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Mantieni pura la dottrina
Il capitolo 8 di Moroni contiene una lettera scritta da Mormon a suo figlio Moroni. L’argomento della lettera è il battesimo dei neonati che veniva praticato da alcune persone nella Chiesa.
Per aiutare suo figlio a correggere questo falso insegnamento, Mormon ribadisce la corretta dottrina della responsabilità e chiede a Moroni di insegnarla in tutto il paese.
Leggi Moroni 8 come esempio della necessità di mantenere puri e corretti la dottrina e i principi della Chiesa.
Meditando sui sacrifici che le persone hanno fatto per la causa della verità ci sentiamo umili e troviamo ispirazione. Molti sono stati battezzati nonostante che fossero stati respinti dai loro familiari per la decisione che avevano preso. Alcuni profeti e molte altre persone sono morti piuttosto che rinnegare la loro testimonianza. Parlando del martirio di Joseph e Hyrum Smith, il presidente John Taylor dichiarò che il Libro di Mormon e Dottrina e Alleanze «costarono il miglior sangue del diciannovesimo secolo, per portarli alla luce» (DeA 135:6).
A ogni persona che insegna il Vangelo è richiesto di passare agli altri in forma pura e incontaminata i principi per i quali tanti grandi sacrifici sono stati compiuti. Il presidente Gordon B. Hinckley ha dichiarato: «Ho già parlato dell’importanza di mantenere pura la dottrina della Chiesa e di assicurarci che sia insegnata in tutte le nostre riunioni. Mi preoccupo di questo.
Le piccole aberrazioni nell’insegnamento delle dottrine possono condurre a grandi e dannose falsità» (Teachings of Gordon B. Hinckley [1977], 620).
Il tuo dovere di insegnante
Quando prepari ed esponi le lezioni devi prendere le seguenti precauzioni per assicurarti di insegnare la verità come il Signore l’ha rivelata.
Insegna con lo Spirito citando le Scritture e le parole dei profeti degli ultimi giorni
Il presidente Ezra Taft Benson dichiarò: «Quale deve essere la fonte alla quale attingiamo per insegnare il grande piano dell’Eterno Iddio? Naturalmente le Scritture, e in particolare il Libro di Mormon. Questo patrimonio didattico deve anche includere le altre rivelazioni moderne, che devono essere unite alle parole degli apostoli e dei profeti e ai suggerimenti dello Spirito» (La Stella, luglio 1987, 79–80).
Usa le lezioni e i sussidi pubblicati dalla Chiesa
Per aiutarti a insegnare le Scritture e le parole dei profeti degli ultimi giorni, la Chiesa ha pubblicato i manuali di lezioni e altri sussidi. C’è poca necessità di commentari o altri testi di riferimento. Dobbiamo studiare con cura le Scritture, gli insegnamenti dei profeti degli ultimi giorni e le lezioni per essere certi di capire correttamente la dottrina prima di insegnarla.
Insegna i principi del Vangelo e niente altro
Quando Alma ordinò dei sacerdoti per ammaestrare coloro che aveva battezzato nelle Acque di Mormon, «comandò loro di non insegnare null’altro se non le cose che egli aveva insegnato, e che erano state dette dalla bocca dei santi profeti» (Mosia 18:19). Quando i dodici discepoli nefiti del Salvatore istruirono il popolo, insegnarono «quelle stesse parole che Gesù aveva pronunciato – senza variare nulla dalle parole che Gesù aveva pronunciato» (3 Nefi 19:8). Quando insegni il vangelo di Gesù Cristo devi seguire il loro esempio.
Insegna i principi del Vangelo con chiarezza in modo che nessuno li fraintenda
Il presidente Harold B. Lee dichiarò: «Dovete insegnare le antiche dottrine, non con tanta semplicità che essi possano appena capirle, ma dovete insegnare le dottrine della Chiesa con tanta semplicità che nessuno possa fraintenderle» («Loyalty», Charge to Religious Educators, 2a edizione, [1982], 64).
Avvertimenti agli insegnanti del Vangelo
Mentre ti sforzi di mantenere pura la dottrina devi evitare i seguenti ostacoli:
Congetture
«Nell’esporre una lezione vi sono molti modi in cui l’insegnante indisciplinato si può allontanare dalla via che conduce al suo obiettivo. Una delle tentazioni più diffuse consiste nel fare congetture su questioni in merito alle quali il Signore ha detto assai poco. L’insegnante disciplinato ha il coraggio di dire: ‹Non lo so›, e fermarsi lì.
Come disse il presidente Joseph F. Smith, ‹non è a discapito della nostra intelligenza o della nostra integrità dire francamente, di fronte a centinaia di domande oziose: «Non lo so»›[Dottrina Evangelica, 8]» (Joseph F. McConkie, «The Disciplined Teacher», Instructor, settembre 1969, 334–335).
