Parte F: Metodi di insegnamento
Questa parte di Insegnare: non c’è chiamata più grande propone molti metodi diversi per insegnare il Vangelo. I metodi sono elencati in ordine alfabetico. Dovrai scegliere attentamente i metodi da usare, tenendo sempre presenti i principi che insegni e le necessità degli allievi. Nello scegliere i metodi da usare, consulta le informazioni contenute nelle sezioni «Insegna con una varietà di metodi» (pagine 89–90), «La scelta di metodi adatti» (pagina 91) e «La scelta di metodi efficaci» (pagina 92).
Applicazione pratica
Dobbiamo «applicare a noi tutte le Scritture», affinché ci siano «di profitto e di istruzione» (1 Nefi 19:23). Applicare a noi le Scritture significa capire come le situazioni descritte nelle Scritture sono simili a quelle in cui ci troviamo noi oggi e mostrare come i principi che esse insegnano sono validi nella vita di ogni giorno. Per esempio, in una lezione su come difendere la verità, puoi mostrare l’applicazione pratica della storia di Abinadi alla corte di re Noè ai tuoi allievi (vedere Mosia 11–17). Per spiegare che cos’è la cecità spirituale e il potere del Salvatore di guarirci e darci maggiore perspicacia spirituale, puoi mostrare l’applicazione pratica della storia di Cristo che guarisce il cieco (vedere Giovanni 9).
Troverai questo metodo più efficace se dai ai tuoi familiari o allievi la possibilità di meditare su quello che leggono. Per esempio, dopo aver parlato della reazione di Joseph Smith quando stava per essere sopraffatto dall’Avversario nel Bosco Sacro (vedere Joseph Smith – Storia 15–16), puoi chiedere agli allievi di ricordare e anche di scrivere un’esperienza in cui essi sono stati messi alla prova. Quindi puoi invitarli a pensare perché è importante nei momenti di difficoltà «ricorrere a tutto il nostro potere per invocare Dio» (versetto 16).
Per aiutare i tuoi familiari e allievi a capire che le Scritture riguardano anche noi, devi esporle in maniera che colleghino le esperienze dei profeti e dei personaggi del passato alle esperienze di persone che vivono oggi. Mentre prepari ogni lezione chiediti se il principio (o la storia o l’evento) è simile a un’esperienza fatta dai tuoi familiari o allievi. Per esempio, se esponi la lezione che tratta i Dieci Comandamenti, devi chiederti come puoi spiegare il comandamento che proibisce di adorare delle sculture (vedere Esodo 20:4–5). La maggior parte dei membri della Chiesa sicuramente non adora delle sculture. Tuttavia vi sono molte altre cose che le persone «adorano». Mentre insegni, puoi paragonare l’antico comandamento di Esodo 20:4–5 a un fatto meglio conosciuto: il culto che la società moderna rivolge al denaro, alla prestanza fisica, al piacere o alla fama.
Quasi ogni episodio delle Scritture può essere applicato alla nostra vita. Rifletti sulla seguente storia di un’insegnante che applicò una storia delle Scritture ai suoi allievi.
In un rione c’era qualche difficoltà perché le insegnanti della Primaria ogni settimana durante le lezioni distribuivano ai bambini biscotti e caramelle. Questi dolci sminuivano la presenza dello Spirito e distoglievano l’attenzione dei bambini dalla lezione. La presidentessa della Primaria chiese al coordinatore dell’addestramento degli insegnanti del rione di tenere un’attività di gruppo per risolvere il problema.
Il coordinatore dell’addestramento degli insegnanti meditò sul modo più idoneo di esporre la soluzione sia alle insegnanti che ai bambini. Nessuno dei metodi a cui riusciva a pensare sembrava del tutto indicato. Poi, riflettendo di nuovo sul suo incarico, un mattino ricordò la storia di Cristo che aveva nutrito cinquemila persone, storia che aveva recentemente letto insieme con la sua famiglia. Ricordò che, dopo che aveva nutrito la moltitudine, vi erano persone che Lo seguivano perché volevano ricevere altro cibo, e non perché desideravano udire il Vangelo (vedere Giovanni 6:26–27).
La domenica successiva il coordinatore dell’addestramento degli insegnanti raccontò quella storia per indicare il vero motivo per cui insegnanti e bambini venivano alla Primaria: per dare e per ricevere un cibo spirituale.
Un altro modo di applicare agli altri le Scritture consiste nel chiedere di inserire se stessi nel testo delle Scritture. Per esempio, se qualcuno mette se stesso in Giacomo 1:5–6, questo insegnamento sulla preghiera diventa applicabile alui come lo fu per Joseph Smith:
«Se io manco di sapienza, devo chiederla a Dio, che dona a tutti liberalmente senza rinfacciare e mi sarà donata. Ma devo chiedere con fede, senza star punto in dubbio».
Molte volte possiamo applicare a noi le Scritture chiedendo: «Il profeta che scrisse queste parole che cosa voleva che imparassimo da esse? Perché egli incluse nel suo racconto questi particolari dettagli?» Per esempio, quando ci poniamo queste domande riguardo alla storia di Enos, possiamo scoprirvi varie applicazioni pratiche alle esperienze che facciamo quando preghiamo. Possiamo imparare che pregare qualche volta richiede molto sforzo e che il Padre celeste esaudisce le nostre preghiere. Possiamo anche imparare che i genitori influiscono sui loro figli, anche se talvolta passano molti anni prima che i figli seguano gli insegnamenti dei loro genitori.
Se applichiamo a noi le Scritture e aiutiamo gli altri a fare altrettanto, saremo in grado di vedere quale potere ha la parola di Dio in ogni aspetto della nostra vita.
Attività di disegno
Un modo di aiutare gli allievi a capire i principi del Vangelo consiste nel farli disegnare. Il disegno consente loro di esplorare e di esprimere la loro conoscenza e i loro sentimenti verso gli episodi e i principi del Vangelo oggetto della lezione.
Esempi di attività di disegno
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Invita gli allievi a fare disegni attinenti al tema della lezione. Per esempio, puoi chiedere loro di fare disegni della loro casa, della famiglia, una vacanza, la decima, la preparazione per andare al tempio.
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Invita gli allievi a fare un affresco o una tavola cronologica attinenti alla lezione. Invitali a lavorare insieme su una lunga striscia di carta.
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Narra una storia. Poi chiedi agli allievi di fare dei disegni che esprimano i sentimenti suscitati in loro dalla storia.
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Dopo aver narrato la storia chiedi a ogni studente di fare un disegno che ne ritragga una determinata parte. Chiedi loro di riferirsi alle illustrazioni per raccontare di nuovo la storia. Puoi incollare i disegni uno dopo l’altro e mostrarli in una lanterna magica (vedere «Scatola TV», pagina 177).
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Cantate o ascoltate la registrazione di un inno o canzone della Primaria. Invita i tuoi allievi a fare dei disegni che mostrano quello che essi pensano o quello che sentono quando ascoltano l’inno o la canzone.
Regole per dirigere le attività di disegno
Quando chiedi alle persone di disegnare una parte della lezione, assicurati che tale attività sia collegata ai principi che esponi. Tuttavia non consentire che l’attività diventi la parte più importante della lezione. Fai in modo che il disegno sia semplice, in modo che gli allievi possano terminare in un periodo di tempo relativamente breve. Assicurati che abbiano a disposizione tutto il materiale necessario.
Mentre gli allievi disegnano, incoraggiali a usare la fantasia. Cerca di non far sentire ai bambini che devono fare il disegno in una certa maniera. Mentre disegnano, lodali equamente per i loro sforzi. Se vuoi chiedere che cosa sta disegnando qualcuno, non dire: «Che cosa stai disegnando?» Invece di’ semplicemente: «Parlami del tuo disegno».
Ogni tanto occasionalmente puoi far colorare i disegni dell’Amico. Quando chiedi ai bambini di colorare le immagini del Salvatore, ricorda loro di essere rispettosi e riverenti.
Quando è il momento di riprendere la lezione puoi chiedere ai tuoi allievi di parlare agli altri dei loro disegni. Chiedi loro quale rapporto esiste tra i loro disegni e la lezione. Invitali ad esprimere i loro sentimenti riguardo a quello che hanno disegnato. Qualche volta è utile tenere esposte le illustrazioni durante il resto della lezione.
Se insegni in una classe della Chiesa, esorta gli allievi a mostrare i disegni ai loro familiari. Questo li aiuterà a ricordare ciò che hanno imparato e inoltre darà ai genitori l’occasione di parlare dei principi del Vangelo ai loro figli.
Attività mnemoniche
Se li impariamo a memoria, i passi delle Scritture, le citazioni, gli inni, le canzoni della Primaria possono essere una fonte di conforto, di guida e di ispirazione. Quando li ricordiamo possiamo sentire l’influenza dello Spirito Santo, ovunque ci troviamo.
L’atto di imparare a memoria richiede uno sforzo di volontà e concentrazione. Puoi insegnare agli altri alcune utili tecniche mnemoniche. Puoi anche consigliare testi ispirati da mandare a memoria.
Come aiutare gli allievi nelle attività mnemoniche
Le seguenti idee possono aiutare gli allievi a imparare a memoria. Mentre rifletti su queste idee ricorda che i tuoi allievi ricorderanno più a lungo quello che imparano se ha per loro un significato. Assicurati che capiscano il significato delle parole che imparano a memoria.
Scrivi alla lavagna la prima lettera di ogni parola da imparare a memoria
Puoi scrivere alla lavagna le seguenti lettere per insegnare agli allievi a imparare a memoria il secondo Articolo di fede:
N C C G U S P P I L P P E N P L T D A
Indica le lettere man mano che ripeti ogni parola corrispondente.
Dividi il testo in brevi frasi o righe
Seguono alcuni esempi di questa tecnica.
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Chiedi a ognuno di ripetere insieme delle brevi frasi, una alla volta. Per esempio, per imparare a memoria Proverbi 3:5–6, gli allievi possono ripetere le seguenti parti del passo: (1) «Confidati nell’Eterno con tutto il cuore», (2) «e non t’appoggiare sul tuo discernimento». (3) «Riconoscilo in tutte le tue vie», (4) «ed egli appianerà i tuoi sentieri».
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Dividi gli allievi in due gruppi. Assegna a ciascun gruppo una delle frasi. Quando indicherai un gruppo, i suoi membri ripeteranno la frase loro assegnata. Talvolta puoi chiedere ai componenti del gruppo di pensare la frase in silenzio invece di dire le parole ad alta voce. Gli allievi, che ascoltano ripetutamente le frasi, le sapranno poi ripetere tutte nel giusto ordine.
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Ripeti una frase dopo l’altra, fermandoti per consentire agli allievi di dire la frase successiva.
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Scrivi le parole su un foglio e dividi le frasi in strisce. Dopo aver detto il versetto diverse volte, mostra le strisce in ordine sparso e invita gli allievi a metterle nel giusto ordine.
Scrivi alla lavagna il testo da imparare a memoria
Chiedi agli allievi di leggere ripetutamente il testo. Cancella o copri gradualmente le parole, sino a quando gli allievi avranno imparato a memoria tutto il testo.
Usa la musica
Puoi usare la musica per aiutare gli allievi a imparare a memoria un testo. Per esempio puoi chiedere loro di imparare a memoria i titoli dei libri che compongono il Libro di Mormon usando la canzone contenuta nell’Innario dei bambini, pagina 63. Questo può essere un metodo interessante anche per insegnare agli adulti e ai giovani.
Esercitati a imparare a memoria ripetutamente il testo
È importante esercitarsi a mandare a memoria il testo proposto. Mentre decidi come vuoi esercitarti, tieni conto della lunghezza del testo da imparare a memoria. Un breve passo delle Scritture si può imparare in una sola volta.
Un nuovo inno può essere insegnato una riga alla volta. Una parte per un programma speciale può richiedere diversi periodi di esercizio. Ripassa periodicamente il testo con i tuoi allievi. Esorta gli allievi a esercitarsi per proprio conto.
Attività per richiamare l’attenzione
Le attività per richiamare l’attenzione possono essere usate per creare interesse e aiutare gli allievi a concentrare l’attenzione sull’argomento della lezione. Devono essere brevi e condurre direttamente alla lezione. Sono più spesso usate all’inizio della lezione, ma sono utili anche per richiamare l’attenzione degli allievi durante la lezione eper passare da un argomento della lezione a un altro. Molte lezioni dei manuali di lezioni della Chiesa comprendono suggerimenti riguardo alle attività per richiamare l’attenzione.
Troverai suggerimenti su come usare e creare le attività per richiamare l’attenzione nella sezione «L’inizio della lezione», pagina 93 e «Aiuta gli allievi a prestare attenzione», pagine 71–72.
Brainstorming
In una attività di brainstorming l’insegnante propone una domanda o situazione e concede agli allievi un breve periodo di tempo durante il quale possono proporre liberamente soluzioni o idee.
Esempi di attività di brainstorming
Puoi usare il brainstorming per soddisfare una necessità in famiglia, nel quorum o nella classe. Per esempio, puoi chiedere agli allievi di organizzare un progetto di servizio, proporre dei modi per invitare i membri meno attivi a una attività o scambiarsi idee per migliorare l’insegnamento familiare.
Puoi anche usare il brainstorming per suscitare delle idee su un determinato argomento proposto in una lezione. Per esempio, puoi chiedere ai tuoi allievi di dedicare alcuni minuti ad elencare i benefici che hanno ricevuto tramite il sacerdozio, oppure le cose che possono fare per dare il buon esempio come membri della Chiesa.
Come dirigere un’attività di brainstorming
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Spiega che cosa è il brainstorming, illustrando ai tuoi allievi che concederai loro un breve periodo di tempo per proporre le loro idee. Assicurati che capiscano che non criticherai e non deriderai le loro idee, e aiutali a capire che non devono criticare, né deridere le idee proposte dagli altri. Per la natura del brainstorming dovrai forse ricordare loro di essere riverenti nelle azioni e nei suggerimenti.
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Proponi una specifica domanda o situazione. Fai sapere agli allievi quanto tempo hanno a disposizione per esprimere i loro suggerimenti.
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Permetti agli allievi di proporre le loro idee. Se sono riluttanti a iniziare il brainstorming, puoi stimolarli suggerendo tu stesso alcune idee. Cerca di far partecipare all’attività le persone che sembrano esitare a farlo.
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Quando gli allievi propongono dei suggerimenti, elencali o chiedi a uno studente di elencarli alla lavagna o su un foglio di carta.
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Quando il tempo è scaduto, esaminate i suggerimenti proposti dagli allievi. Invitali a perfezionare le loro idee e aspiegare quale rapporto hanno con la lezione. Se lo scopo dell’attività era quello di decidere su una certa iniziativa da prendere, come ad esempio un progetto di servizio ounprogramma per invitare a un’attività i membri meno attivi, aiutali a scegliere uno dei suggerimenti. Quindi invitali a fare dei piani per attuarlo.
