Lezione 41
Gesù ci insegna a tenere a freno la lingua
Scopo
Aiutare i bambini a imparare a controllare le cose che dicono e pensano.
Preparazione
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Leggi attentamente Matteo 5:33–37; Giacomo 1:26, 3:2–13, 5:12; 1 Pietro 3:10; Esodo 20:7; Mosia 4:30. Quindi studia la lezione e decidi come vuoi insegnare ai bambini la storia contenuta nelle Scritture (vedi «Come preparare le lezioni», pag. vi, e «Come insegnare usando le Scritture», pag. vii).
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Scegli le domande su cui discutere e le attività supplementari più adatte a coinvolgere i bambini e a raggiungere lʼobiettivo della lezione.
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Ritaglia in triangoli alcuni fogli di carta. Scrivi su ogni triangolo, con la punta verso il basso, le seguenti parole o frasi: pettegolezzi, falsa testimonianza, menzogne, litigi, oscenità, usare il nome del Signore invano, parole adirate. Scrivi ognuna delle seguenti parole o frasi su un angolo con la punta verso lʼalto: parole gentili, complimenti, parole cortesi, verità, preghiera, parole di pace.
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Materiale necessario:
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Una Bibbia o Nuovo Testamento per ogni bambino.
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Nastro adesivo per fissare i triangoli alla lavagna.
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Svolgimento della lezione
Invita un bambino a dire la preghiera di apertura.
Attività supplementari
Puoi svolgere una o più delle seguenti attività in qualsiasi momento durante la lezione, oppure come ripasso, riassunto o come compito.
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Narra la seguente storia di Joseph Smith (puoi chiedere a qualcuno che sa leggere bene di registrare la storia su una cassetta):
Joseph Smith fu messo in prigione diverse volte da uomini che lo odiavano, anche se essi non riuscivano mai a dimostrare che aveva fatto qualcosa di male. Una notte egli e alcuni altri uomini erano tenuti rinchiusi in una fredda e tetra prigione costretti a portare catene ai piedi e a dormire sul duro pavimento. Essi stavano cercando di dormire, ma le guardie parlavano ad alta voce, bestemmiavano e raccontavano lʼuno allʼaltro le terribili cose che avevano fatto ai membri della Chiesa.
Dopo aver ascoltato quegli orribili discorsi, Joseph improvvisamente balzò in piedi e disse a quegli uomini: «Silenzio! Nel nome di Gesù Cristo vi comando di tacere; non voglio vivere un altro minuto ascoltando un simile linguaggio». Le guardie lasciarono cadere le armi e lo implorarono di perdonarle. Per il resto della notte rimasero in silenzio. (Vedi Parley P. Pratt, Autobiography of Parley P. Pratt, pagg.209–211).
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Cosa potete fare se qualcuno vicino a voi bestemmia o racconta una storiella oscena?
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Infila un lungo pezzo di spago attraverso un anello o un rocchetto e annoda le estremità. Invita i membri della classe a disporsi in cerchio e a tenere lo spago. Scegli un bambino che prenda posto al centro del cerchio. Invita gli altri bambini a passarsi lʼanello o rocchetto di mano in mano. Quando dici «Stop», invita la persona che ha lʼanello a dire una cosa positiva del bambino che sta al centro del cerchio. Poi chiedi al bambino che sta al centro del cerchio di cambiare posto con quello che ha detto una cosa bella di lui e fai continuare il gioco. Continua sino a quando tutti hanno avuto la possibilità di andare al centro del cerchio. Puoi aggiungere un commento positivo riguardo a ogni bambino. Parla di come ci sentiamo quando diciamo cose belle degli altri e come ci sentiamo quando gli altri dicono qualcosa di bello di noi. (Se la tua classe è troppo piccola per questa attività, chiedi a ogni bambino di dire una cosa bella di ognuno dei suoi compagni).
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Paragona un pensiero cattivo al piccolo cuneo di ferro della storia narrata dal presidente Spencer W. Kimball, di un giovane che viveva in una fattoria:
Un giorno, tornando dai campi, il giovane trovò un cuneo di ferro. (Spiega cosʼè un cuneo). Egli sapeva di essere in ritardo per la cena, così invece di portare il cuneo nel capanno degli attrezzi lo mise tra i rami di un giovane noce che suo padre aveva piantato accanto al cancello. Il giovane intendeva venire a prendere il cuneo e portarlo nel capanno degli attrezzi dopo mangiato, ma non lo fece mai. Il cuneo rimase là in quel posto per molti anni e lʼalbero, crescendo piano, lo ricoprì.
Molti anni dopo, quando lʼalbero era davvero un gigante, in una fredda notte dʼinverno il vento e la pioggia spezzarono uno dei suoi tre rami principali. Poichè non cʼera più nessun contrappeso, anche gli altri due rami si spaccarono e caddero. Quando la tempesta si placò, dellʼalbero non rimaneva in piedi neppure un rametto.
Nelle prime ore del mattino seguente il contadino–il nostro ragazzo che era diventato grande–uscì e vide il danno causato al grosso noce. Disse a se stesso: «Non avrei mai pensato che una cosa simile potesse accadere a questʼalbero. Era il più bellʼalbero della vallata. Ci avrei scommesso mille dollari che non sarebbe accaduto».
Il contadino aveva dimenticato il cuneo, e tuttavia esso era sempre là, dove lo aveva messo. Anche se lʼalbero era diventato alto, il cuneo lo aveva indebolito. Lʼalbero normalmente avrebbe resistito alla tempesta, ma a causa del cuneo, messo là molti anni prima, esso non era forte come avrebbe dovuto essere. Il cuneo fece cadere lʼalbero a pezzi (Vedi Samuel T. Whitman, «Forgotten Wedges», citato da Spencer W. Kimball in Conference Report, aprile 1966, pagg. 70–71).
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Per quali aspetti i cattivi pensieri sono come quel cuneo? Quando consentiamo alla nostra mente di accogliere un cattivo pensiero, questo pensiero può insinuarsi più profondamente nella nostra mente, come il cuneo nellʼalbero, e diventare un grave problema per noi. Dobbiamo liberarci immediatamente dei cattivi pensieri.
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Commenta Proverbi 23:7. Includi nella discussione i modi in cui i bambini possono controllare il loro umore, come ad esempio contando sino a dieci quando si sentono offesi o adirati.
Conclusione
Invita un bambino a dire la preghiera di chiusura.