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I genitori collaborano nell’insegnare
Nel documento «La famiglia: un proclama al mondo» la Prima Presidenza e il Quorum dei Dodici spiegano che i padri e le madri «sono tenuti ad aiutarsi l’un l’altro come soci con uguali doveri» (La Stella, gennaio 1996, 116). Questa collaborazione è particolarmente necessaria nell’assolvere il sacro compito affidato ai genitori di insegnare ai loro figli.
Nel discorso tenuto in una conferenza generale il presidente Boyd K. Packer lesse Dottrina e Alleanze 27:15, 17: «Pertanto, rincuoratevi e gioite, cingetevi i lombi eprendete su di voi la mia completa armatura, per essere in grado di resistere al giorno malvagio … Prendendo lo scudo della fede, col quale sarete in grado di spegnere tutti i dardi infuocati del maligno». Dopo aver letto questo passo il presidente Packer spiegò che padri e madri devono collaborare nell’aiutare i loro figli a prendere «lo scudo della fede».
«Quello scudo della fede non viene prodotto in una fabbrica, ma nella casa enella famiglia …
… Il piano del nostro Padre richiede che, come la procreazione della vita stessa, anche lo scudo della fede sia fatto su misura per ogni componente della famiglia. Non possono esservi due scudi perfettamente uguali. Ognuno deve essere plasmato secondo le caratteristiche individuali.
Il piano preparato dal Padre contempla che l’uomo e la donna, marito e moglie, lavorando insieme, forniscano a ogni figlio uno scudo della fede che egli sappia portare con tutta sicurezza, che non gli possa essere strappato e che non possa essere trapassato da quei fieri dardi.
Sono necessarie la grande forza del padre per lavorare il metallo e le tenere mani della madre per rifinirlo e metterlo al figlio. Qualche volta un genitore è costretto a fare da solo entrambe le cose. È difficile, ma si può fare.
Nella Chiesa noi spieghiamo di quali materiali è fatto lo scudo della fede: riverenza, coraggio, castità, pentimento, perdono, compassione. In chiesa impariamo a radunare e mettere insieme questi vari materiali. Ma l’effettiva fabbricazione e consegna dello scudo della fede deve avvenire in famiglia. Altrimenti, in un momento di crisi, lo scudo può allentarsi e cadere» (La Stella, luglio 1995, 9).
I seguenti suggerimenti sono utili ai genitori per sviluppare una più efficace collaborazione nell’insegnare.
Trovate il tempo di programmare insieme
Come genitori dovete riservare un periodo di tempo preciso per esaminare le necessità dei vostri figli e a programmare come potete soddisfarle. Una coppia molto impegnata scoprì che tenere queste sessioni di programmazione settimanali era una delle cose più utili che potessero fare come genitori:
«Anche se occorse quasi un anno per prendere questa abitudine di tenere queste riunioni di programmazione settimanale, ora ci chiediamo come avevamo potuto farne a meno. Esse ci aiutano ad avere più interesse per quello che l’altro sta facendo. Ci aiutano a renderci conto di quanto siamo importanti l’uno per l’altro e per i nostri figli. Ci danno modo di esaminare la nostra situazione e quella dei nostri figli e decidere quale condotta seguire per risolvere le nostre difficoltà. Programmiamo anche degli incontri in occasioni particolari con i nostri figli, i dettagli della serata familiare e le attività della domenica. Di solito la programmazione richiede trenta minuti, qualche volta di più, se avvenimenti importanti o difficoltà insolite richiedono più tempo».
Mentre programmate dei modi per insegnare ai vostri figli, ponetevi le seguenti domande:
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Che cosa deve accadere nella vita dei nostri figli come risultato del nostro insegnamento?
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Quali particolari principi del Vangelo dobbiamo insegnare per raggiungere questo obiettivo?
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Come dobbiamo insegnare questi principi?
I suggerimenti per rispondere a queste domande si trovano nella sezione «La preparazione delle lezioni», pagine 98–99 e «Come preparare lezioni basate sui discorsi tenuti nelle conferenze e su altri testi», pagine 100–101.
L’importanza dell’unità per insegnare ai figli
Se padri e madri trovano il tempo di consultarsi, è più probabile che siano uniti nell’insegnare ai loro figli anche nei momenti per insegnare imprevisti che si presentano nel normale scorrere della vita familiare. Questa unità è importante, poiché poche cose confondono i bambini più dei messaggi contrastanti provenienti dalle due persone che essi amano e rispettano di più.
Una coppia di coniugi ha raccontato il seguente episodio riguardo a un’esperienza che fecero con il loro figlio.
Mike, un bambino di sei anni, aveva lavorato duramente per gran parte dell’estate facendo piccoli lavoretti in casa e per i vicini in modo da guadagnare un po’ di denaro da spendere quando la famiglia sarebbe andata in vacanza nel mese di settembre. Avrebbero fatto un lungo viaggio, ela mamma aveva detto che se voleva comprare dei ricordi o altre cosette durante il viaggio, avrebbe dovuto farlo con i soldi suoi. Anche se gli raccomandava quasi ogni giorno di conservare il suo denaro in un luogo sicuro, a Mike piaceva sentirselo in tasca. Lo portava sempre con sé. Diverse volte durante il giorno tirava fuori il denaro per contarlo o mostrarlo ai suoi amici.
Il giorno prima del viaggio Mike si accorse che il suo denaro gli era caduto dalla tasca. Disperato e piangente andò da sua madre. Ella gli espresse la sua solidarietà e lo aiutò a guardare in ogni luogo possibile; ma fu tutto inutile. «Mi dispiace che tu abbia perduto il tuo denaro», ella disse. Resistette alla tentazione di dirgli che lo aveva avvertito tante volte, ma resistette anche alla tentazione di rimediare subito le cose per suo figlio. Dopotutto, pensava, giocare con i soldi ogni giorno, nonostante i suoi ammonimenti, era stata una scelta del bambino.
Mike, che sembrava ancora più piccolo dei suoi sei anni, era seduto sugli scalini di casa quando suo padre tornò dal lavoro. Dopo aver udito la triste storia, il padre prese di tasca la somma esatta che Mike aveva smarrito e gliela dette. Quando poi vide l’espressione di sorpresa sul volto della moglie, disse: «È soltanto una piccola somma. Che c’è di male?»
Meditando su questa storia potremmo chiederci quale dei due genitori aveva ragione. Ma questa forse non è la domanda più importante. Sarebbe meglio chiedere come i genitori di Mike avrebbero potuto mostrare una maggiore unità nel modo di gestire la situazione. Avrebbero potuto consultarsi insieme per considerare le necessità di Mike.
Avrebbero potuto chiedersi: «Che cosa vogliamo che avvenga nella vita di Mike, come risultato di questa situazione? Il figlio ha bisogno di imparare ad essere più responsabile? Ha bisogno di ricevere più compassione e comprensione dai suoi genitori? Ha bisogno di imparare a non vantarsi di quello che ha davanti ai suoi amici? Ha bisogno di imparare l’importanza di seguire le regole di famiglia?» Ciò li avrebbe aiutati a decidere che cosa dovevano insegnare aloro figlio e in che modo.
Se i genitori di Mike si fossero impegnati a cercare di essere più uniti nel modo di risolvere quella situazione, avrebbero potuto trovare una buona soluzione per dare a Mike i soldi che aveva smarrito o per non darglieli. Invece essi risposero in due maniere che davano al figlio messaggi contrastanti.
Mentre collaborate come genitori, dovete essere uniti nell’insegnare il vangelo di Gesù Cristo ai vostri figli.