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Se propongono in buona fede delle idee che rispecchiano una falsa dottrina, durante la lezione dedica il tempo necessario a correggere con gentilezza tali idee.
Cartine
Puoi trovare delle cartine nella Guida alle Scritture, nei manuali di lezioni pubblicati dalla Chiesa, nelle riviste della Chiesa e nella biblioteca della casa di riunione.
Come usare le cartine
Puoi usare le cartine nelle lezioni come segue:
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Chiedi agli allievi di trovare le città menzionate negli episodi che studiate nelle Scritture e nella storia della Chiesa.
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Disegna semplici mappe alla lavagna.
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Indica zone che sono interessanti, come i paesi in cui imissionari a tempo pieno sono attualmente al lavoro ole città in cui si trovano i templi.
Casi di studio
I casi di studio sono situazioni reali che inducono gli allievi a riflettere o a discutere su ciò che possono fare in situazioni simili. Sono utili per dimostrare come i principi del Vangelo si possono mettere in pratica nella vita di ogni giorno. Puoi usare i casi di studio per favorire la discussione, sottolineare il principio fondamentale di una lezione o concludere una lezione.
I casi di studio possono essere basati su fatti realmente accaduti o situazioni inventate ma verosimili. Se usi un caso di studio che è basato su una storia vera, puoi raccontare la conclusione della storia a un certo punto della lezione.
Esempi di casi di studio
Seguono quattro esempi di casi di studio corredati da domande per la discussione.
Trattare gli altri con gentilezza
Giocate tutta la mattina con alcune amiche del vostro quartiere e vi divertite tanto. Una ragazza che è ospite della famiglia che abita di fronte a voi esce in strada e sembra che desideri giocare con voi.
• Che cosa dovete fare?
Pagare la decima intera
Si avvicina la fine di dicembre; fratello e sorella Giusti stanno facendo i conti del mese. Si rendono conto che se pagano la decima non potranno pagare tutti gli altri conti.
• Se vi trovaste nella posizione di fratello e sorella Giusti, che cosa fareste?
Diffondere il Vangelo
Sono mesi che programmate di andare al tempio con gli altri giovani a celebrare i battesimi per i morti. Un amico che non appartiene alla Chiesa vi invita a una festa proprio la sera della partenza per il tempio. Dite che non potete andare alla festa, e il vostro amico vi chiede che cosa farete quella sera.
• Come rispondereste?
Prendere le decisioni giuste
Un amico vi ha invitato ad andare a vedere un film che è vietato ai minori, e voi lo sapete.
• Che cosa potreste fare per rifiutare l’invito?
Come creare un caso di studio
Alcune lezioni dei manuali pubblicati dalla Chiesa contengono episodi che si possono facilmente usare come casi di studio. Ma a volte vorrai creare dei casi di studio di tua scelta. Per creare un caso di studio segui i seguenti passi:
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Tieni presenti i principi che ti prepari a insegnare. Poi pensa a situazioni attinenti a questi principi che si applicano al gruppo al quale insegni.
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Preparati a esporre le situazioni con realismo, in maniera tale che spingano alla riflessione e alla discussione (vedere «Come dirigere le discussioni», pagine 63–65; «Insegna con le domande», pagine 68–70; «Storie», pagine 178–180).
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Pensa che cosa potresti dire o fare per ribadire quei principi dopo la discussione.
Conferenze
Qualche volta è meglio limitarsi ad esporre determinati principi o eventi storici invece di tenere una discussione o svolgere altre attività didattiche. L’esposizione può essere molto efficace se viene data al momento adatto, come quando c’è da esaminare rapidamente una vasta mole di materiale, portare nuove informazioni agli allievi o riassumere una lezione.
Come tenere le conferenze
Le conferenze generalmente sono più efficaci con gli allievi adulti che con quelli molto giovani, i quali possono avere difficoltà a rimanere composti quando è richiesto loro di ascoltare senza fare altro. Tuttavia anche per gli adulti una conferenza può diventare noiosa se non viene fatta in modo efficace. I seguenti suggerimenti ti aiuteranno a tenere le conferenze in modo efficace:
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Studia attentamente la lezione in modo da non dover leggere il testo parola per parola. Ciò ti permetterà di mantenere il contatto visivo con gli allievi.
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Mostra alcuni sussidi visivi, come illustrazioni, poster, diagrammi, cartine, lavagna o diapositive per la lavagna luminosa. Questo materiale accresce l’interesse e favorisce l’attenzione.
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Collega la spiegazione alle situazioni che incontriamo ogni giorno, in modo che gli allievi possano mettere in pratica i principi esposti.
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Usa un linguaggio che gli allievi possono capire.
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Varia il tono di voce per evitare la monotonia e mettere in risalto i punti importanti.
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Quando è possibile consenti ai presenti di fare domande e discutere sull’argomento che hai spiegato. Anche se una conferenza ti consente di trattare più materiale di quanto potresti fare in altro modo, tuttavia di solito le lezioni devono consentire agli allievi di partecipare attivamente in qualche maniera.
Dimostrazioni
Qualche volta puoi decidere che il modo migliore per esporre un certo principio o tecnica consiste nel darne una dimostrazione. Le dimostrazioni possono essere usate per insegnare tecniche come dirigere canzoni e inni, praticare il pronto soccorso, fare il pane, fare un nodo, consultare i documenti genealogici o celebrare un’ordinanza del sacerdozio. Dopo che hai fatto una dimostrazione, dai agli allievi la possibilità di mettere in pratica la tecnica in questione.
Se inviti qualcuno a dimostrare una tecnica, ricordati di offrirgli il tuo aiuto per la preparazione necessaria.
Come preparare e tenere una dimostrazione
Per preparare una dimostrazione segui i seguenti passi:
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Se sarai tu a fare la dimostrazione, esercitati. Assicurati che raggiunga i suoi obiettivi e che tu possa farla nel tempo a tua disposizione. Accertati anche che sia adatta ai tuoi allievi, in modo che non si debbano incontrare difficoltà quando cercheranno di ripeterla da soli.
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Controlla tutto il materiale e l’attrezzatura necessari. Assicurati che gli oggetti siano abbastanza grandi da essere veduti, o che tu possa descriverli se sono piccoli. Se hai già chiesto a qualcuno di fare la dimostrazione e non ti aspetti che questa persona fornisca tutto il materiale e l’attrezzatura necessari, chiedigli di preparare un elenco delle cose che devi procurare. Se vuoi che gli allievi ripetano il procedimento insegnato nella dimostrazione, prepara per loro tutta l’attrezzatura e il materiale necessario. Puoi preparare un foglio di istruzioni per ogni allievo. Ogni misura e ingrediente dovrà essere riportato nel foglio di istruzioni e spiegato durante la dimostrazione.
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Può essere utile farti aiutare da altre persone che conoscono quella tecnica mentre gli allievi si esercitano ad apprendere la tecnica che è stata dimostrata. In tal caso parlane in anticipo con queste persone.
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Disponi le sedie nell’aula in modo che tutti possano vedere e udire.
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Se necessario, prendi accordi per ripulire la stanza dopo la dimostrazione.
Per fare una dimostrazione segui i seguenti passi.
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Spiegare. Aiuta gli allievi a capire lo scopo della dimostrazione e il motivo delle procedure. Aiutali anche a capire come quella tecnica, procedimento o nozione pratica saranno loro utili.
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Dimostrare. Mostra come si usa quella tecnica, procedimento o nozione pratica. Così facendo dovrai fornire un esempio o modello che gli allievi potranno imitare.
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Esercitarsi. Consenti agli allievi di esercitarsi nella procedura. Durante questa fase devi osservare, insegnare e dare aiuto quando è necessario. Sii paziente e comprensivo. Tieni un atteggiamento positivo e dai tutto l’incoraggiamento necessario.
Per vedere un esempio di come si fa una dimostrazione per insegnare un principio, vedere la pagina 168.
Diorama (vedere anche Figure di Carta)
I diorama sono piccole scene in cui si mostrano delle figure. Semplici diorama e figure possono rendere le storie facili da ricordare e interessanti per i bambini.
Esempi di diorama e figure
Puoi chiedere ai tuoi allievi di aiutarti a fare diorama e figure durante la lezione, oppure portare in classe figure già preparate da te per il diorama.
Ricetta della pasta al sale
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1 tazza di sale
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4 tazze di farina
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1 cucchiaio di olio
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2 tazze d’acqua
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Coloranti per alimenti (facoltativo)
Mescola il sale e la farina; in un’altra ciotola mescola l’olio, l’acqua e, se lo desideri, un colorante per alimenti. Quindi aggiungi l’olio e l’acqua all’impasto di farina e sale. Lavora la pasta sino a formare una palla. Metti la palla in un contenitore ben chiuso per mantenerla umida.
I diorama fatti di scatole e piatti possono essere usati in più di una storia.
Discussioni
Vedere «Come dirigere le discussioni», pagine 63–65.
Discussioni di gruppo
Le discussioni di gruppo sono attività per svolgere le quali gli allievi vengono divisi in piccoli gruppi. I gruppi esaminano gli argomenti assegnati e poi si scambiano le idee con gli altri. Puoi usare le discussioni di gruppo per dare a un maggior numero di persone la possibilità di partecipare a una lezione. Le persone che di solito esitano a partecipare possono esporre le loro idee nell’ambito di un piccolo gruppo, mentre esiterebbero a esprimerle davanti a tutta la classe. Ciò li aiuterà a convincersi che le loro idee sono importanti per gli altri.
Qualche volta i gruppi possono proporre le loro idee facendo dei poster o diagrammi, oppure dei disegni. Per esempio, puoi chiedere loro di disegnare diverse parti della stessa storia delle Scritture o le cose di cui sono grati al Signore.
Esempio di discussione di gruppo
In una lezione su come prepararsi a svolgere la missione a tempo pieno, l’insegnante di un quorum di anziani può dividere i membri del quorum in cinque gruppi e chiedere a ognuno di essi di prepararsi a riferire su una delle seguenti domande:
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Che cosa possono fare i giovani per prepararsi a svolgere la missione a tempo pieno?
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Che cosa possono fare i padri per aiutare i figli a prepararsi a svolgere la missione a tempo pieno?
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Che cosa possono fare gli insegnanti familiari per aiutare i ragazzi e i giovani a prepararsi a svolgere la missione a tempo pieno?
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Che cosa possono fare i consulenti del Sacerdozio di Aaronne per aiutare i giovani a prepararsi a svolgere la missione a tempo pieno?
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Che cosa possono fare gli adulti per prepararsi a svolgere la missione a tempo pieno?
Puoi seguire lo stesso schema per sviluppare altri argomenti per le discussioni di gruppo.
Come dirigere le discussioni di gruppo
Iseguenti passi mostrano come si dirige una discussione di gruppo. Quando hai intenzione di tenere una discussione di gruppo tieni conto del tempo richiesto da ognuno di questi passi. Assicurati che il procedimento non occupi una parte troppo lunga del periodo della lezione.
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Dividi la classe in gruppi di almeno tre persone. (O puoi semplicemente chiedere a ogni studente di voltarsi verso la persona che siede accanto a lui e tenere una breve discussione. Se scegli questo metodo, dovrai adattare i passi da due a sei).
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Scegli un capo per ogni gruppo, oppure lascia che siano i gruppi a scegliere i loro capi. Nomina anche un segretario per ogni gruppo. Consegna a ogni segretario carta e matita. I segretari elencano le risposte dei rispettivi gruppi. I capi dirigono la discussione e in seguito riferiscono alla classe le idee proposte dal gruppo. (Se svolgi il genere di discussione di gruppo in cui i gruppi fanno delle illustrazioni, consegna a ogni gruppo il materiale necessario, ad esempio carta, matita e pastelli).
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Assegna a ogni gruppo un argomento collegato alla lezione. Puoi chiedere a tutti i gruppi di esaminare lo stesso argomento, oppure puoi assegnare un argomento diverso a ogni gruppo. Sarà utile consegnare a ogni gruppo un foglio di carta con su scritto l’argomento.
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Concedi ai gruppi un certo periodo di tempo per esaminare gli argomenti assegnati. Assicurati che rimangano in tema. Avvertili quando mancano uno o due minuti alla scadenza del tempo stabilito.
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Invita il capo di ogni gruppo a esporre le idee proposte dal suo gruppo. (Se tutti gruppi hanno esaminato lo stesso argomento, invita i capigruppo a proporre a turno un’idea. Altrimenti il primo gruppo potrebbe esporre molte idee lasciando agli altri gruppi poco da dire).
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Riassumi le esposizioni, assicurandoti che l’argomento sia stato esaminato a sufficienza. Accertati che gli allievi capiscano in che modo le discussioni hanno attinenza con i principi del Vangelo che stai esponendo.
Domande
Vedere «Insegna con le domande», pagine 68–70.
Esempi
Immagina di spiegare come si evidenziano le Scritture a persone che non lo hanno mai visto fare. Troverebbero difficile capire se tu cercassi di spiegarlo soltanto con le parole. Ma probabilmente non avrebbero nessuna difficoltà a capire se tu mostrassi loro degli esempi di pagine delle tue Scritture evidenziate in vari modi. Immagina di spiegare il principio della decima a bambini che non conoscono il significato del termine un decimo. Probabilmente capirebbero la decima più correttamente se facessi loro un esempio, mettendo dieci monete su un tavolo e infilando una di esse nella busta della decima.
Come insegnante del Vangelo spesso dovrai affrontare il compito di aiutare gli altri a capire un concetto che non hanno compreso bene in passato. Un modo per far ciò consiste nel mostrare degli esempi. È importante enunciare i principi e spiegare come si mettono in pratica; ma il tuo insegnamento di solito sarà più efficace se farai anche degli esempi.
Durante le lezioni devi fare spesso degli esempi per accertarti che gli allievi capiscano quello che stai insegnando. A pagina 73 del presente manuale c’è la storia di un’insegnante che avrebbe dovuto fare un esempio in una lezione della Primaria sulla rivelazione. Ella espose con cura la lezione usando una grande varietà di metodi didattici efficaci. Verso la fine della lezione l’insegnante pose una domanda di ripasso: «Chi ha l’autorità di ricevere le rivelazioni per tutta la Chiesa?» Tutti i bambini alzarono la mano. Tutti conoscevano la risposta: il presidente della Chiesa. Ma l’insegnante poi scoprì, quasi per caso, che gli allievi non sapevano qual era il significato della parola rivelazione. Se ella avesse fatto alcuni semplici esempi all’inizio della lezione, come raccontare un’esperienza personale in cui era stato guidato dallo Spirito Santo o l’episodio del Signore che parla a Joseph Smith nella Prima Visione, le cose sarebbero state molto diverse.
