetti in cui ti piacerebbe migliorare, annotali nel tuo diario o quaderno.
Un programma per migliorare
Per decidere come puoi migliorare negli aspetti che hai scelto, medita sulle seguenti domande:
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Che cosa posso fare fin da ora per migliorare come insegnante?
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Quali tecniche ho bisogno di sviluppare?
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Chi può aiutarmi?
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Quali sussidi sono disponibili?
Segue un esempio che ti mostrerà come rispondere a queste domande. Nell’esempio un’insegnante della Società di Soccorso ha deciso che deve migliorare la sua capacità di comprendere se le sorelle della sua classe capiscono le lezioni che ella tiene.
Che cosa posso fare fin da ora per migliorare come insegnante?
L’insegnante decide di sfogliare il presente manuale per avere qualche idea su ciò che può fare meglio fin da ora. Quando legge: «Come capire se gli allievi stanno imparando» (pagina 73), scopre che un modo per valutare la capacità di capire degli allievi consiste nel chiedere di esprimere con parole loro i principi che ella ha insegnato. Decide dunque di mettere in pratica questa idea nella lezione successiva e appunta questo progetto nel suo diario.
Quali tecniche ho bisogno di sviluppare?
L’insegnante legge anche che durante l’esposizione della lezione deve osservare gli allievi. Dice a se stessa: «Questa è una tecnica che ho bisogno di sviluppare, ma richiederà un po’ di esercizio». Ella annota questo progetto nel suo diario.
Quando valuta il suo progetto si rende conto di avere già almeno un pregio che può utilizzare come punto di partenza: prepara le lezioni con diligenza. Poiché già conosce a fondo il testo della lezione, è in grado di osservare gli allievi invece di consultare troppo spesso il manuale o gli appunti.
Chi può aiutarmi? Quali sussidi sono disponibili?
Infine l’insegnante si chiede se vi sono dei sussidi che può utilizzare. Ha già utilizzato il presente materiale come testo di riferimento. Pensa quindi ad altri sussidi possibili: «Quale aiuto possono darmi gli altri insegnanti? Posso parlarne con il coordinatore del miglioramento degli insegnanti o con un altro insegnante particolarmente abile nel valutare le capacità di capire degli allievi? Una delle mie dirigenti può partecipare a una lezione che espongo e darmi poi dei suggerimenti utili? Gli stessi allievi possono darmi qualche suggerimento?»
Stabilisci un obiettivo e tieni nota del tuo progresso
Dopo che hai preparato un programma per migliorare, stabilisci la data entro la quale speri di raggiungere il tuo obiettivo. Puoi annotare nel tuo diario o quaderno il progresso fatto. Se hai necessità di modificare il tuo obiettivo lungo il cammino, fallo senza esitare.
Quando ritieni di aver compiuto il miglioramento che ti eri prefisso, comincia a dedicarti a migliorare in un altro aspetto dell’insegnamento.
Gli attributi che contano di più
Nella continua ricerca di migliorare come insegnante, ricorda gli attributi che contano di più.
Il presidente Harold B. Lee descrisse un insegnante che aveva esercitato una grande influenza su di lui quando era bambino. Puoi usare questa descrizione come guida per valutare la tua prestazione generale come insegnante e fare programmi per migliorare:
«Durante la mia fanciullezza appresi le più belle lezioni di religione nelle classi della Scuola Domenicale. Tuttavia sono molto pochi gli insegnanti della Scuola Domenicale che emergono dai miei ricordi per il duraturo contributo dato alla mia istruzione religiosa. Un’insegnante aveva una capacità straordinaria, o così sembrava, di inculcare profondamente nella mia anima le lezioni sulla storia della Chiesa, sulla moralità e sui principi del Vangelo in maniera tale che oggi, quasi quarant’anni dopo, ricordo ancora le sue lezioni e da esse mi lascio guidare.
Che cosa le dava gli attributi indispensabili per essere un’insegnante di successo nella Scuola Domenicale? Ella non possedeva una grande istruzione accademica, né era molto preparata sulle teorie e sui metodi della moderna pedagogia. Il suo aspetto era semplice, normale, era quello di una moglie e madre di un piccolo centro rurale dove lo svolgimento dei soliti compiti quotidiani richiedeva lunghe ore di fatica da parte di tutti i componenti della famiglia. Aveva tre talenti che a mio avviso rendevano tanto efficaci i suoi insegnamenti: primo, aveva la facoltà di far sentire a ogni allievo che ella aveva un interesse personale per lui; secondo, possedeva la conoscenza del Vangelo che tanto amava e aveva la capacità di spiegare con molta abilità ogni lezione per applicarla alla nostra vita e, terzo, aveva un’assoluta fede in Dio e un’incrollabile testimonianza della divinità del vangelo restaurato di Gesù Cristo.