Citazioni erronee
«L’insegnante disciplinato si accerterà della validità delle fonti e farà ogni sforzo possibile per stabilire se una dichiarazione rappresenta correttamente la dottrina della Chiesa o se è semplicemente un’opinione dell’autore» (Instructor, settembre 1969, 334–335).
Non dobbiamo attribuire delle dichiarazioni ai dirigenti della Chiesa senza verificare la fonte delle dichiarazioni stesse. Quando citiamo le Scritture dobbiamo assicurarci che l’uso che ne facciamo è coerente con il contesto in cui si trovano (vedere «Insegna le Scritture», pagine 54–55).
Manie religiose
«Gli insegnanti devono anche evitare le manie religiose, ossia evitare di dare particolare o esclusivo risalto a un solo principio del Vangelo» (Instructor, settembre 1969, 334–335).
Il presidente Joseph F. Smith disse: «Gli argomenti favoriti danno a coloro che li sostengono un’apparenza falsa del Vangelo del Redentore; essi deformano e mettono fuori armonia i suoi principi e insegnamenti. Tale punto di vista è artificioso. Ogni principio e ogni pratica rivelati da Dio sono ugualmente indispensabili per la salvezza dell’uomo: dare maggiore importanza a uno qualsiasi di essi, dimenticando e sminuendo tutti gli altri, è cosa insensata e pericolosa perché pregiudica la nostra salvezza e ottenebra la nostra mente e il nostro intelletto» (Gospel Doctrine, 102).
Storie sensazionali
«Forse la più grande tentazione dell’insegnante che lotta per mantenere viva l’attenzione di una classe è l’uso della storia sensazionale. Ve ne sono in gran numero, di origine molto dubbia, che circolano continuamente in tutta la Chiesa … Questi non sono strumenti didattici: la stabilità ela testimonianza non si edificano sulle storie sensazionali. La guida che il profeta ci impartisce viene dispensata tramite i canali del sacerdozio stabiliti. Si deve prestare molta attenzione ai messaggi delle Autorità generali nelle conferenze di palo e generali e si devono leggere spesso le pubblicazioni della Chiesa. L’insegnante che ha la reputazione di essere ortodosso e ferrato nella dottrina riceverà molta attenzione» (Instructor, settembre 1969, 334–335).
Riscrivere la storia della Chiesa
Il presidente Ezra Taft Benson rivolse ai membri della Chiesa questo ammonimento: «Vi sono stati, e continuano ad esservi, tentativi di inserire una filosofia umanistica nella storia della nostra Chiesa … Si cerca di sminuire l’importanza delle rivelazioni e dell’intervento di Dio negli avvenimenti più importanti e di umanizzare in modo inaccettabile i profeti di Dio, in modo che i loro difetti diventino più evidenti dei loro attributi spirituali» («God’s Hand in Our Nation’s History», 1976 Devotional Speeches of the Year [1977], 310).
Parlando di questi tentativi il presidente Benson disse in seguito: «Vogliamo mettere in guardia voi insegnanti contro questa tendenza che sembra essere uno sforzo di reinterpretare la storia della Chiesa in modo che sia più razionalmente accetta al mondo» (The Gospel Teacher and His Message [discorso tenuto agli insegnanti di religione, 17 settembre 1976], 11).
Interpretazioni personali e punti di vista non ortodossi
Il presidente J. Reuben Clark jun. disse: «Soltanto il presidente della Chiesa, il sommo sacerdote presiedente, èsostenuto come profeta, veggente e rivelatore per la Chiesa, ed egli solo ha il diritto di ricevere rivelazioni per la Chiesa, si tratti di nuove rivelazioni o di emendamenti a quelle già date o di dare un’interpretazione autorevole delle Scritture sì che sia impegnativa per la Chiesa, o di cambiare in qualsiasi modo le dottrine esistenti della Chiesa» (Church News, 31 luglio 1954, 10). Non dobbiamo esporre la nostra personale interpretazione dei principi del Vangelo odelle Scritture.
Il presidente Spencer W. Kimball dichiarò: «Oggi vi sono alcuni che sembrano trarre motivo di orgoglio nel dissentire dagli insegnamenti ortodossi della Chiesa e che espongono le loro opinioni in disaccordo con la verità rivelata. Alcuni possono essere parzialmente in buona fede; altri lo fanno per nutrire il loro egocentrismo; alcuni lo fanno deliberatamente. Gli uomini possono pensare quello che vogliono, ma non hanno il diritto di imporre i loro punti di vista non ortodossi agli altri. Queste persone devono rendersi conto che la loro anima è in pericolo» (Conference Report, aprile 1948, 109).