Come usare gli esempi
Vi sono molti modi di fare degli esempi. La cosa più importante è fare degli esempi che aiutino gli allievi a capire chiaramente quello che stai insegnando. Seguono alcune idee.
Esempi noti di idee poco note
Se esponi un concetto che non è noto ai tuoi allievi, puoi fare degli esempi precisi e ben noti per aiutarli a capire. Per esempio, se parli delle ordinanze del sacerdozio, potrai dire: «Battesimo, sacramento e matrimonio nel tempio per l’eternità sono esempi di ordinanze del sacerdozio». Se fai riferimento ai profeti, potrai dire: «Adamo, Abrahamo eMosè erano profeti dei tempi antichi. Alcuni esempi di profeti degli ultimi giorni sono Joseph Smith, David O. McKay, Ezra Taft Benson e Gordon B. Hinckley».
Può essere difficile far questo con i concetti astratti, come ad esempio la fede, la remissione dei peccati, la redenzione. Spesso è meglio insegnare tali concetti mediante storie, paragoni o confronto con gli oggetti (vedere «Paragoni e confronto con gli oggetti», pagine 174–175).
Esempi che dimostrano una tecnica
Spesso il modo migliore per insegnare una tecnica consiste nel mostrare come si fa. Per esempio:
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Per aiutare gli altri a imparare come si prepara una lezione, mostra lo schema di una lezione che hai preparato.
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Invece di limitarti a parlare dei sussidi didattici disponibili nelle Scritture e spiegare come si usano, invita gli allievi ad aprire le Scritture alla Guida alle Scritture, richiama la loro attenzione sulle note a piè di pagina, poi mostra loro come si utilizzano questi sussidi.
Esempi che dimostrano dei principi
È possibile dare una dimostrazione di alcuni principi. La storia seguente mostra come una insegnante della Primaria dimostrò il principio del dividere con gli altri.
«L’insegnante di un gruppo di bambini della Primaria di tre anni parlò brevemente dell’importanza di dividere ciò che abbiamo con gli altri. Quindi raccontò due brevi storie di bambini che avevano fatto questo. Poi stese sul pavimento alcuni fogli di giornale e dette a ogni bambino una palla di argilla. Fece osservare che la propria palla di argilla era molto più piccola di quella degli altri e invitò ogni bambino, ad uno ad uno, a fare a cambio con lei. All’inizio i bambini erano riluttanti, ma quando videro la sua disponibilità adividere con loro quello che aveva, cominciarono a farlo con più entusiasmo, non soltanto con l’insegnante, ma anche fra loro. La lezione consentì ai bambini non soltanto di capire il concetto di dividere con gli altri, ma anche di provare i sentimenti legati a questa esperienza» (Janelle Lysenko, «Tools for Teaching Tots», Ensign, marzo 1987, 71).
Storie che citano esempi di persone che osservano i principi del Vangelo
Alcuni principi come la fede, l’amore, la lealtà, il pentimento non si possono dimostrare perché riguardano fatti spirituali che non possiamo vedere. Ma mediante le storie puoi citare esempi di persone che mettono in pratica questi principi. Per esempio, puoi narrare la storia di Giuseppe in Egitto che fugge dalla moglie di Potifar per insegnare che cos’è l’integrità. Puoi insegnare la lealtà raccontando la storia di John Taylor e Willard Richards, i quali rischiarono volontariamente la vita per rimanere nel carcere di Carthage con il profeta Joseph Smith e suo fratello Hyrum. Puoi anche raccontare delle esperienze personali. I racconti inventati, comprese le parabole, possono fornire degli esempi di come si mettono in pratica i principi del Vangelo. (Per ulteriori suggerimenti su come usare le storie vedere «Storie», pagine 178–180).
Figure di carta (vedere anche Diorama)
Gli insegnanti possono usare le figure di carta per narrare una storia o illustrare un principio in una lezione.
Come fare una figura di carta
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Piega a metà un foglio di cartoncino.
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Tenendo il foglio con la parte piegata verso l’alto, traccia la figura. Assicurati di estendere la parte superiore dell’immagine sino alla fine. Puoi quindi chiedere ai tuoi familiari o allievi di colorare o decorare la figura.
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Ritaglia la figura assicurandoti di non tagliare lungo la piega sino alla quale arriva la figura.
Fogli di lavoro
I fogli di lavoro richiedono esercizi scritti che aiutano gli allievi a rendersi conto della loro conoscenza di un principio del Vangelo, ad apprendere nuove informazioni o a ripassare i concetti principali. Puoi preparare un foglio di lavoro per introdurre e sottolineare o ripassare importanti parti di una lezione. Un foglio di lavoro può anche servire come promemoria di una lezione che i tuoi allievi possono portare a casa e far conoscere ai loro familiari.
Esempi di fogli di lavoro
Esercizi di valutazione
Puoi usare un foglio di lavoro per aiutare le persone a valutare come un principio del Vangelo venga attualmente messo in pratica da loro e per vedere in quali aspetti essi possono migliorare. Usa un foglio di lavoro come quello sotto proposto all’inizio di una lezione. Spiega che se uno risponde no a una qualsiasi delle domande, la lezione lo aiuterà a capire come può mettere meglio in pratica il principio e gli suggerirà uno o due modi per migliorare.
Che genere di esempio do?
Sì |
No | |
□ |
□ |
Ascolto con rispetto le opinioni degli altri? |
□ |
□ |
Parlo sempre in modo positivo degli altri? |
□ |
□ |
Tratto i miei familiari con affetto? |
□ |
□ |
Sono onesto nel mio lavoro? |
□ |
□ |
Sono leale nel gioco? |
□ |
□ |
Uso un linguaggio pulito? |
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□ |
Il mio aspetto è pulito e ordinato? |
□ |
□ |
Osservo i comandamenti? |
□ |
□ |
Leggo spesso le Scritture? |
□ |
□ |
Aiuto gli altri restando di buonumore? |
□ |
□ |
Vedo soltanto film e programmi televisivi decenti? |
□ |
□ |
Leggo soltanto libri e riviste edificanti? |
□ |
□ |
Dono generosamente il mio tempo e i miei talenti? |
□ |
□ |
Sono degno di fiducia? |
Abbinamenti
Elenca vari nomi di profeti in una colonna, poi elenca le azioni per cui sono conosciuti in un’altra colonna. Invita gli allievi ad abbinare i profeti con gli avvenimenti come sotto indicato.
Lehi guidò duemila giovani guerrieri Nefi riassunse il Libro di Mormon Helaman portò la sua famiglia fuori da Gerusalemme Mormon nascose le tavole d’oro a Cumora Moroni ottenne le tavole di bronzo da Labano
Puoi chiedere agli allievi di fare simili abbinamenti su numerosi argomenti evangelici. Per esempio, potranno abbinare gli Articoli di fede al loro numero, oppure abbinare i doveri del sacerdozio con i relativi uffici.
Cronologia
Prepara un foglio di lavoro che elenchi diversi fatti storici o diverse parti di una storia delle Scritture. Invita gli allievi a numerarli nel giusto ordine. Per esempio:
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Cristo visita i Nefiti. (3)
-
Morte di Mormon. (4)
-
Lehi lascia Gerusalemme. (2)
-
Fioritura della civiltà giaredita. (1)
-
Joseph Smith riceve le tavole d’oro. (5)
Riempi gli spazi
Proponi delle frasi in cui mancano alcune parole. Invita gli allievi a riempire gli spazi con le parole giuste. Fornisci le risposte mettendole in ordine sparso. Per esempio:
«Se alcuno di _________ manca di _________ , la _________ chiegga a Dio, che _________ a _________ liberalmente senza _________ , e gli _________ donata» (Giacomo 1:5).
Risposte: rinfacciare, voi, sarà, tutti, sapienza, dona, chiegga.
Applicazione alle Scritture
Puoi usare i fogli di lavoro per ripassare e mettere in pratica il contenuto di lezioni attuali e precedenti. Scegli alcuni passi delle Scritture attinenti ad argomenti evangelici studiati recentemente. Ripassali con i tuoi allievi, assicurandoti che li capiscano. Poi scrivi i relativi riferimenti alla lavagna. Esponi un breve caso di studio (vedere «Casi di studio», pagine 161–162). Chiedi ai tuoi allievi di scegliere almeno uno dei passi delle Scritture e applicarlo al caso di studio. Distribuisci agli allievi carta e matita e invitali a scrivere il passo o passi prescelti, che cosa insegnano detti passi e come si applicano al caso di studio.
Anagrammi
Gli anagrammi possono essere usati in diverse maniere. Per esempio:
• Anagramma le lettere delle parole. Invita gli allievi a risolvere gli anagrammi per trovare le parole. Il seguente foglio di esercizi contiene parole anagrammate che hanno a che fare con le capacità necessarie ai missionari: SUDITAER (Studiare)
-
NACUICRE (Cucinare)
-
RARESTI (Stirare)
-
CRESETIASRI (Esercitarsi)
-
STOMIZETINAAN (Testimonianza)
-
UCCIER (Cucire)
-
INBICOLA (Bilancio)
-
GENESINAR (Insegnare)
-
AMNEIRE (Maniere)
-
LIREPU (Pulire)
• Scambia le parole di una frase e chiedi agli allievi di rimetterle in ordine per completare una frase, un passo delle Scritture, il titolo di un inno o un Articolo di fede. Per esempio:
sono famiglie le eterne («Le famiglie sono eterne» [Inni, No. 189; Innario dei bambini, 98]
Cose Signore farò le andrò che il e comandato ha («Andrò e farò le cose che il Signore ha comandato» [1 Nefi 3:7]).
Suggerimenti per creare e usare i fogli di lavoro
-
Le informazioni e le idee proposte nei manuali di lezioni e nelle riviste della Chiesa si possono adattare per preparare interessanti fogli di lavoro.
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I fogli di lavoro devono essere adatti all’età degli allievi.
Devono istruire ed essere interessanti. Non devono essere troppo difficili.
-
Gli allievi possono lavorare da soli, oppure si può dividere la classe in piccoli gruppi assegnando a ognuno di essi un foglio di lavoro. Le informazioni contenute in un foglio di lavoro si possono scrivere alla lavagna e la classe lavorerà insieme per svolgere il lavoro.
-
Procura penne o matite per tutti gli allievi.
-
Gli esercizi non devono richiedere molto tempo. Tuttavia dovrai concedere agli allievi il tempo necessario per svolgerli.
-
Dopo aver concesso a tutti un certo periodo di tempo per svolgere l’esercizio, riguardate le risposte.
-
Aiuta tutti a sentirsi soddisfatti di aver completato il foglio di esercizi. Aiuta chiunque sembra in difficoltà.
Fogli per le attività
Vedere «Fogli di lavoro», pagine 165–167.
Giochi
I giochi danno varietà alla lezione e consentono agli allievi di interagire tra loro. Puoi trovare delle idee per i giochi nei manuali di lezioni pubblicati dalla Chiesa, riviste della Chiesa e nel Manuale ausiliario per la serata familiare.
Come scegliere i giochi
Quando scegli i giochi da fare nella lezione, assicurati che:
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Ribadiscano i principi del Vangelo che insegni.
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Siano adatti all’ambiente in cui insegni.
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Siano adatti all’età dei tuoi allievi e al loro numero.
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Siano facili da capire.
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Prendano soltanto una piccola parte della lezione.
In qualche caso un gioco può occupare gran parte della lezione, ma questi casi devono essere l’eccezione, non la regola.
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Non incoraggino l’agonismo. Devi evitare di dare premi alle persone che «vincono».
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Diano a tutti gli allievi la possibilità di partecipare edisentirsi soddisfatti del loro contributo. Devi lodare equamente gli allievi per gli sforzi compiuti.
Esempi di giochi
Gioco dell’abbinamento
In questo gioco gli allievi ricevono due serie di cartoncini con informazioni o immagini corrispondenti. Vedi il seguente esempio, che si può usare in una classe della Primaria.
Procurati dodici fogli di carta delle stesse dimensioni, grandi abbastanza perché ognuno possa vederli. Su metà dei fogli incolla delle illustrazioni o fai un disegno attinente alla lezione. Sull’altra metà scrivi la descrizione delle immagini. Sui lati che non contengono illustrazioni e descrizioni scrivi i numeri da uno a dodici. Al momento adatto della lezione deponi i fogli sul pavimento con i numeri rivolti verso l’alto, oppure attaccali su un cartellone. Non disporli in ordine numerico.
Per fare il gioco chiedi a ognuno di scegliere a turno due fogli di carta. Volta i fogli per vedere se contengono un’illustrazione e la descrizione corrispondente. Se corrispondono, mettili da parte. Se non corrispondono, rimettili a posto con i numeri rivolti verso l’alto e consenti a un’altra persona di scegliere due fogli di carta. Dopo che tutte le illustrazioni e descrizioni sono state abbinate, spiega quale attinenza hanno con la lezione.
Puoi usare una delle seguenti variazioni di questo gioco:
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Scrivi metà di un versetto delle Scritture su un foglio di carta e il resto su un altro foglio. Oppure scrivi parte di una frase delle Scritture e il resto su un’altro. Per esempio, alcune coppie possono essere «restaurazione del» e «Vangelo»; «visione di Lehi» e «dell’Albero della Vita»; «verga» e «di ferro».
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Scrivi i numeri di ogni Articolo di fede su tredici fogli di carta. Sui tredici fogli corrispondenti scrivi le parole principali di ogni Articolo.
Gioco dell’indovinello
In questo gioco l’insegnante fornisce una serie di indicazioni per aiutare gli allievi a riconoscere una certa persona, località, oggetto, storia delle Scritture o principio. Puoi fare questo gioco per introdurre una lezione o sottolinearne una parte.
Per fare il gioco, dai delle indicazioni per aiutare i tuoi allievi a riconoscere una persona o oggetto attinente alla lezione. Fornisci le indicazioni una alla volta dando agli allievi la possibilità, dopo ogni indicazione, di riconoscere la persona o l’oggetto. Comincia con indicazioni di natura generale. Dai delle indicazioni sempre più precise fino a quando qualcuno indovina. Per esempio, si possono usare le seguenti indicazioni per aiutare gli allievi a riconoscere il profeta Mosè:
Sono un profeta dell’Antico Testamento. Parlai con Dio faccia a faccia. Fui allevato da una principessa egiziana. Il mio portavoce era un uomo di nome Aaronne. Guidai i figlioli d’Israele fuori dalla schiavitù.
Puoi usare una delle seguenti variazioni di questo gioco.
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Dividi la classe in coppie. Di’ una parola a una persona di ogni coppia. La persona che conosce la parola dà un’indicazione di una sola parola per aiutare il suo compagno a indovinare di quale parola si tratta. Per esempio, se alla prima persona viene detta la parola battesimo, può dare delle indicazioni come acqua, fonte o immergere. Se le viene detta la parola Noè, può dare indicazioni come diluvio, animali, arca, colomba o arcobaleno.