C’era poi in lei un altro talento, meno ovvio ma assolutamente fondamentale, il talento che deve possedere ogni persona che vuole essere un insegnante del vangelo di Gesù Cristo. Il Signore ha descritto con queste parole la legge che ogni insegnante deve osservare: ‹E lo Spirito vi sarà dato mediante la preghiera della fede; e se non ricevete lo Spirito, non insegnerete› (DeA 42:14).
Colui che prega per avere aiuto nell’insegnare godrà del potere dello Spirito Santo, e i suoi insegnamenti, come ebbe a dichiarare Nefi, si inculcheranno nel cuore dei figlioli degli uomini tramite il ‹potere dello Spirito Santo›» (The Teachings of Harold B. Lee, a cura di Clyde J. Williams [1996], 444).
Quando esamini i tuoi pregi e i tuoi difetti come insegnante, domandati fino a che punto possiedi questi «attributi indispensabili». Poi medita sulle seguenti domande:
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Dimostro il mio affetto ai miei allievi? Mostro un interesse personale per ognuno di loro?
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Possono essi sentire il mio amore per il Signore e i Suoi insegnamenti? Li aiuto a capire come possono mettere in pratica questi insegnamenti?
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I miei allievi sentono la mia testimonianza del vangelo restaurato di Gesù Cristo? Possono sentire la mia assoluta fede in Dio?
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Prego con fede per insegnare con il potere dello Spirito Santo?
Anche se manchi di esperienza in molti aspetti tecnici dell’insegnamento, puoi concentrarti sulle capacità che più contano. Puoi amare i tuoi allievi. Puoi dimostrare costantemente il tuo affetto per il Signore e i Suoi insegnamenti.
E puoi proclamare fervidamente la tua fede in Dio e la tua testimonianza del vangelo restaurato. Puoi aver successo nell’acquisire gli attributi che sono più importanti, anche mentre t’impegni per sviluppare le tue capacità tecniche.
Con l’aiuto del Signore puoi migliorare
Mentre ti sforzi di migliorare, il Signore ti farà quasi sempre pervenire il Suo aiuto tramite altre persone.
La seguente storia, raccontata da un uomo che era stato presidente di missione nell’Europa orientale, illustra questo principio:
«Durante l’estate del 1993 feci visita a uno dei rami da poco istituiti. La lezione della Scuola Domenicale era tenuta da una sorella appena convertita, che si sentiva chiaramente a disagio davanti al folto gruppo dei suoi allievi. Per non rischiare di commettere errori, leggeva la lezione parola per parola. Dato che teneva continuamente gli occhi incollati al libro, gli allievi si sentivano a disagio.
Alla fine della lezione mi complimentai con l’insegnante per l’accuratezza dottrinale della sua esposizione e, con il maggior tatto possibile, le chiesi se aveva mai pensato di fare alcune domande tali da incoraggiare la riflessione, per poter avviare uno scambio di idee tra lei e gli allievi. Ella rispose che in Europa gli insegnanti non fanno domande. Tornai alla sede della missione chiedendomi che cosa potevamo fare per aiutare lei e molti altri nuovi insegnanti come lei in un paese in cui la Chiesa era presente soltanto da pochi anni.
Nell’agosto di quell’anno una coppia di coniugi missionari fu incaricata di attuare nella nostra zona i programmi del Sistema Educativo della Chiesa. Chiedemmo loro di tenere quelle che allora si chiamavano sessioni di addestramento degli insegnanti. Una delle insegnanti che dovevano aiutare era proprio quella alla cui lezione avevo assistito.
Quattro mesi dopo ritornai in quel ramo. Era avvenuto un miracolo. Ella stava davanti alla classe come una persona completamente trasformata, sicura delle sue capacità. Le domande che aveva preparato con cura ottenevano risposte interessanti. Ella faceva le dovute osservazioni sul contributo dato alle lezioni da ogni allievo. Chiese a uno di loro di raccontare un’esperienza personale attinente all’argomento della lezione e invitò gli altri a fare i commenti del caso. Verso la fine della lezione una sorella battezzata da poco portò la sua testimonianza. Quando ebbe finito, l’insegnante chiese a bassa voce alla classe: ‹Avete notato la presenza dello Spirito mentre sorella Molnar portava la sua testimonianza? Quello che abbiamo sentito era lo Spirito del Signore›. Mentre godevamo del sentimento di calma e di luce che avevamo tutti provato in quell’aula presa in affitto, ringraziai il Padre celeste per quella coppia di coniugi missionari che avevano insegnato i principi dell’insegnamento del Vangelo a quella sorella da poco battezzata epiena di timori per aiutarla a diventare una persona che meritava veramente di essere definita un’insegnante del vangelo di Gesù Cristo.
Usa il seguente diagramma (o uno di tua scelta) per migliorare il tuo modo di insegnare. Negli spazi vuoti scrivi la tua risposta alle domande.
Come sto andando?
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Che cosa posso fare per migliorare?
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Quali sussidi userò?
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