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Di’ una parola a una persona. Invita gli altri a indovinare la parola facendo sino a un massimo di venti domande. Le domande devono esser tali da avere come risposta Sì o No.
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Chiedi a una persona di fare un disegno per rappresentare un determinato argomento, persona o storia. Invita gli altri a indovinare che cosa rappresenta il disegno.
Gioco delle risposte
Su alcuni fogli di carta scrivi delle domande che aiuteranno gli allievi a ripassare alla fine della lezione quello che hanno imparato. Metti i fogli di carta in un vaso o altro contenitore.
Per ripassare la lezione lancia un sacchetto di fagioli o un oggetto di peluche a uno studente e invitalo a estrarre una domanda dal contenitore e rispondere. Poi chiedi a questa persona di lanciare il sacchetto di fagioli a un altro studente, il quale a sua volta estrarrà una domanda dal contenitore e risponderà.
Gioco dell’oca
Su una tavola i giocatori fanno avanzare il loro contrassegno dal punto di partenza al traguardo rispondendo alle domande e seguendo le istruzioni scritte sul cartoncino.
Il gioco dell’oca, come quello dell’esempio sotto proposto, può esser fatto su cartone pesante o tavola, oppure si può disegnare alla lavagna. Se si usa il cartone o la tavola, i contrassegni possono essere monete o altri piccoli oggetti. Se si usa la lavagna, si segna il progresso dei contrassegni con il gesso. I cartoncini devono esporre o ripassare principi del Vangelo. Per esempio, puoi preparare i cartoncini con le seguenti dichiarazioni:
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Il tuo fratellino porta a casa un giocattolo che appartiene al suo amico Giovanni. Egli dice: «Giovanni ha tanti giocattoli. Non ne sentirà la mancanza». Puoi spiegare che, poiché il giocattolo appartiene a Giovanni, deve essere restituito. Puoi andare con il tuo fratellino a riportare il giocattolo al suo amico. Poiché questa è la cosa onesta da fare, avanza di sei caselle.
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Non ti sei preparato per un compito in classe. Durante il compito copi dalla persona che siede accanto a te. Poiché questo non è onesto, torna indietro di tre caselle.
Per fare il gioco metti i cartoncini a faccia in giù. Quindi chiedi ai partecipanti di scegliere un cartoncino, leggere la dichiarazione e fare avanzare il loro contrassegno come indicato nella dichiarazione.
Illustrazioni (vedere anche Sussidi visivi)
Le illustrazioni sono strumenti preziosi per ribadire l’idea principale di una lezione e aiutare gli allievi a rimanere attenti. Puoi trovare le illustrazioni per insegnare il Vangelo nella biblioteca della casa di riunione, nel Corredo di illustrazioni per lo studio del Vangelo, nei manuali di lezioni pubblicati dalla Chiesa e nelle riviste della Chiesa.
Come esporre le illustrazioni
Puoi esporre le illustrazioni in varie maniere. Per esempio puoi:
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Appoggiarle sulla mensola della lavagna, su un cavalletto o su una sedia.
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Chiedere agli allievi.
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Reggerle tu stesso.
Non usare nastro adesivo per fissare le illustrazioni alla lavagna o a pareti pitturate.
Come insegnare con le illustrazioni
Le illustrazioni possono essere una parte importante del racconto di una storia. Per esempio puoi aiutare i bambini a ripassare una storia chiedendo loro di esporre diverse illustrazioni a turno e poi invitando ogni bambino a raccontare una parte della storia.
Usa le illustrazioni con fantasia. Esempio: puoi esporre un’immagine di Giovanni Battista che battezza Gesù. Quindi potrai dire: «Quando viveva sulla terra, Gesù ci dette un esempio che dobbiamo seguire. Egli sapeva che il nostro Padre celeste aveva comandato che tutti si facessero battezzare». Quindi potrai fare le seguenti domande:
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Cosa sta accadendo in questa illustrazione?
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Quale, secondo le parole di Gesù, è il modo giusto di farsi battezzare?
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Chi battezzò Gesù?
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Perché Gesù chiese a Giovanni di battezzarLo?
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Perché Gesù e Giovanni scesero nel fiume?
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Perché è importante che seguiamo l’esempio di Gesù e ci facciamo battezzare nella stessa maniera in cui Egli fu battezzato?
Dopo aver esaminato queste domande, potrai riassumere le risposte degli allievi e collegarle all’idea principale della lezione.
Ricorda che gli artisti si prendono qualche libertà quando dipingono un quadro. Perciò non tutti gli elementi di una illustrazione devono essere presi alla lettera. Basati sul resoconto delle Scritture per quanto riguarda ambientazione ecollocazione di un avvenimento.
Interpretazione di personaggi
Nell’interpretazione di personaggi i partecipanti agiscono come se affrontassero una situazione o problema della vita di ogni giorno. L’interpretazione di personaggi aiuta le persone ad applicare i principi del Vangelo alle situazioni di vita reale mentre trovano la soluzione ai problemi, riflettono sulle conseguenze delle diverse scelte e arrivano a comprendere il punto di vista degli altri. L’interpretazione di ruoli diversi può essere usata per presentare o riassumere una lezione o per stimolare la discussione su un principio proposto nella lezione.
Nota: L’interpretazione di personaggi non è la stessa cosa del caso di studio. Nel caso di studio gli allievi discutono su una situazione o un problema. Nell’interpretazione di personaggi i partecipanti agiscono come persone che si trovano in una certa situazione.
Esempi di interpretazione di personaggi
• Un bambino ha promesso ai suoi genitori che li aiuterà a riordinare la casa. Mentre si accinge a fare la sua parte, alcuni amici passano da casa sua e lo invitano ad andare a giocare con loro. Vogliono che ci vada subito; farà il lavoro in seguito. Il bambino deve dire quello che direbbe ai suoi genitori e quello che direbbe agli amici.
• Alcuni amici camminano per strada. Trovano un portafoglio contenente del denaro, ma nessuna indicazione circa il suo proprietario. Ognuno di essi vuole fare qualcosa di diverso con il denaro che è nel portafoglio. Fate quello che essi dovrebbero fare.
Come svolgere l’interpretazione di personaggi
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Prepara i tuoi allievi all’interpretazione di personaggi spiegando brevemente il problema o la situazione. Impartisci loro sufficienti informazioni in modo che possano interpretare realisticamente il loro ruolo. Sottolinea che essi devono interpretare un ruolo, non agire secondo le loro idee.
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Scegli i partecipanti o chiedi dei volontari. Indica chi interpreterà ogni parte. Cerca di far partecipare il maggior numero possibile di persone poiché consentendo a diverse persone di interpretare dei ruoli in una situazione spesso si riscuote più successo che avendo una sola persona che interpreta quello che potrebbe accadere. (Ogni interpretazione può essere ripetuta per consentire a più persone di partecipare e trovare altre soluzioni).
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Concedi ai partecipanti alcuni minuti per pensare a quello che faranno.
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Per far partecipare tutti i presenti, invita quelli che non partecipano a osservare con attenzione.
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Dopo l’interpretazione esamina e valuta quello che è accaduto facendo domande come: «Cosa pensavate del problema?», oppure: «Questo potrebbe accadere nella vita reale?», oppure: «In che modo questo esercizio vi aiuta a sapere cosa fare se tali cose dovessero accadere veramente?» Consenti ai tuoi allievi di decidere come risolverebbero problemi simili nella vita quotidiana. Esaminate varie soluzioni.
Suggerimenti per l’interpretazione di personaggi
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La partecipazione deve essere volontaria. Non obbligate nessuno a partecipare.
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Fate interpretare situazioni di vita reale collegate alla lezione e importanti per i tuoi allievi.
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Le persone si trovano più a loro agio nell’interpretare situazioni di cui hanno già esperienza. Tuttavia esercita la massima cautela nello scegliere le situazioni da assegnare. Anche se è importante che i problemi siano realistici e interessanti quanto più è possibile, tuttavia nessun partecipante deve trovarsi a dover interpretare un fatto che gli è realmente accaduto.
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Come insegnante tieni presenti i sentimenti e l’atteggiamento degli allievi. Ammetti che facciano degli errori einsegna loro a tenere in considerazione il punto di vista degli altri. Non consentire ai partecipanti di criticare gli altri in alcun modo.
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Semplici sussidi come copricapi e targhette con il nome possono accrescere l’interesse per l’interpretazione di personaggi, specialmente se insegni ai bambini.
Lavagna
La lavagna è uno degli strumenti didattici più semplici epiù facilmente reperibili. Puoi usare la lavagna per:
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Mettere in risalto fatti o idee fondamentali e aiutare gli allievi a ricordarli.
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Prendere atto delle idee proposte dagli allievi e annotarle.
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Guidare le discussioni scrivendo le domande ed elencando le risposte degli allievi. Per esempio:
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Chiarire concetti o storie mediante semplici illustrazioni.
Per esempio:
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Fai degli schemi o degli elenchi che aiutino gli allievi a seguire una discussione.
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Elenca i compiti assegnati o i passi delle Scritture collegati alla lezione che insegni o a quella successiva.
Suggerimenti per l’uso della lavagna
I seguenti suggerimenti possono aiutarti a usare la lavagna come efficace strumento didattico. Questi suggerimenti valgono anche per l’uso della lavagna luminosa.
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Prepara quello che vuoi scrivere e fai delle prove decidendo come disporrai le informazioni o i disegni. Esercitati a fare i disegni che utilizzerai.
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Se prevedi di utilizzare uno schema, un elenco o un disegno alla lavagna, puoi farlo prima della lezione, poi coprirlo con un foglio di carta e mostrarlo al momento adatto durante la lezione.
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Scrivi chiaramente e con caratteri abbastanza grandi che tutti possano vedere, assicurandoti che le parole, i simboli o i disegni siano ben spaziati, ordinati e facili da leggere. Scrivi soltanto le parole e frasi principali.
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Usa figure e forme molto semplici per illustrare storie o concetti. Se le figure e le forme sono semplici, non attireranno troppo l’attenzione durante la lezione.
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Mantieni vivo l’interesse dei tuoi allievi parlando mentre scrivi o disegni.
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Evita di passare troppo tempo alla lavagna. Ciò può indurre gli allievi a perdere interesse per la lezione.
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Non chiedere scusa per la tua ortografia, scrittura o mancanza di capacità artistiche. Se chiedi scusa non farai che richiamare l’attenzione della classe su quel particolare aspetto della tua scrittura o disegno. Se ti senti a disagio alla lavagna, chiedi a qualcuno di aiutarti.
-
Ogni tanto chiedi a qualcuno di scrivere alla lavagna al tuo posto, in modo che tu possa mantenere il contatto visivo con gli allievi. Assicurati che la persona che ti aiuta capisca quello che vuoi che scriva e dove deve scriverlo.
Lavagna di panno
La lavagna di panno è uno schermo portatile sul quale si possono esporre delle figure, di solito per raccontare una storia. Questo sussidio didattico è adatto ai bambini. Se usi la lavagna di panno puoi invitare gli allievi ad aiutare a mettere sulla lavagna le figure. Dopo aver usato la lavagna di panno per raccontare una storia, puoi consentire ai bambini di usare le figure per raccontarla di nuovo.
Come fabbricare una lavagna di panno
Per fabbricare una lavagna di panno:
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Taglia un pezzo di cartone pesante, legno compensato sottile o materiale simile.
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Taglia un pezzo di panno di lana, feltro, tessuto ruvido di nylon o tela di sacco abbastanza grande da coprire il pezzo di cartone o compensato, lasciando cinque centimetri di tessuto su ogni lato.
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Stendi il pezzo di tessuto sul pavimento, mettici sopra il cartone o compensato. Piega i bordi della stoffa e assicurali sul retro del cartone o compensato.
Come fare le figure per la lavagna di panno
Per fare da te delle figure per la lavagna di panno:
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Fai un disegno, oppure ricalca e colora un’immagine da una rivista della Chiesa, manuale o altro sussidio.
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Ritaglia l’immagine.
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Incolla o fissa con nastro adesivo l’immagine su cartoncino.
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Incolla sul retro dell’immagine un pezzetto di panno, di carta vetrata o altro materiale ruvido, in modo da poterla fissare alla lavagna di panno.
Le figure per la lavagna di panno di persone, animali e oggetti si possono ordinare al Centro distribuzione.
Lavagna luminosa (vedere anche Lavagna)
Le lavagne luminose che sono disponibili in alcune biblioteche delle case di riunione sono apparecchi che ingrandiscono e proiettano immagini su uno schermo o sulla parete. Possono essere usate in alternativa alla lavagna. Sono particolarmente utili in una classe troppo grande per consentire a tutti di vedere la lavagna. Se la biblioteca della tua casa di riunione ha una lavagna luminosa, chiedi al bibliotecario di mostrarti come si usa.
Lettura corale (vedere anche Teatro dei lettori; Recitazioni)
Nella lettura corale un gruppo di persone leggono insieme un passo delle Scritture, poesie o brani in prosa. La lettura corale può essere fatta in classe o davanti a un pubblico.
Puoi usare questo metodo per esporre storie delle Scritture, resoconti, poesie e altre informazioni. Puoi anche usarlo come parte di un programma speciale per le festività o altri avvenimenti.
Esempio di lettura corale
Tema: gli Articoli di fede
Procedimento: invita gli allievi a ripassare gli Articoli di fede e poi ripetili in gruppo davanti a te.
Come dirigere la lettura corale
• Scegli un testo che sia attinente all’argomento della lezione. Testi adatti si possono trovare nelle Scritture, nei manuali pubblicati dalla Chiesa, nella rivista della Chiesa e nell’Innario dei bambini.
• Se dovete eseguire la lettura corale davanti al pubblico, fai esercitare il gruppo a leggere il testo in modo che possano imparare a parlare insieme. Assicurati che parlino con chiarezza e facciano le pause e i cambiamenti di volume e di ritmo necessari per trasmettere il significato del messaggio. Durante l’esecuzione dirigili in modo che ripetano il testo tutti insieme.
Marionette
Le marionette possono esser usate per rappresentare parti di una lezione o storia, dare il benvenuto ai bambini in classe, impartire istruzioni, cantare canzoni, interpretare un ruolo, fare domande e aiutare i bambini a rimanere attenti.
Esempi di marionette
Musica
La Prima Presidenza ha detto: «La musica ispirata è un elemento indispensabile delle nostre riunioni di chiesa. Gli inni invocano lo Spirito del Signore, creano un sentimento di riverenza, ci uniscono gli uni agli altri e forniscono il mezzo per innalzare le nostre lodi al Signore.
Alcuni dei più grandi sermoni sono predicati mediante il canto degli inni. Gli inni ci spingono al pentimento e alle buone opere, rafforzano la testimonianza e la fede, sollevano gli afflitti, consolano chi piange e ci ispirano aperseverare sino alla fine» (innario, ix).
Gli inni ci danno grande ispirazione e conforto per tutta la vita se li impariamo a memoria e li ricordiamo nei momenti di necessità.
L’anziano Dallin H. Oaks ha esortato tutti i membri della Chiesa a usare più spesso gli inni per rafforzare se stessi e gli altri:
«Mi domando se facciamo sufficiente uso di questa risorsa inviata dal cielo nelle nostre riunioni, nelle nostre classi e nelle nostre case …
Dobbiamo utilizzare meglio i nostri inni per sintonizzarci con lo Spirito del Signore, per essere più uniti, per insegnare, per imparare le nostre dottrine. Dobbiamo utilizzare meglio i nostri inni nell’insegnamento missionario, nelle classi di dottrina evangelica, nelle riunioni dei quorum, nelle serate familiari e nell’insegnamento familiare» (La Stella, gennaio 1995, 10, 13).
Come migliorare le lezioni con la musica
Puoi usare la musica in molti modi per migliorare la lezione e favorire la presenza dello Spirito. Seguono alcuni esempi:
Insegnare o ripassare un principio del Vangelo
La maggior parte degli inni ti può aiutare a insegnare o ripassare i principi del Vangelo che avete già esaminato.
Quando usi un inno per insegnare un principio puoi porre agli allievi delle domande che li aiutino a riflettere sul messaggio dell’inno, oppure domande tali da favorire una discussione. Per esempio, prima di chiedere agli allievi di cantare «Vivi il Vangelo» (Inni, No. 192; Innario dei bambini, 68), puoi chiedere: «Perché secondo voi abbiamo la pace nel cuore quando osserviamo i comandamenti?» Puoi scegliere «Un fermo sostegno» (Inni, No. 49) per aiutare ituoi allievi a capire che il Salvatore ci aiuta ad affrontare le avversità.
Dopo avere esposto un principio del Vangelo puoi chiedere ai tuoi allievi: «Quale inno può aiutarci a ricordare questo principio?» Poi cantate uno degli inni che essi propongono. Con i bambini puoi cantare un inno e poi chiedere loro in che modo quell’inno si applica alla lezione. Puoi quindi invitarli a cantare l’inno insieme con te.
Chiarire un concetto delle Scritture
Ogni inno nell’innario della Chiesa è accompagnato da riferimenti scritturali che sono stati indicizzati (vedere l’innario, pagine 266–269). Anche la maggior parte delle canzoni contenute nell’Innario dei bambini presentano riferimenti scritturali. Puoi consultare questi riferimenti per trovare inni o canzoni adatti a una particolare lezione. Per esempio, se stai insegnando Giovanni 13:34–35, puoi chiedere agli allievi di cantare «Come vi ho amati» (Inni, No. 197; Innario dei bambini, 136), inno che corrisponde a questi versetti.
Aiutare gli allievi a rafforzare e portare la loro testimonianza
Mentre gli allievi cantano gli inni e altre canzoni della Chiesa, lo Spirito può portare loro testimonianza della veridicità dei principi insegnati. Vi sono alcuni inni le cui parole sono un’espressione di testimonianza, cosicché cantandoli le persone possono portare insieme la loro testimonianza. Questi inni comprendono: «Io so che vive il Redentor» (Inni, No. 82); «Sono un figlio di Dio» (Inni, No. 190; Innario dei bambini, 2); «Ti siamo grati, o Signore, per il Profeta» (Inni, No. 11) e «Gesù risorse il terzo dì?» (Innario dei bambini, 45)
Il presidente Gordon B. Hinckley ha spiegato come la musica rafforzò la sua testimonianza del profeta Joseph Smith:
«Molti anni fa, quando all’età di dodici anni fui ordinato diacono, mio padre, che era il presidente del nostro palo, mi condusse alla mia prima riunione del sacerdozio … Insieme essi levarono la loro forte voce, alcuni ancora con l’accento del paese d’origine che avevano lasciato quando si erano convertiti alla Chiesa, tutti intenti a cantare con convinzione e testimonianza le parole di questo inno:
Lode all’uomo che vide Dio Padre,
Scelto a portare al mondo il Vangel.
Quale supremo Profeta e Veggente
Sia riverito da ogni nazion
(Inni, No. 19)
Essi cantavano del profeta Joseph Smith; e mentre li ascoltavo sentii il mio cuore riempirsi di un grande affetto e di una grande fede nel possente profeta di questa dispensazione. Durante la fanciullezza mi avevano parlato molto di lui alle riunioni e alle lezioni tenute nel nostro rione, oltre che a casa nostra, ma l’esperienza che vissi a quella riunione del sacerdozio del palo fu una cosa diversa. Seppi allora, tramite il potere dello Spirito Santo, che Joseph Smith era invero un profeta di Dio» («Lode all’uomo», La Stella, gennaio 1984, 1–2).
Concludere una lezione e incoraggiare gli allievi a mettere in pratica un principio del Vangelo
Alla conclusione della lezione un inno o canzone può riassumere il principio esposto e trasmettere un messaggio stimolante. Per esempio, alla conclusione di una lezione sulla necessità di osservare i comandamenti puoi chiedere agli allievi di cantare «Scegli il ben» (Inni, No. 148); «Vivi il Vangelo» (Inni, No. 192; Innario dei bambini, 68) «Fa’ ciò ch’è ben» (Innario dei bambini, 80), oppure «Il coraggio di Nefi», Innario dei bambini, 64).
Coltivare sentimenti di riverenza
Tu e i tuoi familiari potete cantare gli inni e altre canzoni durante la serata familiare, i consigli di famiglia e le altre riunioni per coltivare i sentimenti di riverenza e favorire lo studio del Vangelo in famiglia. In una classe puoi fare ascoltare musica registrata o chiedere a qualcuno di suonare il piano mentre gli allievi entrano nell’aula. Ciò contribuirà acreare un sentimento di riverenza e a preparare gli allievi a seguire la lezione.
Altri modi in cui puoi coltivare un sentimento di riverenza sono: far suonare dolcemente la musica mentre leggi una storia o mentre i bambini fanno dei disegni sull’argomento della lezione; oppure puoi chiedere a qualcuno di cantare una canzone, come ad esempio «Narrami le storie di Gesù» (Innario dei bambini, 36) mentre gli allievi guardano illustrazioni di storie delle Scritture.
Scelta e preparazione di musica adatta
Quando scegli la musica da far ascoltare durante una lezione consulta gli indici dell’innario e dell’Innario dei bambini per sapere quali inni e canzoni hanno attinenza con l’argomento della lezione. Le audiocassette e i compact disc che contengono la musica degli inni dell’innario o delle canzoni dell’Innario dei bambini e di altra musica della Chiesa sono elencati nel catalogo del Centro distribuzione.
Se scegli una musica che non fa parte del materiale prodotto dalla Chiesa, assicurati che rispetti le norme della Chiesa stessa (vedere la sezione «Musica» del Manuale di istruzioni della Chiesa). Il presidente della musica o il direttore della musica del rione possono aiutarti a scegliere epreparare musica adatta.
Se programmi di cantare o dirigere un inno o canzone assicurati di conoscere bene le parole, in modo che tu possa prestare attenzione ai tuoi allievi invece di leggere l’innario.
Suggerimenti per dirigere il canto
Ripassa le sezioni «Come usare l’Innario» nell’innario (pagine 257–265) e «Come usare l’innario», nell’Innario dei bambini (pagine 149–150). Impara i movimenti fondamentali per dirigere gli inni. Tieni conto anche dei seguenti suggerimenti:
• Quando dirigi un inno o canzone puoi usare le mani per indicare le battute e la velocità dell’inno. Per indicare le battute tieni la mano in posizione orizzontale e, mentre canti le parole, alzala per indicare le note alte e abbassala per indicare le note basse. Mentre lo fai muovi la mano lentamente o rapidamente per indicare il giusto ritmo. Puoi anche disegnare lo schema dei movimenti di un inno alla lavagna. Per esempio, lo schema melodico di «Sono un figlio di Dio» (Inni, No. 190; Innario dei bambini, 2) ha più o meno questo aspetto:
• Invece di usare lo schema dei movimenti per dirigere un inno, cerca di usare semplici movimenti della mano che seguono le parole dell’inno stesso.
Rivolgiti al direttore della musica del rione se ritieni di aver bisogno di ulteriore aiuto per imparare a dirigere la musica.
Uso della musica per insegnare ai bambini
Alla maggior parte dei bambini piace partecipare alle attività musicali. Il ritmo della musica aiuta i bambini a ricordare ciò che cantano e il messaggio espresso dalle parole. La musica può accrescere la conoscenza che i bambini hanno del Vangelo e rafforzare la loro testimonianza. Puoi anche usare la musica per accogliere i bambini, prepararli per la preghiera, concentrare la loro attenzione sulla lezione oppure calmarli dopo un’attività. La musica può cambiare il ritmo di una lezione e consentire ai bambini di consumare le energie in eccesso.
Molte lezioni propongono inni che ribadiscono il principio esposto. Consulta l’indice dell’Innario dei bambini per conoscere altri inni adatti.
Non è necessario che tu sia un esperto musicista per usare la musica nell’insegnare. Se sei ben preparato e ti piace cantare, i bambini si divertiranno e impareranno dalla musica che fai ascoltare loro. Seguono alcuni suggerimenti per aiutarti a insegnare la musica ai bambini. Ulteriori suggerimenti sono contenuti nell’Innario dei bambini, pagine 149–150).
Il seguente esempio mostra come un insegnante può usare la canzone «Amo il sacro tempio» (Innario dei bambini, 99) per insegnare ai bambini quanto riguarda i templi. Conosco una bellissima canzone sui templi. Mentre la cantiamo ascoltate attentamente per sapere che cosa facciamo quando andiamo al tempio.
Avete scoperto perché andiamo al tempio? (Le risposte possono comprendere il fatto che andiamo al tempio per sentire l’influenza dello Spirito Santo, per ascoltare, pregare, fare delle alleanze con il Padre celeste ed essere suggellati insieme come famiglia).
Ora cantiamo di nuovo la canzone. Questa volta ascoltate per sapere se il tempio è la casa di qualcuno.
Avete capito a chi appartiene il tempio? (È la casa di Dio). Continua con domande simili sino a quando hai sottolineato le parti della canzone che aiuteranno i bambini a capire il suo messaggio.
Musica e narrazione
Puoi usare insieme musica e narrazione per raccontare una storia o esporre un messaggio del Vangelo attinente auna lezione. Durante questa attività la maggior parte della storia o del messaggio viene espressa mediante inni cantati dalla famiglia o dagli allievi. Brevi narrazioni collegano gli inni l’uno all’altro.
Puoi anche combinare musica e narrazione per preparare programmi per le festività o per altre esposizioni.
Esempio di musica e narrazione
La seguente combinazione di musica e narrazione può essere usata in una lezione sulla gratitudine.
Narrazione: Dio ama molto i Suoi figli. Per esempio, il Signore ha dimostrato il Suo amore per noi creando la terra. Il Salmo 136 ci spiega come dimostriamo al Signore la nostra gratitudine perché ha creato la terra:
«Celebrate il Signor dei signori …
Colui che solo opera grandi meraviglie … Colui che ha steso la terra sopra le acque … Colui che ha fatto i grandi luminari … il sole per regnare sul giorno … la luna e le stelle … per regnare sulla notte» (versetti 3–9).
Inno: «Per la terra tutta in fior» (Inni, No. 37).
Narrazione: La terra che il Signore ha creato per noi soddisfa in abbondanza tutte le nostre necessità. Dobbiamo lodare Dio per la «messe» di doni che raccogliamo.
Inno: «Grati, o santi, in cor cantiam» (Inni, No. 55).
Narrazione: Dobbiamo esprimere la nostra profonda gratitudine al Signore per la Sua espiazione, che può purificarci dal peccato e darci la vita eterna. Quando Lo ringraziamo per il Suo sacrificio ci rendiamo più pienamente conto del Suo potere. Questa consapevolezza ci fa sentire immensamente umili.
Inno: «Attonito resto» (Inni, No. 114).
Narrazione: Il Signore si aspetta che dividiamo con gli altri quello che abbiamo: dobbiamo nutrire gli affamati, rivestire gli ignudi, consolare gli infermi e gli afflitti e ammaestrare coloro che cercano la verità. Se facciamo queste cose dimostriamo a Lui la nostra più sincera gratitudine per le benedizioni che Egli ha riversato su di noi.
Inno: «Poiché io molto ho avuto» (Inni, No. 133).
Suggerimenti per preparare la musica da cantare con narrazione
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Consulta l’indice per argomento dell’innario e dell’Innario dei bambini per avere un elenco degli inni che trattano temi simili che si possono usare per questa attività. Scegli inni che sono ben noti ai tuoi allievi.
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Se farete uso del piano, collabora con il pianista per preparare gli inni, oppure chiedi alla persona che dirige l’inno di collaborare con lei. Assicurati che il pianista sappia quando deve iniziare ogni inno.
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La narrazione tra gli inni deve essere semplice. Può essere formata da passi delle Scritture, breve storia, poesia, esperienze personali o citazioni. Quando svolgi questa attività con i bambini, all’interno della narrazione puoi fare loro delle domande e chiedere che rispondano.
Ciò aiuterà i bambini a capire il messaggio del Vangelo che esponi.
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Se lo ritieni utile, mostra delle illustrazioni per aiutare gli allievi a visualizzare la storia o il messaggio del Vangelo che esponi. Puoi consentire ai bambini di mostrare le illustrazioni durante l’esposizione.
Oratori ospiti
Ogni tanto puoi invitare un ospite a parlare ai tuoi allievi durante la lezione. Per esempio, un consulente del sacerdozio di Aaronne potrà invitare un missionario da poco tornato a casa a parlare ai giovani su come possono prepararsi per il servizio missionario.
Collabora con l’oratore ospite
Prima di invitare un oratore ospite che non appartiene al rione devi chiedere l’approvazione del vescovo (vedere il Manuale di istruzioni della Chiesa, Libro 2: Dirigenti del Sacerdozio e delle organizzazioni ausiliarie, 325). Dopo che avrai ottenuto l’approvazione del vescovo, segui i seguenti passi:
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Invita l’oratore ospite con sufficiente anticipo. Mettilo al corrente dell’argomento della lezione, dell’età degli allievi, di quello che pensi che gli allievi debbano imparare dal discorso e del tempo che ha a disposizione. Consegna all’oratore una copia della lezione del manuale.
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Se farai delle domande all’oratore, fai un elenco delle domande e danne una copia all’ospite.
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Presenta l’oratore ospite prima che cominci a parlare.
Paragoni e confronto con gli oggetti
Spesso è difficile insegnare gli aspetti astratti del Vangelo, principi come la fede, il pentimento, l’amore, l’espiazione di Gesù Cristo, la remissione dei peccati e la redenzione. L’anziano Boyd K. Packer ha detto:
«Nell’insegnare il Vangelo dobbiamo spiegare non il mondo fisico che è attorno a noi; abbiamo a che fare con il mondo astratto che è in noi, e c’è una grande differenza. Nessuno dei normali strumenti è a noi disponibile. Spiegare aun giovane che c’è un gatto è molto più facile che spiegare che cos’è la fede; la fede è molto difficile da descrivere.
Per esempio, quanto è grande la fede? Impariamo presto che la sua misura non è utile. Soltanto vagamente possiamo spiegarlo a un giovane che non sa nulla della fede parlandogli di una certa quantità di fede, come ad esempio tanta fede o poca fede. Non sappiamo dirgli che colore ha. Non sappiamo dirgli che forma ha. Non sappiamo dirgli che struttura ha».
Poi l’anziano Packer descrive uno strumento didattico che possiamo usare per insegnare i principi astratti: «Collegate l’idea astratta a un oggetto concreto che lo studente già conosce, e poi basatevi su questa conoscenza» (Teach Ye Diligently, edizione riveduta, [1993], 31–32).
Puoi usare i paragoni e gli oggetti per aiutare gli allievi a capire i principi astratti. Insieme con l’uso delle storie e della testimonianza personale, questi metodi mettono a tua disposizione un’ottima serie di strumenti per insegnare le realtà eterne che non possiamo percepire con i sensi.
Quando usi i paragoni e gli oggetti, ricorda che essi devono sempre sostenere lo scopo della lezione, senza distrarre l’attenzione dai principi del Vangelo che stai insegnando.
Paragoni
Il Salvatore spesso parlava di cose materiali o esperienze ben note per aiutare i Suoi ascoltatori a capire i principi spirituali. Egli parlava di Sé definendosi il «pane della vita» (Giovanni 6:35) e il «buon pastore» (Giovanni 10:11, 14). Insegnava ai Suoi seguaci ad andare alla ricerca della pecorella smarrita (vedere Matteo 10:5–8) e a pascere i Suoi agnelli (vedere Giovanni 21:15–17). Il Signore paragonava il regno dei cieli a un tesoro, a una perla, a una rete (vedere Matteo 13:44–48). Paragonava la fede a un granel di senapa (vedere Matteo 17:20). Diceva che le persone si riconoscono dai loro frutti (vedere Matteo 7:15–20). Nelle Sue lezioni la porta stretta rappresentava la via che conduce alla vita eterna (vedere Matteo 7:13–14) e i Suoi discepoli diventavano pescatori d’uomini (vedere Matteo 4:18–19). Egli parlava di radunare il Suo popolo come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali (vedere Matteo 23:37).
Con l’esercizio e la fantasia puoi trovare dei collegamenti tra il Vangelo e gli oggetti di ogni giorno. Per esempio, la preghiera può essere paragonata a una radio, la benedizione patriarcale alla Liahona e la speranza può essere paragonata al sole che irrompe attraverso le nuvole. Puoi trovare insegnamenti nelle esperienze che fai sul lavoro, durante lo svolgimento delle normali faccende domestiche o nei tuoi contatti con altre persone (vedere «Ovunque c’è qualcosa da imparare», pagine 22–23).
L’anziano Packer ha proposto una formula per fare i paragoni:
_______ è come _______
Come è indicato di seguito, questa formula può essere usata per insegnare il pentimento. Il principio astratto del pentimento diventa più chiaro quando lo paragoniamo a una cosa semplice e ben nota. L’anziano Packer ha suggerito:
«Prendete l’argomento del pentimento.
Il pentimento è come _______
Quale cosa di uso comune nota a tutti si può paragonare al pentimento? Possiamo paragonarlo al sapone.
«Il pentimento è come il sapone»
(vedere Teach Ye Diligently, 36–37; vedere anche la pagina 34).
Altri esempi di paragoni
Seguono esempi di altri paragoni che puoi fare nell’insegnare il Vangelo:
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Lo studio delle Scritture è come un banchetto.
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I bambini sono come tesori.
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La fede è come uno scudo.
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Le Scritture sono come una zattera in acque agitate.
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Il peccato è come le sabbie mobili.
Confronto con gli oggetti
Come i paragoni, i confronti con gli oggetti collegano principi astratti a cose materiali ben note; però essi mostrano si un oggetto vero e proprio invece di parlarne. Per esempio, per aiutare gli allievi a capire l’effetto purificatore del pentimento, l’insegnante può mostrare una saponetta e anche lavarsi le mani.
Altri esempi di confronto con gli oggetti
I seguenti esempi illustrano ulteriormente il confronto con gli oggetti:
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Per dimostrare che ordinanze e alleanze sono inseparabili, mostra una moneta. Poi chiedi quale lato della moneta è più importante. (Nessuno dei due è più importante dell’altro). Chiedi agli allievi se possono separare i due lati della moneta. Poi spiega che le ordinanze e le alleanze sono inseparabili, proprio come i due lati di una moneta sono inseparabili. Fai anche notare che le alleanze e le ordinanze sono necessarie per essere ammessi alla presenza di Dio, proprio come le monete qualche volta sono necessarie per essere ammessi ad assistere a uno spettacolo.
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Per sottolineare il fatto che ogni persona è importante, invita gli allievi a comporre un semplice puzzle dal quale hai tolto un pezzo. Quando chiedono il pezzo mancante, consegnalo loro. Chiedi perché il pezzo mancante è importante. Quindi spiega che ogni pezzo del puzzle è come il componente di una famiglia odi una classe. Ogni persona è importante.
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Per illustrare l’importanza del Vangelo mostra una cartina. Chiedi a che cosa servono le cartine. Quindi paragona una cartina al Vangelo. Spiega che, come una cartina, il vangelo di Gesù Cristo ci guida: ci aiuta a rimanere sulla via che conduce alla vita eterna con il nostro Padre celeste.
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Per insegnare che dobbiamo nutrire la parola di Dio dopo che è stata piantata nel nostro cuore (vedere Alma 32:28–43), disegna due piante: una sana perché cresce in un terreno umido e ricco e l’altra avvizzita perché cresce in un terreno arido e povero.
Quando usare i paragoni e il confronto con gli oggetti
I paragoni e il confronto con gli oggetti possono essere usati in molti modi, ma sono particolarmente utili per:
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Richiamare l’attenzione dei tuoi allievi. Puoi usare i paragoni e il confronto con gli oggetti per suscitare rapidamente l’interesse, concentrare l’attenzione degli allievi o introdurre un argomento o principio di una lezione.
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Avere uno schema della lezione. Ogni tanto puoi sviluppare l’intera lezione su un paragone o sul confronto con un oggetto.
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Concludere, riassumere, ed esortare. Dopo aver esposto un principio del Vangelo puoi fare un paragone o un confronto con un oggetto per riassumere quello che è stato detto e per incoraggiare i tuoi allievi a cambiare in meglio.
Poesie con attività
Ai bambini piccoli piacciono le poesie e le canzoni accompagnate da semplici azioni. Queste poesie e canzoni sono spesso chiamate poesie con attività. Puoi usare le poesie con attività per aiutare i bambini a imparare i principi del Vangelo. Puoi anche usarle per aiutare i bambini a sentirsi a loro agio all’inizio della lezione, a prepararsi a pregare o a partecipare a una lezione.
È utile avere a disposizione diverse poesie con attività per utilizzarle quando vedi la necessità di cambiare il ritmo dell’esposizione di una lezione o di far partecipare i bambini a un’attività.
Alcune idee per le poesie e le canzoni con attività sono proposte nell’Innario dei bambini, in alcuni manuali di lezioni della Primaria e nella sezione L’Amico di alcuni numeri della Liahona. Puoi creare poesie con attività di tua scelta aggiungendo semplici azioni a poesie e canzoni.
Esempi di poesia con attività
La seguente poesia con attività può essere usata per insegnare ai bambini ad essere riconoscenti a Dio per le Sue creazioni. È tratta dalla canzone della Primaria «The World Is So Big» (Children’s Songbook, 235).
Il mondo è tanto grande e tanto tondo.
[forma un grande cerchio con le braccia]
E in esso stanno le creazioni di Dio; le stelle splendono per tutta la notte.
(distendi e muovi le dita)
Il sole è caldo e splende durante il giorno
[forma un grande cerchio con le braccia]
Il mondo è tanto grande e tanto tondo. Dio ama tutti noi; le Sue benedizioni abbondano.
[abbracciati]
Come insegnare una poesia con attività
Prima di insegnare una poesia con attività, impara a memoria le parole e i movimenti. Per insegnare una poesia con attività:
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Di’ le parole e mostra le azioni ai bambini. Procedi lentamente ed esagera i movimenti. Questo aiuterà i bambini a capire sia le parole che le azioni.
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Invita i bambini a dire con te la poesia con attività.
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Se ai bambini piace la poesia con attività, ripetila. Se diventano irrequieti, abbreviala. Se la poesia con attività è lunga, puoi aiutare i bambini a compiere le azioni mentre tu dici le parole.
Ogni tanto puoi usare delle illustrazioni per corredare le poesie con attività. Le illustrazioni contenute nel Corredo di illustrazioni per lo studio del Vangelo, nei manuali di lezioni e nella rivista della Chiesa sono molto utili.
Alcuni bambini talvolta non partecipano alla poesia con attività, ma si divertiranno a osservare gli altri che compiono le azioni. Essi si uniranno agli altri quando saranno pronti.
Postazioni
Le postazioni sono luoghi in cui insegnanti diversi svolgono un’attività didattica. Gli allievi si dividono in gruppi di uguale consistenza e passano a turno da una postazione all’altra. In ogni postazione una persona dirige un’attività didattica e rimane in quella zona per fornire le stesse informazioni o fare la stessa dimostrazione per ogni gruppo che passa per quella postazione.
Tu o l’addetto a ogni postazione deve tener nota del tempo per fare in modo che i gruppi passino lo stesso periodo di tempo in ogni postazione. Puoi suonare della musica per segnalare quand’è il momento in cui i gruppi devono passare alla postazione successiva. Concedi ai gruppi il tempo necessario per riassumere all’intera classe l’esperienza che hanno fatto.
Esempi di postazioni
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Mostra degli oggetti collegati a un certo argomento e chiedi alle persone di darne una spiegazione: per esempio puoi organizzare postazioni per la produzione domestica e l’immagazzinaggio di cibi, acqua, combustibile e corredi di emergenza.
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Invita gli insegnanti nelle diverse postazioni a spiegare i vari aspetti dei rapporti familiari, come ad esempio il ruolo dei genitori, la disciplina, la comunicazione.
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Invita una persona a impersonare un diverso personaggio delle Scritture a ogni postazione. Invita ogni persona a spiegare perché il personaggio che ella ritrae è un esempio di persona che mise fedelmente in pratica il Vangelo.
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Organizza postazioni con semplici lavori di artigianato, giochi o attività dei bambini pionieri.
Rappresentazione
Nella rappresentazione le persone interpretano una storia. I tuoi allievi possono acquisire una maggiore conoscenza dei principi del Vangelo rappresentando episodi delle Scritture, della storia della Chiesa o riportati nelle riviste della Chiesa.
Tipi di rappresentazioni
Vi sono vari tipi di rappresentazioni. Per esempio:
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Leggi una storia (o chiedi a qualcun’altro di leggerla), mentre i partecipanticompiono le relative azioni in silenzio.
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Racconta una storia e poi chiedi ai partecipanti di rappresentarla, con o senza parole. Ai bambini piccoli spesso piace rappresentare una storia diverse volte, interpretando i ruoli di una persona diversa ogni volta.
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Prepara in anticipo i copioni che i partecipanti leggeranno in classe.
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Chiedi ad alcuni partecipanti di mimare una storia ben nota e chiedi agli altri di indovinare qual è l’episodio rappresentato.
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Intervista qualcuno come se fosse un personaggio delle Scritture o della storia della Chiesa. Per esempio, puoi chiedere a qualcuno di interpretare la parte di Sam, uno dei figli di Noè. Puoi chiedere alla persona che interpreta la parte di Sam di parlare della predicazione di Noè, del Diluvio, dell’Arca e del giorno in cui Noè e i suoi familiari poterono di nuovo camminare sulla terra asciutta. (Se hai intenzione di tenere tale «intervista», devi parlare in anticipo con la persona incaricata per informarla delle domande che le farai).
Come preparare e tenere una rappresentazione
Qualunque sia il tipo della rappresentazione, essa deve essere attinente alla lezione. Deve aiutare gli allievi a ricordare i principi del Vangelo. Deve comunicare messaggi semplici e chiari. Non deve distrarre dalla sacralità gli avvenimenti riportati nelle Scritture o nella storia della Chiesa.
Semplici costumi come tuniche e cappelli possono rendere più interessanti le recite, specialmente per i bambini. Puoi anche trovare utile distribuire targhette con i nomi per indicare i personaggi interpretati dai partecipanti.
Alcuni allievi possono mostrare una certa riluttanza a interpretare la parte di personaggi delle Scritture o della storia della Chiesa. Devi trovare altri modi per coinvolgerli nella rappresentazione. Per esempio, alcuni bambini piccoli possono sentirsi più a loro agio se fingono di essere animali. Possono anche trovare divertente occuparsi degli effetti sonori ad esempio il suono del vento o lo scalpiccio dei piedi. Se alcuni non vogliono partecipare, non costringerli.
Per tenere una rappresentazione:
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Cerca dei volontari che vi prendano parte. Assegna le parti.
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Aiuta i partecipanti a capire la storia che rappresenteranno e i personaggi che interpreteranno.
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Durante la rappresentazione aiuta i partecipanti secondo necessità. Essi possono avere bisogno di un suggeritore durante la rappresentazione. Se insegni ai bambini piccoli puoi fare domande per aiutarli a ricordare, come ad esempio «Che cosa fai dopo?» oppure: «Ora che cosa devi dire?»
La rappresentazione non deve occupare tutto il tempo della lezione. Assicurati di lasciare tempo sufficiente alla fine della rappresentazione per chiedere ai partecipanti che cosa hanno imparato. Aiutali a collegare il messaggio della rappresentazione alla lezione e alla loro vita.
Alcuni avvertimenti riguardo ai personaggi della Divinità nelle rappresentazioni
«Dio Padre e lo Spirito Santo non devono essere rappresentati nelle riunioni e nelle opere teatrali e musicali.
Se si rappresenta il Salvatore, ciò deve essere fatto con la massima riverenza e dignità. Soltanto persone di buona fama devono essere prese in considerazione per questa parte. La persona che Lo rappresenta deve dire soltanto le parole dette dal Salvatore secondo le Scritture. La persona che rappresenta il Salvatore non deve né cantare né ballare.
Alla fine dell’esibizione questa persona non deve indossare il costume di scena nell’ingresso della cappella né in altri luoghi. Dovrà invece cambiarsi immediatamente eindossare i normali vestiti.
Il Salvatore non deve essere interpretato da bambini nelle rappresentazioni, eccetto che nella scena della Natività»
(Manuale di istruzioni della Chiesa, Libro 2: Dirigenti del sacerdozio e delle organizzazioni ausiliarie, 279).
Puoi anche chiedere a un narratore di leggere le parole dette dal Salvatore secondo le Scritture.
Recitazione (vedere anche Lettura corale; Teatro dei lettori)
In una recitazione i partecipanti ripetono un testo che di solito hanno imparato a memoria. La recitazione si può fare in classe o davanti a un altro pubblico.
Puoi usare questo metodo per esporre storie delle Scritture, resoconti, poesie e altre informazioni. Puoi anche usarlo come parte di un programma speciale per le festività o altri avvenimenti.
Esempio di recitazione
Tema: I Dieci Comandamenti
Procedura: una domenica prima della lezione sull’osservanza dei comandamenti consegna a ogni persona una copia dei dieci comandamenti (Esodo 20:3–17). Assegna a ognuno un comandamento da imparare a memoria. Durante la lezione successiva invita ogni persona a recitare a turno la sua parte.
Come dirigere una recitazione
• Scegli un testo che abbia attinenza con l’argomento della lezione. I testi adatti si trovano nelle Scritture, nei manuali pubblicati dalla Chiesa, nella rivista della Chiesa e nell’Innario dei bambini.
• Dividi il testo in parti che assegnerai ai partecipanti. Dai a ogni partecipante la parte di un personaggio o del narratore. Assicurati che i partecipanti abbiano il tempo necessario per studiare la loro parte.
• Se dovete tenere la recita davanti al pubblico, fai esercitare i partecipanti a leggere il testo. Assicurati che parlino con chiarezza e facciano le pause e i cambiamenti di volume e di ritmo necessari per trasmettere il significato del messaggio.
Scatola TV
Come vediamo sotto, la scatola TV è un contenitore usato per mostrare delle illustrazioni che sono state unite insieme formando una striscia. Questo sussidio didattico offre ai bambini un modo divertente di guardare le illustrazioni, specialmente se le hanno disegnate loro.
La scatola TV può essere usata per mostrare i diversi aspetti di un principio del Vangelo, per esempio i diversi modi di osservare la santità della domenica. Può essere anche usata per mostrare un episodio delle Scritture o della storia della Chiesa.
Come fare una scatola TV
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Pratica un’apertura su un lato di una grossa scatola di cartone. L’apertura deve consentire di mostrare un’illustrazione alla volta.
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Taglia due bastoncini circa 15 centimetri più lunghi della larghezza della scatola. Puoi usare manici di scopa o tubi di cartone degli asciugamani di carta.
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Pratica due fori attraverso i quali infilerai i bastoncini su ogni lato della scatola, come indicato nell’illustrazione sopra.
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Infila i bastoncini attraverso i fori.
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Consegna a ogni bambino un foglio di carta e matite o pastelli, invitandolo a disegnare un aspetto diverso di un principio del Vangelo o un quadro diverso di una storia. Quando le immagini sono state disegnate, incollale insieme alle estremità nel giusto ordine in modo da formare un’unica striscia. Puoi chiedere ai bambini di disegnare su porzioni diverse di un lungo foglio di carta.
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Fissa le estremità della striscia ai bastoncini.
I bambini possono usare piccole scatole, matite e lunghe strisce di carta per fare le proprie scatole TV.
Scritture, Evidenziatura e note a margine
Vedere le pagine 58–59.
Scritture, Imparare a memoria le
Vedere «Attività mnemoniche», pagine 160–161.
Scritture, Insegnare con le
Vedere «Insegna le Scritture», pagine 54–59.
Scritture, Lettura ad alta voce
Vedere la pagina 56.
Scritture, Sussidi didattici nelle
Vedere le pagine 56–58.
Storie
A tutti piace una bella storia. Le storie arricchiscono le lezioni e attirano l’interesse degli allievi come pochi altri metodi didattici. Le storie possono essere usate per rispondere alle domande, introdurre o ribadire i principi o riassumere le lezioni. Possono essere particolarmente efficaci per chiarire e insegnare i principi del Vangelo, mostrando esempi di retto vivere, comunicando con tutti gli ascoltatori al loro livello di comprensione.
Quando le storie sono efficaci, fanno appello ai valori ealle emozioni degli allievi. Possono aiutare gli allievi a mettere in pratica i principi del Vangelo quando parlano di grandi avvenimenti delle Scritture, di decisioni cruciali, difficoltà e lotte e dei benefici di cui si gode mettendo in pratica il vangelo di Gesù Cristo. Le storie rendono i principi più facili da capire e ricordare. Mostrano in maniera viva e ispirata come i principi del Vangelo si possono applicare alla nostra vita. Per esempio, per insegnare cos’è la fede, puoi attingere alla spiegazione di Alma che se abbiamo fede speriamo «in cose che non si vedono, ma che sono vere» (Alma 32:21). Ma puoi rendere più completo l’insegnamento se racconti anche una storia in cui una persona esercita una grande fede, come quella di Davide che affronta Golia (vedere 1 Samuele 17:20–50, in particolare i versetti 26, 32–37 e 45–47).
Il Salvatore è il nostro grande Insegnante e l’esempio che dobbiamo seguire in tutto l’insegnamento del Vangelo. Nell’insegnare Egli spesso usava delle storie. Le Sue parabole sono ottimi esempi dell’uso di storie per insegnare. Per esempio, un dottore della legge Gli chiese: «Chi è il mio prossimo?» Egli rispose raccontando la storia di un uomo che viene percosso e derubato mentre si trova in viaggio da Gerusalemme a Gerico. Due uomini passano accanto al ferito senza fermarsi, mentre il terzo, un Samaritano, si ferma e lo soccorre (vedere Luca 10:29–35). Quando ebbe finito di raccontare la parabola, Gesù chiese al dottore della legge: «Quale di questi tre ti pare essere stato il prossimo di colui che s’imbatté ne’ ladroni?» Il dottore della legge rispose: «Colui che gli usò misericordia». Allora Gesù disse: «Va’, e fa’ tu il simigliante» (Luca 10:36–37).
Scelta delle storie
Quando scegli una storia poniti le domande sottoelencate per assicurati che essa sia adatta ed efficace. Queste domande e altre si trovano nella sezione «La scelta di metodi adatti» (pagina 91 e «La scelta di metodi efficaci», pagina 92).
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Questa storia invita la presenza dello Spirito?
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Il suo contenuto è consono alla sacralità di quello che insegno?
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Edificherà e rafforzerà i miei allievi?
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Aiuterà gli allievi a capire i principi che espongo?
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Narrandola userò saggiamente il tempo della lezione?
Diversi tipi di storie
Puoi usare storie tratte dalla tua esperienza. Puoi anche usare storie che riguardano altre persone, come ad esempio quelle che si trovano nelle Scritture, nella vita dei dirigenti della Chiesa e di altre persone che conosci o di cui hai letto. Per certi scopi puoi raccontare storie immaginarie, come ad esempio parabole o favole.
Esperienze personali
Raccontare esperienze personali può essere molto utile per indurre gli altri a mettere in pratica i principi del Vangelo. Quando racconti le esperienze che hai fatto sei un testimone vivente dei principi del Vangelo. Se parli con intento sincero lo Spirito confermerà la verità del tuo messaggio ai tuoi allievi. Anche le esperienze fatte dai tuoi allievi possono esercitare una potente influenza positiva.
L’anziano Bruce R. McConkie dichiarò: «Forse il modo perfetto di esporre storie tali da incoraggiare la fede consiste nell’insegnare ciò che si trova nelle Scritture e poi apporre a questo il suggello della realtà raccontando una storia simile che è accaduta nella nostra dispensazione e al nostro popolo o – nella condizione ottimale – a noi personalmente» («The How and Why of Faith-promoting Stories», New Era, luglio 1978, 5).
Nel raccontare esperienze personali tu e i tuoi allievi dovete seguire le avvertenze:
«Non parlate di cose sacre a meno che non vi sia suggerito dallo Spirito. Il Signore ha detto: «Ricordatevi che ciò che viene dall’alto è sacro, e se ne deve parlare con cura, e su impulso dello Spirito» (DeA 63:64).
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Evitate le storie sensazionali, ossia non raccontate un fatto al solo scopo di sorprendere gli ascoltatori. Inoltre evitate di cercare di destare forti emozioni nei vostri allievi.
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Non abbellite con aggiunte non vere le vostre esperienze per nessun motivo.
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Non raccontate le vostre esperienze per richiamare su di voi l’attenzione.
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Non parlate di peccati o trasgressioni che avete commesso in passato.
Storie di altre persone
Le Scritture e la storia della Chiesa sono piene di racconti di uomini, donne e bambini che hanno messo in pratica iprincipi del Vangelo. Per esempio, puoi insegnare cos’è la preghiera raccontando la storia di Enos il quale implorò il Signore prima per sé, poi per il suo popolo e infine per i suoi nemici. Puoi anche insegnare che cos’è la preghiera raccontando la storia della supplica di Joseph Smith nel Bosco Sacro. E vi sono anche molte storie istruttive e commoventi nella vita dei Santi degli Ultimi Giorni del nostro tempo che puoi utilizzare con vantaggio. Quando racconti storie di altre persone ricorda quanto segue:
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Come per le esperienze personali, assicurati di agire in accordo con lo Spirito. Evita le storie a sensazione e non ampliare in nessuna maniera.
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Accertati di raccontare esattamente le storie. Non raccontare storie di altre persone che possono non essere vere o che possono contenere elementi non corrispondenti alla realtà. Prima di raccontare una storia rivolgiti alla sua fonte per confermare che quello che dirai corrisponde alla verità.
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Se una storia non è stata pubblicata o resa nota al pubblico in generale, prima di raccontarla chiedi il permesso ai protagonisti.
Storie immaginarie
Nell’insegnamento del Vangelo vi è posto anche per le storie immaginarie. Puoi imparare a usare le storie immaginarie studiando il modo in cui il Salvatore usava le parabole nell’insegnare. Egli parlava di un uomo saggio che costruì la sua casa sulla roccia e di un uomo stolto che costruì la sua casa sulla sabbia (vedere Matteo 7:24–27); o della donna che spazzò la sua casa per trovare la moneta che aveva perduto (vedere Luca 15:8–10); di un figliol prodigo che sperperò la sua eredità, ma fu accolto a braccia aperte da suo padre quando tornò a casa (vedere Luca 15:11–32). Se siamo aperti ai suggerimenti dello Spirito possiamo imparare grandi principi da queste parabole e da molte altre raccontate dal Salvatore.
Come spiega la Guida alle Scritture, le parabole sono paragoni. Espongono principi spirituali paragonandoli a cose o situazioni materiali (vedere nella Guida alle Scritture la voce «Parabola», pagina 145). Questo è vero per tutte le storie immaginarie che spiegano correttamente i principi del Vangelo. Le storie possono rendere i principi del Vangelo più chiari alla comprensione, vividi all’immaginazione e facili da ricordare. Per altri suggerimenti su come usare i paragoni per insegnare i principi del Vangelo vedere «Paragoni e confronto con gli oggetti», pagine 174–175).
Quando ti prepari a narrare storie immaginarie, ricorda le seguenti regole:
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Assicurati che i tuoi allievi capiscano che tali storie non sono vere.
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Come per gli altri generi di storie, accertati che le storie immaginarie siano adatte, di buon gusto e in accordo con lo Spirito.
La sezione L’Amico della Liahona contiene storie immaginarie che si possono usare per completare e arricchire le lezioni. Per trovare degli esempi di come puoi usare efficacemente storie immaginarie nell’insegnare il Vangelo leggi attentamente i discorsi tenuti nelle conferenze generali.
Suggerimenti per preparare e raccontare una storia
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Devi avere un motivo per raccontare una storia. Non raccontare una storia semplicemente per divertire i tuoi allievi. Collega la storia con un principio del Vangelo che fa parte dell’idea o obiettivo principale della lezione.
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Se una storia non è reale, informane la classe.
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Scegli storie edificanti tratte dalla tua vita, dalle Scritture, dalle riviste, manuali, storia della Chiesa, dalla vita delle Autorità generali. Quando racconti storie della tua vita evita di parlare di cattive azioni o peccati commessi in passato.
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Ricordati di narrare storie adatte all’età dei tuoi allievi.
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Prima di raccontare una storia ai tuoi allievi, leggila attentamente diverse volte per conoscere bene il suo contenuto. Mentre lo fai, decidi se racconterai o meno la storia con parole tue. Le storie che sono piene di dialoghi e descrizioni possono essere più efficaci se vengono lette.
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Stabilisci quanto tempo avrai per raccontare la storia.
Se la storia deve essere abbreviata, menziona soltanto i personaggi e gli avvenimenti necessari perché la storia sia facile da capire.
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Se racconti una storia con parole tue, annota su carta o nella tua mente la sequenza degli avvenimenti. Esercitati a raccontare la storia ad alta voce con parole tue.
Usa parole e descrizioni che rendono la storia più vivida e interessante.
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Preparati ad aiutare gli ascoltatori a visualizzare la storia nella loro mente. Puoi creare interesse per la storia usando illustrazioni o altri sussidi didattici, come disegni alla lavagna o oggetti attinenti alla storia. Per esempio, prima di raccontare la storia della venuta alla luce del libro di Mormon, potrai mostrare un’immagine di Moroni che nasconde le tavole d’oro nella Collina di Cumora. Puoi fare domande come le seguenti: «Cosa sta accadendo in questa illustrazione?» oppure: «Perché Moroni fa questo?»
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Inizia la storia in maniera interessante, usando parole che creano una vivida immagine dei personaggi e dell’ambiente. Per esempio, per introdurre la storia del Salvatore che calma la tempesta puoi leggere nelle Scritture: «Ed ecco farsi in mare una così gran burrasca, che la barca era coperta dalle onde» (Matteo 8:24).
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Divertiti nel raccontare la storia. Raccontala con un tono di voce naturale, con interesse e convinzione.
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Dopo aver raccontato la storia esamina con gli allievi come il principio esposto nella storia si applica a loro.
Suggerimenti addizionali per raccontare una storia ai bambini piccoli
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Tieni presente l’età dei bambini, adattando la storia al periodo di tempo in cui riescono a prestare attenzione eal loro livello di comprensione.
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Prepara dei modi per far partecipare i bambini durante la narrazione. Per esempio, puoi invitarli a tenere le illustrazioni o a ripetere delle frasi.
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Prima di raccontare la storia spiega il significato delle parole che userai, che i bambini potrebbero non capire. Questo ti permetterà di raccontare la storia senza interruzioni.
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Se leggi da un libro illustrato, fermati spesso per mostrare ai bambini le immagini della storia. Mostra le immagini abbastanza a lungo perché tutti possano vederle, prima di riprendere il racconto.
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Se i bambini fanno delle osservazioni o pongono delle domande, dai risposte semplici e concise, quindi continua la storia.
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Ai bambini piccoli piace ascoltare la ripetizione delle storie. Se ripeti una storia cominciala, poi chiedi: «Cosa accadde poi?» Puoi lanciare un sacchetto di fagioli o un giocattolo di peluche a un bambino e chiedergli di dire qualcosa riguardo alla storia. Il bambino quindi lancia il sacchetto di fagioli a un altro bambino e così via, sino a quando la storia è giunta al termine.
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Mescola insieme varie frasi di un episodio delle Scritture. Incarica diversi bambini a leggere l’episodio nel giusto ordine.
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Ai bambini piace sedersi sul pavimento davanti a te mentre racconti una storia.
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Ai bambini può far piacere rappresentare una storia dopo che l’hanno udita.
Sussidi audiovisivi (videocassette e audiocassette)
Ogni tanto puoi usare videocassette e audiocassette prodotte dalla Chiesa per insegnare i principi del Vangelo. Alcuni di questi sussidi sono stati preparati per essere usati con certe lezioni di determinati corsi di studio. Altri possono essere usati con una varietà di lezioni. Consulta il catalogo del Centro distribuzione per sapere quali sono i sussidi audiovisivi disponibili prodotti dalla Chiesa.
Nell’ambito della Chiesa spesso è contrario alle leggi sui diritti d’autore utilizzare sussidi audiovisivi che non sono di proprietà della Chiesa. Per le disposizioni riguardanti le leggi sui diritti d’autore vedere il Manuale d’istruzioni della Chiesa, libro 2: Dirigenti del sacerdozio e delle organizzazioni ausiliarie, pagine 332–323.
Come usare i sussidi audiovisivi
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Prima di utilizzarli in classe visionali o ascolta la registrazione. Assicurati che ribadisca o sostenga la lezione.
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Prepara la proiezione o l’ascolto in modo che inizi nel momento giusto, quando ne hai bisogno durante la lezione. Di solito dovrai usare soltanto brevi sequenze; la proiezione o l’ascolto non deve occupare tutto il tempo disponibile per la lezione.
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Prepara il proiettore o il registratore prima dell’inizio della lezione. Assicurati che funzioni correttamente e anche che tutti gli allievi possano udire la registrazione e vederla dal loro posto.
Quando usi i sussidi audiovisivi durante la lezione, assicurati che siano un mezzo di insegnamento piuttosto che di divertimento. Per esempio, puoi incoraggiare gli allievi a notare determinati principi o situazioni durante la proiezione di una sequenza video. Oppure puoi invitarli a riassumere il messaggio di una registrazione audio dopo che l’hanno ascoltata.
Sussidi visivi (vedere anche Illustrazioni)
Noi impariamo tramite tutti i sensi. Nell’insegnamento scolastico tendiamo ad affidarci unicamente alle parole. Ma l’insegnante che desidera accrescere la capacità degli allievi di capire e imparare, usa anche i sussidi didattici visivi.
La maggior parte delle persone impara meglio e ricorda più alungo quando si espongono idee utilizzando immagini, cartine, gruppi di parole o altri sussidi didattici invece di utilizzare solo espressioni verbali.
I seguenti esempi spiegano alcune cose che puoi fare con i sussidi didattici visivi.
Chiarire i rapporti tra le idee, le persone o i luoghi
Un’insegnante della Società di Soccorso voleva aiutare le sorelle a capire meglio come Romani 5:3–4 spiega il rapporto tra le afflizioni e la speranza. Ella tracciò un semplice diagramma:
Quindi chiese alle sorelle di spiegare come l’afflizione produce la pazienza, invitandole a citare esempi tratti dalla loro vita. Le sorelle, continuando a seguire questo semplice diagramma, scoprirono che le afflizioni, la pazienza, l’esperienza e la speranza erano importanti per loro personalmente.
In una classe della Scuola Domenicale si studiava la storia dei due discepoli sulla via di Emmaus (vedere Luca 24:1–35). L’insegnante usò una cartina che era nella Bibbia per aiutare gli allievi a conoscere la distanza tra Gerusalemme e Emmaus. Egli quindi mostrò loro pianta della loro città sulla quale era indicata una distanza simile tra due località conosciute dagli allievi. Questo aiutò gli allievi a capire quanto tempo era necessario per percorrere quella distanza e apprendere meglio i fatti attinenti alla conversazione tra idiscepoli e Gesù.
Trasmettere emozioni e fornire rassicurazioni spirituali
Un insegnante usò la lavagna per illustrare Dottrina eAlleanze 84:88 a una classe di missionari. Egli voleva che imissionari sentissero che l’influenza del Signore poteva avvolgerli. Egli illustrò ogni frase di questo passo delle Scritture come segue:
Questa semplice disposizione delle parole delle Scritture consentì ai missionari di sentire profondamente la promessa di proteggerli fatta dal Signore. Seguì un’interessante discussione quando gli allievi furono invitati a parlare dei loro timori riguardo al lavoro missionario e della loro fiducia nella promessa del Signore di aiutarli.
Aiutare gli allievi a capire l’ordine degli avvenimenti
I sussidi didattici visivi possono aiutare i tuoi allievi a capire l’ordine di certi avvenimenti. Per esempio, una linea cronologica può aiutare gli allievi a capire l’ordine degli avvenimenti mentre studiano argomenti come il ministero di Gesù, i viaggi missionari di Paolo o i primi anni della storia della Chiesa.
Aiutare gli allievi a capire i principi
Quando gli allievi vedono l’ordine degli avvenimenti nelle Scritture, spesso possono capire più chiaramente i principi ivi esposti. A molti membri della Chiesa viene esposto il piano di salvezza visivamente. Osservando un diagramma della vita preterrena, vita terrena, vita dopo la morte, giudizio e tre gradi di gloria, possiamo capire meglio la struttura del piano.
I sussidi didattici visivi possono aiutare gli allievi a capire i principi astratti. Per esempio, puoi rappresentare il potere di mediazione dell’espiazione di Cristo con la seguente illustrazione:
Aiutare gli allievi a ricordare
Una lezione su come aiutare i poveri e i bisognosi sarà più efficace se userai l’immagine di Cristo e il giovane ricco. In questa immagine il Salvatore spinge il giovane verso le persone che si trovano nel bisogno e dice: «Va’, vendi tutto ciò che hai e dàllo ai poveri, e tu avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi» (Marco 10:21). Questa immagine può ricordare agli allievi di aiutare coloro che si trovano nel bisogno.
Tavola rotonda
La tavola rotonda consiste di un gruppo di due o più allievi – o di ospiti con particolari conoscenze e esperienze – ai quali è assegnato un argomento da esaminare. La discussione è diretta da un moderatore, di solito l’insegnante.
Puoi usare le tavole rotonde per esporre informazioni oper spiegare come si può mettere in pratica un principio del Vangelo o risolvere un problema. Le tavole rotonde danno agli la possibilità di esprimere i loro pensieri su una vasta gamma di argomenti. Quando chiedi agli allievi di esporre nuovo materiale o di analizzare un problema che interessa tutta la classe, parteciperanno più attivamente al processo di apprendimento.
Come preparare una tavola rotonda
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Scegli un argomento pertinente alla lezione e all’età degli allievi. Prepara delle domande su questo argomento che farai agli esperti.
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Prima della lezione, scegli partecipanti alla tavola rotonda che si sentono a loro agio nel rispondere alle domande poste dalla classe. Limita il numero dei componenti a tre – cinque individui. Un gruppo di più di cinque persone può richiedere troppo tempo e i suoi componenti possono non avere occasioni sufficienti di esporre il loro punto di vista. Se vuoi invitare degli ospiti con particolare conoscenza ed esperienze, ricorda che l’approvazione del vescovo è necessaria prima che tali oratori ospiti possano partecipare (vedere il Manuale di istruzioni della Chiesa, Libro 2: Dirigenti del sacerdozio e delle organizzazioni ausiliarie, 325). 3. Aiuta i partecipanti alla tavola rotonda a prepararsi per la discussione. Considera i seguenti suggerimenti:
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Aiutali a capire quello che la discussione comporta e quali sono i loro compiti, compreso lo studio o altra preparazione che devono compiere. Informali anche sull’età e le necessità degli allievi, il genere di esposizione che vorresti che facessero e il tempo che sarà assegnato loro per esporre il loro materiale.
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Aiutali a procurarsi le informazioni di cui hanno bisogno per svolgere la loro parte nella discussione.
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Se il gruppo esporrà nuove informazioni o idee, assegna a ogni suo componente un aspetto dell’argomento con almeno una settimana di anticipo, in modo che egli possa venire preparato a partecipare alla discussione. Puoi fornire agli esperti dei riferimenti alle Scritture, ai manuali di istruzioni e ad altri testi.
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Se i partecipanti alla tavola rotonda devono trattare un problema, incontrati con loro prima della discussione per fornire loro un elenco delle domande a cui rispondere. Consenti a ogni persona di scegliere due o tre domande alle quali desidera rispondere.
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Subito prima della discussione concedi ai partecipanti alla tavola rotonda alcuni minuti per scambiarsi delle idee sugli argomenti che tratteranno.
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Come dirigere una tavola rotonda
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Disponi la stanza in modo che i partecipanti alla tavola rotonda possano essere veduti e uditi.
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Quando è il momento della discussione presenta i partecipanti alla tavola rotonda e menziona gli argomenti che esamineranno.
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Se tu o un altro moderatore incaricato dirigete la discussione e fate le domande, accertatevi di dare a ogni componente del gruppo il tempo sufficiente per rispondere. Gran parte del successo di una tavola rotonda dipende dal moderatore. Questa persona stabilisce il tono spirituale dell’esposizione e dirige la discussione mantenendo le osservazioni concentrate sull’argomento oproblema, ravvivando una discussione che si sta spengendo e aiutando tutti i componenti della tavola rotonda a partecipare alla discussione.
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Consenti agli allievi di fare domande ai componenti della tavola rotonda.
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Dopo la discussione riassumi gli argomenti che sono stati esposti.
Teatro dei lettori (vedere anche Lettura corale, Recitazione)
Nel teatro dei lettori i partecipanti leggono un copione per raccontare una storia. Il teatro dei lettori può essere fatto in classe o in qualsiasi luogo davanti al pubblico.
Puoi usare questo metodo per esporre storie delle Scritture, episodi, poesie e altre informazioni. Puoi anche usarlo come parte di un programma speciale per le festività o altri avvenimenti.
Esempio di teatro dei lettori
Storia: Abinadi, re Noè e Alma
Procedura: spiega che Dio mandò un profeta di nome Abinadi per esortare il popolo di re Noè a pentirsi dei suoi peccati. Quindi chiedi agli allievi di leggere le parole di re Noè, dei malvagi sacerdoti, di Abinadi, di Alma e dei Nefiti in Mosia 17:1–19 e 18:1, 7–11, 17, 30. Chiedi anche a qualcuno di fungere da narratore per leggere la trama tra le varie dichiarazioni dei personaggi di questa storia.
Come dirigere il teatro dei lettori
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Scegli un testo che abbia attinenza con l’argomento della lezione. I testi adatti si trovano nelle Scritture, nei manuali pubblicati dalla Chiesa, nella rivista della Chiesa.
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Dividi il testo in parti che assegnerai ai partecipanti.
Dai a ogni partecipante la parte di un personaggio o del narratore. Assicurati che i partecipanti abbiano il tempo necessario per studiare la loro parte e che capiscano il loro ruolo.
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Se dovete eseguire il teatro dei lettori davanti al pubblico, fai esercitare i partecipanti a leggere il testo. Assicurati che parlino con chiarezza e facciano le pause e i cambiamenti di volume e di ritmo necessari per trasmettere il significato del messaggio.
Tecniche per l’applicazione pratica
Come insegnante del Vangelo uno dei tuoi obiettivi più importanti deve essere quello di aiutare gli altri a mettere in pratica i principi del Vangelo nelle situazioni che si presentano ogni giorno. Le tecniche per l’applicazione pratica possono aiutare gli allievi a conoscere i benefici di cui godiamo quando mettiamo in pratica il Vangelo.
Seguono alcuni metodi che possono aiutare i tuoi allievi a mettere in pratica i principi che hai esposto. Questi e molti altri metodi sono descritti in questa sezione del libro.
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Esamina situazioni simili a quelle in cui gli allievi possono trovarsi. Usate rappresentazioni di personaggi, tavole rotonde, discussioni di gruppo, giochi, fogli di lavoro, casi di studio o brainstorming per esaminare come si possono compiere le scelte giuste in queste situazioni,
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Prepara delle domande sull’applicazione del Vangelo da esaminare insieme con la classe.
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Racconta un’esperienza personale in cui l’applicazione di un principio del Vangelo ti è stata di grande aiuto. Invita i tuoi allievi a parlare brevemente delle loro esperienze.
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Incoraggia i tuoi allievi a stabilire uno o più obiettivi che possono aiutarli a mettere in pratica il principio che hai esposto. Per esempio, in una lezione sulla preghiera puoi incoraggiarli a stabilire un obiettivo che li aiuterà apregare in maniera più efficace. Puoi chiedere loro di riferire la prossima settimana i sentimenti che hanno provato.
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Cita passi delle Scritture che portano testimonianza di quel principio. Invita i tuoi allievi a parlare di passi oepisodi preferiti tratti dalle Scritture.
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Chiedi agli allievi di pensare a un inno che li aiuti a ricordare quel principio. Suggerisci alcuni inni che possono essere utili.
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Incoraggia i tuoi allievi a parlare dell’argomento della lezione con i loro familiari. Per esempio, potranno mostrare un’attività, canzone, foglio di lavoro o passo delle Scritture studiato in classe. Invitali a parlare con iloro familiari di come possono mettere in pratica quel principio.
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Chiedi ai tuoi allievi a scrivere un passo delle Scritture, citazione, poesia o parte di un inno su di un foglio di carta che possono portare a casa e tenere come promemoria della lezione.
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Invita i bambini a disegnare se stessi mentre mettono in pratica quel principio.
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Chiedi loro di imparare a memoria un Articolo di fede attinente a quel principio. Con i bambini collega il principio con una delle voci delle «Norme del Vangelo», nell’ultima pagina di copertina dell’opuscolo Giorni di conseguimento.
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Con un mese di anticipo incarica alcuni allievi di studiare una determinata lezione e metterla in pratica nella vita quotidiana. Quando esponi la lezione invita le persone incaricate a riferire le esperienze fatte.